ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
AGOSTO 2009

Mi ha ancora scritto il carissimo Luca Cesca sparando a raffica una serie di domande che, come è suo solito, vertono su argomenti di interesse generale; dedicherò pertanto alle risposte tutto un nostro prossimo appuntamento.
Luca tra l' altro tocca ancora quell' argomento riguardante il sesso della barca che non credevo avesse così tanto riscosso il vostro interesse...eppure non si tratta di un tema molto "nautico".
Penso che in futuro ci ritornerò sopra, magari con il contributo di qualche psicologo.
 

 
Ora l' interrogativo sulla scelta della barca incalza da troppi mesi: 
“Come faccio a sapere se quella che compro è una buona barca oppure no?”
Saremo adesso in grado di trovare la risposta ?  
Guardiamoci questo filmatino.

QUESTA E' UNA BARCA


Questa è senza dubbio una barca come si deve !
Sarà lunga poco più di 7 metri ed è in avaria: non c'è vento, non ha motore ma è su un basso fondale e ci sono dei bei frangenti: uno di questi la prende, la capovolge, la trascina. Lo skipper viene sbalzato in mare. Si spezza l’ albero ma lo scafo torna su e si rimette in assetto da solo e lo skipper riesce a risalire a bordo.
Quante delle barche prodotte oggi sarebbero in grado di farlo ?

Nel 2007 ho fatto una ricerca, un po’ come quelle che si facevano (e si fanno tutt’ ora) alle scuole elementari: ho voluto vedere se esistono dei dati il più oggettivi possibile per stabilire quali siano le barche migliori o peggiori di altre.
Io posso avere delle idee o delle simpatie nei confronti di un cantiere piuttosto che un altro e, allo stesso modo, un lettore può avere delle idee diametralmente opposte alle mie…Ed entrambi potremmo avere ragione.
Ma se riuscissimo a trovare dei dati per “misurare” le nostre impressioni, la cosa potrebbe venire considerata in modo più oggettivo.
Così, ritenendo che alcuni cantieri (di oggi o di ieri) lavorino piuttosto maluccio e nello stesso tempo ritenendo che alcuni cantieri (di oggi o di ieri) lavorino molto meglio, ho pensato a come poter fare per inquadrare con dei dati queste opinioni.
Ben, mi è venuto in mente che c’è un sistema quasi infallibile per scoprire se un prodotto è buono o meno: basta esaminare quanto esso duri negli anni e allo stesso tempo quanto il suo valore si mantenga sostenuto…Non c’è nulla infatti di più valido delle leggi dell’ economia per tastare il polso ai prodotti.
Più una barca viene riconosciuta “valida” e meno la sua quotazione perde valore nel tempo.
Facile no ?
Ho pensato così di considerare un certo numero di barche a vela sui 12 metri di lunghezza (diciamo dai 39 ai 42 piedi) e di confrontarne le quotazioni sia per il nuovo che per il corrispondente usato del 1995,  cioè di ben 14 anni fa.
Ovviamente questo confronto ha dei limiti.
Nel giro di 14 anni infatti i cantieri lanciano nuovi modelli e quelli prodotti prima già non esistono più in listino, quindi è impossibile fare un confronto “diretto”; tuttavia in questo lasso di tempo le varianti introdotte nei progetti quasi sempre sono di lieve entità (per esempio l’ armo a 9/10 invece che in testa d’ albero); le innovazioni inoltre riguardano più spesso l’ impatto estetico (un po’ come il ridisegno dei fanali di un’ auto) che spessissimo guarda caso è tutto a vantaggio di chi produce e mai a vantaggio di chi compra: mi riferisco alla bontà dei materiali e al grado di finitura che, si sa, implica l’ apporto di manodopera che è sempre più costosa.
Esempio evidente è lo “stile minimalista” per gli interni che oggi è di gran moda: questo modo di arredare viene spacciato nelle pubblicità dei cantieri come “integrazione dei componenti e degli arredi che gioca un ruolo fondamentale nella razionalità e nell’ ergonomia degli spazi, sfruttando la simbiosi con le parti strutturali dello scafo in cui estetica e resistenza giocano insieme raggiungendo livelli di sicurezza fino ad oggi impensabili”.
La verità è che lo stile minimalista permette invece di arredare una barca facendo risparmiare al cantiere un buon 30 % sui materiali impiegati e un altro buon 50 % sulla manodopera. 


Candelieri di 20 anni fa ancora lucidi e senza tracce di ruggine....Miracolo ?

Tornando alla mia ricerca sulle barche a vela intorno ai 12 metri prodotte in questi 14 anni ho scelto diversi esempi ricavandone i prezzi e le quotazioni dalle “riviste specializzate”.
Nella tabella seguente ecco un primo risultato, ordinato nella prima colonna per valori decrescenti del prezzo del nuovo (le colonne relative al peso dichiarato e alla quotazione dell’ usato del 1995 saranno utili più avanti): è un prezzo del nuovo riferito al 2007, anno in  cui ho fatto la ricerca, ed è comprensivo di tributi, accessori e quant’ altro per poter rendere “navigabile” la barca. 

BARCHE NUOVE ORDINATE PER PREZZO

 

CANTIERE

PREZZO NUOVO 
IVATO

PESO DICHIARATO
Kg

QUOTAZIONE  
USATO 1995

DEHLER  41CR

230000

8900

135000

COMAR COMET 41

200000

7000

130000

BENETEAU 42CC

200000

8900

110000

PARDO GS 40

185000

6800

120000

ZUANELLI  Z 40

185000

10000

94500

DUFOUR CLASSIC 40

172000

7300

95000

ESTE  39

170000

6800

90000

JEANNEAU SUN OD. 40

165000

7250

75000

BAVARIA  42

162000

9200

73000

ELAN  40

160000

7500

100000

 Messa così la faccenda però non riusciamo ad avere alcuna indicazione sul “vero” valore delle barche; quindi per cominciare vediamo di stabilire un criterio oggettivo che ci permetta di inziare a fare una prima classifica: ebbene, ciò che in primo luogo condiziona sia la durata di un bene che il suo valore intrinseco è la massa dei materiali impiegati per la sua  realizzazione, cioè la “quantità di roba lavorata”.
Il Colosseo c’è ancora e vale perché ha una massa enorme ed ha richiesto una infinità di manodopera per essere costruito, ma cosa resterà
tra 2000 anni delle case in cui abitiamo ?
Nulla, perché in confronto al Colosseo praticamente non hanno massa e hanno richiesto una manodopera infinitamente minore per essere costruite.
Così ho pensato di stabilire una graduatoria prendendo in considerazione le masse delle barche, anzi il loro rapporto prezzo/massa, cioè in parole povere il valore degli Euro al Kilogrammo.
Sono consapevole che ciò equivale a trattare le barche come se fossero delle cassette di mele, ma credo proprio che così facendo non si proceda in modo molto distante dalle leggi di mercato sopra dette (e spiegherò più avanti il perchè).
Ecco nella seguente tabella quello che emerge, considerando di ordinare le barche per valori decrescenti di Euro/Kilo, sempre per i valori del nuovo.  

BARCHE NUOVE ORDINATE PER EURO/KILO

CANTIERE

 / Kg   NUOVO

 / Kg   USATO

COMAR

28,5

18,5

PARDO

27,2

17,6

DEHLER

25,8

15,1

ESTE

25,0

13,2

DUFOUR

23,5

13,0

JEANNEAU

22,7

10,3

BENETEAU

22,5

12,3

ELAN

21,3

13,3

ZUANELLI

18,5

9,5

BAVARIA

17,6

7,9

  Non so se avete notato ma le cose viste così assumono una tendenza particolare, no? 
Ora immaginiamo di fare la stessa cosa anche per le quotazioni dell’ usato di 14 anni fa (seconda colonna della tabella precedente) confrontando le percentuali di svalutazione che ogni barca ha subito nei 14 anni rispetto al  valore del nuovo.

BARCHE USATE (1995) ORDINATE  PER  % DI PERDITA DEL VALORE IN 14 ANNI

CANTIERE

% PERDITA VALORE

COMAR

-  35

PARDO

-  35

ELAN

-  37

DEHLER

-  41

DUFOUR

-  44

BENETEAU

-  45

ESTE

-  47

ZUANELLI

-  48

JEANNEAU

-  54

BAVARIA

-  55

 
Sorprendente, no?
Confrontate per esempio la posizione di Elan rispetto a Bavaria tra la prima tabella e questa ultima: nella prima Elan era all’ ultimo posto e Bavaria al penultimo, in questa  Elan è risalito al terzo posto mentre Bavaria è rimasto al palo.
Una bella differenza, non c'è che dire !
Dando una scorsa generale si potrebbe dire che le barche che hanno all’ origine il costo più alto sono quelle che perdono meno di valore nel tempo, ma non è sempre vero: la ragione è semplice e sta nella seguente obiezione: qualcuno di voi potrebbe affermare che il valore di una barca non dipende solo dalla quantità di materiale lavorato ma anche dalla sua qualità e ancora che il valore dipende anche dalla bontà del progetto inteso come prestazioni e marinità (cioè doti di stabilità e comfort durante la navigazione).
Verissimo.
Ma tutte queste obiezioni sono già considerate (anzi sono autoconsiderate) proprio nella svalutazione del valore di marcato dell’ usato: la legge della richiesta e dell’ offerta è implacabile al riguardo: una barca buona (cioè un buon progetto) è richiesta, una barca cattiva (cioè un cattivo progetto) no.
Nelle loro categorie di appartenenza uno Show 29 o un Grand Soleil 34, che sono barche di 30 anni fa, sono ancora richiestissime; un Oceanis 412 o un Grand Soleil 40 che sono barche di pochi anni fa no.
Per divertimento (ma non troppo) ho pensato poi di andare a vedere quanto valgono quegli stessi valori di “un tanto al Kilo” per alcune tra le barche più note e datate della nostra cantieristica nazionale, ed ecco che cosa emerge:
 

BARCHE  ITALIANE (1987) DI 22 ANNI FA

 

CANTIERE

 

PESO DICHIARATO
Kg

QUOTAZIONE USATO

 

 / Kg  USATO

PARDO GS 39

 

8700

78000

 

8,9

PARDO GS 42

 

10000

88000

 

8,8

COMET 12

 

9700

73000

 

7,5

SHOW 42

 

9000

68000

 

7,5

 
Una coperta di un Comet di 23 anni fa senza traccia di cavillature...Altro miracolo ?

Il valore in Euro/Kilo è simile a quello delle barche di oggi che subiscono più svalutazione  (tipo Bavaria) ma le barche “vecchie” hanno una differenza di durata di 22 – 14 cioè di ben 8 anni in più.
In altre parole quello stesso valore percentuale di svalutazione è stato maturato non nell’ arco di 14 anni ma nell’ arco di 22 anni !
In altre parole nel 2017, cioè tra altri 8 anni, quale sarà il valore delle barche costruite nel 1995 rispetto a quelle costruite nel 1987 ?
Chi avrà perso di più ?
Voglio essere più cattivo: esisteranno ancora nel 2017 le barche costruite nel 1995 ?
Io non ho alcun dubbio in proposito e credo di averne fatto venire qualcuno anche a chi legge.

A questo punto lasciatemi scherzare un po’.
Poiché si dice che le barche sono care e sono un bene di lusso, vi invito a guardare la seguente ultima tabella dove ho calcolato il valore di Euro/Kilo per due automobili e una moto di oggi…. 

AUTOMOBILI E MOTO NUOVE

MARCA

PESO DICHIARATO
Kg

PREZZO NUOVO

 / Kg  NUOVO

FIAT  PANDA

850

12500

14,7

AUDI A6 SW

1250

43000

34,4

YAMAHA ZX

240

5700

23,7


Non ve l’ aspettavate, vero?

Una Fiat Panda ha un valore del nuovo in Euro/Kilo un po’ più basso di un Bavaria 42, una moto Yamaha ZX ha un valore vicino a quello di un Dufour Classic 40 e un’ Audi A6 SW supera i valori della tabella (si potrebbe paragonare forse a un Baltic 40 ?).
So già che qualcuno dirà: ”Ma come fai a considerare il valore di un’ auto in Euro/Kilo…vuoi mettere tutta la tecnologia che c’è dentro a un’ auto rispetto a quella che c’è in una barca ?”
No, mio caro lettore, non sono per nulla d’accordo.
Quasi sempre le case automobilistiche progettano la parte meccanica e la tengono in produzione per molti anni montandola e rimontandola su svariate edizioni dei modelli che vengono aggiornati solo sull’ immagine (fanali, rotondità dei cofani, disegno del cruscotto), inoltre quasi tutto il montaggio dell’ auto è oggi robotizzato.
Non esiste certo tutta la manodopera usata nel cantiere nautico, manodopera che deve: salire e scendere nel guscio in costruzione, porre le dime, correggerle, scendere nuovamente, segare il compensato marino, risalire, riprovare, ridiscendere, ritagliare, risalire, riprovare, ridiscendere, levigare, verniciare, aspettare, rilevigare, riverniciare, aspettare, rilevigare, riverniciare, preparare i fori, montare le cerniere e la serratura e finalmente montare il pezzo….
E SE TUTTO VA BENE FINALMENTE LA PORTA DEL WC E' FINITA!
Per me un Audi A6 SW vale come un Baltic 40.

Forse zio Pino interverrebbe dicendo : "E’ meglio permettersi un vecchio Comet viaggiando in Panda, o è meglio permettersi un’ Audi navigando sulla barca degli altri perché non si hanno più soldi per comperarsene una ?"
Per avere la risposta basta guardarsi in giro: molti fanno in questo secondo modo, salvo poi scendere da quella stessa auto sfoggiando il giubbottino della North-Sail; come a dire: “Non ho la barca, ma faccio la figura del figo lo stesso in città”.


 Questi sono i Faraglioni di Capri, visti più o meno da ESE, e quello sono io che predico bene ma razzolo male...indosso infatti una maglietta di cotone col marchio North-Sail.
Chiedo scusa, mia moglie l' ha trovata nello scatolone di un Ipermercato e non mi andava di buttarla via.

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