Dopo l’
indefessa attività mensile che mi fa pensare, inventare, predisporre, scrivere
e pubblicare queste pagine (che pure sono poca cosa), avverto anch’ io nell’ aria
quell’ atmosfera ferragostana che ci invita tutti all’ ozio…quindi, scusate, ma
trovo giusto concedermi un po’ di ferie.
“Bravo !”
“Grazie.”
Il mese di
agosto che da un lato porta taluni all’ esasperazione, sia per la frenetica
chiusura di armi e bagagli poco prima della partenza sia per adempiere agli
ultimi obblighi fiscali all’ ufficio postale, dall’ altro porta più di ogni
altro mese all’ enorme desiderio di essere liberi.
“Bravo !”
“Grazie.”
Purtroppo
al giorno d’ oggi pare cosa del tutto impossibile riuscire ad essere veramente liberi.
“…”
Credo che
tutti noi prima o poi ci siamo chiesti che cosa sia la libertà per il semplice
fatto che tutti noi siamo molto sensibili a questo concetto; ne siamo
così sensibili che quei furbacchioni che fondano i partiti politici ne infarinano
per bene sia le sigle che gli statuti di fondazione.
Spesso, anzi, la parola
libertà viene inserita in un nuovo partito che si forma dalla scissione di un
altro, come se fosse originata proprio dall’ esigenza di quelle stesse persone
che nel partito di provenienza non si sentivano affatto libere.
Pensiamo a
tutti i partiti politici che si sono formati, avvicendati e sciolti in questi
ultimi quarant’ anni (dopo aver incassato e dilapidato con una sfrontatezza nauseante enormi
capitali a nostre spese) e pensiamo a come questo modo di svilire il concetto di
libertà si riveli alla fine una enorme contraddizione: già il fatto
in se’ di dare il proprio voto a una persona e - da parte di questa - di
riceverlo, rappresenta infatti una costrizione e un compromesso: io affido a un
altro l’ onere di rappresentarmi ma così di fatto mi sottometto alle sue
decisioni, inoltre colui che è mio rappresentante si sente di dover agire e
decidere con la forzatura di poter essere poi valutato da me.
Questo
schema, che dovrebbe essere il fondamento dell’ ordinamento democratico, non
rappresenta affatto la libertà proprio perché una qualsiasi forma di contratto
o di accordo è di fatto una limitazione della libertà.
Persino l’ avvenimento
più bello che ci possa capitare, cioè il diventare genitore, è una grande
limitazione della libertà, così come lo è il matrimonio o il più semplice
rapporto di coppia.
Insomma tolto
il caso di un aborigeno solo in mezzo alla foresta che voglia fare l’ eremita e
che non chieda né riceva alcun tipo di servizio da alcuno, noi siamo obbligati
a vivere tra i nostri simili e pertanto siamo costretti a fare a patti col
concetto di libertà assoluta, accontentandoci di quello ancor più indefinibile di
libertà relativa.
Quindi è di
questo di cui possiamo realisticamente parlare, cioè della libertà relativa
alla libertà degli altri, ma come possiamo sentirci liberi nel confrontarci con
la libertà altrui ?
Nonostante
ciò appaia inverosimile all’ interno della vita sociale la risposta non solo esiste
ma è anche bellissima : noi possiamo sentirci liberi confrontandoci con la
libertà altrui nell’ anarchia, cioè nell’ assenza di autorità decisionale
esterna a noi.
“Bravo !”
“Grazie.”
Purtroppo però
il concetto politico così puro dell’ anarchia in un ambito sociale è irrealizzabile,
e proprio per colpa nostra.
La sua
irrealizzabilità sta nel fatto che essa può esistere solo ed esclusivamente se
ognuno di noi ha e mantiene il rispetto per l’ altro, cioè se conduce una vita
orientata ad esclusivo beneficio degli altri: in questo modo non esisterebbe più
alcuna forma di reato e quindi non sarebbe necessaria alcuna forma di legislazione
(il parlamento non serve), né alcuna forma di controllo (l’ esercito, la
polizia, la guardia di finanza non servono), né alcuna forma di giudizio o di
pena (i tribunali, i giudici e le carceri non servono), né alcuna forma di
rappresentazione (i partiti politici non servono), né alcuna forma di religione
(perché di fatto viene ad essere già attuato il comandamento dell’ amore
reciproco).
L’ anarchia
sarebbe un magnifico risparmio di risorse e porterebbe a una gran bella
società, alla faccia di quei giornalisti stipendiati dai partiti politici di
cui sopra che invece definiscono anarchici i delinquenti che distruggono le
vetrine nelle manifestazioni di piazza.
“Bravo !”
“Grazie.”
L’ anarchia
è il modo di vivere più nobile che esista ed è quindi l’ applicazione pratica del
concetto di libertà relativa ma, come detto, è una utopia.
Basta
infatti che uno solo pensi a se stesso che subito nasce la
necessità di
“regolamentare un qualcosa” e tutto il castello di sogni si
sfascia, riportandoci alle tenebre sociali più fitte.
Occorre allora
eleggere e pagare qualcuno che inventi le regole, assumere e pagare qualcuno
che le faccia rispettare, qualcuno che giudichi e qualcuno che dall’ altare ci
ricordi come Dio, Buddha, Maometto, Visnù ecc.... vorrebbero che vivessimo.
La vita
sociale reale è in pratica il vero e proprio “peccato originale”, che ci fa
vivere per noi stessi invece che per gli altri e trasforma il paradiso
terrestre nel purgatorio quotidiano che ben conosciamo (ricordiamo Ungaretti: "la morte si sconta vivendo").
Ma…
…Ma esiste
ancora una possibilità per salvare la nostra libertà.
Iscrivendosi
al P.L.I. ?
Iscrivendosi
al P.D.L. ?
Iscrivendosi
al MEGAECOAMBIENTALSINISTRALIBERALPLURICIVILPARTITOITALIANO ?
Iscrivendosi
al Libertas Football Club ?
Leggendo
LIBERO ?
No, no, figuriamoci
!
Come la libertà
assoluta è introvabile nel mondo fuori di noi, così essa può tornare ad
esistere se cercata dentro di noi; questo è il nostro segreto e insieme la
nostra grande forza.
“Bravo !”
“Grazie.”
L’ universo
dentro di noi è altrettanto grande e bello, come lo spazio tra le vele.
Esso è meraviglioso se paragonato
al mondo in cui viviamo ed è lì e solo lì che noi siamo padroni di fare qualsiasi cosa senza
minimamente interferire con la libertà degli altri.
In questo universo stupefacente
possiamo nutrirci e respirare con ciò che più ci piace e possiamo addirittura raggiungere
la felicità.
Inutile
dirlo che per me - e credo anche per voi che avete la pazienza di leggere
queste righe - ciò sia rappresentato dal chiudere gli occhi e immaginare di
navigare.
Dentro di noi
possiamo issare tutte le vele che vogliamo, raggiungere tutte le isole che amiamo
di più; possiamo anche metterci a “parlare con un pescatore per ore ed ore”
oppure possiamo addirittura assopirci “all’ ombra dell’ ultimo sole” con “un
solco lungo il viso, come una specie di sorriso”.
Sì lo so
che questa è solo poesia che qualche artista ha scritto e ha cantato anni fa e
so anche che la poesia nulla ha a che fare con i problemi della vita di ogni
giorno…ma è la mia libertà.
E’ il mio
universo interiore dove io valgo, dove sono considerato, dove sono amato, dove
esisto.
Lì posso viaggiare,
posso amare, posso gridare, posso volare…posso scrivere.
Posso
timonare durante una tempesta di neve senza sentire freddo.
Posso passare
ore nuotando sott’ acqua e insieme respirare.
Posso
volare tra le crocette della mia barca e gonfiarmi come una vela.
Posso amare
ed essere amato da qualsiasi donna senza problemi.
Posso planare
verso il sole al tramonto senza bruciarmi.
Posso
salvare decine di naufraghi senza bagnarmi.
Posso
diventare un faro e illuminare le onde.
Posso voler
bene a tutto il mondo.
Questa è la
mia libertà.
No, no, vi
prego non ridete di queste righe immaginandole scritte da un povero ingenuo deluso
che cerca nelle illusioni il suo angolo di felicità.
Questa è la
mia libertà.
Non dite
che sono i pensieri di un pazzo o di un bambino e che pertanto non sono degni
di alcuna considerazione.
Questa è la
mia libertà.
E
soprattutto non pensate che sia roba inutile che non vi coinvolgerà mai, perchè questa potrebbe
diventare anche la vostra libertà.
Io vi
auguro di sentirvi finalmente liberi nel vostro universo interiore a
cominciare
da questo mese di agosto e vi auguro soprattutto di non
vergognarvi per questo : la natura non ci ha messo al mondo per
costringerci a dimostrarci sempre forti.
Ma….
…Ma il
prossimo mese tornerò ad essere l’ingegnere che sono.
Allora parleremo
dei potenziali di ossido-riduzione applicati alle parti immerse delle nostre
barche così, spero, capiremo bene come funzionano gli zinchi.
Come diceva quel romantico di Foscoliana memoria :
“Bravo !”
“Grazie.”
“Bravo !” “Grazie.”...
E così lo stesso Petrolini si rivolgeva invece a quello che dal
loggione lo fischiava (ma il messaggio era chiaramente diretto a tutti coloro
che sostengono i cattivi governi) :
“Io nun
ccell’ ho cott’ è... Ccell’ ho ccò quelli che te stanno appresso, che nun te
buttano de sotto !”