ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
AGOSTO 2016

957.995 M
 

Quando ero molto più giovane mi divertivo con le derive a navigare per qualche ora al giorno nella stagione estiva; poi, da circa una ventina d’ anni, puntualmente navigo per circa 400 miglia all’ anno.
Tralasciando gli anni della gioventù, il totale è di circa 8000 miglia.

Orbene, per chi fa qualche sporadica uscita in barca 8000 M potrà sembrare un valore altissimo, per coloro invece che in mare ci vanno per professione (sia a vela che su un mercantile) 8000 miglia sono più o meno l' equivalente di uno sputo o (come ho sentito dire in un film) l' equivalente di una scorreggia in un uragano...
Tuttavia anche a queste persone 957.995 miglia fanno paura.
Novecentocinquantasettemilanovecentonovantacinque sono le miglia marine che ha percorso rigorosamente solo a vela il Cutty Sark, forse l’ ultima nave commerciale che andasse veramente e solo con la forza del vento.
Questi alcuni suoi numeri: è nato in Scozia nel 1869, con 963 tonn di stazza, quasi 65 metri di lunghezza, quasi 11 di larghezza, poco più di 6 metri di pescaggio e una cinquantina di metri di altezza di alberatura.
Con una lunghezza al galleggiamento di oltre 50 m che, come assicura la ben nota formula della navigazione in regime di dislocamento, comporta una velocità massima di 17 nodi, il Cutty Sark era in grado di raggiungere e mantenere tale prestazione, tanto che era in grado spesso di coprire le 300 miglia giornaliere.


Nella stiva del Cutty Sark oggi

Iniziò la sua attività come Clipper per il trasporto del the dalla Cina all’ Inghilterra, per finirla poi come trasportatore di lana dall’ Australia.
L’ ultimo suo comandante, il cap. Woodget, riuscì a fargli compiere la traversata Sidney Londra - naturalmente via Capo Horn - in 73 giorni !
Una terribile macchina da corsa di acciaio e legno con la stiva sempre il più piena possibile, così lontana dalle fibre di carbonio e dall’ alleggerimento ad ogni costo di questi ultimi anni.
Una nave fortunata per i suoi record, ma sfortunata per la sua epoca di attività perché ormai troppo vicina alla navigazione a motore e alle caldaie mangia legna e carbone.
Eppure una nave estremamente piena di fascino.
Lo scorso novembre, andando a trovare mia figlia che vive con suo marito a Islands Garden, il quartiere di Londra esattamente sull’ altra sponda del Tamigi di fronte a Greenwich, ho avuto il piacere di andarlo a visitare.
Già, perché ora il Cutty Sark giace a Greenwich, sostenuto da un poderoso telaio di acciaio che lo ha trasformato in un museo.
Le foto che allego diranno molto di più di ciò che riesco a dirvi io con queste righe, tuttavia alcune cose mi hanno decisamente impressionato.

 
Il museo costruito attorno al Cutty Sark e la sua impressionante chiglia

Innanzitutto credevo che lo scafo fosse tutto di legno, invece tutte le ordinate e i bagli sono metallici rivestiti con fasciame e coperta in legno.
Anche gli alberi sono metallici.
Le linee d’ acqua fanno sensazione, da qualsiasi parte le si osservi: la chiglia sembra una linea retta che non finisce mai !
La prua pare che dica: “Togliti di lì che devo passare”, le chiusura di poppa sono nello stesso tempo potenti e affilate.

 
La parte sommersa della prua e un particolare dell' alberatura con una figura sul primo pennone dell' albero di trinchetto

Insomma uno scafo dislocante curato nelle forme per essere veloce “che più di così non si può”.
All’ interno ci sono la stiva, un ponte e sopra il ponte la coperta.
Sul ponte a prua erano previsti gli alloggi dei marinai, ma poiché alla chiamata per le manovre dovevano salire tutti lungo un’ unica scaletta e si creavano ingorghi e ritardi (!), ne venne spostato l’ alloggio in coperta, tra l’ albero di trinchetto e di maestra, accanto alla cucina.
Subito a poppa dell’ albero di mezzana c’è il cassero (l’ armo è a nave, con tre alberi: trinchetto, maestra e mezzana) dove è posta la cabina degli ufficiali, con il quadrato e gli alloggi.
Questi sono talmente ridotti di dimensioni che non sono riuscito a fotografarli….figuratevi quelli per l’ equipaggio !

 
Il quadrato e la vite senza fine della timoneria

Mi ha fatto impressione il meccanismo della timoneria: dato che la pala del timone è molto piccola (in proporzione alla lunghezza della nave) significa che il Cutti Sark, come tutti i buoni velieri, era molto stabile di rotta, quindi tutti i meccanismi dovevano servire per riuscire manualmente a far ruotare la pala il cui peso e i cui attriti dovevano essere veramente forti.

 

Non credo si possa affermare che a bordo ci fosse qualcuno che se la passasse bene: forse nella Royal Navy, cioè nella marina militare, esistevano nella fruizione degli spazi e nella bontà (sigh!) dell’ alimentazione delle grosse disparità tra ufficiali ed equipaggio (anche se la carne salata e avariata e i topi facevano spesso comunque parte della dieta), ma qui anche lo stesso comandante non è che godesse di chissà quali privilegi in più rispetto al resto delle persone imbarcate; da quanto ho potuto vedere essi (i privilegi) si limitavano solo alla toilette in un locale al coperto e al fatto di potere dormire da solo.

 

Nota devastante: l’ equipaggio aveva diritto solo a un pasto giornaliero.
Una passeggiata per Greenwich, paese meno frenetico di Londra (dove, secondo me, sono tutti più o meno fuori di testa ma si sanno vendere bene e soprattutto cercano di fregarsi a vicenda molto più di noi) mi ha permesso di visitare :
- il Museo Navale dove ci si potrebbe passare una intera giornata,
- un Pub, dove mio sono arrischiato a mangiare la specialità del posto (Fish and Chips, merluzzo impanato e patate fritte: gustosissimo, ma la crosta fritta ha bisogno di tutte le canoniche tre ore per essere digerita…meglio non abusare),
- le vetrine di “Nauticalia”, il negozio di accessori nautici più vicino al meridiano fondamentale (Long. 00° 00,4’  W),
- e “The Royal Osservatory”, dove passa quella linea immaginaria che collega i poli (e che tanta fatica è costata ai fabbricanti di cronometri ai primi dell’ ‘800).





DIGRESSIONE...LONGITUDINALE
Non è che i fabbricanti di cronometri abbiano fatto fatica per dipingere per terra il meridiano fondamentale, è che la faccenda della misura della Longitudine è stato un traguardo molto difficile da raggiungere.
Durante i secoli delle grandi scoperte la navigazione avveniva perlopiù lungo i paralleli (si navigava seguendo il sole dall’ alba al tramonto, come fece Cristoforo Colombo) ma fare il punto tracciando un meridiano era un problema insormontabile: non avendo infatti un cronometro preciso (per la verità nemmeno un modesto orologio) non si poteva sapere quanto tempo era trascorso tra l’ osservazione del sole allo zenith sul posto dove si era e lo scoccare del mezzogiorno sul meridiano fondamentale, cioè l’ ora di Greenwich.
In tal modo non si poteva calcolare quanta strada separava il punto dove si era dal meridiano di Greenwich, cioè quale angolo si era percorso lungo un parallelo (in altre parole quale era la Longitudine).
Vi rimando, se vi interessa, al libro “LONGITUDINE” di Dava Sobel edizioni BUR, senza che io stia qui a dilungarmi in questa nostra epoca dove il GPS la fa da padrone e le coordinate per fare il punto nave sembrano roba da cavernicoli.
Riporto solo quanto scritto nel retro della copertina del libro:
"Nel 1714 il Parlamento inglese offrì una ricompensa di 20.000 sterline in oro a chi avesse scoperto come determinare la longitudine di una nave nell'oecano e questo perchè astronomi famosi come Galileo, Cassini, Huygens, Newton e Halley avevano cercato invano una soluzione, rivolgendosi alla luna e alle stelle. Stimolati dalla posta in palio, altri (scienziati, dilettanti, inventori) avanzarono proposte del tutto bizzarre.
Fu un orologiaio autodidatta, l' inglese Jhon Harrison, a trovare la soluzione: bastava che ogni nave fosse equipaggiata con un cronometro in grado di segnare sempre l' ora "esatta", quella di Londra, ad esempio, e un semplice confronto con l' ora locale avrebbe istantaneamente fornito il valore della longitudine."

FINE DELLA DIGRESSIONE… LONGITUDINALE

Tornando al Cutty Sark, all’ interno della sua stiva che ora praticamente è tutta foderata con le ricostruzioni delle cassette di legno che contenevano le foglie del the in tutte le loro varianti aromatiche, sono stati ricavati degli spazi per videogiochi, documenti e proiezioni.
Il videogioco è una specie di gara tra voi e il cap. Woodget nella rotta Sidney-London, i documenti sono estratti dei giornali di bordo e della stampa dell’ epoca, le proiezioni (in bianco e nero) ritraggono momenti della vita di bordo anche molto impressionanti.


Un video gioco pemette di sfidare il cap. Woodget... si fa per dire, naturalmente !

Le vite dei marinai appese ai pennoni, mentre con le braccia svolgono il loro durissimo lavoro per sbrogliare e imbrogliare centinaia di metri quadrati di tela, fanno meditare assai sul confronto tra le condizioni di navigazione di ieri e di oggi !

 
Queste sono immagini vere degli uomini ai pennoni e a cavalcioni delle catene a prua per fare manutenzione....Leggi antinfortunistiche ?
Eppure si muore molto di più oggi nei cantieri edili che una volta a bordo delle navi....

Quindi, tanto di cappello, Cutty Sark !
958 mila miglia significano circa 26 volte il giro del mondo.
P
iù o meno il tempo che il mio stomaco ha impiegato a elaborare l’ impanatura del Fish insieme alle Chips.
Non solo le braccia, ma anche gli stomaci dei marinai di oggi non sono più come quelli dei marinai di una volta !
Soprattutto se sono marinai Mediterranei e non Anglosassoni… 

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