ARTICOLI  CHIACCHIERE  E  COSE TRA NOI
 APRILE 2006

Questo è il mesein cui l' aria intiepidisce e inizia a profumare di fiori ed è il periodo dell' anno
in cui molti di noi preferiscono respirare i vapori dei solventi e delle vernici anti-fouling.
Altri invece preferiscono pagare degli addetti ai lavori ed evitare così, insieme alla respirazione,
anche una miriade di altri fastidi.
Così facendo essi spendono indubbiamente di più, ma hanno il vantaggio che il lavoro spesso riesce meglio.
Raramente ho constatato esecuzioni mal fatte da parte degli "addetti ai lavori".
Spesso ho constatato esecuzioni mal fatte da parte di chi "si è arrangiato".
Oggi - ahimè sempre più spesso - sto constatando esecuzioni mal fatte anche
da parte dei cantieri di costruzione delle barche, soprattutto quelli più pubblicizzati...
 E ciò è proprio una gran brutta faccenda.



Mar Ionio - Gennaio 2005  -  ... E poi dicono che il clima Mediterraneo...

Il prossimo mese troverete qui  "un gavone" di norme per gli autocostruttori.
Non sarà un inserto particolarmente divertente, ma spero possa essere utile a questa categoria di appassionati


ECCOVI L' ARTICOLO DEL MESE

 

VELEGGIAR  CON SODDISFAZION ?
Ovvero: tre condizioni  “sine qua non”  per scegliere tra la vela e il motoscafo.

 Lo scorso mese abbiamo visto che i velisti in crociera (per una serie di ragioni talvolta validissime)  navigano quasi sempre a motore, portando a spasso due appendici inutili che si chiamano albero e chiglia e abbiamo sottolineato come i colleghi diportisti motonauti cadano ingenuamente nell’ errore di ritenerli  “i naviganti del silenzio”.
In effetti ritengo che di ragioni giustificabili per far procedere a motore una barca a vela ce ne siano, per esempio: 
qualsiasi sia la meta della navigazione, all’ ancora in baia ormeggiati in un marina attrezzato o legati ad un gavitello con corpo morto, è noto che prima si arriva e meglio si alloggia…
Poiché una barca a vela procede con una velocità media di 4 - 8 nodi a seconda della propria lunghezza (questo è un fatto fisico del quale sarà bene discutere in un prossimo incontro mensile) e invece un motoscafo viaggia dai 18 ai 25 nodi (se non di più) risulta impensabile per un “velista” arrivare a destinazione prima di un “motoscafista”.
A meno di alzatacce antelucane (che in crociera giustamente vengono sopportate dall’ equipaggio una volta e poi basta) il “velista” è quindi in grado di giocare un’ unica carta: sperare di battere sul tempo solo gli altri “velisti”.
Ciò significa che la crociera si trasforma in una vera e propria “regata giornaliera” indipendentemente che il vento ci sia o meno e che venga da est o da ovest; in altre parole durante la crociera si naviga a motore.
Poi c’è un’ altra ragione altrettanto valida per sopportare il brontolio del diesel.
“Tirare le corde” cioè cazzare, issare, imbrogliare, ammainare ecc... è faticoso, molto faticoso.
E' doveroso ammetterlo: noi non siamo atleti perchè facciamo un altro mestiere (sedentario) per quasi tutti i giorni dell’ anno, quindi riavvolgere il genoa di una barca di 12 metri ci fa venire il fiatone (provare per credere) e non parliamo poi di quel che può capitare alla schiena se vogliamo cimentarci in 2 virate di prua, con conseguente recupero di un totale di circa 15 metri di scotta che tira sempre come una dannata.
Pertanto oggigiorno la parola d’ ordine che guida i più nella scelta della barca è diventata la seguente: 
comodità, comodità, comodità e infatti i cantieri (e malgrado loro anche i progettisti) vi si sono adeguati.

 

LA BARCA A
VELA DA CROCIERA D’ OGGI

La tendenza progettuale per gli scafi a vela da crociera odierni è grosso modo la seguente: 
A - gli interni devono essere molto capaci (uno scafo di 9 metri deve avere almeno due cabine matrimoniali separate, uno scafo di 12 metri deve avere una cucina con il blocco lavello-forno-frigo lungo almeno tre metri); 
B -  l' estetica deve rappresentare un misto tra un chiosco che vende wurstel ai bordi di una pista da sci austriaca e un camper con lo spoiler per il trasporto delle mountain-bike; 
C - il piano di deriva deve essere sempre più ridotto perchè si deve poter osare sempre di più navigando sui bassi fondali;
D - la motorizzazione deve essere sempre più potente (le ragioni sono state già abbondantemente sottolineate);
E - le linee d’ acqua devono assomigliare sempre più a quelle di uno scafo planante (anche se la barca non planerà mai e in compenso farà una fatica immane a tuffarsi dentro le onde con un po' di maretta di prua);
F - l’ armo deve essere "facile da gestire", quindi richiedere sempre meno manodopera, quindi essere sempre meno importante e aerodinamico, quindi esistere solo per essere fotografato;
G - gli avvolgitori e i winch devono essere sempre più elettrici, supportati da adeguati e pesantissimi accumulatori da 12 o 24 volts (il piombo non va più in chiglia per tenere dritta la barca, ma dentro ai gavoni per creare corrente elettrica);
H - gli impianti elettrici e idraulici devono stupire: pompe e pressostati dappertutto, filtri e fusibili e diodi in ogni dove, centraline olepneumatiche e led luminosi e tutto quanto si possa ossidare e bruciare il più in fretta possibile;
I - infine l' acqua dolce che deve essere a volontà: serbatoi a estrema prua e a estrema poppa (di almeno 250 litri ognuno) che occupino tutto lo spazio sotto i gavoni e il più lontano possibile dal baricentro della barca (*)

(*) Breve digressione: oggi ci sono alcuni cantieri (per scoprire quali sono basta guardare sotto le cuccette delle barche), che amano sistemare dai 250 ai 450 litri di acqua (1 litro = 1 kilo) all' estrema prua dentro serbatoi di plastica semplicemente appoggiati sul controstampo e "tenuti lì" con dei listelli di legno tipo "Stuzzicadenti Sayonara". 
Naturalmente sono sufficienti 2 onde di un metro, o forse meno, per disarcionare il tutto...
Vi prego,  guardiamo anche sotto le cuccette...Quando compriamo non accontentiamoci di osservare le vetrate del chiosco che vende i wurstel ma andiamo a vedere cosa c'è sotto il bancone dove fermentano i crauti, per piacere. 

Il risultato è che le barche a vela da crociera di oggi sono dei motor-sailer e tra qualche anno, con un’ ulteriore aumento della potenza dei motori, si trasformeranno forse in veri e propri motovelascafi.
Del resto, mescolando le leggi dell’ idrostatica con quelle dell’ idrodinamica, umoristicamente Sciarrelli affermava che anche un ferro da stiro riesce a planare, è solo una questione di quanti cavalli lo spingono da poppa.
Quali sono quindi le prestazioni della odierna barca a vela da crociera che ci viene proposta incastonata in visioni da sogno nelle pubblicità dei charter ? Eccole.

Non è fatta per la bolina
perché ha fianchi altissimi, prua panciutissima, piano velico scarsamente allungato, piano di deriva a basso pescaggio e con un siluro di zavorra da far spavento…(tanto oggi nessuno risale il vento tirando bordi a vela).
Non è fatta per la poppa perché pesa un casino rispetto a quanto è lunga, rolla molto perché ha poca deriva e non ha metri quadri di vela sufficienti per spingerla avanti…(tanto oggi nessuno si fa portare dalla brezza perché è un’ andatura troppo lenta e occorre far presto per arrivare all’ ormeggio e al ristorante).
Essa è fatta solo ed esclusivamente per l’ andatura al traverso
con un range di vento che le permetta di navigare almeno a 5 nodi ma senza rollare come un tappo di sughero, quindi è fatta per navigare con una brezza che va da 15 a 18 nodi, stop.

Attenzione: le suddette condizioni in crociera (cioè durante i soliti 15 giorni all’ anno) si verificano solo per qualche ora ogni tre anni, infatti i racconti degli armatori di queste barche sono sempre velati di nostalgia: “Ti ricordi quella volta (l’ unica) che andammo per tre ore a sei nodi? Che bel pomeriggio di maestrale!”
Per il resto con una barca simile non si può fare altro che navigare a motore oppure starsene fermi legati ai pali a far finta di fare manutenzione mostrando agli amici "quanto grande sia la cabina di poppa". 

LE TRE CONDIZIONI PER DIVENTARE VELISTI

Ma allora esiste una possibile soluzione? 
Esistono barche capaci di navigare a vela anche ad andature diverse dal traverso? 
Esistono barche capaci di viaggiare a 5 o 6 nodi spinte da una brezzolina di 7-8 nodi?
Esistono barche capaci di sostenere un vento di 25-30 nodi senza far vomitare anche i polmoni al proprio equipaggio?

La risposta naturalmente è sì ma, secondo me, a 3 ben precise condizioni che riguardano:
l’ equipaggio, il piano velico, il progetto della barca
e che vedremo dal prossimo mese.

Se si è disposti a sottostare a tutte e tre queste condizioni si può essere veri velisti e trovarne soddisfazione anche senza dover per forza regatare, altrimenti credo sia decisamente meglio comperare un bel motoscafo che sarà in grado di dare soddisfazioni diverse, ma senz' altro più gradite.

 

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