ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
APRILE 2020



Nel 1848 vi fu l' isurrezione del Lombardo-Veneto contro l' Austria.
Venezia si trovò a frenteggiare una epidemia e  Arnaldo Fusinato compose una famosa poesia
della quale la vignetta riporta un celebre verso.
Sono i corsi e i ricorsi della storia, le cui sofferenze troppo spesso dimentichiamo.

Lo scorso 3 febbraio ho ricevuto quasi contemporaneamente le seguenti due lettere:

Ing. Scarpa, la leggo sempre con piacere, non smetta mai di scrivere, certe perle meritano di essere colte da chi ha voglia di immergersi...  
"
...E allora?
Cosa resta da commentare?
Forse che per “andare a spasso” le esasperazioni del mondo delle competizioni contano ben poco.
Forse che per la crociera ciò che serve è solo ed essenzialmente il tempo.
Se si ha tempo tutto acquista la dimensione del piacere.
Se non si ha tempo possiamo avere a bordo tutte le diavolerie che si vuole per correre più forte possibile, ché tanto il piacere diventerà stress.
Perché il meteo mica va a guardare che cavolo di poppa ha la tua barca…
Mica il meteo va a vedere quale progettista ha disegnato il tuo scafo…
Il meteo fa quello che vuole lui!
E la pioggia o la burrasca ti rovinano i pochi giorni di ferie che hai, anche se hai una barca dalla poppona enorme.
Anche se la poppa fosse più larga della lunghezza della barca
..."
Il tempo, questo bene sconosciuto... il valore del tempo è inestimabile ed è l'unico per cui valga la pena fermarsi un pò!
Ma il tempo non è qualcosa che può far parte dei nostri tempi, tutto deve essere veloce, tutto deve scorrere in modo frenetico.
Come dice un grande cantautore di nostri giorni:
"Bisogna avere tempo per perdere tempo"
Con grande stima.
Luca Bastia

Buongiorno ing. Scarpa ho sempre letto con interesse le sue riflessioni mensili sul mondo della nautica,spesso d'accordo con lei, pur non condividendo sempre il suo punto di vista sopratutto quando inseriva note diciamo "politiche" contro chi usava auto potenti, o altre volte contro chi navigava con barche a motore o contro le comodità in genere della vita moderna. Per inciso io trovo che ognuno deve essere libero di seguire le sue passioni, che può essere anche un'auto potente o una barca a motore.
Ma l'articolo di febbraio nella parte in cui asserisce che il periodo climatico (leggermente più caldo) che stiamo vivendo sia da imputare alla CO2 prodotta dalle attività umane, come sostenuto devo dire sopratutto dai media e da una parte (non certo tutti) degli scienziati che si occupano di clima mi trova in completo disaccordo, come l'asserzione che l'acqua alta di novembre sia da imputare a questa causa (allora quella del 1966? perchè è avvenuta). Secondo lei dovremmo sprecare montagne di risorse e perdere migliaia di posti di lavoro per inseguire questo inutile azzeramento della CO2, invece che destinare queste risorse a qualcosa di più importante, vedi ad esempio la situazione attuale epidemica?
Altra considerazione, periodi come quello romano o medievale sono stati caratterizzati da temperature superiori a quelle attuali; perchè adesso la colpa deve essere di questa CO2, il male totale da combattere secondo questi talebani ecologisti?
Ultima nota: i primi articoli scientifici sul GW degli anni 90 profetizzavano per questo periodo la scomparsa della laguna veneta e degli atolli del pacifico e la scomparsa della neve anche in montagna alle nostre latitudini, dovremmo credere adesso alla scomparsa dei ghiacci e all'invasione dei mari sulle terre emerse fra 20 anni ?
Cerchiamo di essere meno "talebani" e non cercare di combattere quello che magari a noi non piace non incolpando gli altri di essere i distruttori del pianeta perchè non girano con la panda!
Cordiali saluti 
(Lo scrivente mi ha chiesto di mantenere l' anonimato)

Ho ovviamente risposto in forma privata ad entrambi gli scriventi,
ma prima di introdurre l' argomento di questo mese (che è quanto mai pertinente)
mi permetto di proporvi la seguente storiella dal titolo:

LA VERA STORIA DEL CORONAVIRUS

Non se ne poteva proprio più: l' aria non era più aria ma un guazzabuglio di polveri grosse e sottili i cui granellini si portavano sulle spalle sostanze chimiche che fino a qualche decennio prima non esistevano.. e poi faceva sempre più caldo, così caldo che certi insetti superavano l' inverno e si trovavano la primavera successiva a fare i conti con le loro nuove generazioni. I pipistrelli erano veramente rotti le palle di tale situazione perché di zanzare non ce n'erano più o, se c' erano, erano vecchie, rinsecchite e cattive...
Così andarono dal buon Dio e chiesero udienza per far presente i loro diritti a sopravvivere;  Dio li accolse e, sapendo già quel che volevano, disse:" Ho cercato, sapete, di mandare già molti segni sia ai Cinesi che ai Lombardo-Veneti e per la verità anche a molte altre popolazioni lì in mezzo, ma tutti proprio tutti non mi hanno badato... Hanno creduto di poter dominare anche i miei segni...Stanno idolatrando un altro Dio cui hanno il nome di PIL; il rito con cui lo venerano è sempre lo stesso: essi producono, producono, producono, giorno e notte si muovono, si agitano, si incontrano, si scontrano, scambiano merci e denaro, denaro e merci per terra, per mare e per aria, e poi lottano continuamente a chi ne scambia di più dando all' altro meno denaro possibile e, così facendo, sporcano di schifezze dappertutto".
I pipistrelli, sindacalmente convinti, risposero che non era giusto che avessero meno diritti degli uomini, allora il buon Dio (perché ogni cosa che fa è sempre a fin di bene, dipende solo da che parte la si consideri) così ordinò: "Tornate alle vostre grotte e cagate il virus che avete in pancia; verrà raccolto e giungerà agli uomini; provocherà a questi pianto e stridore di denti soprattutto a quanti continueranno ad agitarsi e a sporcare per rincorrere il PIL; per qualche anno farà loro capire che andare al lavoro in auto rovina il mondo molto di più di una cagata all' aria aperta; ma poi - scemo io che pensavo di aver fatto una buona cosa creando l' uomo - tornerà tutto come prima, perché loro sono molto meno intelligenti di voi."
Consolati da tale alta considerazione, i pipistrelli se ne andarono e fecero come era stato loro ordinato.
Così si diffuse il coronavirus tra i Cinesi, i Coreani, gli Iraniani, i Lombardi, i Veneti, gli Emiliani, i Piemontesi, i Laziali e poi i Francesi, i Tedeschi, gli Spagnoli, gli Inglesi, gli Americani, e laddove la gente più si agitava rincorrendo il PIL più veniva sopraffatta dal virus.
Ne furono risparmiati solo quelli che se ne stavano emarginati e che già vivevano rispettando i ritmi e la pulizia della natura.
Poi, come il buon Dio aveva già previsto, la Federal Reserve si accordò con la BCE e con le compagnie petrolifere e tutto tornò come prima.

COVID PER CASO



E' straordinario come in natura molti fenomeni si comportino allo stesso modo:
l' immagine precedente riporta l' andamento dell' onda di piena di un fiume nel caso brutale
e nel caso vi sia una bacino di laminazione che ne ritardi il picco....
Sorprende l' analogia con il propagarsi di una epidemia.
Che poi questa epidemia sia stata provocata dai Cinesi, dall' esercito Americano o dai pipistrelli non ci sarà dato sapere,
certo è che dovremo affrontarla come si affronta una burrasca in mare: si riduce la vela, si tiene duro e si aspetti che passi.

 E' quindi con fortuita ed opportuna coincidenza che vado a presentarvi il seguente articolo,
che avrà anche un seguito nel prossimo mese di maggio.

GRETA & l' energia

 
E’ stato bello lo scorso fine settembre vedere tanti giovani che senza essere scortati da partiti politici hanno manifestato per le piazze del mondo a favore dell’ ambiente.
Meno bello è stato ascoltare le dure parole di Greta che ci ha rimproverato del fatto che abbiamo osato non fare abbastanza per salvaguardare l’ aumento di temperatura del pianeta.
Vero è che si è rivolta ai politici del mondo, ma è anche vero che li abbiamo votati noi e quindi siamo loro complici soprattutto nel fatto che tutti noi siamo dei grandi spreconi di energia.
Anzi per dirla tutta è stato decisamente brutto, perché secondo me l’ atteggiamento della ragazza non dice proprio tutta la verità.
Quando si parla di qualcosa per condannare un certo comportamento occorre anche proporre alternative ed essere coerenti con ciò in cui si crede; ma per farlo non bastano le parole, occorrono i fatti: e i fatti - quando si parla di fisica applicata - devono essere suffragati dai numeri.
Solo col confronto sui numeri (cioè sulle quantità oggettive) si può valutare se si può criticare un qualcosa per migliorarlo e di quanto possa essere o non essere migliorato.
Insomma per andare avanti ho bisogno di fare un esempio e parlare ancora una volta di energia termica.

Pare impossibile, ma di qualsiasi forma di energia noi umani abbiamo bisogno (questa ultima parola è un concetto di base su cui occorrerà tornare alla fine), questa passa attraverso l’ energia termica, cioè il calore.
Possiamo partire anche dalla energia elettrica, così diffusa perché facilmente trasportabile, che ci rendiamo subito conto che essa è funzione della energia termica.
Per produrla ancor oggi occorre far girare un alternatore, chi lo fa girare è una turbina e chi fa girare la turbina può essere acqua, vento o vapore.
Nel primo caso si chiama allora energia idro-elettrica, nel secondo eolico-elettrica, nel terzo termo-elettrica: le prime due funzionano quando vogliono loro (dipendono dal clima del momento), l’ ultima funziona quando vogliamo noi, con rendimenti del 30-40% e che si può ottenere bruciando combustibili fossili o sfruttando la fissione nucleare.
La idro-elettrica funzionerebbe con continuità solo nel caso che chiudessimo la foce di una laguna poiché potremmo sfruttare le maree, ma qui in Italia si potrebbe fare solo a Venezia o a Grado, ostacolando il collegamento commerciale (e biodegradabile) di quelle città col mare.
Senza far girare turbine e alternatori esiste anche la produzione diretta di energia elettrica dal sole, ma anch’ essa funziona quando vuole lei (giorno, notte e nuvole) e in più il suo rendimento è ridicolo: 14-15%: significa che per produrre 3 KW in pieno sole alla latitudine di 45° circa occorrono circa 25 mq di pannelli fotovoltaici…con 25 mq ci faccio andare una lavatrice e un frigorifero (per casa mia), ma solo in pieno sole e solo alle nostre latitudini; i pannelli hanno un loro costo in Euro e un costo energetico ben più marcato per la loro produzione; i pannelli diminuiscono ulteriormente la loro efficienza in circa 10 anni; i pannelli poi vanno sostituiti e smaltiti (dove e come?); i pannelli sotto di loro non lasciano passare i raggi del sole, quindi se posati sul terreno questo diventa improduttivo.
Insomma per ora anche questo tipo di produzione di energia elettrica è molto limitante.
Restano ancora una volta i combustibili fossili (o la fissione nucleare) con un enorme aumento di energia termica non utilizzata…Ma non si creda che siano solo i combustibili fossili che, bruciando, aumentano la temperatura dell’ aria…
Per esempio il motore di un’ automobile o di una barca (che brucia 100 unità di energia di cui 65 se ne vanno per raffreddare il motore e solo circa 35 vengono sfruttate per il movimento del mezzo) si muove nell’ aria e/o nell’ acqua. Ebbene quel movimento di auto e barche si traduce in aumento della temperatura dell’ aria e/o dell’ acqua perché la carrozzeria e le ruote (nel caso dell’ auto) o lo scafo e l’ elica (nel caso della barca) fanno attrito, cioè vanno ad aumentare della temperatura dell’ ambiente.
Significa che è sempre tutto quel 100 iniziale che va ad incrementare la temperatura del pianeta!

Quindi più ci muoviamo più incrementiamo la temperatura…(uh, ma allora muoviamoci meno!)
Più facciamo uso di veicoli ingombranti, più incrementiamo la temperatura…(uh, ma allora non comperiamo i SUV e usiamo barche piccole!)
Più vogliamo fare presto e aumentiamo le velocità, più incrementiamo la temperatura…(uh, ma allora andiamo più lentamente e portiamo più pazienza!)
Insomma tutto ciò per dire che non abbiamo ancora trovato (né troveremo mai) tecnologie che producano energia senza aumentare la temperatura del pianeta.
Ciò per il semplice fatto che quel che incrementa la temperatura non è solo la produzione di energia, ma anche e soprattutto il suo consumo
N.B. lo dice benissimo il terzo principio della termodinamica che tutti (quasi) i politici del mondo ignorano o hanno dimenticato, sennò non verrebbero votati perché impedirebbero i consumi di energia.
Insomma (frase incredibilmente ovvia ma sistematicamente disattesa) se non si consumasse energia non occorrerebbe produrla.
L’ unica, ma veramente l’ unica cosa che potremmo fare è tornare ad abitare in una caverna, (laddove la temperatura interna è sempre pressoché costante e non abbisogna di impianti di riscaldamento e/o di raffrescamento), è non andare a lavorare in auto (laddove basta uscire dalla caverna con arco, frecce e canna e cacciare e pescare), è non andare a divertirci in discoteca (laddove basta raccontarsi le favole la sera nella caverna), è non adoperare la lavatrice e la asciugatrice (laddove rimanendo con gli stracci sporchi si puzza ma non si inquina), ecc….
Ora mi chiedo: Greta e i suoi giovani amici manifestanti sarebbero capaci di tornare indietro così?
O meglio, senza tornare proprio alla esasperazione della vita primitiva che ho preso come esempio-limite, Greta e i suoi giovani amici manifestanti sarebbero capaci di consumare MENO energia invece che PRETENDERE nuovi sistemi di produzione di energia?
Perché di questo si tratta.
I giovani sanno rinunciare all’ automobile? All’ aria climatizzata in casa? Alle bibite fresche in frigo? Ai gelati nel congelatore? Alla discoteca piena di luci impossibili? Al computer acceso tutto il giorno? Al telefonino che dietro di sé comporta una rete di antenne e ripetitori a non finire?

DIGRESSIONE: Tra casa mia e il mio ufficio (2 Km circa che copro ogni giorno in bici, o a piedi se piove forte) c’è una antenna per le telecomunicazioni. Alla sua base ci sono dei cassoni pieni di estrattori d’ aria per il raffreddamento dei circuiti: è impressionante passarci vicino…sembra una centrale termica che va 24 ore su 24. E’ demenziale: è una parte dell’ energia termica che immettiamo nell’ ambiente solo per parlarci e mandarci foto tra noi.
FINE DELLA DIGRESSIONE

Insomma i giovani sanno rinunciare a questa ultra-disponibilità di energia che noi abbiamo voluto in questi anni?
Quindi mi viene spontaneo chiederti, cara Greta: sai rinunciare a tante delle comodità di vita che hai?
Se mi dici sì (e non da sola ma insieme a qualche milionata di tuoi coetanei) hai tutto il diritto e/o dovere di indignarti, ma se mi dici no devi vergognarti anche tu insieme a noi.
A tal proposito mi viene in mente uno dei tanti, recenti e tragici casi di spreco energetico.
Alla fine dello scorso mese di settembre, più o meno durante le manifestazioni giovanili di cui sopra, si è verificato il naufragio su una diga frangiflutti del porto di Venezia di un motoscafo offshore che stava tentando di stabilire un record da Montecarlo a Venezia.
Queste mie righe non hanno l’ intenzione di emettere giudizi, cosa dalla quale mi sono astenuto anche nel maggio 2017 in occasione del naufragio di una unità a vela davanti al porto di Rimini; vorrebbero solo porre in evidenza di come sia sempre la condotta della navigazione a provocare disgrazie (anche nel caso eventuale di avaria di una qualche parte della barca).
La condotta della navigazione infatti dovrebbe sempre prevedere come comportarsi in caso di avaria o, a maggior ragione, in caso di atterraggio: quale scelte fare, quali ordini dare…insomma come cercare di cavarsela.
Dal punto di vista strettamente energetico è anche opportuno porre in evidenza come non valga poi tanto la pena di spendere un sacco di soldi sulle piste degli autodromi o sul mare per applicare, magari vent’ anni dopo, quelle tecnologie sulla produzione delle auto o dei motoscafi di serie.

Tutto ciò naturalmente vale a meno che deliberatamente non ci si voglia ammazzare, che è quello che mi viene in mente pensando all’ incidente del settembre 2019 a Venezia.
Ho cercato di immaginare infatti quell’ arrivo, a qualche miglio dall’ entrata del porto di Lido di Venezia, di notte e provenendo da SE ad una velocità di 70 Kn, cioè di circa 35 m/s.
35 m/s significa percorrere 350 m in 10 s, 700 m in 20 s!
Trattandosi di un tentativo di record la velocità è un fattore essenziale, ma è perlomeno curioso che lo sia ancora dopo che si è tagliato il traguardo, oppure che il traguardo sia posto davanti (o sopra, non lo so) ad una barriera di scogli!
Ed è anche curioso un altro fatto: sempre cercando di immedesimarmi nella dinamica dell’ incidente, la carta nautica (che dovrei aver imparato a memoria prima della partenza dato che ho intenzione di atterrare a Venezia) e lo schermo del GPS (considerato che su uno scafo offshore di 20 m da record ce n’è almeno uno) fanno vedere che esattamente davanti alle due dighe che delimitano l’ ingresso al porto di Lido (largo circa 1 Km) ce n’è un’ altra messa di traverso…E’ frutto dei progettisti del Mose per frenare il moto ondoso in conseguenza delle burrasche di scirocco.
Significa che è più che mai essenziale che, arrivando di notte come previsto, io capisca quali siano i fanali rosso e verde entro i quali devo infilare la prua della barca.
Devo insomma aver ben chiara quale strada voglio percorrere e, se c’è una diga che me la sbarra, decidere prima se passarle a sinistra o a dritta.
Una qualsiasi carta nautica evidenzia il fatto che la posizione e il colore dei fanali sulle estremità delle dighe è tale per cui se si rispetta di avere il rosso a sinistra e il verde a dritta è impossibile schiantarsi sulla diga messa di traverso; a meno che non ci si voglia suicidare o a meno che il navigatore (se tra i membri dell’ equipaggio ce ne fosse uno designato a tale incarico) sia americano, per il quale i colori per l’ atterraggio risultano invertiti…In questo caso i fanali alle estremità della diga inviterebbero proprio a sbatterle contro.
Insomma, ribaltando la situazione oltre-oceano, è come se un danaroso appassionato di motonautica americano imbarcasse sul suo motoscafo da record come navigatore un Chioggiotto per atterrare di notte a Port Lewes nel Delaware, o a Provincetown nel Massachusetts (dateci una occhiata su Google Maps)…Il navigatore Chioggiotto si troverebbe a dover entrare, per atterrare, avendo il rosso a dritta e il verde a sinistra.

 
Tra quindici minuti sarà buio... dove sarà l'entrata?

Infine c’è un terzo aspetto che forse è il più importante di tutti: se il mare è calmo e navigo in mare aperto posso scatenare tutta la velocità che voglio, ma se sto per entrare a Venezia (a qualsiasi ora del giorno e della notte) devo anche tener conto che il traffico esiste è che sempre importante.
Lungo un qualsiasi canale di accesso alla laguna di Venezia (Porto di Lido, Porto di Malamocco, Porto di Chioggia) e a qualsiasi ora, in particolare di notte, c’è sempre qualche barchino di pescatori che staziona lungo il canale, per non parlare del traffico di navi/traghetti a Lido e navi mercantili a Malamocco.
Entrare a 70 Kn a Venezia è come atterrare con un BOEING737 sull’ autostrada tra Pero e Cormano invece che farlo sulla pista di Linate…. a qualsiasi ora è possibile incontrare una moto, un’auto, un camion (che naturalmente non hanno il tempo di schivare l’ aereo se non li eviti tu).
Francamente io avverto sempre un momento di smarrimento quando me ne sto andando a spasso in mare con la mia barca a vela di giorno e vedo due baffi bianchi e una prua che mi puntano…Mi chiedo sempre: “ma quello mi ha visto o è sottocoperta a farsi un caffè?”
Con la mia ridicola velocità di qualche nodo non posso far nulla contro uno scafo che naviga a 30 o 40 Kn, a meno che non accosti lui.
Figuriamoci se, di notte, un motoscafo mi puntasse a 70 Kn (e magari io me ne stessi su un barchino a luci spente a pescare seppie)!
Comunque dispiace sempre quando una vita si interrompe, indipendentemente se quella persona stava lavorando, soffrendo o “divertendosi” consumando una grande quantità di energia.
Dispiace sempre, sia che quella persona fosse ricca o povera, giovane o vecchia, onesta o malvagia.
A noi non è dato conoscere l’ intimità delle persone, pertanto non è corretto emettere giudizi.
Dispiace ancor di più sapere che migliaia di persone sul Mediterraneo hanno perso la vita (e continueranno a perderla) non sani e con lo stomaco pieno, ma pieni di ferite, di sofferenze morali e di fame.
Credo che tutto quello che sta accadendo sia la conseguenza di un fatto gravissimo, che va ben oltre l’ aumento dei temperatura del pianeta: e cioè che le PERSONE sane e con lo stomaco pieno non hanno piu’ ciò che invece hanno le PERSONE che soffrono con le ferite e la fame.
Vale a dire che noi non abbiamo più la FEDE nell’ onestà, la SPERANZA in un futuro di pace e la CARITA’ verso chi sta peggio.
Ahi ahi ahi, infatti questo grande Papa, che insiste a ricordarcelo quasi tutti i giorni, è proprio malvisto dalla popolazione più ricca del nostro bel pianeta. 

Che venga anche lui crocefisso?

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