Ing.
Scarpa, la leggo sempre con piacere, non smetta
mai di scrivere, certe perle meritano di essere colte da chi ha voglia
di
immergersi...
"...E allora?
Cosa resta da commentare?
Forse che per “andare a spasso” le esasperazioni
del mondo delle competizioni contano ben poco.
Forse che per la crociera ciò che serve è solo
ed essenzialmente il tempo.
Se si ha tempo tutto acquista la dimensione del
piacere.
Se non si ha tempo possiamo avere a bordo tutte
le diavolerie che si vuole per correre più forte possibile, ché tanto il
piacere diventerà stress.
Perché il meteo mica va a guardare che cavolo di
poppa ha la tua barca…
Mica il meteo va a vedere quale progettista
ha disegnato il tuo scafo…
Il meteo fa quello che vuole lui!
E la pioggia o la burrasca ti rovinano i pochi
giorni di ferie che hai, anche se hai una barca dalla poppona enorme.
Anche se la poppa fosse più larga della
lunghezza della barca..."
Il tempo, questo
bene sconosciuto... il valore del
tempo è inestimabile ed è l'unico per cui valga la pena fermarsi un pò!
Ma il tempo non è
qualcosa che può far parte dei nostri tempi, tutto deve essere veloce, tutto
deve scorrere in modo frenetico.
Come dice un grande
cantautore di nostri giorni:
"Bisogna
avere tempo per perdere tempo"
Con grande stima.
Luca Bastia
Buongiorno ing. Scarpa ho sempre letto con interesse le sue riflessioni mensili sul
mondo della nautica,spesso d'accordo con lei, pur non condividendo sempre il
suo punto di vista sopratutto quando inseriva note diciamo
"politiche" contro chi usava auto potenti, o altre volte contro chi
navigava con barche a motore o contro le comodità in genere della vita moderna.
Per inciso io trovo che ognuno deve essere libero di seguire le sue passioni,
che può essere anche un'auto potente o una barca a motore.
Ma l'articolo di febbraio nella parte in cui asserisce che il
periodo climatico (leggermente più caldo) che stiamo vivendo sia da imputare
alla CO2 prodotta dalle attività umane, come sostenuto devo dire sopratutto dai
media e da una parte (non certo tutti) degli scienziati che si occupano di clima
mi trova in completo disaccordo, come l'asserzione che l'acqua alta di novembre
sia da imputare a questa causa (allora quella del 1966? perchè è avvenuta).
Secondo lei dovremmo sprecare montagne di risorse e perdere migliaia di posti
di lavoro per inseguire questo inutile azzeramento della CO2, invece che
destinare queste risorse a qualcosa di più importante, vedi ad esempio la
situazione attuale epidemica?
Altra considerazione, periodi come quello romano o medievale
sono stati caratterizzati da temperature superiori a quelle attuali; perchè
adesso la colpa deve essere di questa CO2, il male totale da combattere secondo
questi talebani ecologisti?
Ultima nota: i primi articoli scientifici sul GW degli anni 90
profetizzavano per questo periodo la scomparsa della laguna veneta e degli
atolli del pacifico e la scomparsa della neve anche in montagna alle nostre
latitudini, dovremmo credere adesso alla scomparsa dei ghiacci e all'invasione
dei mari sulle terre emerse fra 20 anni ?
Cerchiamo di essere meno "talebani" e non cercare di
combattere quello che magari a noi non piace non incolpando gli altri di essere
i distruttori del pianeta perchè non girano con la panda!
Cordiali saluti
(Lo scrivente mi ha chiesto di mantenere l' anonimato)
GRETA & l' energia
E’ stato bello lo scorso fine settembre vedere
tanti giovani che senza essere scortati da partiti politici hanno manifestato
per le piazze del mondo a favore dell’ ambiente.
Meno bello è stato ascoltare le dure parole
di Greta che ci ha rimproverato del fatto che abbiamo osato non fare abbastanza
per salvaguardare l’ aumento di temperatura del pianeta.
Vero è che si è rivolta ai politici del
mondo, ma è anche vero che li abbiamo votati noi e quindi siamo loro complici
soprattutto nel fatto che tutti noi siamo dei grandi spreconi di energia.
Anzi per dirla tutta è stato decisamente
brutto, perché secondo me l’ atteggiamento della ragazza non dice proprio tutta la
verità.
Quando si parla di qualcosa per condannare
un certo comportamento occorre anche proporre alternative ed essere coerenti
con ciò in cui si crede; ma per farlo non bastano le parole, occorrono i fatti:
e i fatti - quando si parla di fisica applicata - devono essere suffragati dai
numeri.
Solo col confronto sui numeri (cioè sulle
quantità oggettive) si può valutare se si può criticare un qualcosa per migliorarlo
e di quanto possa essere o non essere migliorato.
Insomma per andare avanti ho bisogno di
fare un esempio e parlare ancora una volta di energia termica.
Pare impossibile, ma di qualsiasi forma di
energia noi umani abbiamo bisogno (questa ultima parola è un concetto di
base su cui occorrerà tornare alla fine), questa passa attraverso l’ energia
termica, cioè il calore.
Possiamo partire anche dalla energia
elettrica, così diffusa perché facilmente trasportabile, che ci rendiamo subito
conto che essa è funzione della energia termica.
Per produrla ancor oggi occorre far girare un
alternatore, chi lo fa girare è una turbina e chi fa girare la turbina può
essere acqua, vento o vapore.
Nel primo caso si chiama allora energia idro-elettrica,
nel secondo eolico-elettrica, nel terzo termo-elettrica: le prime due
funzionano quando vogliono loro (dipendono dal clima del momento), l’ ultima
funziona quando vogliamo noi, con rendimenti del 30-40% e che si può ottenere
bruciando combustibili fossili o sfruttando la fissione nucleare.
La idro-elettrica funzionerebbe con
continuità solo nel caso che chiudessimo la foce di una laguna poiché potremmo
sfruttare le maree, ma qui in Italia si potrebbe fare solo a Venezia o a Grado,
ostacolando il collegamento commerciale (e biodegradabile) di quelle città col mare.
Senza far girare turbine e alternatori esiste
anche la produzione diretta di energia elettrica dal sole, ma anch’ essa
funziona quando vuole lei (giorno, notte e nuvole) e in più il suo rendimento è
ridicolo: 14-15%: significa che per produrre 3 KW in pieno sole alla latitudine
di 45° circa occorrono circa 25 mq di pannelli fotovoltaici…con 25 mq ci faccio
andare una lavatrice e un frigorifero (per casa mia), ma solo in pieno sole e
solo alle nostre latitudini; i pannelli hanno un loro costo in Euro e un costo
energetico ben più marcato per la loro produzione; i pannelli diminuiscono
ulteriormente la loro efficienza in circa 10 anni; i pannelli poi vanno
sostituiti e smaltiti (dove e come?); i pannelli sotto di loro non lasciano
passare i raggi del sole, quindi se posati sul terreno questo diventa
improduttivo.
Insomma per ora anche questo tipo di
produzione di energia elettrica è molto limitante.
Restano ancora una volta i combustibili
fossili (o la fissione nucleare) con un enorme aumento di energia termica non
utilizzata…Ma non si creda che siano solo i combustibili fossili che,
bruciando, aumentano la temperatura dell’ aria…
Per esempio il motore di un’ automobile o
di una barca (che brucia 100 unità di energia di cui 65 se ne vanno per
raffreddare il motore e solo circa 35 vengono sfruttate per il movimento del
mezzo) si muove nell’ aria e/o nell’ acqua. Ebbene quel movimento di auto e
barche si traduce in aumento della temperatura dell’ aria e/o dell’ acqua
perché la carrozzeria e le ruote (nel caso dell’ auto) o lo scafo e l’ elica
(nel caso della barca) fanno attrito, cioè vanno ad aumentare della temperatura
dell’ ambiente.
Significa che è sempre tutto quel 100 iniziale
che va ad incrementare la temperatura del pianeta!
Quindi più ci muoviamo più incrementiamo la
temperatura…(uh, ma allora muoviamoci meno!)
Più facciamo uso di veicoli ingombranti,
più incrementiamo la temperatura…(uh, ma allora non comperiamo i SUV e usiamo
barche piccole!)
Più vogliamo fare presto e aumentiamo le
velocità, più incrementiamo la temperatura…(uh, ma allora andiamo più
lentamente e portiamo più pazienza!)
Insomma tutto ciò per dire che non abbiamo
ancora trovato (né troveremo mai) tecnologie che producano energia senza
aumentare la temperatura del pianeta.
Ciò per il semplice fatto che quel che
incrementa la temperatura non è solo la produzione di energia, ma anche e
soprattutto il suo consumo…
N.B. lo dice benissimo il terzo principio della
termodinamica che tutti (quasi) i politici del mondo ignorano o
hanno dimenticato, sennò non verrebbero votati
perché impedirebbero i consumi di
energia.
Insomma (frase incredibilmente ovvia ma sistematicamente
disattesa) se non si consumasse energia non occorrerebbe produrla.
L’ unica, ma veramente l’ unica cosa che potremmo
fare è tornare ad abitare in una caverna, (laddove la temperatura interna è
sempre pressoché costante e non abbisogna di impianti di riscaldamento e/o di
raffrescamento), è non andare a lavorare in auto (laddove basta uscire dalla
caverna con arco, frecce e canna e cacciare e pescare), è non andare a
divertirci in discoteca (laddove basta raccontarsi le favole la sera nella
caverna), è non adoperare la lavatrice e la asciugatrice (laddove rimanendo con
gli stracci sporchi si puzza ma non si inquina), ecc….
Ora mi chiedo: Greta e i suoi giovani amici
manifestanti sarebbero capaci di tornare indietro così?
O meglio, senza tornare proprio alla esasperazione
della vita primitiva che ho preso come esempio-limite, Greta e i suoi giovani
amici manifestanti sarebbero capaci di consumare MENO energia invece che
PRETENDERE nuovi sistemi di produzione di energia?
Perché di questo si tratta.
I giovani sanno rinunciare all’ automobile?
All’ aria climatizzata in casa? Alle bibite fresche in frigo? Ai gelati nel
congelatore? Alla discoteca piena di luci impossibili? Al computer acceso tutto
il giorno? Al telefonino che dietro di sé comporta una rete di antenne e
ripetitori a non finire?
DIGRESSIONE: Tra casa mia e il mio ufficio
(2 Km circa che copro ogni giorno in bici, o a piedi se piove forte) c’è una
antenna per le telecomunicazioni. Alla sua base ci sono dei cassoni pieni di
estrattori d’ aria per il raffreddamento dei circuiti: è impressionante
passarci vicino…sembra una centrale termica che va 24 ore su 24. E’ demenziale: è una parte dell’
energia termica che immettiamo nell’ ambiente solo per parlarci e mandarci foto
tra noi.
FINE DELLA DIGRESSIONE
Insomma i giovani sanno rinunciare a questa
ultra-disponibilità di energia che noi abbiamo voluto in questi anni?
Quindi mi viene spontaneo chiederti, cara
Greta: sai rinunciare a tante delle comodità di vita che hai?
Se mi dici sì (e non da sola ma insieme a
qualche milionata di tuoi coetanei) hai tutto il diritto e/o dovere di
indignarti, ma se mi dici no devi vergognarti anche tu insieme a noi.
A tal proposito mi viene in mente uno dei
tanti, recenti e tragici casi di spreco energetico.
Alla fine dello scorso mese di settembre,
più o meno durante le manifestazioni giovanili di cui sopra, si è verificato il
naufragio su una diga frangiflutti del porto di Venezia di un motoscafo
offshore che stava tentando di stabilire un record da Montecarlo a Venezia.
Queste mie righe non hanno l’ intenzione di
emettere giudizi, cosa dalla quale mi sono astenuto anche nel maggio 2017 in
occasione del naufragio di una unità a vela davanti al porto di Rimini;
vorrebbero solo porre in evidenza di come sia sempre la condotta della
navigazione a provocare disgrazie (anche nel caso eventuale di avaria di una
qualche parte della barca).
La condotta della navigazione infatti
dovrebbe sempre prevedere come comportarsi in caso di avaria o, a maggior
ragione, in caso di atterraggio: quale scelte fare, quali ordini dare…insomma
come cercare di cavarsela.
Dal punto di vista strettamente energetico è anche
opportuno porre in evidenza come non valga poi tanto la pena di spendere un sacco
di soldi sulle piste degli autodromi o sul mare per applicare, magari vent’
anni dopo, quelle tecnologie sulla produzione delle auto o dei motoscafi di
serie.
Tutto ciò naturalmente vale a meno che
deliberatamente non ci si voglia ammazzare, che è quello che mi viene in mente pensando
all’ incidente del settembre 2019 a Venezia.
Ho cercato di immaginare infatti quell’
arrivo, a qualche miglio dall’ entrata del porto di Lido di Venezia, di notte e
provenendo da SE ad una velocità di 70 Kn, cioè di circa 35 m/s.
35 m/s significa percorrere 350 m in 10 s,
700 m in 20 s!
Trattandosi di un tentativo di record la
velocità è un fattore essenziale, ma è perlomeno curioso che lo sia ancora dopo
che si è tagliato il traguardo, oppure che il traguardo sia posto davanti (o sopra, non lo so) ad una
barriera di scogli!
Ed è anche curioso un altro fatto: sempre
cercando di immedesimarmi nella dinamica dell’ incidente, la carta nautica (che
dovrei aver imparato a memoria prima della partenza dato che ho intenzione di
atterrare a Venezia) e lo schermo del GPS (considerato che su uno scafo
offshore di 20 m da record ce n’è almeno uno) fanno vedere che esattamente
davanti alle due dighe che delimitano l’ ingresso al porto di Lido (largo circa
1 Km) ce n’è un’ altra messa di traverso…E’ frutto dei progettisti del Mose per
frenare il moto ondoso in conseguenza delle burrasche di scirocco.
Significa che è più che mai essenziale che,
arrivando di notte come previsto, io capisca quali siano i fanali rosso e verde
entro i quali devo infilare la prua della barca.
Devo insomma aver ben chiara quale strada
voglio percorrere e, se c’è una diga che me la sbarra, decidere prima se
passarle a sinistra o a dritta.
Una qualsiasi carta nautica evidenzia il
fatto che la posizione e il colore dei fanali sulle estremità delle dighe è
tale per cui se si rispetta di avere il rosso a sinistra e il verde a dritta è
impossibile schiantarsi sulla diga messa di traverso; a meno che non ci si
voglia suicidare o a meno che il navigatore (se tra i membri dell’ equipaggio
ce ne fosse uno designato a tale incarico) sia americano, per il quale i colori per l’ atterraggio risultano
invertiti…In questo caso i fanali alle estremità della diga inviterebbero
proprio a sbatterle contro.
Insomma, ribaltando la situazione
oltre-oceano, è come se un danaroso appassionato di motonautica americano
imbarcasse sul suo motoscafo da record come navigatore un Chioggiotto per
atterrare di notte a Port Lewes nel Delaware, o a Provincetown nel
Massachusetts (dateci una occhiata su Google Maps)…Il navigatore Chioggiotto si
troverebbe a dover entrare, per atterrare, avendo il rosso a dritta e il verde
a sinistra.
Tra quindici minuti sarà buio... dove sarà l'entrata?
Infine c’è un terzo aspetto che forse è il
più importante di tutti: se il mare è calmo e navigo in mare aperto posso
scatenare tutta la velocità che voglio, ma se sto per entrare a Venezia (a
qualsiasi ora del giorno e della notte) devo anche tener conto che il traffico
esiste è che sempre importante.
Lungo un qualsiasi canale di accesso alla laguna di
Venezia (Porto di Lido, Porto di Malamocco, Porto di Chioggia) e a qualsiasi
ora, in particolare di notte, c’è sempre qualche barchino di pescatori che
staziona lungo il canale, per non parlare del traffico di navi/traghetti a Lido
e navi mercantili a Malamocco.
Entrare a 70 Kn a Venezia è come atterrare
con un BOEING737 sull’ autostrada tra Pero e Cormano invece che farlo sulla pista di
Linate…. a qualsiasi ora è possibile incontrare una moto, un’auto, un camion
(che naturalmente non hanno il tempo di schivare l’ aereo se non li eviti tu).
Francamente io avverto sempre un momento di
smarrimento quando me ne sto andando a spasso in mare con la mia barca a vela
di giorno e vedo due baffi bianchi e una prua che mi puntano…Mi chiedo sempre:
“ma quello mi ha visto o è sottocoperta a farsi un caffè?”
Con la mia ridicola velocità di qualche
nodo non posso far nulla contro uno scafo che naviga a 30 o 40 Kn, a meno che
non accosti lui.
Figuriamoci se, di notte, un motoscafo mi
puntasse a 70 Kn (e magari io me ne stessi su un barchino a luci spente a
pescare seppie)!
Comunque dispiace sempre quando una vita si
interrompe, indipendentemente se quella persona stava lavorando, soffrendo o
“divertendosi” consumando una grande quantità di energia.
Dispiace sempre, sia che quella persona
fosse ricca o povera, giovane o vecchia, onesta o malvagia.
A noi non è dato conoscere l’ intimità
delle persone, pertanto non è corretto emettere giudizi.
Dispiace ancor di più sapere che migliaia
di persone sul Mediterraneo hanno perso la vita (e continueranno a perderla)
non sani e con lo stomaco pieno, ma pieni di ferite, di sofferenze morali e di
fame.
Credo che tutto quello che sta accadendo
sia la conseguenza di un fatto gravissimo, che va ben oltre l’ aumento dei
temperatura del pianeta: e cioè che le PERSONE sane e con lo stomaco pieno non
hanno piu’ ciò che invece hanno le PERSONE che soffrono con le ferite e la fame.
Vale a dire che noi non abbiamo più la FEDE
nell’ onestà, la SPERANZA in un futuro di pace e la CARITA’ verso chi sta
peggio.
Ahi ahi ahi, infatti questo
grande Papa, che insiste a ricordarcelo quasi tutti i giorni, è proprio malvisto
dalla popolazione più ricca del nostro bel pianeta.
Che venga anche lui crocefisso?