ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI  
     DICEMBRE 2008  

Spero sempre di incontrarli.
Non ci penso mai durante la vita di tutti i giorni ma quando salgo a bordo, immancabilmente, il desiderio di vederli mi accompagna.
Dicono che “porti bene incontrarli”, ma ciò non mi interessa.
Non è certo alla superstizione che mi sento di affidare la buona riuscita di un viaggio per mare; oggi non c’ è più molto spazio per simili cose: il vorticoso e quotidiano intercalare delle tabelle di marcia, degli strumenti scientifici, delle previsioni, delle scadenze, della razionalità, dei soldi, provocano in noi 
aridità di amore e di rispetto verso gli altri, tuttavia un po' di fatalismo aiuta ad accettare tutti quegli eventi che sembrano sfuggire alle regole predeterminate, quei fatti che vengono detti imprevedibili e che comunque capitano.
Ma la superstizione no, non mi interessa.
Spero di incontrarli semplicemente perché sono belli, sento che mi fanno bene, mi aiutano ad amare ancor più la vita, mi emozionano, mi fanno sentire parte di un universo ricco di creature magnifiche, mi fanno dimenticare tutto ciò che di sbagliato l’ uomo ha creato e ogni giorno si ostina a demolire e ricostruire.

I delfini amano le barche a vela che sono silenziose e non disturbano il loro chiacchierare sottomarino.
Con la deriva e il timone le barche creano lo stesso sciabordio delle pinne dei delfini e sono all’ unisono con il mondo vivente del mare.
La prua che batte sull’ onda non interferisce mai con il dialogo appassionato di una coppia di delfini innamorati; lo sciacquio della scia sotto la poppa non disturba mai il melanconico lamento di un vecchio delfino ammalato; lo sbattere di un fiocco in virata non spaventa mai il tenero fraseggiare di un piccolo delfino con la madre.

Sono tanti i rumori del mare.
A noi è concesso di sentirli solo sopra la sua superficie eppure, anche se pochi rispetto a tutti quelli che potremmo udire sott’ acqua, essi sono in grado di farci sognare.
Non occorre avere una barca grande e nuova, non occorre avere un equipaggio svelto e capace, non occorre spendere un sacco di soldi.

Sali su una barca a vela, meglio se piccola, e fallo possibilmente da solo o tuttalpiù con una persona che sappia insieme a te dare importanza al valore del silenzio: le parole spesso diventano una barriera oltre la quale molte emozioni si perdono e non sono più avvertibili.
Quando ti sarai allontanato dalla riva porta la barca di bolina e comincia a chiudere gli occhi.

Inizialmente non sarà facile condurre la barca con gli occhi chiusi, dovrai riaprirli quasi subito per tenere la giusta rotta; ma vedrai che insistendo con pazienza gli intervalli in cui non vedrai l' azzurro mondo che ti circonda si dilateranno sempre più.
Quando riuscirai a tenere in rotta la barca con le palpebre abbassate sarai vicino ad una grande gioia.
La prima cosa che ti sorprenderà sarà la percezione distinta dell’ aria sulla pelle del viso.
E' una sensazione profonda che con gli occhi aperti non avvertivi così forte e precisa.
L’ aria giocherà con i tuoi capelli, con le rotondità delle tue guance e con le curve delle tue orecchie, entro cui si infilerà per farti sentire da dove proviene.
Il vento ti prenderà per mano giocando sulla pelle e ti farà da guida senza bisogno di quell' orientamento che gli occhi non ti forniscono più.
Forse ti tornerà per un attimo in mente il ricordo della voce di tuo padre, quella volta che ti ha guidato al buio verso il suo abbraccio.
Sentirai l’ aria entrare con più forza nelle narici, come se volesse diventare parte di te e dovrai respirare più adagio per assaporarla tutta.
Il tuo respiro diverrà più lento e profondo e sentirai il profumo del vento.
Dicono che i vecchi marinai al buio percepivano la presenza degli iceberg annusando l' aria: io ci credo, perché avrebbe dovuto essere impossibile?
Lo sguardo limita sempre le altre nostre sensibilità.
Al timone della tua barchetta non sei più tu che respiri per vivere, è il vento che respira e vuole entrare in te per farti vivere: finalmente ti sta ricordando che come uomo non sei padrone della natura, ma che anche tu ne fai parte, e null' altro sei che una creatura in mezzo a tante altre creature.
Il respiro del vento ti farà sentire sempre più leggero, così leggero che ti parrà di non toccare più la barca: sarà come se tutto il tuo corpo cercasse di protendersi in alto per penetrare meglio in quell’ aria che ti dona insieme il movimento e la vita.
L’ aria si farà sentire in tutta la sua dolcezza e la sua forza, e tu poco a poco riuscirai a seguirla in tutte le sue più piccole variazioni, la cercherai con quel tatto che ritenevi confinato solo sulle punte delle tue dita, e che invece scopri essere presente su tutta la pelle del corpo.
Allora comincerai a percepire i rumori.
Tanti, diversi.
Ogni onda ne produce uno nuovo.
Onde che rompono, picchiano, accarezzano, languiscono, fluttuano, mormorano…
Le onde sono come i pensieri: non si sa da dove vengano eppure riempiono di emozioni; ti possono colpire e gettare a terra e possono arrivare a farti odiare il mondo, ma ti possono cullare ed intenerire come un fanciullo che si perde nell’ abbraccio materno.
Insieme alla voce delle onde avvertirai le voci di tutte le parti della tua barca che cominceranno a parlarti molto nitidamente.
La barca ti dirà un sacco di cose attraverso il tendersi e rilassarsi continuo delle sartie e delle scotte obbedienti alle variazioni del vento, attraverso il deformarsi alternato del mascone sotto il premere dell' onda, attraverso il lieve soffriggere delle bolle della scia.

In pochi attimi acquisterai la sensibilità della mamma che dorme accanto al suo piccolo: come un diverso  respiro del suo bimbo la fa svegliare, così avvertirai tutti i respiri della tua barca.
Tutto sembrerà un meraviglioso accordo musicale in cui riuscirai a distinguere ogni sibilo, ogni scricchiolio, ogni fruscìo;  tutto ti parrà armonico, come se la natura fosse diventata un esperto musicista e avesse scritto per te una splendida sinfonia.
Ecco che allora sentirai la forza del mare sulla tua mano, quella stessa mano che la presunzione ti fa credere sia in grado di governare la barca.
Attraverso quella barra del timone che ti permette di fondere i tuoi movimenti con quelli dell’ acqua, 
sarà in realtà il mare che condurrà la tua mano, e ti suggerirà un attimo prima come dovrai comportarti al passaggio dell’ onda seguente.
Non è vero che si può  “guidare” una barca a vela.
Se volessimo portare un barca a vela sempre dove vogliamo noi,  essa prima o dopo si ribellerebbe.
Essa sa che i suoi movimenti devono risultare da un tacito e costante accordo stipulato tra la volontà del timoniere e quella del mare.
Istante dopo istante, onda dopo onda deve giungere al timone un comando che è il risultato di un compromesso.
Non è possibile condurre la barca senza lasciare spazio alla volontà del mare, non si può far ruotare il timone dove e come si vuole; il risultato non può essere che uno schiaffo all’ armonia delle cose,  non può dar luogo che ad una frenata, non può portare che ad uno stallo.    
Soltanto allora, quando con gli occhi chiusi avrai sentito tutte queste cose e il tuo cuore sarà riuscito a sgombrare la tua mente dalla polvere quotidiana della vita, potrai riaprire gli occhi.
Ma non ti serviranno più.
Non riuscirai più a vedere con nitidezza l’ azzurro che ti circonda, né il candore delle vele, non distinguerai più i lineamenti di chi è insieme a te, né gli spruzzi dei salti dei delfini, perché un velo di lacrime si sarà posto tra il tuo sguardo ed il mondo.
Quelle lacrime saranno il risultato di una gioia così grande da non poter stare confinata dentro di te; saranno la silenziosa manifestazione di quella profonda gratitudine verso il mondo che tutte le altre creature vorresti sentissero insieme a te.
Vorrei che tutti per mezzo di una vela potessero vivere anche una volta soltanto queste emozioni.  
                  
          BUON NATALE a tutti voi, di cuore                     
   e un aiuto vada sempre a coloro che hanno meno di noi. 
 
Ringrazio Luciano Michielin che in Bretagna ha scattato la seconda foto di questa pagina
e vi aspetto tutti per il 2009 con un paio di articoli che ci tireranno su di morale.
AUGURI !


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