CASI PARTICOLARI :
DALL' UMIDITA' ALLA... SANTITA'
BUON NATALE, o infaticabili lettori di queste paginette !
Come state ?
Ogni
dicembre - e ormai sono parecchi anni - in occasione di questa
magnifica festa scrivo invitando al volersi bene; e altro non si
può fare data la tenerezza che il Natale ispira.
Quest' anno ho pensato di intrattenervi mescolando qualcosa di utile ad
un po' di umorismo, ricordandovi comunque che non esiste al mondo
religione che incoraggi a fare guerra e ad assassinare; queste
decisioni sono sempre motivate da tornaconti personali basati sull'
acquisizione di potere e di risorse economiche, mai dalle religioni !
Quindi giustificare ogni atto di guerra con il proprio credo è
una bestemmia verso il proprio Dio, qualsiasi forma e nome esso
abbia.
Così come invitarci a votare per contenere le spese eliminando
un ente inutile (ma guardandosi bene dall' eliminare il senato che
senza dubbio è molto utile a pagare un bel po' di stipendi e
superpensioni), mi pare proprio una gran presa in giro di noi
tutti.
Detto questo, ogni
tanto qualcuno di voi mi scrive e la questione che pone è di
interesse più generale che personale; così trovo nauticamente utile raccontare
qui quel che capita nel mondo col mio solito modo di fare, che vorrebbe essere un
po’ serio, ma non troppo.
E’
il caso del dottor Franceschini, la cui barca è affetta da osmosi e di cui
pubblico la seguente lettera.
Buongiorno Ing. Scarpa,
forse si ricorda di me, aveva periziato una decina di anni fa un JNP 999 a
Chioggia che avevo acquistato con un amico.
Ora quella società è sciolta da qualche anno, per incompatibilità di vedute,
come spesso accade; ho venduto il mio 50% approfittando di una congiuntura
astrale credo irripetibile, e ho comprato un altro JNP da solo, 6 anni fa.
Non la tedio con tutta la storia, ora la barca è in secco da novembre,
sabbiata per una recidiva di osmosi (trattamento fatto 2 anni fa, evidentemente
male), è anche stata in capannone fino ad aprile con un deumidificatore sotto una
gonna di plastica. Speravo di poter procedere al nuovo trattamento (in
garanzia) a fine mese ma la misurazione dell'umidità, fatta con due strumenti
diversi (uno Skinder Cecchi ed uno Skipper Tramex ) mi dà risultati
contrastanti, non buoni il primo, buoni il secondo.
Non so sinceramente che fare, non vorrei ritrovarmi fra altri 2 anni a dover
rifare tutto, la mia salute mentale potrebbe fortemente risentirne...
Lei sarebbe disponibile ad una misurazione del grado di umidità con altri
strumenti, magari più affidabili o devo rassegnarmi ad un atto di fede?
La barca è al Nausika a S. Giorgio di Nogaro.
Grazie mille,
Dr M. Franceschini
Naturalmente
ho risposto al dott. Franceschini e l’ ho fatto in questi termini:
Buongiorno a lei dott. Franceschini.
Non ho mai creduto alle misurazioni eseguite con gli
strumenti sulla vetroresina (veda anche ciò che ho scritto nel mio sito nel
novembre 2015).
Ciò che a mio avviso può fare è:
- non eseguire le misure con 2 strumenti diversi ma solo con uno;
- segnare i punti dove ha effettuato la misura;
- eseguire una ulteriore misura con lo stesso strumento negli
stessi punti a distanza di tempo;
- trarne le conclusioni sulla base del confronto tra le misure.
In altre parole non si fidi dei valori assoluti di umidità relativa,
ma di quelli relativi tra due misurazioni effettuate sullo stesso punto.
Se a distanza di tempo (diciamo almeno 1 o 2 mesi
con deumidificatore o ventilazione e tempo bello) non registra più
diversità di valori significa che lo scafo non può asciugarsi di più e si può
intervenire, indipendentemente dal valore assoluto della misura (che senz'
altro sarà comunque affetta da errore).
Pertanto credo di non poterle essere di alcun ulteriore aiuto,
anche venendo a San Giorgio di Nogaro.
Le misure può farle benissimo da solo traendone le conclusioni.
Piuttosto è da valutare quanti mm siano stati asportati con la
sabbiatura relativamente allo spessore del guscio.
Se il danno non è grave (diciamo 15 o 20 % dello spessore) credo
lei possa far eseguire il nuovo trattamento con tranquillità.
Se la parte asportata è superiore e sono stati intaccati anche i
tessuti di mat (la stuoia di vetro), allora la cosa diventa seria perché incide
anche strutturalmente sullo scafo.
Credo comunque lei si trovi nel primo caso.
Le invio un cordiale saluto.
A questo punto c’è stata una ulteriore replica (ed è qui il bello della storia) in termini che proprio non mi aspettavo….
Buonasera,
Anch'io ho i suoi stessi dubbi sull'affidabilità di questi strumenti, non
essendo possibile tararli sulla vetroresina di ogni barca.
Quello che mi suggerisce di fare in effetti l'avrei già fatto nei mesi scorsi,
con un igrometro da cemento della Mapei preso a prestito. All'inizio mi andava
a fondo scala, ora segna zero o quasi su praticamente tutta la carena. Ho
voluto fare la controprova con strumenti "nautici", pensando di
trovare valori congruenti, cosa che, purtroppo, non è stata. Non mi aspettavo
però discrepanze così ampie fra due strumenti tutto sommato simili, almeno
all'apparenza.
Non le nascondo che, su insistenza del mio velaio, avevo chiesto un parere
anche ad un noto personaggio autore di un libro sulla manutenzione delle barche
la cui risposta è stata più o meno "lo Skinder è inaffidabile, solo i miei
strumenti dicono la verità, te li posso noleggiare a 200 euro per il fine
settimana ma devi venire a prenderteli il venerdì sera e riportarmeli la
domenica".
Non che mi sia piaciuta molto, non
credo che un igrometro sia questo miracolo di ingegneria elettronica appannaggio
di pochi eletti.
Già diffido dei colleghi medici che hanno troppe certezze e
pochi dubbi, avrei decisamente preferito pagare lei per una perizia ma apprezzo
l'onestà della sua risposta che mi conferma l'idea che mi ero fatto di lei
conoscendola e seguendola sul suo sito.
Riguardo alla percentuale di materiale sabbiato, in effetti è minima, l'osmosi
era di tipo superficiale, anche se diffusa, non ci sono buchi o crateri e la
vetroresina è integra.
La saluto e la ringrazio per la cortesia.
E allora, caro dottor Franceschini,
vada tranquillo !
Io non saprei cos' altro suggerirle e
la ringrazio per la comprensione.
Le strumentazioni non sono
cattive, fanno del loro meglio, ma funzionano bene tanto più il materiale
è isotropo e omogeneo; ciò vale per l' acciaio, meno per calcestruzzo, assai
poco per la vetroresina e i compositi in genere.
Piuttosto non è proprio lusinghiero il
fatto che ci sia un collega che affermi che i solo i suoi strumenti
dicono la verità...
La verità sarà sempre ignota a
noi comuni mortali, sia che siamo medici, ingegneri, operai o preti...
In effetti ci aveva provato un tale
circa 2000 mila anni fa ma, poiché diceva il vero e predicava che si dicesse veramente il vero (che noi umani non
riusciamo a sopportare), all’ epoca i nostri antenati di quella tumultuosa terra attorno a Gerusalemme preferirono
crucifiggerlo.
Comunque, visto che proprio la verità le
è stata proposta a 200 euro per un fine settimana, direi che tutto sommato è
anche a buon mercato !
Pensi, ci sono delle persone che me ne
danno di più per fare una perizia pur sapendo che come “uomo esperto” mi
potrò avvicinare molto alla verità, ma non sarò mai capace di stabilirla con
piena certezza al 100% !
Ah, quanti giudici dei tribunali pagherebbero volentieri 200 euro per
venire a sapere veramente la verità sugli accidenti che
combiniamo tra uomini e sui quali sono tenuti ad esprimere il loro giudizio !
A tal proposito mi viene in mente una storiella
assai istruttiva che girava per le aule universitarie di Idraulica a Padova nei
lontani anni ’70; la raccontava Claudio Datei, esimio professore di Costruzioni
Idrauliche in quel glorioso ateneo che mi auguro glorioso sia ancora (chissà):
“Un giorno
si trovano un fisico e un ingegnere davanti a una bella ragazza.
“Dài -
dice il fisico - facciamo una gara: vediamo chi riesce a raggiungerla per primo…però
si parte e a metà strada ci si ferma, poi si riparte e alla metà della metà
strada ci si ferma, poi si riparte e così via…Ci stai?”
“Ok”
risponde l’ ingegnere, e parte di corsa mentre il fisico resta fermo e si
accende una sigaretta.
Arrivato a
metà, l’ ingegnere si ferma e, non vedendo il fisico, si volta e gli dice:
“Ma che
fai? Non parti?”
“Bravo
pirla – gli risponde il fisico – non vedi che è inutile perché non arriverai
mai a raggiungerla?”
“Ah… beh,
sì, in effetti....ma a me basta arrivarle a tanto così !”
Uno è quello matematico di punto di
accumulazione, ma è roba per analisti teorici (analisi
matematica, funzioni continue o meno,cuspidi, derivabili,
integrabili...mah!) e in questo sito proprio non ce ne frega
niente.
L’ altro invece è quello della ricerca della verità che invece ci interessa
moltissimo.
La bella ragazza rappresenta infatti
la verità e, mentre il fisico è consapevole che non
riuscirà mai a conquistarla pienamente, l’ ingegnere
è convinto che, pur non arrivando mai a poterla possedere,
per farci l’amore sia sufficiente arrivarle a pochi centimetri di
distanza.
La distanza ovviamente dipende dai limiti di approssimazione che ci si pone, cioè dalla lunghezza delle
dotazioni di bordo che…
Beh, insomma…dottor Franceschini ha
capito no?....
Non mi metta in ulteriore difficoltà.…
Ma guarda in che pasticcio mi sono
cacciato !
E’ una storiella universitaria dopo
tutto…
Insomma, come quando si va dal barbiere….che è quella persona che parla
e parla e parla continuamente di politica e di calcio mentre noi invece vorremmo perderci
nell’ assopirci delle carezze del pettine sulla testa.
…E per favore che nessuno la prenda
come una sfida tra le dimensioni delle dotazioni di ingegneri e fisici !
Non è questo l' intendimento dell' articolo (perdipiù natalizio) di questo mese.
Il professor Datei era un fior di
docente, molto serio e per bene; era un personaggio di valore che aveva
grande passione per il suo lavoro; ho un bellissimo ricordo di lui: ho
ancora la
fotocopia del libretto universitario dove c’è un bel 30/30
datato 10.05.1979. ...
Bei tempi, in cui il cervello mi funzionava ancora bene !
Oggi invece - guardate qui - disserto più o meno su bestemmianti
guerre religiose e su bicameralismi inutili (ma necessari, forse,
per riassumere gli esodati dall' ente dichiarato inutile) senza sapere
nemmeno quel che dico... Ah, povera vecchiaia così meschina !
Le auguro una buona stagione, dottor Franceschini, a lei e a tutti quelli che sulle loro barche hanno problemi simili ai suoi; auguro inoltre a tutti di poter arrivare a fondo, se non nella conoscenza della verità, almeno in quella della propria moglie che con i tempi che corrono è già un ottimo risultato.
C’è una cosa poi al riguardo che mi piacerebbe molto sapere, pur nella consapevolezza che non riuscirò mai a conoscere né con l’ aiuto del professor Datei né con quello dello strumento di quel mio collega (che riporto per scherzo nella foto qui sotto): tra mogli e mariti che continuano a stare insieme, in percentuale, chi più si avvicina alla santità ?...Le mogli nel sopportare i mariti, o i mariti nel sopportare le mogli ?