ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
DICEMBRE 2017

L' articolo di questo mese "GLI VENISSE UN COLPO!" non ha un titolo molto adatto al Natale...
L' esclamazione del titolo è rivolta al motore della mia barca ma anche a due persone responsabili di quanto gli è successo.

Certo è che considerando le notizie drammatiche con le quali veniamo bombardati ogni giorno dell' anno
verrebbe proprio voglia di inveire sempre in questo modo contro qualcuno, ma sprecheremmo il nostro tempo.
Piuttosto è molto più incoraggiante considerare quante belle cose vengono fatte da tante belle persone in ogni momento
e guardare così con un giornaliero ottimismo al Natale e all' anno prossimo, che sarà il 12esimo per questo mio sito....
So che è diffcile essere ottimisti, ma è possibile: siccome ogni anno diventiamo più vecchi è proprio da scemi farlo da arrabbiati !

GLI VENISSE UN COLPO !

L’ articolo di questo mese probabilmente interesserà a pochi, ma ciò è un male.
Se è vero che di motori diesel vecchi ormai nelle barche ce n’è sempre meno e che quelli di oggi hanno l’ iniezione diretta, un po’ di elettronica e un sacco di spie che a volte creano solo confusione, è pur vero che conoscere e capire praticamente come essi funzionano è cosa molto buona e giusta (ricordando che in mare officine a portata di mano non ce ne sono).
Quindi credo faccia bene leggere la seguente mia disavventura, per la quale mi considero del tutto innocente.
Il fatto è capitato la scorsa estate ed è cominciato con un gocciolìo di gasolio da sotto la pompa di iniezione, mentre tornavo dalla crociera con mia moglie.
Il motore, un Nanni Mercedes (OM636) vecchio di trent’ anni e revisionato completamente da tre anni, non ha mai perso un colpo, non fuma, consuma poco, ma improvvisamente ha pensato bene di manifestare questo inconveniente che mi ha obbligato a fare le ultime 100 M da Lussino a casa raccogliendo con una mezza bottiglia le gocce da sotto la pompa di iniezione e svuotandole ogni mezz’ ora nel serbatoio.
Nessun inconveniente al funzionamento del motore, se non il fatto che il tutto è successo a fine luglio, e cioè poco prima delle ferie di agosto.
Tornato alla base e non sapendo da che parte prendere per smontare la pompa (cioè sottostimando maldestramente le mie doti di meccanico), mi rivolgo al mio meccanico di fiducia (che a suo tempo operò la revisione del motore), ma costui riferisce che è troppo impegnato.
Così un mio amico mi consiglia un meccanico di sua conoscenza in pensione, disposto ad aiutarmi….
Costui si presenta come un grande esperto…ha lavorato per la società Adriatica andando in giro per il mondo ad aggiustar motori di navi, conosce la Grandi Motori di Trieste come le sue tasche…insomma sembra proprio un genio sprecato per il mio piccolo Mercedes da 1700 cc e 40 CV.
Andiamo insieme in darsena e insieme smontiamo la pompa così (lui dice) osservando imparo anche io; coscienziosamente egli prende il riferimento della posizione sulla ghiera che unisce l’ alberino della pompa a quello del motore (e quindi fissa la fase).

DIGRESSIONE QUANTO MAI OPPORTUNA
Mi rendo conto che ciò può essere complicato da capire, tuttavia la cosa è molto semplice (a parole): la pompa di iniezione comprime il gasolio alternativamente nei cilindri ma deve farlo in fase con il ciclo dei pistoni, vale a dire che la “spruzzata” deve essere iniettata nella camera di scoppio in un determinato momento e vale a dire alla fine della fase di compressione, cioè quando il pistone si trova al punto morto superiore, l’ aria è al massimo della compressione e le valvole sono chiuse. Solo così avviene lo scoppio della miscela aria-gasolio e il motore può scaricare la sua potenza.
Poiché inoltre è necessario che trascorra un certo tempo perché il gasolio dai pistoncini della pompa giunga alla camera di scoppio, ecco che la “messa in fase” abbisogna di un certo anticipo, cioè la compressione nella pompa di iniezione deve avvenire un po’ prima che il pistone raggiunga il punto morto superiore….questo ovviamente per ogni cilindro distintamente.
Questo “anticipo” varia da motore e motore, collocandosi ad un angolo di rotazione di circa 20-25 ° dell’ albero motore.
FINE DELLA DIGRESSIONE OPPORTUNA

Smontata la pompa, la porto nella mia città dal “pompista”, il quale sentenzia che essa è a posto e che la perdita probabilmente riguarda la pompa di alimentazione e non quella di iniezione…
“No” – affermo-  “è quella di iniezione che gocciola”.
“Sì ma sono collegate insieme ed esiste uno spurgo proprio sotto quella di inienzione” - conclude il pompista.
Così non mi resta che tornare in barca, smontare la pompa di alimentazione e portargliela.…

ALTRA DIGRESSIONE 
La pompa di alimentazione spinge il gasolio dai serbatoi alla pompa di iniezione; essa lavora a pressioni molto più basse e serve anche per spurgare i condotti una volta eseguito degli interventi al circuito del gasolio, per esempio anche solo per aver cambiato la cartuccia del filtro.
FINE DELLA DIGRESSIONE PER QUELLI CHE SANNO MENO DI ME

In effetti il pompista trova la causa della perdita in una guarnizione della pompa di alimentazione, ma (sconsiderato) non mi dice di aver ruotato l’ alberino della pompa di iniezione…Mi dice solo: “Ora deve rimontarla in fase col motore”.
“Ah” - faccio io in buona fede - “non c’è problema, abbiamo preso il riferimento prima di smontarla”.
Così torniamo in barca col “genio dei grandi motori” e rimontiamo il tutto, il che significa introdurre la pompa di iniezione con l’ ingranaggio al suo posto, rimontare la pompa di alimentazione, raccordare i tubi rigidi di tutti gli iniettori, raccordare le mandate e i ritorni tra le pompe e i serbatoi, spurgare il circuito, e finalmente mettere in moto (quasi mezza giornata).
Caso vuole che proprio nel momento in cui il genio svolge l’ operazione più delicata (rimontare la pompa di iniezione) mi arriva una telefonata e lo lascio solo.
Rientrato chiedo: “Sei riuscito a rimontarla! Bravo, e la fase?” “Ah, tutto a posto” – risponde – “L’ ingranaggio ha una sola possibilità, non si può sbagliare”.
Mettiamo in moto.
Cosa succede cosa non succede, il vecchio diesel parte con mille difficoltà, sputando fumo, incazzandosi con noi, ma parte…
“Bene” – dico – “usciamo in mare pe provare sotto sforzo!”
“Oh no” – fa lui – “devo essere a casa per pranzo.”
Così a malincuore lo accompagno in città, facendo una pausa per strada per una pastasciutta che (nonostante la fretta appena denunciata) accetta; pago le 50 euro in nero per il disturbo e ci lasciamo col suo invito: “Se hai bisogno ancora di me sono qui…”
Passa una settimana e arriviamo vicini a ferragosto (non sempre è possibile trovare il tempo materiale per fare le prove con le barche, vuoi per gli impegni, vuoi per le distanze da casa, vuoi per il meteo); così finalmente esco con mia moglie per fare la prova che avrei voluto fare subito.
Il Mercedes fuma e non vuol partire…alla fine, insistendo, va.
Usciamo in mare.
Fuma molto più di prima; lo scaldo un po’, poi provo a manetta…
Prende 500 r.p.m. in meno di prima e fa un fumo pazzesco, la temperatura va più su dei soliti 75° e un bel momento sento delle strane esplosioni…scendo in cabina e trovo le candelette di pre-accensione con la ceramica dell’  isolamento fuso e un paio di esse sparate nella cabina di poppa inondata di fumo.
Spengo tutto…
La barca sembra una baleniera di fine ‘800 con la caldaia per il grasso di balena in funzione.
Rientro in darsena a vela (ovviamente operazione non facile), ormeggio e mi abbatto nello sconforto !
Per una sciocchezza di guarnizione alla pompa di alimentazione mi trovo col diesel che non va più !
Insieme a qualche amico provo a capire ciò che è successo.
La fase è troppo anticipata: il gasolio viene spruzzato quando i pistoni non hanno ancora raggiunto il punto morto superiore, quindi la pressione massima dell’ esplosione, non trovando sfogo nella discesa immediata del pistone, sollecita le pareti della camera di scoppio dove il punto più debole è rappresentato dall’ isolamento in ceramica delle candelette.
Già…Diagnosi corretta…Ma adesso, come trovare la fase giusta?
Bisognerebbe posticipare di un po’, ma di quanto?
Ovviamente in ferragosto tutti sono chiusi…anche (e soprattutto) il genio in pensione, cui mi rivolgo telefonicamente ma senza alcun risultato.
Dopo qualche tentativo riesco presso un ricambista d’ auto a trovare le candelette di ricambio (le deve ordinare praticamente da mezza regione, ma arrivano).
Ora, con l’ incoraggiamento del frocierista-fotografo Luciano, tento (anzi tentiamo) di modificare la fasatura della pompa.
E’ un caldo pomeriggio di fine agosto quando, dopo una serie di ragionamenti sul senso di rotazione di albero motore e alberino della pompa, tentiamo lo smontaggio e il rimontaggio della stessa modificando di un dente l’ accoppiamento.
L’ accoppiamento è costituito da una ghiera dentata con 36 posizioni diverse (una ogni 10°)…ricordando che al motore a 4 tempi occorrono due giri dell’ albero per fare le quattro fasi, significa che ho di fronte 36 x 2 = 72 possibilità diverse !!!
Con coraggio proviamo, reinseriamo la pompa, ricolleghiamo i tubi degli iniettori, quelli della mandata e del ritorno del gasolio tra le due pompe, spurghiamo il filtro e tentiamo la messa in moto.
Nulla.
Ritenendo di aver sbagliato il senso di rotazione, rifacciamo tutto togliendo due posizioni invece che aggiungerne una.
Proviamo, reinseriamo la pompa, ricolleghiamo i tubi degli iniettori, quelli della mandata e del ritorno del gasolio tra le due pompe, spurghiamo il filtro e tentiamo la messa in moto.
Nulla.
Ri proviamo nuovamante togliendo un’ altra posizione.
Proviamo, reinseriamo la pompa, ricolleghiamo i tubi degli iniettori, quelli della mandata e del ritorno del gasolio tra le due pompe, spurghiamo il filtro e tentiamo la messa in moto.
Nulla.
Arriva sera, Luciano mi dà ancora coraggio ma decido di smontare ancora la pompa e di portarla a casa. Sono esausto e non so come farò… ho tanta paura che dovrò alare la barca a piazzale, sbarcare il motore e portarlo di nuovo da Rino, il meccanico di fiducia che me lo revisionò così bene tre anni fa.
Sono molto ma molto abbattuto: guarda che roba per una banalissima perdita alla pompa di alimentazione !
E’ il 24 agosto quando riporto la pompa dal “pompista” della mia città, che naturalmente è chiuso per ferie fino al 27.
Ma Rino c’è, il mio bravo e stimato Rino è nella sua officina: è appena tornato dalle ferie.

Vede la pompa, la riconosce, impreca contro quel suo collega autore del guaio che pure non conosce; trova sotto la ghiera il segno che lui incise tra anni prima; mette la pompa in fase con il primo pistone e mi spiega cosa fare: “Devi togliere la candelette, mettere il primo pistone al punto morto superiore, posizionarlo sull’ anticipo segnato sul volano, mettere su la pompa e vedrai che va!” (il tutto ovviamente espresso con un efficacissimo dialetto veneto e frammisto a svariate e piuttosto pesanti osservazioni sulla salute dei santi che vi risparmio!)
“E come faccio a mettere il primo pistone al p.m.s.?”- obietto.
Risposta (in espressione veneta): “Te ga da sentìr a pressiòn che spenze dal buso dea candeètta del primo cilindro…ogni do giri dell’ albero el pistòn spenze co e vàlvoe seràde…dovarìa èssarghe el riferimento sul voeàno”.
(In espressione italiana): “Devi sentire la pressione che spinge dal foro della candeletta del primo cilindro…ogni due giri dell’ albero motore il pistone spinge con le valvole chiuse…dovrebbe esserci il riferimento sul volano”.
Accetto l’ invito, anzi la sfida, e torno al mare con Luciano.
Ho anche comperato dei palloncini da compleanno (di quelli gonfiabili a bocca): ho pensato di collegarlo col foro della candeletta e di girare l’ albero motore fino a quando non vedo il palloncino gonfiarsi: 1700 cc di cilindrata diviso 4 cilindri fa poco meno di mezzo litro di aria a cilindro…il palloncino dovrebbe gonfiarsi bene.
Luciano è entusiasta dell’ avventura meccanica (lo è sempre) e anche io sono eccitato.
Smontiamo le candelette, con tutti i relativi collegamenti elettrici e Luciano si mette con l’ indice inguantato in posizione (al posto cioè di dove avrei voluto infilare il palloncino)…  sembra quasi un paramedico pronto per un esame rettale !
Giro l’ albero motore e il primo pistone spinge.
“Bene, è in compressione!”…Sentenzia Luciano, il palloncino non serve.
Guardo il volano: il riferimento è esattamente dove deve essere al p.m.s., ma c’è un problema: circa 20° più a destra ci sono due tacche vicine, non una: indicano l’ anticipo, ma quale sarà la tacca giusta?
Poiché i due riferimenti sono non più lontani di 5 mm tra loro, decido di fermare l’ albero motore proprio in mezzo (appena appena più anticipato).
Rimontiamo la pompa e questa va dentro come il burro.
Ricolleghiamo i tubi degli iniettori, quelli della mandata e del ritorno del gasolio tra le due pompe, spurghiamo il filtro, rimontiamo le candelette con i relativi collegamenti e tentiamo la messa in moto.
Un po’ di fumo (poco), qualche giro a 2 cilindri, poi subito a 3 e infine il rombo pieno e rotondo del vecchio Mercedes ci fa capire che va , va , va….
Ci abbracciamo e ci facciamo una birretta rossa e molto fresca.
Non c’è più fumo e il Mercedes romba bene, come prima.
Usciamo subito in mare e il vecchio motore va che è una meraviglia !
Prende tutti i giri di prima e non fuma più, nemmeno al massimo...      Và qua che roba!

VA COME VALENTINO

Per me è stato un vero successo!
La morale di questa storia la lascio a voi, affezionati lettori; per quanto mi riguarda ho imparato che non bisogna mai sottostimare le proprie capacità e che anche un ingegnere come me (intriso fin nel midollo di calcoli e di teoria) può diventare un discreto idraulico, falegname, elettricista, resinatore, carrozziere ed anche meccanico.
Insomma gli unici mestieri che in barca non ho ancora imparato sono il pescatore (come San Pietro) e il soldato (come San Paolo).

Così, per restare sul tema del Natale, vi riporto di seguito un breve dialogo tra i due santi:

“Ma lo sai Pietro che quando Lui mi ha ridato la vista ho capito quello che scrisse Giovanni?... I diritti non esistono, esiste un unico dovere: amare gli altri come Lui ci ama.   Non è una cosa scontata perché se lo facciamo tutti, ma proprio tutti, automaticamente ci troviamo pieni di diritti perché significa che anche tutti gli altri ci amano”.
“Ah sì, bello !   Non ci avevo pensato !   Praticamente diventa un solo dovere di fronte a…In quanti sono adesso laggiù ?”
“Sei miliardi di diritti: un dovere contro sei miliardi di diritti…E non ti pare che diventerebbe così una vita facile per ciascuno di loro, impegnandosi in un dovere e ricevendo sei miliardi di diritti ?”
“Ah, questa è bella…”  - si compiace san Pietro - “Proprio… Come una carezza…Se tu accarezzi ottieni sei miliardi di carezze dagli altri…Non avevo fatto questo conto; glielo vai a dire tu laggiù ?”
“Ma io l’ ho già scritto…Più di così !”
“Già… La carità….Glielo hai già scritto…Anche chi non avesse fede può farla, la carità !"
San Paolo scuote la testa, mentre l’ aureola se ne sta miracolosamente ferma, e prosegue:
“Già  Pietro, io l’ho scritto che la vita è fatta di fede, speranza e carità, ma che la più importante di tutte è la carità e sai cosa hanno fatto in Svezia ?”
“No, questa me la sono persa…Che cosa hanno fatto in Svezia?”
“Hanno dato il premio Nobel a un cantautore americano perché ha scritto che la risposta è nel vento !”
“Nel vento?   Che vento?   Quale risposta?   A quale domanda?”
"Mah, è che io sono convinto che la fede può limitarsi al solo mondo della teoria invece la carità deve fare i conti col mondo della pratica.   Tu puoi vivere avendo l’ intenzione di credere, ma non puoi vivere avendo l’ intenzione di donare !    Il dono deve essere operativo non può rimanere solo intenzionale, sennò non è dono.....Insomma Pietro, crediamo pure in qualcosa (anche qualsiasi cosa), ma facciamolo donando qualcosa a qualcuno !"
"Già..." - replica Pietro - "....e tutto diventerà più facile per tutti !"


 ..Buon Natale, naviganti!


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