ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
DICEMBRE 2019

IPOCRISIA D' EUROPA... ovvero Cristiani dove siete?

Questo articolo non è adatto ad un pubblico adulto

 

 

Cari lettori, ho ricevuto una lunga lettera dal signor Roberto Fabbro.

Buongiorno Ingegnere, da molto tempo la leggo sempre con rinnovato piacere, apprezzando la semplicità e l’umorismo sottile con il quale argomenta la difficile vita dei velisti e delle loro consorti ( barche! ).
Questa sera , serata leggera pre-vacanze, ho letto quanto da Lei riportato su alcuni problemi dell’osmosi che spaventa, noi proprietari di barche,  tanto quanto lo spread.
Non ho altrettanto condiviso il suo accenno alla chiesa ed all’accoglienza negata adducendo a motivi di matrice razzista. La funzione non accogli quindi sei razzista sta diventando
un ritornello che quasi quasi sta convincendo anche me di esserlo. ( La scuola politica insegna di ripetere sempre lo stesso slogan fino a quando non è recepito ed inconsciamente condiviso.)
Però poi penso: Vivo in una  regione, il Friuli, che da quando sono nato, nel 55 come vossia, ho sempre visto molti neri ( mi dica lei se neri è razzista come termine perché qualche benpensante mi ha ripreso per questo, termine che non fa altro che contrapporsi ai bianchi, guelfi e ghibellini . Mentre gialli si può dire alla faccia dell’ipocrisia politica! )
Parlo dei molti neri nelle ns basi di Aviano, i più vicini a me, persone , talvolta poco rispettabili dopo consistenti bevute, ma sempre rispettati, anche con simpatia . Ed accolti con piacere , per quell’apporto di ricchezza  che portavan , non solo intesa come moneta ma come comparazione di colture diverse. Orbene ho passato la mia esistenza con queste persone, avevo anche una fidanzata NERA e, tutt’oggi quando incontro per strada queste persone le saluto con un sorriso. Mi piacciono talmente tanto che sono andato a trovarli direttamente in Africa. Ho adottato due bambini negri, ho dato a loro la possibilità di studiare e di avere una possibilità in più nella vita. Ma di questo non me ne faccio un vanto, tutti noi con poco potremo fare altrettanto e di più, ma mi chiedo se per questo io possa essere tacciato di RAZZISMO. Sono anche cattolico di quella chiesa accogliente, del porgi l’altra guancia, in verità mai fatto, e non per questo posso essere tacciato di non essere credente.
Ho una mia convinzione, sicuramente per come la pensa Lei errata, come paese non possiamo accogliere tutti e lasciarli vivere come disperati nelle ns strade. Abbiamo aperta una strada a milioni di clandestini, non IMMIGRATI, che sbarcano senza nome, senza documenti, dopo un viaggio da inferno Dantesco. Incoraggiati da una parte politica che si straccia le vesti quando muoiono in mare, ma non proferiscono parola sulle sofferenze e abusi patiti da questi disgraziati durante il viaggio via terra fino alle coste africane. Allora perché vengono a soffrire da noi dopo aver tanto patito prima?
Siccome non condivido gli slogans mi pongo una domanda: cui prodest? A chi giova? Risalendo questa catena umana ho incontrato tanti a cui prodest ma non ai clandestini. (quelli che scappano dalle guerre sono considerati  rifugiati) Giova ai trafficanti di esseri umani , agli scafisti, alla mafia Nigeriana che così recluta a basso costo manovalanza ed induce alla prostituzione giovani ragazze, alle cooperative che lucrano sulla loro pelle, ai politici che salgono sulle navi con gli immigrati per avere risonanza mediatica, al resto dell’Europa che li rispedisce falsificando i loro documenti (vedi Francia ma loro non sono razzisti!), agli estremisti che trovano un modo sicuro per arrivare in Europa, ecc ecc ,. Troppo lunga la catena dei prodest per pensare che queste anime partono dal loro paese ed inevitabilmente molti non arriveranno mai. Per non essere razzisti incoraggiamoli a partire, a soffrire, a morire ad una vita inetta da noi maledetti razzisti.
Mi spiace per essermi dilungato troppo e aver detto poco di questo enorme problema e mi scuso se ho minimamente intaccato le sue convinzioni.
Le voglio bene e la saluto cordialmente!

Fabbro  Roberto

E’ una lettera scritta da un appassionato di nautica, come me e come voi, ma tratta principalmente di un argomento diverso.
Il responsabile sono io, perché farcisco i miei modesti scritti sempre con messaggi moraleggianti che possono piacere (e molti di voi me ne danno atto) o non piacere (e qualcuno di voi me ne dà atto).
Leggendo la lettera di Roberto ho creduto di non essergli piaciuto e invece alla fine della stessa ho scoperto che non è così.
Il fatto è che il rispetto per gli altri è un patrimonio indelebile che mio padre mi ha lasciato, anche e soprattutto se gli altri non la pensano come me; pertanto se un uomo politico o un pensionato al bar esprimono tutta la loro rabbia verso un gruppo di persone che sono nate da una parte diversa da dove sono nati loro (è una frase contorta per non usare la parola “razza”), io rispetto il loro pensiero.
Quindi ognuno sia libero di essere razzista o meno, di essere bianco o nero, di pensarla in un modo o nell’ altro.
Ma ciò che ho voluto sottolienare nell' articolo dello scorso mese di agosto è che io non riesco a tollerare quando quelle stesse persone dicono (o si vestono) di cristianità operando in modo esattamente contrario a ciò che dicono e professano.
Nella mia vita non avevo finora mai incontrato una camicia nera che cantasse “O bella ciao”, né una rossa che cantasse “Giovinezza”.
Eppure oggi succede anche questo: vedo gente (soprattutto che si mette volutamente in mostra in TV) che bacia il Crocifisso e si mette al collo le Madonne, ma che dichiara e opera così che prima vengano i suoi conterranei e poi il resto del mondo.
Questo non va bene: questo offre a chi ascolta una verità camuffata, sottintendendo che “tutto è lecito, tutto va bene, tutto è lo stesso, tutto si può fare".
Equivale a dire che Cristo ha formulato delle imbecillità e che è stato crocifisso per scherzo e questo è profondamente e moralmente anti educativo.
Che si sia credenti di una qualsiasi religione o che si sia convintamente atei, nel suo testamento di amore e fratellanza Cristo non ha formulato imbecillità.
C’ è una frase tristissima che ho scritto nell’ ultimo libro “Cristiani qualunque” e che purtroppo è attualissima e che va ben oltre i nostri confini d’ Italia:

“La xenofobia non ha limiti, perché parte col costruire barriere a livello continentale e via via regredisce finendo per costruire barriere tra vicini di casa.
Il cristianesimo non ha limiti, perché parte con la fratellanza a livello familiare e via via progredisce finendo con viverla a livello universale”.

E’ impossibile essere tutte e due le cose: significa solo che si è enormemente falsi, o da una parte o dall’ altra.

Spesso avvien ne lo cammin de nostra vita
che taluno incontriam che lo spirto ci trita,
non ci comprend’ egli né si fa comprender
e i penzolanti ovuli a terra ci fa stender.
Acciocché li saggi che governar ci vogliono
con grullissimi vincoli il buon senso colgono,
e lo fan dilaniare senza mai far fracasso
come fiera che avventasi sulla pelle del tasso.


Per questo ritengo che ciò che dobbiamo perseguire e far perseguire ai nostri figli non è la scelta di una ideologia politica (se mai ne esistesse ancora una decifrabile), né il proclamarsi Guelfi o Ghibellini (che è più che lecito), ma è la crescita delle nostre e delle loro coscienze.
“La coscienza è anche un luogo, ma nello stesso tempo è capace di essere senza confini; essa è  costruita sì da noi ma anche e senz’ altro per noi: essa è bella, eterea, grandissima, potentissima, segreta, inviolabile, unica; essa contiene quanto di meglio possiamo esprimere all’ intero universo: la nostra spiritualità cioè la presenza di Dio in noi”.
Questo – lo crediate o no - ha risvolti politici incredibili perché serve per farci vivere il meglio possibile, perché riesce a guidarci nelle scelte della vita, piccole o grandi che siano.
La coscienza è oltre qualsiasi cosa e proprio per questo riesce a guidarci nelle scelte di tutti i giorni: è oltre i soldi, la politica, gli omicidi, le stragi, il lavoro, gli affetti, gli uxoricidi, i maltrattamenti, i tradimenti, è anche oltre le barche…E’ ben sopra le leggi scritte dell’ uomo che, come dirò nell’ articolo del prossimo mese, sono piene di limiti fino a diventare inapplicabili.
Ma la coscienza non è ferma e immutabile: ha bisogno di crescere e maturare ogni giorno e per farlo siamo chiamati a conoscere e discernere.
Più conosciamo, più siamo in condizione di saper discernere il buono dal cattivo e, in definitiva, meglio viviamo noi e meglio facciamo vivere gli altri intorno a noi.
Non è una baggianata!
E' un fatto prodigioso.
Tenere mente e cuore aperti per conoscere per poter discernere, questo è il miglior modo di vivere.
Che è tutto il contrario di tirar su muri.
Leggete ogni tanto, vi prego, le perle che ci ha lasciato san Paolo…eccone una, tratta dalle lettere ai Colossesi:

Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù…rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra….Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria….Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
…Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. …E rendete grazie!

Cupidigia…   cioè rincorrere la ricchezza.
Rinnovo…   cioè progresso.
Grego o Giudeo, schiavo, libero…   cioè bianco, nero, giallo, nord, sud, fortunato, sfortunato, normale o handicappato.
Carità…   cioè la sintesi dello stare bene perché si ama e si è amati!
Ringraziare…    cioè ammettere ogni giorno di godere dell’ immenso dono della vita.
San Paolo è stato un premio Nobel della coscienza.
Ora voi mi direte: “è difficile seguire ‘ste cose!”.
Allora vi rispondo: “perché, vivere è facile?”
No, non è facile vivere, sia per noi qui ma ancor più per un giovane torturato e/o violentato e gettato su un gommone armato solo di speranze …ma perché allora non farlo diventare il più facile possibile?
Qualcuno che continua a non capire nulla dirà: “eh, per avere una vita facile basta accumulare ricchezze e difenderle dagli altri …”
Ma nemmeno per sogno!
Le ricchezze sono proprio l’ origine dei mali del mondo: è nel nome del dio danaro che, idolatrandolo, si commettono le più gravi ingiustizie e i delitti più atroci.
Pensate a quali crimini per l’ umanità e per l’ ambiente commettono ogni giorno le grosse società che perseguono solo il profitto.
Pensate a quali atrocità ed ingiustizie vengono commesse ogni momento nel mondo da giovani delinquenti o da esperti politici a caccia solo di un bottino per se stessi.
Vuoi far sì che la tua vita sia un inferno? Dedicala ad accumulare ricchezze!
Esempi e storie nel corso dei secoli ce ne sono stati e ce ne sono a non finire!
Perseguire invece la maturazione della propria coscienza ci aiuta tutti ad avere il rispetto per tutti: che significa in parole povere non fregare nella qualità del cemento per fare il calcestruzzo del viadotto; non intascare la mazzetta per favorire l’ appalto dell’ acquedotto comunale all’ “amico dell’ amico”; non dare fuoco alla fidanzata se questa ha problemi e non ti bada più; non ricercare nel falso paradiso della droga e dell’ alcool il vero paradiso del miracolo della vita; non proteggere chi delinque e continua a delinquere; non maltrattare gli anziani e i bambini; non considerare le persone come merce per arricchirsi e basta; non scaricare schifezze per terra o nel mare; …e si potrebbe andare avanti all’ infinito.
Maturare la propria coscienza significa anche dare l’ esempio agli altri: se tra mille persone scontente una sorride ed esprime sempre serenità, quelle altre novecentonovantanove si chiederanno una buona volta il perché quella sia così serena!
E magari qualche centinaio comincerà a pensare di averla una coscienza e sentirà finalmente la voglia di capire per crescere.
Capire per crescere e rinnovarsi.
Non stare mai fermi nelle proprie posizioni, dandole per scontate.
E non pensare con la testa di uno che parla alla televisione o sopra un palco, bensì pensare con la propria perchè sennò è come rinunciare alla libertà e diventare schiavi di qualcuno!

Oh mala gente, oh costume immondo!
Tutti siete compagni nel litigar sì tondo.
Avvinti siete dal vostro io pungente
che non favvi apprezzar i bisogni della gente.
Come Ghibellini e Guelfi preconcetti tenete
che da destra o sinistra la realtà elidete.
Ma la realtà gli è una, bella, limpida e scaltra
che s’ appella rispetto, una persona per l’ altra.


Quel grand’ uomo di mio padre, che fu deportato in campo di concentramento a 24 anni e ne tornò molto, ma molto, ma molto dimagrito, mi diceva sempre: “La coerenza è propria degli imbecilli”.
E un qualche imbecille lo si trova sempre sia tra i politici, sia tra i contadini, sia tra gli operai, sia tra gli impiegati, sia tra i laureati, sia tra i dirigenti, sia tra i professori universitari (tanto per dare una parvenza di scala sociale in salita…)
Ora che mi sono imbarcato in questo articolo moraleggiante sulla scia della lettera di Roberto (articolo che avrà un P.S. finale ancor più accusatorio), come posso terminarlo legandolo alla nauticautile?
Con un esempio.

Sono arrivato in barca il venerdì sera e, tra le altre cose, ho attaccato il cavo di alimentazione in banchina per caricare le batterie e poter accendere il frigo.
La sera dopo, sabato, arrivano in darsena altri piccoli armatori come me.
La mattina di domenica ho le batterie quasi a terra.
Un altro armatore il sabato sera ha staccato il mio cavo per attaccare il suo senza preoccuparsi di informarmi della cosa.
Sorridete, è una sciocchezza di fronte ai problemi della vita!
Sono il primo ad ammetterlo; dietro però c’è tanto di quello che abbiamo scritto sopra (Roberto ed io).
E soprattutto tanto di quel che ci ha lasciato San Paolo…
…E cioè che quello che va sempre più di moda è “prima vengo io”, basta ascoltare i messaggi dei “Nuovi Travestiti di Cristo”:
“Pima gli Italiani, gli altri che si fottano!”
“Prima i Veneti, gli altri che si fottano!”
“Prima i Trevigiani, gli altri che si fottano!”
“Prima il Quartiere, gli altri che si fotttano!”
“Prima la Mia Famiglia, gli altri che si fottano!”
“Prima Io, gli altri che si fottano!”
Quanti di noi pensano e agiscono così?
E quanti di noi dicono di non pensare così, ma poi agiscono così?
Buon Natale o
Greci, Giudei, circoncisi, incirconcisi, barbari, Sciti, schiavi, liberi….bianchi, neri, gialli, del nord, del sud, fortunati, sfortunati, normali o handicappati.
Buon Natale o coscienze in cammino!
Anche io vi voglio bene, come me ne vuole Roberto.
Vi voglio bene anche se siete razzisti,… ma allora non professatevi Cristiani, per favore, e avvertitemi se volete staccarmi la corrente in banchina.


P.S. NECESSARIO PER GIUSTIFICARE IL TITOLO DI QUESTO ARTICOLO
So che nell’ appellativo “razzista” non si riconosce nessuno: “Razzista io? Ma scherzi? Io difendo solo gli interessi della mia famiglia”.
Ma vorrei allora che qualcuno mi spiegasse questo fatto del quale siamo responsabili TUTTI e per il quale secondo me TUTTI SIAMO RAZZISTI:
per quale motivo un negretto dell’ interno dell’ Africa, dopo aver visto o aver saputo che qui nella vecchia Europa la pubblicità manda da anni messaggi di “tutto bello e tutto facile” con automobili super performanti, profumi super fragranti, famiglie super felici, cani e gatti trattati principescamente, aitanti modelli dotati di tartaruga che mangiano solo olio sano, splendide modelle dotate di cosce lunghe ornate solo da capelli splendenti, cibi super squisiti, filiere super controllate, vini e gelati a vagonate, ecc. ecc., e dopo tutto questo quella “PERSONA di colore” (alias “negretto”) volesse venire a lavorare in questo Eldorado non può farlo in modo legale?
Perché?
Perché non può prendere un aereo spendendo 400 Euro e arrivare - che ne so - in Danimarca dove magari lavora già suo zio?
Perché invece deve dare 2000 Euro a dei delinquenti che lo ammassano in campi di concentramento, lo torturano e poi lo caricano su un gommone insieme ad un altro centinaio di “PERSONE di colore” rischiando di restarci?
Perché?
Che quel "negretto" sia proprio così scemo da scegliere la strada più difficile e pericolosa, quando invece potrebbe farlo comodamente seduto sul sedile di un arero?
Oppure che sia colpa della politica, cioè di tutti noi?
Perché, per eliminare il traffico illecito, invece di prendersela con le PERSONE più deboli che stanno attraversando il mare in condizioni tali che dovrebbero invece essere curate in un ospedale la politica non rende le cose lecite?
E perché noi Italiani lo abbiamo potuto fare per anni ed anni imbarcando migliaia di emigranti da Genova a New York o a Buenos Aires (non c’ erano gli aerei) e quelle “PERSONE di colore” oggi non possono farlo?
Come la vogliamo chiamare questo protezionismo Cristiano-Europeo voluto politicamente dai governi europei (di qualsiasi tendenza) da una quarantina di anni a questa parte unicamente per difendere il “nostro Dio danaro accumulato da 40 anni”?
Vogliamo chiamarlo fratellanza?
Accoglienza?
Carità?
San Paolo, dove sei?
Europa sedicente cristiana e profondamente ipocrita, dove sei?
Vogliamo chiamarlo in un modo diverso per non usare la parola “Razzismo”?

...E ci siamo chiesti come mai i bambini e i ragazzi queste cose le capiscono meglio di noi ?



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