IPOCRISIA D' EUROPA... ovvero Cristiani dove siete?
Questo articolo non è adatto ad un pubblico adulto
Buongiorno Ingegnere, da molto tempo la
leggo sempre con rinnovato piacere, apprezzando la semplicità e l’umorismo
sottile con il quale argomenta la difficile vita dei velisti e delle loro
consorti ( barche! ).
Questa sera , serata leggera
pre-vacanze, ho letto quanto da Lei riportato su alcuni problemi dell’osmosi
che spaventa, noi proprietari di barche, tanto quanto lo spread.
Non ho altrettanto condiviso il suo
accenno alla chiesa ed all’accoglienza negata adducendo a motivi di matrice
razzista. La funzione non accogli quindi sei razzista sta diventando
un ritornello che quasi quasi sta
convincendo anche me di esserlo. ( La scuola politica insegna di ripetere
sempre lo stesso slogan fino a quando non è recepito ed inconsciamente
condiviso.)
Però poi penso: Vivo in una
regione, il Friuli, che da quando sono nato, nel 55 come vossia, ho
sempre visto molti neri ( mi dica lei se neri è razzista come termine perché
qualche benpensante mi ha ripreso per questo, termine che non fa altro che
contrapporsi ai bianchi, guelfi e ghibellini . Mentre gialli si può dire alla
faccia dell’ipocrisia politica! )
Parlo dei molti neri nelle ns basi di
Aviano, i più vicini a me, persone , talvolta poco rispettabili
dopo
consistenti bevute, ma sempre rispettati, anche con simpatia . Ed
accolti con
piacere , per quell’apporto di ricchezza che portavan , non
solo intesa
come moneta ma come comparazione di colture diverse. Orbene ho passato
la mia
esistenza con queste persone, avevo anche una fidanzata NERA e,
tutt’oggi
quando incontro per strada queste persone le saluto con un sorriso. Mi
piacciono talmente tanto che sono andato a trovarli direttamente in
Africa. Ho
adottato due bambini negri, ho dato a loro la possibilità di
studiare e di
avere una possibilità in più nella vita. Ma di questo non
me ne faccio un vanto, tutti noi con poco potremo fare altrettanto e di
più, ma mi chiedo se per
questo io possa essere tacciato di RAZZISMO. Sono anche cattolico di
quella
chiesa accogliente, del porgi l’altra guancia, in verità
mai fatto, e non per
questo posso essere tacciato di non essere credente.
Ho una mia convinzione, sicuramente per
come la pensa Lei errata, come paese non possiamo accogliere tutti e lasciarli
vivere come disperati nelle ns strade. Abbiamo aperta una strada a milioni di
clandestini, non IMMIGRATI, che sbarcano senza nome, senza documenti, dopo un
viaggio da inferno Dantesco. Incoraggiati da una parte politica che si straccia
le vesti quando muoiono in mare, ma non proferiscono parola sulle sofferenze e
abusi patiti da questi disgraziati durante il viaggio via terra fino alle
coste africane. Allora perché vengono a soffrire da noi dopo aver tanto patito
prima?
Siccome non condivido gli slogans mi
pongo una domanda: cui prodest? A chi giova? Risalendo questa catena umana ho
incontrato tanti a cui prodest ma non ai clandestini. (quelli che scappano
dalle guerre sono considerati rifugiati) Giova ai trafficanti di esseri
umani , agli scafisti, alla mafia Nigeriana che così recluta a basso costo
manovalanza ed induce alla prostituzione giovani ragazze, alle
cooperative che lucrano sulla loro pelle, ai politici che salgono sulle navi
con gli immigrati per avere risonanza mediatica, al resto dell’Europa che li
rispedisce falsificando i loro documenti (vedi Francia ma loro non sono
razzisti!), agli estremisti che trovano un modo sicuro per arrivare in Europa,
ecc ecc ,. Troppo lunga la catena dei prodest per pensare che queste anime
partono dal loro paese ed inevitabilmente molti non arriveranno mai. Per non
essere razzisti incoraggiamoli a partire, a soffrire, a morire ad una vita inetta da noi maledetti razzisti.
Mi spiace per essermi dilungato troppo e
aver detto poco di questo enorme problema e mi scuso se ho minimamente
intaccato le sue convinzioni.
Le voglio bene e la saluto cordialmente!
Fabbro Roberto
E’ una lettera scritta da un appassionato
di nautica, come me e come voi, ma tratta principalmente di un argomento
diverso.
Il responsabile sono io, perché farcisco i
miei modesti scritti sempre con messaggi moraleggianti che possono piacere (e
molti di voi me ne danno atto) o non piacere (e qualcuno di voi me ne dà atto).
Leggendo la lettera di Roberto ho creduto
di non essergli piaciuto e invece alla fine della stessa ho scoperto che non è
così.
Il fatto è che il rispetto per gli altri è
un patrimonio indelebile che mio padre mi ha lasciato, anche e soprattutto se gli
altri non la pensano come me; pertanto se un uomo politico o un pensionato al
bar esprimono tutta la loro rabbia verso un gruppo di persone che sono nate da
una parte diversa da dove sono nati loro (è una frase contorta per non usare la
parola “razza”), io rispetto il loro pensiero.
Quindi ognuno sia libero di essere razzista
o meno, di essere bianco o nero, di pensarla in un modo o nell’ altro.
Ma ciò che ho voluto sottolienare nell' articolo dello scorso
mese di agosto è che io non riesco a tollerare quando quelle
stesse persone dicono (o si vestono) di cristianità operando
in modo esattamente contrario a ciò che dicono e professano.
Nella mia vita non avevo finora mai incontrato
una camicia nera che cantasse “O bella ciao”, né una rossa che cantasse
“Giovinezza”.
Eppure oggi succede anche questo: vedo gente (soprattutto che si mette volutamente in mostra in TV) che bacia il Crocifisso
e si mette al collo le Madonne, ma che dichiara e opera così che prima vengano i
suoi conterranei e poi il resto del mondo.
Questo non va bene: questo offre a chi ascolta una verità
camuffata, sottintendendo che “tutto è lecito, tutto va
bene,
tutto è lo stesso, tutto si può fare".
Equivale a dire che Cristo ha formulato delle
imbecillità e che è stato crocifisso per scherzo e questo è profondamente e moralmente
anti
educativo.
Che si sia credenti di una qualsiasi religione o che si sia
convintamente atei, nel suo testamento di amore e
fratellanza Cristo non ha formulato imbecillità.
C’ è una frase tristissima che ho scritto
nell’ ultimo libro “Cristiani qualunque” e che purtroppo è attualissima e che va
ben oltre i nostri confini d’ Italia:
“La xenofobia non ha limiti, perché parte col
costruire barriere a livello continentale e via via regredisce finendo per
costruire barriere tra vicini di casa.
Il cristianesimo non ha limiti, perché parte con la
fratellanza a livello familiare e via via progredisce finendo con viverla a
livello universale”.
E’ impossibile essere tutte e due le cose:
significa solo che si è enormemente falsi, o da una parte o dall’ altra.
Per questo ritengo che ciò che dobbiamo
perseguire e far perseguire ai nostri figli non è la scelta di una ideologia
politica (se mai ne esistesse ancora una decifrabile), né il proclamarsi Guelfi
o Ghibellini (che è più che lecito), ma è la crescita delle nostre e delle loro coscienze.
“La
coscienza è anche un luogo, ma nello stesso tempo è capace di essere senza
confini; essa è costruita sì da
noi ma anche e senz’ altro per noi: essa è bella, eterea, grandissima,
potentissima, segreta, inviolabile, unica; essa contiene quanto di meglio
possiamo esprimere all’ intero universo: la nostra spiritualità cioè la
presenza di Dio in noi”.
Questo
– lo crediate o no - ha risvolti politici incredibili
perché serve per farci vivere il meglio possibile, perché
riesce
a guidarci nelle scelte della vita, piccole o grandi che siano.
La
coscienza è oltre qualsiasi cosa e proprio per questo riesce a guidarci nelle scelte di tutti i giorni: è oltre
i soldi, la politica, gli omicidi, le stragi, il lavoro, gli affetti, gli
uxoricidi, i maltrattamenti, i tradimenti, è anche oltre le barche…E’ ben sopra
le leggi scritte dell’ uomo che, come dirò nell’ articolo del prossimo mese,
sono piene di limiti fino a diventare inapplicabili.
Ma
la coscienza non è ferma e immutabile: ha bisogno di crescere e maturare ogni
giorno e per farlo siamo chiamati a conoscere e discernere.
Più
conosciamo, più siamo in condizione di saper discernere il buono dal cattivo e, in definitiva, meglio
viviamo noi e meglio facciamo vivere gli altri intorno a noi.
Non
è una baggianata!
E' un fatto prodigioso.
Tenere mente
e cuore aperti per conoscere per poter discernere, questo è il miglior modo di vivere.
Che
è tutto il contrario di tirar su muri.
Leggete
ogni tanto, vi prego, le perle che ci ha lasciato san Paolo…eccone una, tratta
dalle lettere ai Colossesi:
…Come il Signore vi ha
perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della
carità, che le unisce in modo perfetto. …E rendete grazie!
Cupidigia… cioè rincorrere la ricchezza.
Rinnovo… cioè progresso.
Grego
o Giudeo, schiavo, libero… cioè bianco,
nero, giallo, nord, sud, fortunato, sfortunato, normale o handicappato.
Carità…
cioè la sintesi dello stare bene perché
si ama e si è amati!
Ringraziare…
cioè ammettere ogni giorno di godere
dell’ immenso dono della vita.
San
Paolo è stato un premio Nobel della coscienza.
Ora
voi mi direte: “è difficile seguire ‘ste cose!”.
Allora
vi rispondo: “perché, vivere è facile?”
No,
non è facile vivere, sia per noi qui ma ancor più per un giovane torturato e/o
violentato e gettato su un gommone armato solo di speranze …ma perché allora
non farlo diventare il più facile possibile?
Qualcuno
che continua a non capire nulla dirà: “eh, per avere una vita facile basta
accumulare ricchezze e difenderle dagli altri …”
Ma
nemmeno per sogno!
Le
ricchezze sono proprio l’ origine dei mali del mondo: è nel nome del dio danaro
che, idolatrandolo, si commettono le più gravi ingiustizie e i delitti più atroci.
Pensate
a quali crimini per l’ umanità e per l’ ambiente commettono ogni giorno le
grosse società che perseguono solo il profitto.
Pensate a quali atrocità ed ingiustizie vengono commesse ogni
momento nel mondo da giovani delinquenti o da esperti politici a caccia
solo di un bottino per se stessi.
Vuoi
far sì che la tua vita sia un inferno? Dedicala ad accumulare ricchezze!
Esempi
e storie nel corso dei secoli ce ne sono stati e ce ne sono a non finire!
Perseguire invece la maturazione della propria coscienza ci aiuta tutti ad avere il rispetto per tutti: che significa
in parole povere non fregare nella qualità del cemento per fare il calcestruzzo
del viadotto; non intascare la mazzetta per favorire l’ appalto dell’
acquedotto comunale all’ “amico dell’ amico”; non dare fuoco alla fidanzata se
questa ha problemi e non ti bada più; non ricercare nel falso paradiso della
droga e dell’ alcool il vero paradiso del miracolo della vita; non proteggere
chi delinque e continua a delinquere; non maltrattare gli anziani e i bambini; non
considerare le persone come merce per arricchirsi e basta; non scaricare
schifezze per terra o nel mare; …e si potrebbe andare avanti all’ infinito.
Maturare
la propria coscienza significa anche dare l’ esempio agli altri: se tra mille
persone scontente una sorride ed esprime sempre serenità, quelle altre
novecentonovantanove si chiederanno una buona volta il perché quella sia così
serena!
E
magari qualche centinaio comincerà a pensare di averla una coscienza e sentirà
finalmente la voglia di capire per crescere.
Capire
per crescere e rinnovarsi.
Non
stare mai fermi nelle proprie posizioni, dandole per scontate.
E
non pensare con la testa di uno che parla alla televisione o sopra un
palco,
bensì pensare con la propria perchè sennò è
come rinunciare alla libertà e diventare schiavi di qualcuno!
Quel
grand’ uomo di mio padre, che fu deportato in campo di concentramento a 24 anni
e ne tornò molto, ma molto, ma molto dimagrito, mi diceva sempre: “La coerenza
è propria degli imbecilli”.
E
un qualche imbecille lo si trova sempre sia tra i politici, sia tra i
contadini, sia tra gli operai, sia tra gli impiegati, sia tra i laureati, sia
tra i dirigenti, sia tra i professori universitari (tanto per dare una parvenza
di scala sociale in salita…)
Ora
che mi sono imbarcato in questo articolo moraleggiante sulla scia della
lettera
di Roberto (articolo che avrà un P.S. finale ancor più
accusatorio), come posso terminarlo legandolo alla nauticautile?
Con
un esempio.
Sono
arrivato in barca il venerdì sera e, tra le altre cose, ho attaccato il cavo di
alimentazione in banchina per caricare le batterie e poter accendere il frigo.
La
sera dopo, sabato, arrivano in darsena altri piccoli armatori come me.
La
mattina di domenica ho le batterie quasi a terra.
Un
altro armatore il sabato sera ha staccato il mio cavo per attaccare il suo
senza preoccuparsi di informarmi della cosa.
Sorridete, è
una sciocchezza di fronte ai problemi della vita!
Sono il primo ad ammetterlo; dietro
però c’è tanto di quello che abbiamo scritto sopra (Roberto ed io).
E
soprattutto tanto di quel che ci ha lasciato San Paolo…
…E
cioè che quello che va sempre più di moda è “prima vengo io”, basta ascoltare i
messaggi dei “Nuovi Travestiti di Cristo”:
“Pima
gli Italiani, gli altri che si fottano!”
“Prima
i Veneti, gli altri che si fottano!”
“Prima
i Trevigiani, gli altri che si fottano!”
“Prima
il Quartiere, gli altri che si fotttano!”
“Prima
la Mia Famiglia, gli altri che si fottano!”
“Prima
Io, gli altri che si fottano!”
Quanti
di noi pensano e agiscono così?
E
quanti di noi dicono di non pensare così, ma poi agiscono così?
Buon
Natale o Greci, Giudei, circoncisi, incirconcisi,
barbari, Sciti, schiavi, liberi….bianchi,
neri, gialli, del nord, del sud, fortunati, sfortunati, normali o handicappati.
Buon Natale o coscienze in cammino!
Anche io vi voglio bene, come me ne vuole
Roberto.
Vi voglio bene anche se siete razzisti,… ma
allora non professatevi Cristiani, per favore, e avvertitemi se volete
staccarmi la corrente in banchina.
P.S. NECESSARIO PER GIUSTIFICARE IL
TITOLO DI QUESTO ARTICOLO
So che nell’ appellativo “razzista” non si
riconosce nessuno: “Razzista io? Ma scherzi? Io difendo solo gli interessi
della mia famiglia”.
Ma vorrei allora che qualcuno mi spiegasse questo
fatto del quale siamo responsabili TUTTI e per il quale secondo me TUTTI SIAMO
RAZZISTI:
per quale motivo un negretto dell’ interno
dell’ Africa, dopo aver visto o aver saputo che qui nella vecchia Europa la
pubblicità manda da anni messaggi di “tutto bello e tutto facile” con
automobili super performanti, profumi super fragranti, famiglie super felici,
cani e gatti trattati principescamente, aitanti modelli dotati di tartaruga che mangiano solo olio sano, splendide
modelle dotate di cosce lunghe ornate solo da capelli splendenti, cibi super squisiti, filiere super controllate,
vini e gelati a vagonate, ecc. ecc., e dopo tutto questo quella “PERSONA di
colore” (alias “negretto”) volesse venire a lavorare in questo Eldorado non può
farlo in modo legale?
Perché?
Perché non può prendere un aereo spendendo
400 Euro e arrivare - che ne so - in Danimarca dove magari lavora già suo zio?
Perché invece deve dare 2000 Euro a dei delinquenti
che lo ammassano in campi di concentramento, lo torturano e poi lo caricano su
un gommone insieme ad un altro centinaio di “PERSONE di colore” rischiando di restarci?
Perché?
Che quel "negretto" sia proprio così scemo da scegliere la strada più
difficile e pericolosa, quando invece potrebbe farlo comodamente seduto
sul sedile di un arero?
Oppure che sia colpa della politica, cioè di tutti noi?
Perché, per eliminare il traffico illecito, invece
di prendersela con le PERSONE più deboli che stanno attraversando il mare in
condizioni tali che dovrebbero invece essere curate in un ospedale la politica
non rende le cose lecite?
E perché noi Italiani lo abbiamo potuto fare
per anni ed anni imbarcando migliaia di emigranti da Genova a New York o a
Buenos Aires (non c’ erano gli aerei) e quelle “PERSONE di colore” oggi non
possono farlo?
Come la vogliamo chiamare questo protezionismo
Cristiano-Europeo voluto politicamente dai governi europei (di qualsiasi
tendenza) da una quarantina di anni a questa parte unicamente per difendere il
“nostro Dio danaro accumulato da 40 anni”?
Vogliamo chiamarlo fratellanza?
Accoglienza?
Carità?
San Paolo, dove sei?
Europa sedicente cristiana e profondamente
ipocrita, dove sei?
Vogliamo chiamarlo in un modo diverso per non usare la parola “Razzismo”?
...E ci siamo chiesti come mai i bambini e i ragazzi queste cose le capiscono meglio di noi ?
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