ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
FEBBRAIO 2011

  QUESTO SITO COMPIE 5 ANNI  
Quando cominciai a pensarlo e a scriverlo non credevo sarebbe diventato così vecchio !
RINGRAZIO VOI TUTTI
che lo leggete e che mi inviate i vostri messaggi di stima e di incoraggiamento a continuare.


Prima di continuare il nostro viaggio lungo la A 777, pubblico un estratto dall' aggiornamento
simpatico e puntuale che mi ha inviato Luca Cesca .

…Volevo condividere l'impressione di "rapina" subìta l'estate scorsa anche da parte mia sia a Zut che a Piskera , come riportato nell'inciso pubblicato di quell'amica che ti ha scritto . 
Ad onor del vero, devo dire che in entrambi i marina ACI il terzo giorno di ormeggio è gratuito; certo, così facendo, loro ti obbligano a stazionare in zona per almeno due giorni e tre notti consecutivi, ma ritengo che i dintorni siano così appaganti che - magari dopo aver fatto dogana a Sali o a Bozava - possano essere presi comunque in considerazione mediando i costi sui tre giorni .
Desideravo infine proporti di dare uno sguardo al sito www.rde-seaway.it , che magari tu già ben conosci, nel quale poter visionare tutti i dettagli per l'acquisto delle loro carte nautiche… .
…Personalmente ha acquistato la N 320 Rimini - Zara che in scala 1:300.000 copre tutto il nord Adriatico e mi permette di pianificare le traversate utilizzando un'unica carta in scala decente, riuscendo ad individuare immediatamente i fari in base alla loro portata,  facendomi da essi "tirare"… .

Grazie Luca !

  LA A 777 -  DA UMAG AL KVARNER   

Questo mese e i prossimi esprimerò liberamente le mie impressioni sui caselli della A 777.
Sono commenti molto personali che valgono quello che valgono e sui quali magari qualcuno di voi potrà non esser d’ accordo; sono solo l' insieme delle impressioni di tanti viaggi e di tante soste raccolte di anno in anno dal sottoscritto, con la famiglia, con amici o per lavoro
(dato che per qualche stagione ho fatto anche lo skipper quand' ero più giovane).
Forse saranno notizie inutili o forse no, dipende dalla vostra esperienza che potrà essere maggiore o minore della mia; magari però qualcosa potrà comunque farvi comodo e restare impresso nella vostra memoria così da esservi di aiuto in qualche situazione futura un po' difficile o scabrosa... chissà ! 

  UMAG 
E’ un bel po’ di anni che non entro più a Umag ma quel che ricordo bene è che il marina è un agglomerato cementizio molto caro, come tutti i marina ACI, ed è così sufficientemente distante dal paese da togliere la voglia di andarci.
C'è (o c'era) un trenino su gomma che faceva la spola tra il marina e il paese, ma quest'ultimo non offre grandi attrattive.
Ricordo che le hostess dell' ufficio del marina sono tirate come delle modelle e forse è questo il motivo per il quale le tariffe sono così elevate, dato che i servizi sono del tutto simili a quelli degli altri marina.
Ricordo che c’è una Konoba, dietro all’ abside della chiesa, gestita da uno sloveno dove (diversi anni fa) si mangiavano degli ottimi sgombri alla griglia oltre a del prosciutto d’ orso, povera bestia !
Pare che quest’ ultimo (il prosciutto, non l’ orso) sia proprio una specialità della Slovenia.
Non ho ancora ben capito perché mi faccia pena l‘ orso, mentre non provo alcuna compassione per gli sgombri !
Probabilmente è una faccenda legata all’ enorme presenza di sgombri e alla scarsissima presenza di orsi o - forse - è per giustificare il fatto che mi piace più il pesce della carne. 

  NOVIGRAD  
A Novigrad le pratiche di ingresso e uscita sono comode per la vicinanza tra il molo della dogana e la capitaneria di porto (come lasciate il molo e attraversate la strada praticamente sbattete contro la porta della capitaneria).
Qui parlano in molti italiano perché, come a Rovinj e a Cres, c’è tutt' ora una attiva comunità di origini italiane; ciò vale soprattutto per i ragazzi del posto che sanno bestemmiare molto bene in italiano.
Non è male ormeggiare al corpo morto dietro il molo principale foraneo: alla sua radice ci sono anche le docce pubbliche, presso la spiaggia (di scoglio).
Proprio lì vicino c'è il ristorante “Bonassa”, che non ha nulla a che vedere con qualche prosperosa fanciulla locale, bensì è l' aggettivo che descrive le condizioni di quiete del vento e del mare.
Prestate attenzione al molo della dogana: lungo la sua banchina esterna ci sono degli scogli sommersi con poco fondale ed è facile toccare col timone (a Novigrad le maree si sentono abbastanza).
Da pochi anni hanno inaugurato il nuovo marina ma non ci sono mai andato.
Meritano una visita le mura della città, che sono ben visibili a chi arriva navigando da SE, ed è piuttosto romantico il boschetto di pini tra la chiesa e il mare; non entrate in chiesa però: essa è intrisa da una puzza di muffa incredibile (non so se ciò ha a che fare con le bestemmie dei giovani di cui sopra, tuttavia è l' unica chiesa dell' Istria che ha questa sgradevole caratteristica). 


Questa immagine risale al 2003 e ritrae Giuseppe al timone di Siddharta nei
 paraggi di Poreç... in mezzo a una bella isola galleggiante di mucillaggine rosa. 
Quello sullo sfondo è l' isolotto Altiez: attenti alle rocce a m 2.40 sott' acqua a SE dell' isola ! 

  LUKA CRVERA  
A Luka Crvera troverete una bella insenatura che ha di fronte una vasta area di bassi fondali segnata con boe gialle (attenzione all’ atterraggio e all’ uscita, soprattutto se c'è scirocco); essa si biforca in due baie più interne: quella più settentrionale è molto raccolta e romantica, è circondata di verde, vi sostano alcuni pescherecci e ha sulla riva un ristorante di cui dicono bene ma dove non ho mai mangiato.
Quella più meridionale ospita un grazioso marina circondato purtroppo da una sfilza di edifici del peggiore stile ex-Jugoslavo; troverete da mangiare a buon mercato ma in una atmosfera alquanto decadente (scordatevi di essere attorniati da un bel panorama).
Esiste vicino alla spiaggia (di ghiaietto frammisto ad alghe) un’ area archeologica romana, ma non sono al corrente se sia vistabile o meno. 
La sosta al marina è tuttavia tranquilla e piacevole, forse pechè si è attorniati da diportisti tedeschi e austriaci che sono per lo più molto riservati (fanno eccezione quelli tedeschi quando hanno bevuto qualche bicchiere di malvasia di troppo: in questo caso essi si bisbigliano barzellette in tono ancora riservato per poi scoppiare a ridere di colpo tutti insieme alla fine della storiella).

  POREÇ  
A Poreç esistono diversi validi motivi per fermarsi: storia, arte, paesaggio, tranquillità, buon ormeggio.
Fare dogana è comodissimo perché l’ ufficio della capitaneria e il cambio di moneta sono proprio di fronte alla radice del molo della dogana.
Il distributore del carburante è comodo e vicino al marina, anche se il fondale lì sotto è poco più di 2 metri.
Esistono tutte le possibilità di ormeggio immaginabili.
Si può ormeggiare al corpo morto lungo la banchina del paese (ma la sera c’è un continuo via vai di gente che passeggia e che sbircia dentro la vostra barca), oppure al marina (dotato di servizi molto puliti, sito vicino al paese, ma con pochi posti), oppure al gavitello (si balla un po’ fino a che al tramonto non si acquieta il maestrale), oppure all’ ancora (ma vi viene chiesto di pagare lo stesso come se foste al gavitello).
Non potete lasciare Poreç senza aver visitato il centro storico, con il Cardo e il Decumano dell’ antica Parentium, gli edifici veneziani, la Basilica Eufrasiana.


La basilica Eufrasiana a Poreç, paese ricchissimo di tracce 
e di edifici storici dall' Impero Romano in avanti.

La spiaggia (di scoglio) parte dal marina e giunge fino a Plava Laguna: essa si snoda sotto una rigogliosa pineta dove ci sono numerosi posticini all’ aperto per mangiare (troverete cibi per la verità più nutrienti che raffinati).
Attenzione: se lasciate il porto di Poreç per scendere verso SE attraverso il passaggio tra le due dighe di calcestruzzo, c’è uno scoglio affiorante davanti all’ ingresso di Plava Laguna fatto a “dente di sega”; con l’ alta marea esso non è propriamente affiorante, bensì è semi-sommerso. 
Attenti anche alle rocce sommerse a SE dell' isolotto Altiez: passateci sopra solo se la vostra barca pesca meno di 2 m (comunque è meglio non passarci sopra !)

  VRSAR  
A Vrsar si sta bene, se solo si riesce a trovare posto.
La località è molto aggraziata e di gran moda: vi stazionano diverse barche piuttosto grandi lungo la banchina e il marina è caro ma ben organizzato.


Il paese di Vrsar visto dal marina

E’ un posto che sa un po’ da “mondo dei vips” (quelli cioè che si trascinano alle 11,30 di mattina dal pontile al caffè per poter finalmente sbocconcellare una brioche calda e che dicono a voce alta: “Ma non vorrai mica che io sia come quei pirla che si scaldano in barca la brioche col microonde no?”).
Lungo la banchina è perennemente ormeggiato un grande motoscafo che, tra mille faretti a led accesi, sullo specchio di poppa ostenta la scritta “DUX” mentre accanto dondolano i barchini dei pensionati che arrangiano la cena tirando su qualche nassa.
Per questi contrasti sociali Vrsar non mi piace molto.
Il paese tuttavia è bello e si arrampica sul colle che sovrasta il porto fino alla chiesa, dalla quale si gode un bellissimo panorama sulla costa - assai frastagliata - verso NW.
I numerosi ristoranti lungo la banchina del porto non sono cari se vi accontentate di calamari, cevapçiçi e cetrioli, altrimenti….. 
La sera, sulla piazzetta vicino alle banchine, troverete un discreto mercatino di roba sportiva e da vestire a buon mercato; se vi viene voglia di un gelato da passeggio, la loro qualità in questi ultimi anni è molto migliorata, tuttavia è ancora molto lontana da ciò che definiamo qui in Italia "un buon gelato".

  ROVINJ  
Rovinj non mi piace.
Il distributore di carburante si trova sulla baia di NW (Val de bora) ed è esposto al maestrale pomeridiano con notevole risacca (nel senso che fate fatica a infilare la pistola nel bocchettone di rifornimento e strapazzate fuor di misura bitte e parabordi).
Il marina è il più caro di tutti (offrendo come al solito i medesimi servizi) e per arrivare in centro bisogna camminare per un chilometro e mezzo; vi si dorme poco per la confusione dei bar, delle orchestrine e delle giostre del luna park.
Si può dar fondo all’ ancora nella baia subito a SE del marina, ma sulla spiaggia adiacente c’ è un chiosco che spara musica tutta la sera (e parte della notte).
Secondo me vale la pena solo di visitare la chiesa di S. Eufemia e alcune vie del centro storico (bello il mercatino della frutta e verdura).


Siddharta e sullo sfondo Rovinj con la chiesa di S. Eufemia visti da W. 
Il distributore del carburante è subito a sinistra degli edifici illuminati dal sole, sotto la chiesa.

Merita un’ occhiata anche il vecchio squero dei pescherecci (anche se ormai non ne esiste più nemmeno uno) che oggi lavora solamente con le barche da diporto tradizionali.
Mi ricordo i pescherecci di Rovinj tirati in secco allo squero e ormeggiati nel porto, ma è un' immagine che risale a ben 35 anni fa...Peccato, è il segno di mestieri che stanno scomparendo !
I ristoranti e i locali lungo marina si sprecano….Una densità decisamente superiore a quella che trovate  in piazza S. Marco a Venezia. 

  PULA  
Pula è una città e quindi ha tutti i difetti di una città.
Vi ho ormeggiato una volta sola, tanti anni fa.
Non si riesce a dormire per il traffico automobilistico vicinissimo e perenne; per il diportista è senz’ altro preferibile fermarsi un po’ più giù, a Veruda o a Verudela, anche perché entrare e uscire da Pula fa perdere un bel po’ di tempo e la visita all’ arena romana si può fare benissimo con l’ autobus da Verudela. 
Non è male passare a Pula anche una giornata intera, passeggiando, ma sempre arrivandoci con un mezzo pubblico: sapere di poter dormire la notte al marina di Verudela è un grande vantaggio.

  VERUDA  
Veruda è una tappa d’ obbligo prima di attraversare il Kvarner: le possibilità di ormeggio sono due: in marina o all’ ancora, ma i luoghi dove farlo sono svariati.
Veruda è una località composta da due baie principali: quella che si apre a NNW , separata dal mare dalla penisola di Verudela, dove ci sono due marina e il distributore del carburante e quella (o meglio quelle) che si aprono a E (Uvala Paltana o Valle Cacoia) dove si da’ fondo all’ ancora.
Dei due marina situati nella baia a NNW, che si chiamano Marina Veruda e Marina Bunarina, preferisco il secondo, sulla riva W lungo la penisola di Verudela.
E’ meno caro dell’ altro, ha un pontile con un bar e una bettola dove si mangia qualcosa di mangiabile, ha molti gatti che cacciano i molti topi, è vicinissimo al centro turistico di Verudela (dove si trova un po’ di tutto: pizze per asporto, tabacchi, giornali e super mercato), è vicino alla spiaggia di ghiaia e scogli orlata di pini (che si trova a circa 300 m dall’ altra parte della penisola, verso il mare aperto), è vicino alla fermata del bus per Pula, come già evidenziato.


Il marina Bunarina a Verudela, dove è appena passato l' ennesimo temporale
che si è fermato sopra Premantura (la bandiera tesa a poppa lo conferma).

Per quel che riguarda l’ ormeggio all’ ancora, non conosco altro posto così buon tenitore come valle Cacoia; il fango consistente che c’è lì non mi ha mai tradito.
C’è un altro posto un po’ più a SE, verso Premantura, dove si ancora bene: è Uvala Soline o Porto Olmo Grande ma occorre fare attenzione a delle funi di acciaio sul fondo che si possono impigliare sull’ ancora (vedi articolo di novembre 2007). 

  IL KVARNER  
Continuando lungo la A 777, ora tocca doppiare il faro dello scoglio Porer e, se non intendete aggirare Capo Prematura e risalire a Medulin o a Cres, non vi resta che attraversare il Kvarner e arrivare al casello successivo di Unije.
Della attenzione che occorre avere per attraversare il Kvarner ho già parlato lo scorso mese, perciò mi limiterò a farvi leggere, dopo la foto, una ultima piccola digressione.


Il faro dello scoglio Porer, porta del Kvarner: croce e delizia 
(più croce che delizia) dei diportisti dell' alto Adriatico.

PICCOLA DIGRESSIONE SULLA NAVIGAZIONE ALL’ ESTREMITA’ DELL’ ISTRIA
La punta estrema dell’ Istria è un posto dove c’è molta corrente, indipendentemente dalle condizioni del vento; navigare con la barca che corre a un nodo o anche due in più o in meno è normale.
Il doppiaggio del faro può avvenire in svariati punti, comunque occorre prestare attenzione alla meda rossa tra il faro dello scoglio Porer e l’ isolotto Felonega.
Io passo a metà strada tra la meda e il faro (dai 7 ai 5 metri di fondale), ma si può passare anche tra la meda e l’ isolotto; naturalmente il fondo è molto visibile quando ci si naviga sopra, mentre pochi metri dopo piomba giù nell' azzurro del Kvarner.
Diversi anni fa, seguendo col Polaris 33 la barca di Adriano Agressi, sono passato tra l’ isolotto Felonega e la costa con un andamento a zig zag per evitare gli scogli: “Ecco, dèsso ti punti sulla scova !” diceva Adriano al VHF, che significava “Ora è il momento che devi virare e puntare alla meda !”
Mio Dio, quante rocce intorno a me e quanta corrente !
Rocce vicine e corrente, un binomio che mette i brividi... e infatti ho preferito non passare mai più di lì per entrare nel Kvarner.

  IL PROSSIMO MESE VEDREMO GLI SPLENDIDI CASELLI CHE CI ASPETTANO  
  DOPO IL KVARNER,  A PRESTO.  

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