ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
FEBBRAIO 2013

7 ANNI 
Hurrà, Hurrà, Hurrà, BUON COMPLEANNO NAUTICAUTILE !

FESTEGGIAMO QUESTI SETTE ANNI INSIEME NON GIA' CON UNA CRISI MATRIMONIALE,
MA CON IL RAGGIUNGIMENTO DI UN OBIETTIVO STORICO...

...EBBENE SI', HO BATTUTO TUTTI  I RECORD DI NAVIGAZIONE INTORNO AL MONDO !

 

Era il mese di febbraio del 2006 (ben sette anni fa) quando iniziai a pubblicare questi “articoli e chiacchiere” e lo feci scrivendo qualche idiozia proprio a proposito del GPS.
Poiché sull’ elettronica è facile scrivere idiozie per i motivi che andrò a esporre tra breve, continuerò in questa mia missione scrivendo fedelmente quel che mi è successo la scorsa estate 2012.

Tengo vivamente a precisare che tutto ciò che ho qui di seguito riportato, pur non potendosi considerare come 
alcunché di intelligente, è realmente accaduto e che è stato da me descritto con assoluta fedeltà.


Io amo dare fiducia a chi ne sa (o dovrebbe sapere) più di me.
Intendo dire che essendo un ingegnere civile idraulico e ignorando completamente tutto ciò che riguarda la medicina e la chirurgia (tolto qualche nozione sul cuore e sulla circolazione sanguigna che ha a che fare con la mia cultura idraulica) quando sto male mi affido interamente al medico.
Attribuisco al medico infatti la massima fiducia e con grande sincerità lo invito sempre “a far di me quel che vuole”.
(Ma oggi non parleremo di medicina e chirurgia).
Così quando mi trovo davanti a un collega ingegnere elettronico, che senza dubbio di porte logiche di bytes e di semiconduttori ne sa molto più di me, non posso fare altro che credergli quando sentenzia sul buono o cattivo funzionamento di un qualche apparato.
Un po’ di tempo fa un mio collega elettronico, a proposito di non ricordo più bene che cosa, mi confessò che spesso i circuiti logici - che pure sono programmati in un certo modo - si imbizzarriscono e fanno quel gli pare a loro per un po’ di tempo senza alcuna ragione logica e quindi spiegabile.
Si lanciò poi – ricordo - su una dissertazione intorno alla logica e all’ illogica dimostrando come anche nel nostro cervello esista la sovrapposizione di questi due ambiti e che talvolta essi non siano distinguibili e anzi vadano a connettersi o a sostituirsi tra loro portando le persone verso atteggiamenti esagerati o addirittura folli (comunque non logicamente comprensibili).
(Ma oggi non parleremo di psicologia e psichiatria).
Come ingegnere civile idraulico non potei che dargli ragione per quanto concerne il cervello umano e il comportamento delle persone, tuttavia mantenni dei dubbi su quanto affermato per i circuiti logici, essendo convinto del seguente assioma: “se un conduttore collega due punti a diverso potenziale elettrico il flusso delle cariche può avere un solo verso”, in altre parole la corrente può andare solo da una parte.
Invece, durante la scorsa estate,  ho dovuto ampiamente ricredermi proprio per merito (o per colpa) del mio GPS.
Ed ecco che oggi, dopo sette anni, torno a parlare del GPS.


Premetto che a bordo di Siddharta ho due GPS.


Il vecchio e affidabile Garmin, al riparo dal sole e dalle intemperie

Il primo (che considero primo perché più vecchio) è un GARMIN che deve avere una ventina di anni; è fissato sul tavolo da carteggio, ci mette un bel po’ di tempo a “catturare” i satelliti, ha lo schermo in bianco e nero, le zummate sono lentissime perchè deve ogni volta caricarsi la cartografia,  ma è sempre andato benone.
Il secondo (che è molto più giovane) l’ ho comperato con finalità diverse.
Cercavo infatti uno strumento che mi dicesse a quanti nodi stava camminando la barca senza avere un’ elichetta che si sporcasse e senza dover mediare la misura con le correnti marine.
Inoltre lo volevo in pozzetto, da tenere in navigazione vicino alla ruota del timone, che avesse le cifre leggibili e che fosse smontabile facilmente dal suo supporto.
Ebbene, dopo aver vagliato e contro vagliato cataloghi, web e rivenditori in zona, comprai un NAVMAN del quale fui subito molto contento: economico, leggero, facilissimo da usare, di parchi consumi, rapidissimo nel “catturare” i satelliti, con lo schermino bello luminoso e i numeri (a me interessavano quelli, non la cartografia) ben leggibili.


Il giovane e bizzarro Navman (in basso a destra) esposto al sole e alle intemperie solo durante la crociera

Tutto bene, quindi, anche perché questo strumentino, una volta impostato il way point di destinazione, è in grado di aggiornare continuamente il tempo che manca all’ arrivo sulla base della velocità e della rotta che sta tenendo la barca, così a bordo nessuno mi chiede più :”Quanto manca ?”
Legge inoltre la velocità con i decimi di nodo che, per una barca a vela, è una sensibilità ottima.
Quest’ anno, come al solito, prima della partenza per attraversare l’ Adriatico e andare in Croazia ho tirato fuori lo strumento, l’ ho montato e l’ ho collegato alla sua presa di alimentazione.
Passo ora alla descrizione di ciò che è successo narrando i fatti col tempo presente, per rendere più efficace il racconto.


Accendo.
I satelliti restano “non catturati” per un bel po’ di tempo…”Strano”, penso, “non era mai successo”,
Spengo e rifaccio le operazioni con lo stesso risultato.
Insisto, ma inutilmente.
Accendo e spengo successivamente (staccando anche la spina, che non si sa mai), ma il risultato è sempre lo stesso: i satelliti sembrano in sciopero.
Scendo in cabina al tavolo da carteggio e accendo il GARMIN il quale, dopo qualche minuto, mi dice che i satelliti non stanno scioperando e che evidentemente è il suo collega NAVMAN che ha la febbre.
Al che, con diverse maledizioni perché non ho studiato medicina (vedi precisazioni di cui sopra), comincio a sfogliare il libretto d’ uso, rigorosamente in inglese, francese, tedesco, olandese, polacco, russo, giapponese e arabo, mentre un mio amico facente parte dell’ equipaggio mi incoraggia dicendo che la NAVMAN è fallita l’ anno scorso e che non si trova più nessuno che aggiusti i suoi GPS.
Non lo sto ad ascoltare (o fingo di non farlo) e continuo la mia lettura alla ricerca della procedura di resettaggio…
Una volta eseguito il reset “Perderò tutti i way points e gli allarmi impostati” sentenzia il libretto d’ uso, ma non ho scelta.
Resetto.
Niente da fare : il segnale non arriva.
Al che spengo tutto e butto lo strumento sotto coperta, lasciando la stima della velocità della barca alla mia esperienza.
Partiamo ugualmente (tanto è la barca che naviga tra le onde mica il GPS) e, verso le ventitré, entriamo
nel porto di Poreč dopo una bella "sbinoccolata" per riuscire a distinguere i fanali di ingresso dallo sfondo delle luci del paese. 
Il giorno dopo, espletate le formalità doganali, ci aspetta una navigazione costiera lungo l’ Istria; non ho alcun bisogno del GPS ma, non avendo altro da fare, penso di ritirarlo fuori e fare altri tentativi.
Accendo.
Idem come il giorno prima.
Spengo e riaccendo e - miracolo elettronico - appare sullo schermo una parvenza di vita: c’è la data del giorno e proprio di quel giorno !
Dopo qualche istante appaiono alcuni satelliti e, quasi istantaneamente, sullo schermino appaiono contemporaneamente le coordinate e il simbolo della gocciolina che rappresenta la mia barca posta esattamente a un miglio da Auckland !
“Oh !”, faccio io.
“Oh oh !” fa il resto dell’ equipaggio.
“Ieri siam partiti da Eraclea Mare e oggi siamo già a Auckland ! Questo strumento ha una affidabilità eccezionale, ecco perché è fallita la ditta che lo ha fatto !”
Ma non faccio in tempo a replicare e a ironizzare ancora che la videata cambia improvvisamente e ora mostra la costa istriana (francamente era proprio ciò che mi aspettavo di vedere) ma con la gocciolina (cioè il simbolo della barca) con la prua orientata esattamente all’ opposto.
“Hai visto”, dice un altro membro dell’ equipaggio, “tutte queste storie sul fallimento della ditta che lo ha creato lo hanno fatto incazzare e adesso ci vuole rimandare tutti a casa !”
“Zitto, zitto”, riprendo, “non vedi che sta ragionando ?  Dagli un po’ di tempo no, è da ieri che ci sta provando !”
Infatti, dopo nemmeno tre secondi ecco che la gocciolina si gira da sola e - finalmente - il poderoso NAVMAN mi dice che sono a tre miglia dalla costa istriana e che sto navigando per 127° a 6,7 nodi.
Non solum, sed etiam tutti i way points memorizzati sono ancora lì, nonostante il resettaggio.


Il poderoso Navman Tracker 5380i : istromento elettronico dalle prestazioni eccezzziunali veramente !

Da quel momento in poi il NAVMAN è sempre partito ogni mattina con la rapidità che ha sempre avuto.
Ma perché è accaduto tutto questo ?
Esiste in un circuito logico una logica che spieghi questi fatti ?
C’è qualche collega ingegnere elettronico o qualche professore universitario (debitamente legato a qualche onorevole o sottosegretario) che me lo sa giustificare ?
Oppure devo ipotizzare un ribaltamento dell’ asse terrestre che ha istantaneamente scambiato l’ emisfero boreale con l’ australe, fenomeno che solo i GPS NAVMAN sono stati programmati per percepire ?
Oppure le mie batterie di bordo, sotto l’ influsso astrale del malocchio di una fattucchiera napoletana, hanno improvvisante invertito le loro polarità facendo sì che i circuiti del NAVMAN la interpretassero con una inversione di rotta della barca ?
E il fallimento della NAVMAN, sempre che sia avvenuto sul serio, può avere un nesso con il gemellaggio Poreč – Auckland ?

Comunque sia, ti ringrazio molto NAVMAN.
Che tu sia fallita o no, voglio che tu sappia che vedere per qualche istante la mia barca posizionata a Auckland è stata per me e per il mio equipaggio una soddisfazione memorabile: grazie infatti alle tue impareggiabili qualità elettroniche,
trovandomi a Eraclea il trenta giugno e a Auckland il primo luglio dello stesso anno 

HO BATTUTO OGNI RECORD DI NAVIGAZIONE INTORNO AL MONDO !


Nella foto, dietro alla ruota, è visibile in posizione eretta il fusibile a protezione del circuito dei GPS a bordo di Siddharta.

Questa foto che rappresenta mia moglie mentre navighiamo al lasco a circa un terzo della traversata del Kvarner
non è certo la foto di un fusibile.
Tuttavia la mia consorte, così stretta nella cerata e nella cintura di salvataggio, mi ha fatto venire in mente l' esilità del fusibile, 
strumento quanto mai utile e nello stesso tempo quanto mai enigmatico (non gli dai mai la colpa se qualcosa non funziona, 
ma spesso ce l' ha proprio lui)... Non voglio con ciò sottointendere alcun riferimento verso mia moglie (che è brava e bella),
vi invito piuttosto a dare un' occhiata alla volante tesata sopravento e alla cintura di salvataggio indossata: anche se dalla
foto non sembra c' era un po' di mare e, trovandoci a bordo solo mia moglie ed io, ho ritenuto corretto pensare alla sicurezza. 

 

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