ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
FEBBRAIO 2019

2006 - 2019  ... 13 anni    
Buon compleanno, nauticautile !

accessoriato di una piccola inserzione pubblicitaria finale

LE DONNE E IL WC MARINO

 

Vorrei ardentemente che l’ articolo di questo mese venisse letto soprattutto dalle donne perché, se è vero che senza di esse non esisteremmo noi maschietti, 
è pur vero che talvolta esse riescono a creare dei disagi che possono trasformarsi in problemi assai poco piacevoli da gestire.

Chiedo scusa per la citazione biblica che segue, ma ritengo che sia quanto mai pertinente: nella Bibbia c’è scritto pressappoco che Dio metterà inimicizia tra la donna e il serpente, infatti quella gli schiaccerà la testa e questo le insidierà il calcagno.
E’ un brano che segue la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre in seguito al fatto che la donna, tentata dal serpente, abbia mangiato del frutto dell’ albero e abbia convinto anche l’ uomo a mangiarne.
Sui vari punti del testo che attraverso similitudini (che solo gli antichi ebrei riuscivano a escogitare) si prestano a svariate interpretazioni non stiamo ora a disquisire…andremmo decisamente fuori tema.
Mi permetto invece di estendere lo stesso concetto al rapporto tra la donna e il wc marino, rapporto che risulta assai tormentato….
Il wc marino è un ordigno pensato per potere funzionare sotto il livello dell’ acqua del mare per fare in modo che con la forza di un braccio una persona possa farvi affluire l’ acqua e quindi espellerla insieme agli escrementi.
Tutto ciò avviene attraverso un pistone collegato a due circuiti idraulici indipendenti che sono collegati al mare attraverso due valvole, una per l’ aspirazione e una - di diametro maggiore - per l’ espulsione.
Non occorre una laurea in ingegneria ambientale per capire che affinché il tutto funzioni le valvole devono essere aperte !
“Poco male se sono chiuse” - dirà qualcuno – “il sistema non funzionerà !”
Ebbene le cose non stanno proprio così.

Per spiegare ciò che può succedere in caso di valvole chiuse devo cominciare dall’ inizio, cioè dalla psicologia femminile (che sicuramente non riguarda proprio tutte le donne, ma quasi).

Non so per quale arcano motivo, ma le donne sono molto vergognose di tutto ciò che riguarda i loro escrementi; fare anche solo sapere che ogni tanto hanno bisogno del wc è già una cosa quasi inammissibile.
Probabilmente ciò si rifà alla tradizione post-biblica che vuole l’ uomo un essere sporco mentre la donna deve essere una persona pulita: quindi mentre l’ uomo è giustificabile se parla o denuncia dei bisogni derivanti dalle sue orine o feci, per la donna ciò non deve essere accettabile.
Insomma per l’ universo al femminile la cacca e la pipì pare che siano o debbano essere cose stratosfericamente riservate e appartenenti ad un altro cosmo.
Quando poi si aggiungono anche delle perdite emorragiche dovute al ciclo mestruale, pare proprio che tale segreto debba essere custodito in modo assoluto e perpetuo.
Ciò fa sì che in barca la donna usi il wc di nascosto, rigorosamente senza informare nessuno di tale necessità e senza alcuna intenzione di fare verificare ad altri se il wc marino funzioni correttamente e se le valvole di cui sopra siano state posizionate correttamente.
Mi risulta incomprensibile quale scandalo inaudito possa provocare il fatto che un uomo possa vedere il contenuto della tazza prima dell’ espulsione, comunque è così.
Fatta questa premessa, veniamo adesso al problema.

Se le valvole sono aperte il wc funziona correttamente; ma nell’ eventualità che la valvola di espulsione (la più grossa) sia chiusa e qualcuno (qualcuna) si ostini a pompare, può avvenire un bel guaio: per fare sì che l’ acqua del mare a livello superiore del wc non torni indietro, tra il pistone e il tubo di espulsione è inserita una valvola tricuspide di non-ritorno, molto simile a quella che ognuno di noi custodisce all’ interno del proprio cuore (immagine romantica, sigh !).

E’ una valvola in gomma, invisibile dall’ esterno del wc, formata da tre lembi che si aprono verso l’ esterno del tubo di espulsione ma che si chiudono se il flusso andasse verso l’ interno; i lembi permettono il passaggio dei liquidi, della cacca e della carta, purché non sia eccessiva e appallottolata.
A valvola aperta il funzionamento dei lembi della tricuspide è regolare.
A valvola chiusa e insistendo nell’ azionare il pistone, per una ragione di sovrappressione nel ramo di tubo a valle, i  lembi di questa valvola tricuspide si rivoltano dall’ altra parte e la valvola fa l’ esatto contrario di ciò che è chiamata a fare: non espelle più nulla e fa invece rientrare l’ acqua di mare.
Capite bene quale arcana situazione si viene a creare in caso di tazza piena !
In questo malaugurante caso non rimane altro da fare se non chiudere tutte le valvole, munirsi di stracci assorbenti, secchio, cacciavite, chiavi inglesi e smontare il raccordo contenente la valvola tricuspide (talvolta spostando anche la tazza che, ricordo, è piena) per girarla nuovamente.
Poiché il tubo di espulsione è lungo in quanto deve arrivare sopra al livello del mare e deve costituire un sifone rovescio, smontando il raccordo esso deve per forza svuotarsi di ciò che gli era stato pompato dentro.
E’ un lavoro assai poco piacevole per l’ uomo (non ho ancora conosciuto una donna che lo abbia mai fatto) che non solo contempla nella tazza i residui non espulsi, ma che deve anche metterci le mani e il naso....Infatti questo è propriamente un “mestiere da uomo” che, come essere “sporco”, è autorizzato a farlo.
Non si creda però che in questa situazione la donna sia a proprio agio !
Essa invece è molto ma molto a disagio perché diventa conscia che un suo attimo di sbadataggine è andato a vanificare tutte le attenzioni, le precauzioni, e le vergogne psicologiche di cui sopra.
Ovviamente l’ uomo ha prima istruito l’ equipaggio (donna/donne comprese) sulle posizioni delle valvole e sull’ uso del pistone (sarebbe veramente un gran pirla se non lo avesse fatto); ma il problema nasce lo stesso proprio nel caso lui l’ abbia fatto, ma lei non abbia messo in pratica dette istruzioni.

Le donne (quasi tutte le donne) hanno molti neuroni che funzionano continuamente e l’ individuazione della posizione della leva che determina se la valvola è aperta o chiusa è cosa di scarsa importanza rispetto a tante altre cose che al momento della spiegazione-dimostrazione occupavano le varie connessioni neuronali femminili; non solo, ma il fatto di dimostrare di non aver capito chiedendo ulteriori chiarimenti al momento della dimostrazione diventa ammissione di debolezza di fronte all’ uomo che ha appena dato istruzioni; pertanto la donna considera che sia meglio fare finta di aver capito lasciando al caso le eventuali conseguenze.

L’ uomo le conseguenze le sa (soprattutto quando si trova ad aver già eseguito una volta l’ intervento di inversione della tricuspide) e quindi si dimostra in genere molto motivato e disponibile a fare la verifica dell’ apertura delle valvole anche un momento prima che il wc venga usato ma, per le ragioni più o meno bibliche di cui sopra, la donna non la chiede mai.
Quindi la donna si nasconde nel wc, evacua e pompa lo stesso, valvole o non valvole.
Naturalmente al guaio poi si succederanno i “mi dispiace”…”guarda che guaio”…”se avessi saputo”…ecc., che in realtà sono del tutto sinceri ma disperatamente ritardatari.
Questo è più o meno ciò che succede nel rapporto tra la donna e il wc marino e, credo ne conveniate, è un rapporto di inimicizia che potrebbe avere ragioni risalenti al Vecchio Testamento.
Comunque vi sono dei casi isolati in cui, nonostante qualsiasi donna disponga di tanti neuroni che sanno lavorare in simultanea, essa è in grado di prestare la massima attenzione alla posizione delle leve delle valvole durante le istruzioni (in quei momenti riesce a interrompere i circuiti che riguardano la scelta della crema solare, la data di scadenza delle mozzarelle, la scelta del costume, la decisione di fare il bagno o meno, la data della seconda mestruazione della figlia) e la posizione di valvola aperta viene correttamente memorizzata.
Questa donna non creerà alcun problema e il rapporto col wc marino risulterà di piena e fattiva collaborazione: ella non schiaccerà la testa ad alcun serpente e questo non cercherà di morderle il tallone; in altre parole il rapporto con i prodotti del proprio metabolismo fisiologico sarà trattato come un contratto di assicurazione della macchina, quindi di esso renderà note le clausole e i pagamenti all’ uomo che curerà serenamente solo la periodica manutenzione dell’ indotto, senza trovarsi a dover eseguire in emergenza interventi a cuore aperto sulle valvole in esso contenute....(cardiochirurgia idraulica).

Peccato che donne così, capaci di far funzionare tutti i neuroni ma nello stesso tempo anche di riuscire a distinguerne un processo alla volta, siano estremamente rare !

  Ora per farmi perdonare (spero) da tutte le lettrici, moglie compresa, e per festeggiare il 13esimo compleanno di questo sito vi invito a fare un click sul seguente link.

13 ANNI



La casa editrice San Paolo che ha trovato questo libro così interessante e attuale
da assumersene gli oneri di edizione e distribuzione
mi ha assicurato che esso uscirà nelle librerie il 22 febbraio;
si potrà acquistare anche in internet, basterà digitarne il titolo su un qualsiasi motore di ricerca.

Non è un libro ad uso solo dei Cristiani,
è un libro destinato a tutti coloro che hanno problemi di convivenza di coppia,
o che li hanno avuti o che li avranno.
Con  un ritmo vivace ed anche umoristico,
questo libro aiuta a scavare dentro le nostre coscienze
per cercare di facilitarle in quello che oggi viene chiamato "discernimento".
Essere in grado di valutare prima di scegliere non è per nulla facile,
soprattutto se invece di scegliere una barca si sceglie un compagno/a di vita,
perché la valutazione è sempre un limite molto soggettivo e quindi molto impreciso.
Ma, anche nell' errore, imparare ad accettare i propri limiti è essenziale......aiuta a rialzarsi!
Scrive l' editore (bontà sua):
"Una storia fresca e agile, ricca di spunti
che sorprenderà sia per lo stile che per la concretezza
delle cose in gioco nella vita comune dei coniugi
che spesso obbliga a cercare strade per riproporre l' amore
anche quando esso fatica ad esprimersi.
Un libro che fa pensare le coppie in crisi
e anche quelle che camminano in armonia
e anche quelle che giudicano, spesso non sapendo".

Oltre a ciò a mio parere in questo libro c'è un capitolo
che andrebbe assolutamente letto proprio da tutti,
in particolare da coloro che - soprattutto oggi- trovano difficoltà ad accogliere...
Infatti per trascorrere una vita più bella possibile è indispensabile "capire".
 

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