ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
FEBBRAIO 2020
2006 - 2020  ... 14 anni    
Buon compleanno, nauticautile !
Quattordici anni di “Nauticautile”. 
Centosessantotto articoli più o meno riusciti sulla navigazione da diporto.
Foto, filmatini, cose scontate, cose interessanti, baggianate, …cose insomma…
Il mio ritratto, se vogliamo, della mia passione per il navigare…              

Chissà cosa ne resterà…
Un apostrofo azzurro tra le parole “un po’ di  libertà”.                    

…Ora basta, sennò rasento il livello delle cartine per avvolgere i cioccolatini alla nocciola!

 


 
DIVAGAZIONI SUL MOSE
OGGI

             
Sull’ onda emotiva della grande acqua alta di Venezia del 12/13 novembre sono stato invitato da Rete Veneta a partecipare alla trasmissione “Veneti schiacciati dalla Crisi” del 18 novembre u.s. condotta dalla giornalista Mirella Tuzzato.
Parlo di onda emotiva perché, come sempre succede in Italia nel campo dei lavori pubblici, non riusciamo MAI a fare prevenzione, ma sempre dobbiamo fare i conti con le disgrazie.
Anche la stessa parola “disgrazia” non va bene, perché è come ammettere che la natura ce l’ abbia con noi e faccia di tutto per farci scappare qualche morto e farci spendere un sacco di soldi, senza considerare che (forse) una qualche responsbilità ce l' abbiamo anche noi.
Durante la trasmissione che è durata due ore e che se ne avete la voglia e la pazienza potete consultare col vostro computer sul seguente link

http://www.reteveneta.it/Video.aspx?search=veneti_schiacciati
ho avuto sì la soddisfazione di dire ciò che penso su questa opera (e non solo), ma ho anche avuto la gioia di parlare telefonicamente col prof. Luigi D’ Alpaos che quando ero studente di ingegneria a Padova era assistente del prof. Augusto Ghetti (quello per capirci che fece la perizia sul limite di invaso per la diga del Vajont, poi purtroppo inascoltato sempre in nome del dio Danaro con le conseguenze che tutti noi conosciamo e che per ricordarvi lascio alle seguenti due immagini del paese di Longarone il giorno dopo…).

 

Anche il prof. D’ Alpaos, nella sua carriera accademica, fece appelli che non vennero mai ascoltati.
Naturalmente chi avrebbe dovuto ascoltare era (ed è) la classe politica e amministrativa del nostro Bel Paese (e del nostro bel Veneto).
Ma purtroppo OGGI non si tratta più dei nostri quattro politici di turno che non ascoltano la scienza e i tecnici (che invece quella perseguono e a quella si ispirano) e che intascano fior di mazzette e somme girate dai beneficiati di incarichi che loro stessi hanno dato, no, si tratta piuttosto dei politici a capo dei grandi paesi, quelli per intenderci che assommano estensioni immense e immense masse di persone, come gli Stati Uniti, la Cina, l’ India…
Principalmente questi sono i responsabili dei danni che inevitabilmente arrivano anche a casa nostra, ma noi pure abbiamo quotidianamente la nostra dose di complicità, visto che abbiamo sconsideratamente accettato da anni di sprecare energia.
"Mea culpa" dovremmo dirci, ogni giorno: lo spreco di energia lo attuiamo infatti ogni giorno, in ogni momento della nostra vita, purtroppo senza più ormai rendercene conto.
Dai computer sempre accesi, ai telefonini sempre collegati, alle auto sempre più ingombranti, alla pretesa di vestire sempre allo stesso modo sia d’ estate che d’ inverno…tutto compone a consumare sempre più energia e, siccome consumarla significa anche produrla, siamo diventati tutti degli enormi “divoratori di energia”.
"Eh, indietro non si torna" sento sempre ripetere quando affronto questo argomento..
Il grossissimo guaio è che tutta questa energia non lascia il nostro pianeta, ma vi resta ingabbiata sotto forma di aumento di temperatura ambientale globale (per qualche addetto ai lavori si tratta del 3° principio della termodinamica).
Questo comporta che OGGI le masse d’aria possano acquistare sempre più energia e la scarichino sotto forma di precipitazioni e venti sempre più devastanti.
Nelle occasioni in cui su queste pagine mi sono dedicato alla meteorologia, ho sempre sottolineato come i “cambiamenti climatici” non avvengono con la lentezza del susseguirsi delle ere (qualche secolo, se non di più), ma con la rapidità di un lustro (un quinquennio, o poco meno).
Per esempio la crescita del livello medio del mare misurata rispetto allo zero idrometrico di Punta della Salute a Venezia è stata di   +24,1 cm nel 2007     +27,8 cm nel 2008      +33,4 cm nel 2009     +40,5 cm nel 2010
. 
Qualcosa di pazzesco!


EMISSIONI DI CO2 DAL 1960 E TREND DI SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI

La faccenda dello zero idrometrico è una cosa molto seria alla quale non diamo mai l' importanza che invece diamo alle balle propagnadistiche raccontate dal politico di turno per accaparrarsi qualche voto in più; Venezia, quasi alla sommità dell' Alto Adraitico, è da secoli sede di misure e misure che hanno senso solo se viene definito uno zero; questo è stato definito "solo" nel 1897 e si trova a Punta della Salute, a Venezia appunto.
Un qualsiasi diagramma di marea riporta la linea orizzontale del medio mare riferita allo zero idrometrico di cui sopra (in azzurro), ma appare oggi col suo andamento armonico periodico traslato verso l’ alto di una trentina di cm rispetto a tale riferimento (in arancio).

Pertanto dal 1897 il livello medio del mare è salito (eustatismo) e il livello del suolo sotto Venezia è sceso (subsidenza), portando al risultato finale a quei valori complessivi di cui sopra.
Non ci vuole un genio per capire che, se anche non si verificassero più aumenti di subsidenza, questa tendenza all' eustatismo continuerà fintatoché Americani, Cinesi, Indiani, Europei, Italiani, Veneti, Veneziani ecc. ecc. non consumeranno di meno, cioè “raffredderanno” un po’ il pianeta.
Quali sono le conseguenze di questo “non voler tornare indietro”?
Il livello medio del mare si alzerà sempre più, lo scirocco continuerà a soffiare non più a 25 Kn come un tempo ma a 50 Kn (circa 100 Km/h), le depressioni bariche saranno sempre più accentuate e le “acque alte” su tutto il litorale veneto saranno sempre più alte e frequenti.
Questo panorama si avvererà sia che il MOSE funzioni, sia che il MOSE non funzioni.
Il limite di prestazioni per il sistema MOSE è di 180 cm sul livello di cui sopra (che sta già diventando un limite superabile), ma deve funzionare perfettamente e integralmente nel suo complesso di elementi discontinui.
Se funzionasse parzialmente, cioè per esempio se qualche suo elemento non galleggiasse affiancandosi perfettamente agli altri, potrebbe crearsi un flusso di marea entrante su quell’ elemento; ma allora anche quello vicino si abbasserebbe, instaurando probabilmente un "effetto domino" che vanificherebbe il sistema.
Se invece proprio non funzionasse resterebbe tutto come è ora, con l’ aggravio di eventi sempre più forti e frequenti.

Se volete conoscere il mio parere in merito al funzionamento del MOSE (e non solo) vi invito a seguire la trasmissione del 18 novembre sul link che vi ho indicato sopra, ma ve lo risparmio.
In definitiva, lasciando perdere il disprezzo per i politici e gli amministratori già indagati e condannati che non mi risulta siano né negri né meridionali, il probelma tecnico è il seguente: considerato che per quattro volte al giorno sopra le cerniere delle paratoie mobili (che sono poggiate sul fondo) ci passa l' acqua a velocità variabili ma più che sufficienti a spostare la sabbia, considerato che occorre tenere in massima efficienza dette cerniere, considerato che le paratoie sono in numero di diverse decine, considerato che si trovano a 12 m di profondità per la bocca di Lido e a 14 m di profondità per quella di Malamocco, considerato che è impensabile operare la pulizia delle stesse cerniere con una squadra di palombari muniti di scopetti a idrogetto per la sabbia e/o scalpelli per gli organismi animali...tutto ciò considerato come verrà fatto il mantenimento dell' efficienza delle cerniere?
E se venisse fatto non simultaneamente ma a lotti successivi, come possiamo essere sicuri al 100% che
al momento dell' alta marea tutte le paratoie si troveranno con le cerniere in efficienza e quindi capaci di sollevarsi tutte insieme?

Il funzionamento o meno del MOSE riguarda però solo Venezia, Chioggia e le isole della laguna (che comunque non è poco, visto che solo Venezia con i suoi monumenti indorati rappresenta una grossa fetta del nostro P.I.L.), ma resta da considerare anche la situazione per tutto il litorale veneto con le spiagge e i porti turistici che lo compongono.
Dal Polesine in su, Albarella, Rosolina Mare, Sottomarina, Pellestrina, Lido di Venezia, Cavallino, Jesolo Lido, Eraclea Mare, Duna Verde, Altanea, Porto Santa Margherita, Caorle, Brussa, Bibione, costituiscono un insieme quasi continuo di stabilimenti balneari e di darsene.
Succede che ad ogni verificarsi di un evento “forte” sparisce la spiaggia e tutte le strutture balneari vengono danneggiate.
E qui, MOSE o non MOSE, non c’è nulla da fare, a meno che non si difenda tutto il litorale con dighe in scogliera parallele e/o alternate alla costa che facciano rompere le ondate prima del loro arrivo in spiaggia.
Anche qui idraulicamente ci sarebbe da dire parecchio, ma mi limito alla digressione seguente che può essere di una qualche utilità anche per il diportista...

DIGRESSIONE FRANGENTE
Un’ onda marina si studia attraverso la definizione di vari parametri (su questo vi ho abbondantemente annoiato negli articoli di Settembre 2019 e Ottobre 2019); in quell’ occasione riportai la relazione H/L = 0.14 che definisce il rapporto tra altezza d’ onda e lunghezza d’ onda affinché essa non franga.
Questo però vale in acque profonde, per onde formate dal vento.
Ma quello che non vi ho ancora scritto è una formuletta semplice semplice che definisce invece quando un’ onda rompe in conseguenza del fondale che sale, cioè quando si approssima alla riva.
H/D = 0.78, significa che sopra un fondale di 1 m è costretta a frangere un’ onda alta 78 cm.
Questo può torna utile se si sta navigando in acque profonde con moto ondoso rilevante e si voglia entrare in porto.
Stimando l’ altezza delle onde e conoscendo la profondità del mare all’ ingresso del porto, si può prevedere se si avrà a che fare o meno con frangenti all’ imboccatura del porto stesso.
Per esempio se sto navigando con un moto ondoso di 2 m devo aspettarmi dei frangenti sopra un fondale di 2.5 m; la consultazione della carta nautica o del pianetto del porto mi darà una stima di ciò che mi aspetta…
FINE DELLA DIGRESSIONE FRANGENTE

Oppure, lasciando pedere la meccanica delle onde, non si voglia tornare a "raffreddare" il pianeta.
Già, ma chi lo fa?
Chi torna indietro, OGGI?
Quale politico se la sentirebbe di rincorrere OGGI un P.I.L. in regressione non imposta, ma bellamente cercata?


CONSUMO DI ENERGIA DAL 1960 E CORRISPONDEDNTE AUMENTO DELLA TEMPERATURA MEDIA

I Russi hanno fatto una colletta di un milione di Euro in favore di Venezia.
I Veneziani hanno richiesto l’ esborso di un Euro ad ogni turista per tutto il 2020 in favore di Venezia.
Bello!
Ma cosa significa “in favore di Venezia”?
Mettere una pezza su un copertone che l’ anno seguente avrà bisogno ancora di un’ altra pezza?
Non varrebbe la pena, piuttosto, che “in favore di Venezia” ce ne andassimo a lavorare in bicicletta?
Che i nostri figli andassero a scuola a piedi o con l’ autobus, invece che accompagnati in auto?
Che sopportassimo il caldo d’ estate, invece che attaccare il climatizzatore?
Che ci mettessimo il maglione di lana d’ inverno anche in casa?
Che telefonassimo meno e ci mandassimo meno messaggi restando meno connessi?
Che mangiassimo alimenti prodotti vicino a casa nostra?
Che non pretendessimo di ricevere già il giorno dopo un acquisto fatto in rete?
Sono tutte occasioni di far funzionare di meno motori e far spostare di meno carrozzerie nell’aria...Ma nello stesso tempo sono anche occasioni di ridurre il P.I.L. e diminuire posti di lavoro per l’ industria e il commercio.

Ma OGGI non si tratta più solo di muovere meno veicoli per respirare aria meno inquinata come fino a qualche anno fa, ma anche di non avere più la casa inondata dal mare o da un fiume o demolita da una frana o da una valanga.
Per noi diportisti significa andare incontro ad un meteo più prevedibile, a dei temporali meno catastrofici, a delle darsene più sicure... Non è uno scherzo: i danni riportati nelle darsene in Alto Adriatico lo scorso novembre sono stati enormi. Non voglio fare il Cassandro di turno, ma perdere la barca ormeggiata dove si pensava fosse al sicuro sta diventando sempre più probabile.

Ciò che fa veramente paura è che in questo clima (è proprio il caso di usare questa parola) l’ ultima demenziale pubblicità della Mercedes vanta un SUV da 510 Cv per andare da 0 a 100 Km/h in 3.8 s…Con il 4.0 V8 biturbo da 510 CV, la Mercedes GLC AMG 63 sfodera potenza e coppia da vera sportiva”.
Anche Ferrari ha presentato il modello "Roma" con otto cilindri da più di 600 CV che mi permetteranno di raggiungere i 100 Km/h in 3.2 s!

Karo amiko, ma sai cosa me ne faccio di andare da 0 a 100 in 3.8 s quando la mia casa è da buttare e le colonne della cripta di San Marco corrose dal sale hanno ceduto?
Karo amiko, hai pensato che se viaggi con 510 CV collabori al crollo dei monumenti fregandomi la parte del P.I.L. che mi arriva dal turismo?
Karo amiko, piuttosto della Mercedes o della Farrari offrimi una bici carenata che mi porti a fare la spesa consumando appena qualche milliWatt…
Karo amiko, non credi che sia il momento di kambiare marcia?
Karo amiko, ma che esempio stai dando ai tuoi figli?
Karo amiko, non vedi che ragionano meglio di te?
E non lo fanno domani, ma

OGGI !

"IL 12 DI QUESTO MESE..."   letterina a mio padre
   Mio carissimo papà,  il 12 di questo mese saranno cent' anni che sei nato. 
Sono già 34 anni che ci hai lasciato e per i lettori di questo sito non rappresenti nulla; tuttavia la tua vita e i tuoi insegnamenti so che sarano importanti anche per chi vorrà leggere queste righe; spero il lettore mi perdonerà se userò questo sito di nautica per ricordarti.
L' 8 settembre 1943 avevi solo 23 anni ma le vicissitudini di una guerra, come sempre voluta da pochi e combattuta da molti, ti hanno caricato su un carro bestiame e ti hanno deportato in un campo di concentramento nazista in Polonia.
Hai sempre avuto l' amore e il buon senso di non raccontarmi nulla di quei miserabili anni, durante i quali per sopravvivere hai mangiato erba e un paio di stivali fatti bollire nell' acqua. Ciò mi ha fatto capire molto bene perchè in seguito ti arrabbiavi quando in tavola avanzava anche solo una briciola di pane...
Inoltre mi ha fatto capire molte ma molte altre cose che, consciamemte o no, mi hai trasmesso: come l' insofferenza per il potere e la violenza, la nausea per il fanatismo politico, la diffidenza per il popolo tedesco, l' apprezzamento per l' anarchia.
Il fondamento della tua educazione è stato il rispetto per il diritto di vivere e di esprimersi sia mio che degli altri perché, quando parlavi di anarchia, dicevi sempre: "la libertà è fare ciò che vuoi rispettando la stessa cosa negli altri"...concetto molto ma molto difficile da mettere in pratica, ma nello stesso tempo talmente bello da diventare sacro
Un concetto che dovremmo tutti tenere stampato nella mente quando ci accendiamo una sigaretta, o permettiamo al cane di cagare sul marciapiede, o saremmo tentati di frodare il fisco...
La sacralità nel concetto di anarchia sta nel rispetto della fratellanza, che all' antitesi sostituisce la complicità, al confronto preferisce la collaborazione.
E' un qualcosa che va ben oltre sia ai partiti politici che alle religioni: ma come farlo capire a quanti preferiscono vivere nell' ignoranza e, invece di ragionare autonomamente, si affidano a pochi sbraitanti balordi travestiti da politici o da santoni?   E di tali ignoranti in giro per il mondo, purtroppo, OGGI ce ne sono sempre di più.
Ogni volta che rileggo il capitolo 14esimo di "Tre uomini a zonzo" di J.K.Jerome (famoso scrittore umoristico inglese autore anche di "Tre uomini in barca, per non parlar del cane") penso a te...e non solo: circa 15 anni prima del Nazismo Jerome scriveva: "Finora il tedesco ha avuto la somma fortuna di essere ben governato; se continua così, per lui le cose andranno a gonfie vele. I guai cominceranno, però, quando per un caso qualunque si guasterà qualche ingranaggio della macchina di governo."
Come penso ancora a te quando leggo ciò che
Giovanni Guareschi (autore di Don Camillo e Peppone) rispose a sua moglie Margherita che, quando lo accolse di ritorno dal campo di concentramento dove era stato rinchiuso dai nazisti e dove aveva perso 46 chili, gli disse: ”Sembra che tu la guerra l’ abbia vinta!”
Sì - rispose lo scrittore - mi sento un vincitore perché in 25 mesi sono riuscito a non odiare nessuno!”
Da te, carissimo papà, mi sono sentito amato più che da qualsiasi altra donna io abbia incontrato nella vita.
Tu mi hai desiderato e cercato, volevi fortissimamente un figlio e, una volta tornato dal campo, questo è stato l' ideale della tua vita: diventare padre....
...E un bravissimo papà lo sei propio stato.
Come vorrei che OGGI tanti altri uomini sentissero forte questo stesso desiderio e riuscissero a portarlo a termine come hai fatto tu: rincorrere meno i soldi, non bramare al successo, avere meno beni, caricarsi più responsabilità, vivere con più impegno, fare più fatica ma diventare papà!
Se facessimo più figli forse le chiese non sarebbero così vuote... forse resteremmo davvero più giovani...e forse la previdenza sociale avrebbe più risorse.

Non so come ringraziarti per avere sofferto, per essere tornato, per avermi voluto, per avermi educato, insomma per avermi amato. A presto, papà!

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