ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
GENNAIO 2018

CANTIERI, CANTIERI....e buona politica

Avevo lasciato l’ amico Giorgio Minganti lo scorso luglio 2017 dopo il brutto incidente che era capitato all’ ormeggio di Olbia al suo Comet 111.
Giorgio mi ha scritto ancora per raccontarmi l’ incalzare degli sviluppi sulle riparazioni effettuate e sulla serie di imprevisti che ne sono succeduti….
Essendo una storia molto istruttiva, lascio a lui la parola.


“...Naturalmente per potere effettuare le riparazioni allo specchio di poppa e alla giunzione tra coperta e guscio di dritta ha portato la barca in un cantiere, dove per quest’ ultima hanno dovuto procedere anche allo smontaggio di alcune parti di arredo interne.
Ultimato il lavoro la barca è stata portata in bacino per il varo e….

Il cantiere si è reso disponibile a cambiare gratuitamente l'albero addossandosi completamente la colpa dell'incidente. Non avendo fiducia del cantiere che di barche a vela (per loro ammissione) ne sapevano poco, ho preferito interessarmi di persona.
Pensa che per togliere le draglie (in mia assenza) invece di svitare i tenditori hanno tagliato il cavo di acciaio !

Ho contattato la Nemo, devi sapere che conosco Magalotti forse da 40 anni (anche tu hai un Comet e non dico altro) e ho chiesto un preventivo: 10.000 euro più IVA.
Non intendendo spendere quella cifra mi sono interessato altrove e alla Tibermast di Fiumicino ho trovato un albero molto lungo, della stessa sezione del mio ma spezzato, che hanno proposto di sistemare secondo le misure date.
Il mio albero normale era ungo 14,20 mt.
La Tibermast ha tagliato la parte inutilizzabile, ha aggiunto un mancione interno, l'ha rivettato e l'ha reso più robusto del mio.
Unica licenza che mi sono preso e che desideravo da tempo è stata la richiesta di due ordini di crocette. 
Ora da tecnico puoi dire quello che vuoi ma dato che mi ero messo in testa di vendere la barca, la cosa mi stava bene così.
Prezzo per albero, sartie nuove, illuminazione ecc. 3500 euro + 500 di spedizione ad Olbia dove c'è la barca.

Torno un'altra volta per completare il lavoro: mi reco alla Nemo ed acquisto i pezzi di canalina dell' avvolgifiocco piegati (più del 50%), nel frattempo faccio controllare testa e tamburo.
Magalotti mi regala uno strallo nuovo !!!!
Torno in Sardegna dopo aver ricevuto l'albero nuovo poggiato di fianco alla barca.
Comincio a montarlo, crocette, sartie, cavi elettrici, antenne e comincio a preparare il boma per il montaggio.
Tolgo il copri-randa, il ragno, la randa e...Sorpresa !!!

Dopo il primo momento di smarrimento telefono alle Tibermast e con un colpo di fortuna riesco a trovare un profilo della stessa (circa) dimensione del mio…800 euro e me lo spediscono in Sardegna.
Monto almeno l'albero, chiamo la gru che solleva l'albero lo posiziona sulla sua base già montata ma quando andiamo a stringere i tenditori ci accorgiamo che entrambi i filetti sono destri !
Ri-smontiamo l'albero e lo rimettiamo a terra, smontiamo i perni di coperta e li portiamo da un tornitore chiedendoli uguali ma con filetto sinistro.
Consegna dopo 10 giorni.
Lascio tutto e torno a casa.
Ritorno ad Olbia dopo 10 giorni all'inizio di agosto, ritiro 6 perni filetto sinistro (200 euro) li monto, richiamo la gru e rimonto albero e boma.
Questa volta va tutto bene.
Mi restano da montare le vele...speriamo di non doverle modificare !
In pratica ho fatto primavera estate Ferrara - Olbia !
Oggi ho venduto la barca.
Ho chiesto 20.000 euro (prezzo rottamazione); un po’ con l'assicurazione del cantiere ed un po’ con l'assicurazione della Lega per gli inconvenienti della mareggiata penso di aver preso il giusto prezzo.
A metà settembre la trasferirò ad Ischia sede del nuovo proprietario.

Agli inizi di settembre varo della barca: in navigazione a motore la barca non va: problemi all'elica troppo carica….
Risolleviamo la barca e cambiamo passo all'elica dopo aver chiamato la Max-Prop e averci fatto dare il passo ideale (500 euro concordati).
Ora va bene e anche se ancora un po’ carica arriva a 7 nodi.
Venerdì 8 e sabato 9 settembre il meteo prevede una finestra di bel tempo sul tirreno: onda di 1 metro e vento SW di 15 nodi.
Ideale.
Venerdì ore 5 partenza, 1 ora e siamo fuori dal porto e scapolato l'isola di Tavolara.
Issata la randa ed aperto il fiocco ci accingiamo ad attraversare il tirreno.
Il vento di SW comincia ad alzarsi e ci permette un bel traversone.
A poco a poco aumenta fino ad arrivare nel pomeriggio sui 20/25 nodi facendoci fare una velocità di 7,5/8,2 nodi.
La barca è perfetta forse un pelo troppo invelata ma cavalca benissimo l'onda (sembra non ci sia) e di notte non me la sento di dare una mano di terzaroli...va bene così.
Alle 5 cala tutto e dobbiamo accendere il motore su un mare "forza moquette"!
Arriviamo a Ischia Porto alle 12, ben 7 ore prima del previsto, con una media di circa 6,5 nodi.
Non male no?
Ora la barca è là che tende una mano al cielo lontano.
Finisce così per me un'era...
Ciao Marco”.


Mi pare che a Giorgio sia capitato di tutto e soprattutto mi pare che se la sia cavata molto bene.
Mi sento molto coinvolto nella sua storia perché è più o meno quel che succede a noi tutti quando ci consentono di andare a votare.
Noi crediamo di esercitare quell’ unico diritto di scegliere (accompagnato ogni giorno da tanti e tanti doveri) e crediamo anche che quel nostro voto conti qualcosa…(la chiamano democrazia, cioè governo del popolo).
Purtroppo la realtà è ben altra cosa: chi pensiamo di aver scelto a rappresentarci nulla è che una casta ristretta di attori che, recitando la parte degli avversari l’ un contro l’ altro armati, si accorda invece continuamente per restarsene lì a riempirsi di privilegi curando esclusivamente i propri interessi.
Così le leggi elettorali, i referendum, le commissioni parlamentari hanno solo e solamente quello scopo.
Mi dispiace veramente essere arrivato a tale conclusione, ma mi sono convinto che ciò che conta non è il regime politico (democrazia, dittatura, oligarchia, regno), né la nazione (o la regione o la provincia o il comune o il proprio giardino) cui si appartiene o che ci amministra…quel che conta è l’ onestà e il senso civico delle persone.
Non so voi, ma io preferirei di gran lunga issare una bandiera diversa da quella dello stato in cui sono nato ed essere governato da due magrebini onesti, piuttosto che issare il vessillo della mia regione ed essere governato da pregiudicati o furfanti in attesa di giudizio o semplicemente da furbacchioni parassiti: affidare la propria vita e i propri beni ad altri che si dichiarano più esperti di te scoprendo poi che sono invece dei malintenzionati capaci solo di metterti nei guai o addirittura rovinarti la vita, quale fiducia può darti per il tuo futuro e per quello dei tuoi figli ?
Non chiedetemi esempi, perché solo citare i fallimenti delle politiche previdenziali, o urbanistiche, o energetiche, o di interventi infrastrutturali non ultimati (gettando via il frutto delle nostre fatiche quotidiane) che si sono succeduti da quando sono nato ad oggi mi fa male al cuore !
Così per Giorgio e la sua ex barca: l’ esempio mi pare che lasci pochi dubbi su ciò che può capitare dando la propria fiducia agli altri…
E’ fondamentale capire che a qualsiasi barca la terra fa proprio del male !
Tutto ciò che la avvicina ad essa (come le attrezzature portuali) o che la solleva (come le gru e i travel-lift) o che la sostiene (come gli invasi e i piazzali) sono per la barca sempre potenziali fonti di pericolo.
Quindi se è bene prestare attenzione quando si naviga, il massimo delle attenzioni lo si deve porre in essere quando si ormeggia e si movimenta la barca a terra.

Ogni anno in giro per le darsene e i cantieri succedono incidenti simili a quello che è capitato alla barca di Giorgio…. e va anche bene quando non vengono coinvolte le persone !
A parte la competenza degli operatori nella manovra dei mezzi di sollevamento (e la revisione di questi ultimi, se fatta, se non fatta, se fatta con un collaudatore scrupoloso, se fatta con un collaudatore corruttibile e corrotto, ecc…), lo stesso posizionamento della barca su un invaso piò essere fonte di danni.
Immaginate la differenza di modulo di elasticità che esiste tra la vetroresina di uno scafo, l’ acciaio delle parti dell’ invaso e il terreno dove questo poggia.
Scusate se torno ancora su E (il modulo si elasticità appunto) ma la capacità di deformazione di un materiale è il semaforo che ci dice se esso si danneggia no quando viene a interagire con un materiale diverso.

E per l’ acciaio vale 2.100.000 Kg/cmq, per la vetroresina vale circa 60.000 Kg/cmq, per il terreno quasi non esiste nel senso che questo non è elastico (cede se è argilloso deformandosi e spingendo fuori l’ acqua senza tornare più alle dimensioni originarie) e comunque può valere solo qualche unità di Kg/cmq (da 0.8 a 9 - Terzaghi) a seconda del tipo di terreno.
E’ comprensibile che una stessa sollecitazione (intesa come pressione su diversi materiali) provocherà in essi deformazioni inversamente proporzionali ai rispettivi E.
L’ acciaio quasi non si deformerà, la vetroresina lo farà 35 volte di più, il terreno 6000 volte di più.
Riuscite ad immaginare le sollecitazioni e/o i danni su un guscio di vetroresina se un punto dell’ invaso cedesse di tale entità ?

Per fortuna le aree di contatto tra questi tre materiali diversi non sono le stesse, nel senso che l’ area di diffusione tra terreno e invaso (base dell' invaso) è di gran lunga più grande di quella tra invaso e scafo (piastre di diffusione)… e che talvolta, ma non sempre, sotto l’ invaso c’è una platea di calcestruzzo invece di un piazzale in pietrisco.
Ma quale operatore ha conoscenza di ciò e stima o sa stimare ciò che può succedere ?
Pochi, credo.
E ancora, i piazzali hanno tutte le stesse caratteristiche geotecniche in tutti i punti ?
Difficile crederlo.
Eppure noi armatori o skipper affidiamo sempre al personale di cantiere la custodia, il sollevamento, la movimentazione e il ricovero della nostra barca.
Anzi, spesso ci cacciano perché per la sicurezza non siamo autorizzati a “stare nel raggio di azione della gru” (cosa buona e giusta).
Io ho notato più volte che il guscio della mia barca va soggetto a sollecitazioni così forti da produrre deformazioni (per fortuna elastiche) laddove le piastre di diffusione dell’ invaso toccano la vetroresina… e ciò succede dopo qualche settimana che la barca è stata posizionata a terra, proprio perché il terreno si deforma sotto l’ invaso più in alcuni punti piuttosto che  in altri.
Le onde del mare non sono in grado di produrre le stesse sollecitazioni, ma la terra sì !
E’ proprio la stessa cosa che facciamo (o meglio siamo costretti a fare) ogni giorno con i politici, ai quali affidiamo le nostre esistenze e i nostri beni: sono essi in grado di gestirli in modo opportuno col loro legiferare ?

Per fortuna quando le barche sono lontane dalla terra ci sanno regalare momenti sereni.

Come fare in modo che  succeda la stessa cosa nei riguardi delle malefatte dei politici ?

 

BUON 2018 A VOI TUTTI, SOPRATTUTTO A GIORGIO

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