Trovo
giusto dedicare almeno uno dei miei articoletti all’ isola di Pellestrina anche
perché, oltre che essere un bel posticino, pare che tutti coloro che portano il
mio cognome vengano da lì.
L’
isola di Pellestrina è quasi uno scherzo della natura.
Nemmeno
il Giappone (l’ Impero del sol levante) gode della grandiosità di vedere da
ogni suo punto sorgere il sole dall’ acqua e poi vederlo anche tramontare in
acqua, ma è ciò che succede ogni giorno sull’ isola di Pellestrina.
L’
isola di Pellestrina è stretta e lunga; è molto, molto stretta e anche abbastanza
lunga ed è orientata quasi esattamente per nord-sud, come l’ ago di una
bussola.
A
levante si oppone alle onde del mare Adriatico, a ponente fa da cornice alla
laguna Veneta.
Una
unica strada la percorre e per un bel tratto questa isola è così stretta che
non ce ne starebbero due.
Una
unica diga, o meglio un argine, la difende dalle onde provocate dalle burrasche
di Scirocco: i Murazzi.
Una
volta pare che fosse composta da due isole e che tra di esse vi fosse un
ulteriore accesso alla Laguna, oggi non più esistente; tant’ è che esiste oggi
una località di nome Porto Secco.
Ma
sono solo due le località che raggruppano un po’ di case e che si possono di
fatto definire “paesi”: San Piero in Volta più a nord e Pellestrina più a sud.
La
vita è così semplice da apparire spartana: il sole sorge e tramonta tra mille
riflessi su una terra così galleggiante da apparire sempre in navigazione sospesa
nel nulla.
Si
pesca e si gioca a carte.
Si
fa il bagno in mare in un’ acqua che sia la lontananza delle foci dei fiumi che
lo scherzo delle correnti mantiene sempre trasparente.
Si
vive con l’acqua salata del mare che è sempre in movimento ma che è sempre la
stessa da una parte, e con l’ acqua salmastra della laguna che è sempre ferma
ma che non è mai la stessa per il flusso continuo delle maree dall’ altra.
La spiaggia di Pellestrina ha acque sempre limpide ed è quasi del tutto deserta
L’
esuberante bellezza degli edifici di Venezia e la scontrosità della sua gente
abituata ad essere assalita dai turisti qui sono cose molto lontane…
Il
turista nell’ isola di Pellestrina si sente a casa sua, perché con gli abitanti
condivide l’ umiltà della vita.
Il
turista a Venezia si sente sopportato, perché un istante dopo che se n’ è
andato ne arrivano tre che vogliono prendere fisicamente il suo posto...
Qui
no.
Il bacino di San Marco a Venezia e uno scorcio di Sa Pietro in Volta a Pellestrina
Il
turista qui diventa un tutt’ uno con gli isolani.
Anche
l’ abitato di Pellestrina è diviso in Sestieri, come Venezia, ma qui essi sono
solo quattro e hanno il nome dei quattro cognomi che formano la popolazione di
questo lembo di terra: in ordine alfabetico Busetti, Scarpa, Vianello e
Zennaro.
Non
è un caso che uno di questi sia anche il mio cognome.
Una casa di San Pietro in Volta
Per
il diportista l’ accoglienza è legata al pescaggio della sua barca.
Con
una barca che pesca meno di 1 metro ogni posto è buono, esistono banchine in
muratura o pontili in legno (lato lagunare) in entrambi i due paesi, sia
davanti alle abitazioni che davanti ai ristoranti.
Se
il pescaggio è oltre 1 m ci sono invece poche possibilità: ci sono tratti di
banchina sia a San Piero in Volta che a Pellestrina che permettono l’ accosto a
barche con queste caratteristiche, ma occorre valutare con lo scandaglio volta
per volta se sia possibile ormeggiarsi.
Occorre
tuttavia tener presente che si è completamente esposti al traffico di
andirivieni tra Chioggia e Venezia che, come una strada statale sull’ acqua, è
sempre intenso: battelli di linea, pescherecci, chiatte da lavoro, diportisti…
ce n’è per tutti i gusti e il movimento va avanti per tutta la giornata e,
qualche volta, anche la notte.
Non
stupitevi di nulla navigando lungo i canali della laguna veneta…può capitare di
incontrare veramente di tutto!
Un altro problema per affiancarsi alle banchine è rappresentato dalle correnti di marea (più sensibili a San Piero in Volta considerata la vicinanza alla bocca di porto di Malamocco): in dipendenza dal flusso e riflusso bisogna accostare sempre con la corrente proveniente da prua.
Una Banchina a San Pietro in Volta con fondale di 2.70 m al medio mare
C’è
una ulteriore accortezza non trascurabile per l’ approdo: esistono nelle
immediate vicinanze alle banchine delle briccole (pali in legno) mozzate sotto
il livello dell’ acqua; esse sono segnalate da un gavitello o da una tanica galleggiante
legata alla sommità della briccola; bisogna starne alla larga.
C’è
infine, poco distante dall’ unico distributore di carburante immediatamente a
sud dell’ abitato di Pellestrina, una piccola darsena banchinata con ormeggio
libero.
In questa darsena i
fondali sono di circa 3 m, ma solo lungo la banchina sud; lungo gli altri lati
sono inferiori ai 2 m.
Esistono
diverse abitazioni da locare, come anche qualche ristorante-locanda che ha
delle camere a disposizione; tra questi raccomando la “Locanda Stravedo” a san
Piero in Volta: non potete perdervi il tramonto estivo in laguna standovene
seduti su un tavolino della locanda!
Tra
i due paesi di San Piero in Volta e Pellestrina c’è anche
il cantiere dell’
ACTV, cioè dei mezzi pubblici di trasporto di Venezia; si tratta
praticamente dell’ "officina degli autobus" di una
città di terra ferma.
Passandoci
davanti (se non si è capito il canale dragato che unisce Malamocco a Chioggia
rasenta sul lato lagunare tutta l’ isola di Pellestrina) è interessante darci
una sbirciatina…
Per
arrivare al’ isola di Pellestrina conviene pernottare alla darsena della
Certosa o di Sant’ Elena a Venezia se si proviene da NE, alla darsena di San
Felice o de Le Saline di Chioggia se si proviene da S.
Tramonto dalla darsena della Certosa a Venezia
La
navigazione lungo il canale lagunare si può fare anche a vela, occorre tenere
presente però che in condizioni di tempo buono (senza perturbazioni
atmosferiche in arrivo o appena passate), la mattina la brezza proviene sempre
da NE, il pomeriggio sempre da SSE.
Data
la ristrettezza del canale (e il traffico) è impensabile tirar bordi di bolina
e pretendere anche che gli altri manovrino per dare la precedenza, pertanto
occorre considerare di navigare solo con le andature portanti: da Venezia a
Chioggia la mattina, da Chioggia a Venezia il pomeriggio.
Navigando
a motore il problema naturalmente non sussiste.
Se
non si è del posto è opportuno astenersi dalla navigazione notturna a meno che
non si disponga di un radar e lo si sappia leggere: imboccare e uscire dai
canali individuandone le briccole e le dame e distinguere i fanali di via degli
altri se sullo sfondo ci sono le luci delle isole è tutt’ altro che facile.
Può
anche capitare che qualche “pratico locale” a bordo di un cofano (barchino
stretto e lungo dotato di fuoribordo sempre super-dotato) se ne vada a spasso a
manetta senza alcuna luce accesa; certo qualcuno può rassicurarsi dicendo che
lui vede i fanali degli altri, ma ritengo sia più prudente che noi diportisti si navighi finché c’è
luce.
E’
bello osservare come anche la laguna sia diversa navigando da Venezia a
Chioggia…dall’ orizzonte ritagliato dai profili dei campanili delle isole di
Venezia e dal moto ondoso incessante senza direzione definita del bacino di San
Marco, si passa quasi istantaneamente all’ aprirsi dell’ orizzonte e all’ acqua
ferma del tratto davanti al Lido fino a Malamocco.
Poi
gradualmente, lambendo l’ isola di Pellestrina, ci si trova con mezzo orizzonte
occupato dalla terra e dalle pietre dell’ isola da una parte e dall’ infinito
lagunare con i profili conoidali dei Colli Euganei dall' altra; infine arriva
Chioggia che è un misto di tutto.
La
parte più larga dell’ isola di Pellestrina è l’estremità meridionale, dove è
presente un bosco sede dell’ oasi Lipu di Cà Roman.
Per
arrivarci c’è l’ autobus, ma direi comunque che il mezzo ideale per percorrere
l’ isola sia senza dubbio la bicicletta (per i meno allenati tenere presente
quanto detto sulla direzione del vento…).
Dal
punto di vista strettamente balneare posso affermare che in tutta la costa
italiana del nord Adriatico non ho mai visto l’ acqua così limpida e così poca
gente in riva al mare.
La
spiaggia è libera da qualsiasi infrastruttura balneare ed è altrettanto libera
da persone.
Trattandosi
di un litorale dell’ alto Adriatico, il fatto è quasi stupefacente ma è
assolutamente reale.
Se
si preferisce arrivarci via terra, e non in barca, è consigliabile servirsi del
treno fino alla stazione di Venezia, quindi prendere il motoscafo pubblico fino
al Lido, quindi l’ autobus che – come in un film di Indiana Jones – correrà
fino a Malamocco, poi salirà sul traghetto e infine raggiungerà San Piero in
Volta e Pellestrina: praticamente un viaggio!
Una
curiosità: la laguna Veneta ha fondali molto ridotti: si parla di decine di cm…
I
canali navigabili, opportunamente dragati a 2.50 – 3 m, permettono il transito
praticamente a tutte le unità da diporto; il bacino di san Marco e i canali per
la navigazione delle navi vanno ovviamente oltre (come quello del Porto di Lido 12 - 6 m, quello di
Malamocco 12 m, quello di Chioggia 8 – 6 m) ; tuttavia vi
sono dei punti all’ interno delle tre bocche di porto dove l’ azione delle
maree su tutto lo specchio acqueo della laguna produce delle correnti molto
forti.
Uscendo
dalla bocca di Malamocco, pur navigando ancora dentro la laguna, ho visto lo
scandaglio arrivare a 45 m !