Qualche giorno fa ad un corso di
aggiornamento ho incontrato un collega che conosco da molti anni e che si è
complimentato per l ‘articolo del febbraio 2019, laddove ho parlato del
tormentato rapporto tra la donna e in wc marino…
Quel mio collega non è un appassionato di
nautica, tuttavia ha detto che leggerà gli articoli di questo mio sito perché
li trova “forti”.
Suppongo che per “forti” intendesse un
misto tra interessanti e simpatici, che sarebbe proprio ciò che vorrei ottenere
scrivendoli.
Ora, considerato quindi che l’argomento
citato è indubbiamente nauticamente “fognario”, un altro mio amico, l’ avv.
Marco Vianello, mi ha inviato il seguente link:
Non so se parlare di evacuazione di bisogni
fisiologici in barca sia beneaugurante per questo inizio di 2020 (dicono che la
cacca porti bene), tuttavia a questo mondo succedono le cose più inimmaginabili
talvolta anche provocate da coloro che sono istituzionalmente chiamati a
distinguere il giusto dall’ ingiusto (giudici) e soprattutto da coloro che
legiferano (parlamentari).
Avete mai sentito parlare di indeterminazione
delle norme?
Già Heisenberg formulò il principio di
indeterminazione in campo fisico (che tralascio), così come San Tommaso d’
Aquino formulò l’ indeterminazione delle norme in campo morale (che tralascio):
si tratta comunque dello stesso principio di base e vale a dire: quando
stabilisco una regola generale questa perde di applicazione quanto più scendo
nel caso particolare, e quanto più analizzo quel caso nella sua intimità tanto
più la regola va in affanno e diventa inapplicabile.
Esempi ce ne sono a decinaia (decine di
migliaia) e quello di cui mi occuperò oggi è uno di questi…
Veniamo così al link sopra riportato (che
credo avrete già letto).
Dunque, se io ormeggio una imbarcazione da
diporto a Venezia e faccio uso del wc disobbedisco ad una regola, perché mi
trovo in acque portuali a una distanza inferiore alle 4 M dalla costa (non so
voi, ma a me pare di aver capito così).
Se mi scappa, non mi resta allora che
recarmi al cesso più vicino (nella darsena dove sono ospitato dovrebbe esserci)
e lì espletare le mie urgenti funzioni.
Che non siano urgenti non mi risulta perché
io, come molti, aspetto sempre l’ ultimo momento in particolare ora che con i
miei 64 anni sono tra la maturità e l’ anzianità e la mattina presto la
prostata denuncia tutti i suoi problemi di irrigidimento (sto parlando della prostata).
Orbene, che faccio allora? Non mi resta che
recarmi al bagno del marina oppure al wc di un bar lì vicino, se la darsena non
ha il bagno, ed espletare…
E’ legittimo che ora io mi chieda dove vadano
a finire i reflui espulsi dal bagno.
Ma in laguna, naturalmente, qualche metro o
decina di metri più lontano di dove si trova ormeggiata la mia barca.
“Ohibò!”, dirà qualcuno, “ma se fosse così
sarebbe la stessa cosa”.
Il problema è che “è proprio così”.
Venezia (e isole e insediamenti vari) non
ha una vera e propria rete di raccolta fognaria che adduca ad un impianto di
depurazione; ha tubazioni di scarico, anche antiche, che finiscono direttamente
nei canali.
Certo le norme esprimono questo concetto in
modo molto più elegante:
La Legge Speciale per Venezia n. 206
del 31 maggio 1995 all' art. 1 comma 3 prevede che:
"Negli ambiti indicati nel comma 1 (Venezia e Chioggia), non dotati di
fognature dinamiche, è consentito lo scarico delle acque reflue (la legge si guarda ben dal dire
dove N.d.r.) provenienti
dagli insediamenti civili di cui ai commi undicesimo, dodicesimo e tredicesimo
dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 20 settembre 1973,
n. 962, dalle aziende artigiane produttive, ancorché non rientranti nella
tipologia di cui all'articolo 17 del piano regionale di risanamento delle
acque, approvato con Delibera del Consiglio Regionale del Veneto n. 962 del 1°
settembre 1989, dagli stabilimenti ospedalieri, dagli enti assistenziali e
dalle aziende turistiche ricettive e della ristorazione, purché sottoposte a
trattamenti individuali secondo i progetti approvati dai Comuni.
I
privati e gli altri soggetti non compresi nel precedente periodo, e più in
generale tutti coloro che utilizzano scarichi di natura civile, provvedono a
dotarsi di sistemi di trattamento in esecuzione dei progetti di massima di cui
al comma 1 del presente articolo e con le modalità e i tempi indicati dai sindaci
dei comuni di Venezia e di Chioggia..."
Per provvidenziale intuito divino dove non
arriva il sindaco però arriva il buon Dio: infatti Dio ha dotato la laguna di
maree e, ogni tanto, di acque alte che in modo ciclico gratuito e naturale
“fanno pulizia”.
Il concetto precedente di fare pulizia
significa semplicemente che le maree trasportano la cacca da qualche altra
parte laddove, col passare del tempo, l’ ossigeno e i pesci che nella laguna
vivono e muoiono insieme demoliscono, digeriscono, trasformano tutto quel ben
di Dio che i Veneziani producono.
Veneziani – oh Dio - per la verità di Veneziani
ce ne son rimasti pochi che producono, ma di turisti ce ne sono tanti e anch’ essi
producono, producono…
Comunque, per capire di che si tratta
quando la legge dice che “i privati…provvedono a dotarsi di sistemi di trattamento in esecuzione dei
progetti” ecco altri due link che ne illustrano le caratteristiche.
Trattasi di semplici vasche capaci di far
parzialmente sedimentare le parti solide dei reflui e che hanno una libera
uscita per il “troppo pieno” direttamente nei canali.
Dove trovare il posto per interrarle nell’
intrico degli edifici e delle calli veneziane non si sa, probabilmente verrà
discusso di volta in volta tra il richiedente privato e il Comune; in caso di
acqua alta poi (al momento dell’ inversione della marea) sussiste una ottima
probabilità che anche le parti solide galleggianti o non ancora sedimentate
vengano espulse in poche decine di minuti…
Orbene, eravamo rimasti mi pare al divieto
di usare il wc marino in barca all’ ormeggio non solo, ma da parte dell’
amministrazione della giustizia siam giunti anche alla prescrizione di avere a
bordo un impianto di evacuazione dei reflui a condizione però che questo non
funzioni (!)
Ora il minimo che posso chiedermi, considerando
che si parla di Venezia (e solo di Venezia), è: “perché non posso fare quella
stessa cosa dalla barca che invece posso fare dal cesso del marina?”
Ancor più umoristica diventa la risposta al
seguente interrogativo:
…E quante persone da bordo delle
innumerevoli imbarcazioni da diporto, da lavoro, da pesca, da trasporto, da
gite turistiche, da 30 piedi, da 40, da 100, da 700 naviganti lungo i canali
lagunari quando gli scappa se la tengono fino a che le operazioni di ormeggio
sono terminate e così allora possono raggiungere il bar più vicino ottenendo
come unico bio-risultato quello di dotare le acque lagunari dello stesso carico
batterico, ma solo un po’ più in ritardo?
Poiché queste mie più o meno umoristiche
riflessioni possono essere un semplice parere e quindi possono essere opinabili,
mi sono dato da fare per tirare in ballo qualche numero così da comprendere meglio
se il fenomeno sia preoccupante o no.
L’ area della superficie della laguna
veneta è di circa 550 Kmq, di cui il 67% coperto dall’ acqua: si tratta quindi
di 550 x 0.67 = 368 Kmq cioè 368 milioni di mq.
Le maree seguono il ciclo lunare che è di
28 gg.: per 14 gg. sono sigizali, con massimi e minimi pronunciati (escursione max.1
m) che si ripetono 2 volte al giorno; per altri 14 gg. sono in quadratura, con
massimo e minimo ridotti (escursione max. 0.6 m) che si ripetono 1 volta al
giorno.
Quindi per 14 gg. ho una escursione media
tra 1 e 0.6 m per 2 volte al dì, per altri 14 ho una escursione media tra 1 e
0.6 m per 1 volta al dì; quindi (1 + 0.6) / 2 = 0.8
0.8 x 2 = 1.6 m di escursione media per 14
gg.
0.8 x 1 = 0.8 m di escursione media per 14
gg.
Il valore medio su 28 gg. è quindi di 1.2 m
di escursione/giorno.
Il che significa che mediamente vengono
ricambiati 368 milioni x 1.2 = 441 milioni di mc/g.
Questo è il valore medio del volume di
acqua portato via e reimmesso per azione delle maree nella laguna veneta ogni
giorno (un po’ meno, data la scarsa pendenza delle rive delle barene).
Quanti grammi/giorno di ossigeno sono
disciolti in questa portata di flusso e riflusso?
Assumendo una temperatura media di 18 °C e
una salinità medi del 25% ho il valore di 6 gr/mc di ossigeno; poiché però
circa la metà (3 gr/mc) serve per la vita della fauna ittica, ne assumerò la
restante metà come capacità depurante sui liquami.
Quindi 441 milioni x 3 = 1323 milioni gr/g
(grammi di ossigeno al giorno sfruttabili per la depurazione).
Domanda: tutti questi milioni di gr di
ossigeno scambiati ogni giorno riuscirebbero a depurare i bisogni fisiologici
di quante persone?
Risposta: il carico inquinante si determina
col BOD5, che sarebbe la quantità di ossigeno necessaria per
trattare 1 litro di acqua fognaria da scarichi domestici in 5 gg.; tutti concordano
che esso valga circa 60 mg/l.
Un valore medio delle portate di acqua di
scarico per usi domestici (dipende dal tenore di vita) è di 200 l/g ab. (litri
al giorno per abitante).
Quindi la portata inquinante ha bisogno di
200 x 60 / 1000 = 12 gr/g ab (grammi di ossigeno al giorno per abitante).
Ora, con la semplice equazione Nab x 12
gr/g ab = 1323 milioni gr/g, otteniamo un numero di abitanti pari a Nab = 110.250.000.
Vogliamo, per stare tranquilli, assumere
che solo l’ acqua di flusso e riflusso di metà laguna serva per la depurazione
degli scarichi domestici e l’ altra metà serva per ripulire le schifezze degli
scarichi industriali (che non dovrebbero finire in laguna, ma chissà…)?
Bene, allora significa che potrei depurare
la cacca, la pipì e i detersivi per 110.250.000 / 2 = 55.125.000 abitanti residenti.
Mettiamoci dentro Venezia, Chioggia e isole
varie: ci stiamo?
Credo di sì, con 55 milioni di abitanti potrebbero
essere depurati i reflui domestici di tutta l’ Italia!
Molti addetti ai lavori potrebbero
contestare l’ equazione sopra scritta per la sua approssimazione e qualsiasi
professore universitario potrebbe eseguire studi molto più approfonditi ma,
considerata la situazione di variazione geomorfologica della laguna e
barometrica influenzante il flusso e riflusso, credo proprio che sarebbero altrettanto
contestabili.
Quello che so è che se uso il wc della mia
barca a Venezia invece che recarmi nel cesso di un bar non sposto nulla nel risultato della equazione: è come se nei
tini di tutti i vinificatori italiani di vino bianco finisse un chicco di uva
nera. Vi propongo il seguente filmatino...
Così una norma fatta per la tutela
ambientale delle darsene da diporto interne diventa ridicola se applicata nel
caso particolare di Venezia; essa va in affanno, come la determinazione della velocità
e della posizione dell’ elettrone (per Heisenberg) e la determinazione di aver
peccato o meno dopo aver commesso qualcosa di cattivo (per sant’ Agostino)…
“Mi morti!...Indeterminatessa dea norma”
dizeva el gondolièr spenzendo co la gamba sul muro par far girar a gondola co
tuti i Giaponesi che intanto lo fotografava…
TRADUZIONE: “Parenti miei
defunti!...Indeterminazione della norma” diceva il gondoliere spingendo con la
gamba sulla parete per fare accostare la gondola mentre tutti i Giapponesi intanto
lo fotografavano…
…E il Mose (sempre ammesso che funzioni) che
in caso di marea alta di fatto pone una barriera al “trattamento naturale” della
cacca?
Fa bene o male alla auto depurazione della
laguna voluta dal buon Dio?