ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
GENNAIO 2022

POVERA VENEZIA !

Se una città può "incarnare" una situazione, Venezia incarna perfettamente lo stato di questa attuale civiltà, sia occidentale che orientale, che ormai da diversi anni è in totale crollo di valori e che piuttosto di essere sostenuta viene ancor di più inesorabilmente affossata.
Ciò perchèi l' unico "valore" ammesso e in nome del quale tutto viene mosso è il denaro, poco, maledetto e subito.

Lo so che mi sono già occupato di Venezia.
Ne ho parlato nel gennaio 2019 a proposito di Pellestrina, nel gennaio 2020 a proposito della capacità depurante della laguna sugli inquinamenti, nel febbraio 2020 a proposito del Mose, nel luglio 2021 a proposito di un panorama (e della stabilità geotecnica), nel settembre 2021 a proposito del Salone Nautico e forse anche in qualche altra occasione che non ricordo più.
Tuttavia parlare di Venezia è anche parlare di nautica; Venezia è una delle poche città nel mondo indissolubilmente legata alla navigazione, nel bene e nel male, come vedremo più avanti…
Oggi vorrei parlarne idraulicamente e politicamente.
Due parole un po’ pesanti: la prima è l’ applicazione della fisica, la seconda dovrebbe esserlo del buon senso.
Vorrei cominciare con il seguente breve cenno sulle maree, un po’ tedioso forse, ma necessario per comprendere il seguito.

Ogni 6 ore l’ onda di marea provoca un flusso e nelle 6 ore successive un riflusso; per circa una settimana si hanno due picchi alti e due picchi bassi di elevata ampiezza (maree sigizali), poi segue una settimana con un picco alto e uno basso di media escursione (maree in quadratura), e quindi il ciclo si ripete; questo è il risultato della posizione di sole e luna rispetto alla terra.
A questo si somma l’ azione meteorologica (varabile e poco prevedibile) della depressione atmosferica e del vento di scirocco, che nell’ alto Adriatico svolgono la funzione principale.
Inoltre c’è l’ azione dell’ innalzamento medio del mare dovuto (pare) al surriscaldamento del pianeta e quello della subsidenza del fondale della laguna dovuto (pare) alle estrazioni di gas.
Tanto per capirci, rispetto al livello medio del mare registrato alla punta della Salute a Venezia, le maree sigizali arrivano ad un massimo di + 80 cm, mentre quelle in quadratura arrivano ad un massimo di +  45 cm.
Il contributo della depressione atmosferica e del vento di scirocco può arrivare ad incrementare il massimo di ulteriori + 70 cm (anche oltre).
Il contributo dell’ innalzamento medio del mare e della subsidenza del fondale della laguna è stato stimato in circa – 27 cm in questi ultimi 30 anni, prova ne è che il livello medio delle oscillazioni del grafico delle maree è situato circa 30 cm sopra il livello corrispondente a quota 0.00.

Tutte queste informazioni si riassumono più semplicemente con questi dati di fatto: oggi con una marea di +85 cm il pavimento e dalla basilica di S. Marco va sott’ acqua; nella cripta i mosaici, le basi delle colonne di sostegno dell’ altare superiore e le lastre di rivestimento in marmo sono già da anni abbondantemente corrose dall’ azione del sale.

 

A +95 cm si allaga piazza San Marco.
Oltre vanno sotto le basi delle colonne di tutti i monumenti intorno alla piazza.
Oltre ancora va sotto quasi tutta la città. Finora è successo fino alla quota di +185 cm (ma esistono storicamente casi di quote ancora superiori).

Detto questo, come è usuale ormai sentir dire in giro, abbiamo speso circa 600 milioni di euro per il Mose, che però vien fatto funzionare solo da +110 cm in su.
Il motivo è semplice: a Mose chiuso le navi non possono entrare ed uscire dalla laguna e il traffico commerciale per Marghera e quello turistico per la Stazione Marittima è precluso.
I +180 cm rappresentano il limite di progetto del Mose (quota per la quale non è stato ancora collaudato !)
Il governo (sic!) ha emanato una legge che impedisce il traffico alle grandi navi sul bacino di S. Marco, dirottandole così su Fusina e Marghera con ulteriori costi di adeguamento delle attrezzature portuali industriali e passeggeri….Ma poiché le grandi navi devono entrare ed uscire comunque dal porto di Malamocco e tutte le altre navi devono comunque entrare ed uscire dai porti di Lido, Malamocco e Chioggia, il Mose viene fatto sollevare solo da +110 in su.
Insomma, alla fine la chiesa di S. Marco va sotto ogni qualvolta la marea supera quota +85, il che succede ormai con frequenza notevole.
Che fa allora la Curia?
Stanca della situazione commissiona un mini Mose: una barriera in vetro sulla piazza, posizionata intorno alla chiesa, che impedisca l’ afflusso della marea da quota +85 a quota +110 (costo previso 4 milioni e mezzo di euro)…Oltre infatti ci dovrebbe pensare il Mose.
Naturalmente l’ acqua entrerà lo stesso dai condotti fognari (in dialetto gàtoli) così occorrerà azionare anche le pompe; insomma la basilica sarebbe ridotta al trattamento che qualsiasi negoziante mette in opera da anni sul suo negozio.
Senza contare che, così agendo, più cresce il livello dell’ acqua fuori e più il pavimento della basilica sarà soggetto alla spinta idrostatica dal baso verso l’ alto, come se tutta la basilica diventasse lo scafo di una grande nave…
Ovviamente la basilica non è stata progettata per questo.
Allora?
Sembrerebbe che la soluzione sia di alzare il Mose già da +85 invece che da +110; così però in caso di depressione atmosferica e burrasca di scirocco prolungata si rischia che la barriera resti chiusa ininterrottamente anche per qualche giorno di seguito, impedendo qualsiasi forma di traffico in entrata e uscita dalla laguna e soprattutto impedendo il ricambio di acqua con la conseguente crisi per la mancata depurazione dei reflui fognari (vedi articolo gennaio 2020).
Pare che finché ci si limiti a prendere un antidolorifico quando si ha mal di denti ma senza curare la carie, non se ne venga fuori… Il male continua e la somma degli antidolorifici aggrava nel tempo la situazione.
Infatti sarebbe politicamente molto più saggio trovare la causa e curare quella, no?

Ebbene, quali sono le cause di questo disastro che è l’ agonia di una città ineguagliabile?
1 Surriscaldamento del pianeta: dato che non ne vogliamo sapere di risparmiare energia, non ci resterebbe altro da fare che chiedere i danni ai paesi più industrializzati e che più di tutti hanno contribuito all’ innalzamento del livello del mare, ma la vedo proprio dura con i governi debolissimi che ci troviamo ad avere, ricattati come sono nei confronti dei grandi interessi economici internazionali.
2 Moderazione dei livelli delle acque alte: qui invece possiamo fare molto.
A meno di fatti meteorologici veramente eccezionali (che sono sempre capitati nei secoli ma che per fortuna sono ancora molto rari) nessuno si è mai chiesto quanto tempo impieghi la marea ad occupare tutta la laguna?
E’ una cosa determinante, perché il livello massimo di una onda non arriva allo stesso momento in tutti i punti.
Se per esempio io facessi in modo che il massimo di marea arrivasse a Torcello 6 ore dopo il massimo raggiunto sul mare, qui (in mare) la marea inizierebbe già a calare…quindi non ne vorrebbe più sapere di entrare, ma figurativamente anzi vorrebbe uscire.
Già, ma da che cosa dipende questo rallentamento?
Semplice, lo capisce anche un bambino: l’ acqua cerca sempre la via più facile per spostarsi e se trova una via difficile ci mette più tempo.
E’ come una ondata di traffico automobilistico intenso: quante più corsie ha una autostrada, tanto più il traffico è scorrevole.
Così se le tre bocche di porto (Lido, Malamocco e Chioggia) fossero a fondale ridotto e con ostacoli (come erano un tempo) l’ acqua impiegherebbe molto di più a riempire la laguna.
La stessa cosa vale per i canali interni: più larghi e profondi vengono dragati, e più l’ acqua scorre veloce.
Insomma per dire che gran parte dello scempio di questa città è proprio dovuto all’ accesso delle grandi navi sia lungo il canale petroli di Marghera che lungo quello del porto di Lido.
Per tornare al paragone col traffico, dragare a 12 m di profondità un canale che era in origine di qualche metro equivale a realizzare un numero enorme di varianti di valico tra Roncobilaccio e Barberino…
Più facilito il flusso dell’ acqua e più essa ci si tufferà con piacere.
La prova che il sottoscritto non conta frottole ?


Se vi capita di navigare sul cerchio arancio, date una sbirciata al vostro ecoscandaglio.

Appena dentro alle dighe del porto di Malamocco, laddove inizia il canale petroli, lo scorrere dell’ acqua di flusso e riflusso che lì si dirama anche verso est e ovest lungo i canali del litorale interno di Lido e Pellestrina ha scavato una voragine profonda 45 m !
Nessuna draga lo ha fatto: una buca di 45 m su un fondale lagunare che per natura è di qualche metro (a volte pochi cm) è stato il risultato del solo movimento dell’ acqua a velocità troppo elevata.
E quindi come fare a rallentare le correnti di marea?
Semplice: eliminando il Mose e trasformandolo in una serie di piccoli ingressi e uscite regolabili; in tal modo si potrebbe anche sfruttare la struttura per produrre energia idroelettrica.
E le navi?
Assolutamente fuori in mare, con un nuovo terminal.
La Serenissima ha sempre adottato per i suoi commerci barche e navi dal fondo piatto, proprio perché aveva a che fare con un ambente lagunare con poco tirante d’ acqua; i Veneziani di una volta erano molto più avanti di quelli di oggi !
(Prima che i Veneziani si arrabbino per questo impietoso giudizio li invito a leggere fino in fondo).

Siamo stati noi con la nostra stupidità a pretendere di fare entrare ed uscire navi inadatte alla laguna. Ed ora ne paghiamo il dazio….
Ora mi chiedo (e questa, ahimè, è la cosa più devastante): continuare a scaricare migliaia di container e centinaia di migliaia di turisti a Venezia con ogni mezzo consentito, avverrà anche quando la basilica e un bel po’ di monumenti saranno crollati sotto la corrosione del sale sulle colonne?
Quale turista verrà a Venezia senza basilica, campanile e palazzo Ducale?
Veneziani e vari politici associati ci avete pensato?
Le vostre botteghe a chi venderanno le piccole e policrome sculture in “Artistic Murano Glass”?
Probabilmente quando avverrà che a San Marco le sezioni delle colonne andranno oltre le tensioni di rottura, sia in America che in Cina avranno già ricostruito due Venezie in scala 1:1.
Anche ad Amburgo sarà già nata una nuova “Fenezia”, magari con i soldi della CE.
Così i turisti andranno lì, laddove le colonne saranno fabbricate con l’ anima in fibra di carbonio e rivestite in PVC che imita la pietra d’ Istria.
Buona politica, cari Veneziani, caro sindaco, caro governatore e cari presidenti di consorzi vari…Vi auguro proprio di dotarvi di un briciolo di lungimiranza.


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