ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
 GIUGNO 2011

 LA PAURA FA 90

Confessiamocelo, via, noi velisti abbiamo paura !

La paura è un sentimento giusto e umano, guai a coloro che non la provano.
L’ assenza di paura è come l’ insensibilità al dolore: se metti la mano sul fuoco e non la senti scottare continui a tenerla lì sopra finchè non si brucia; ben venga quindi la paura, che per ciascuno di noi può esser provocata da diversi fattori. 
C' è chi ha paura dei fulmini (come il sottoscritto) chi ha paura del vento, chi delle petroliere (o di qualsiasi altra nave che non può certo spostare le sue centinaia di migliaia di tonnellate per evitare l’ abbordo con la nostra barchetta da diporto), chi delle onde ripide, chi del mare lungo, chi del mal di mare, chi del mal di terra…Ma c’è una paura che accomuna tutti noi velisti ed è quella che ci prende quando il motore ausiliario si spegne sul più bello.
E' una paura che ha valide giustificazioni e chiarirò subito ciò che intendo dire, non prima però di avervi fatto vedere il seguente breve filmato dove - a fronte di un motore spento - appare in tutta la sua evidenza come la stupidità possa propagarsi da uomo a uomo ben più facilmente della saggezza.

SENZA BENZINA ?   GHE PENSI MI !

Torniamo alla nostra paura.
La barca a vela è fatta per andare a vela, ma quando la si deve ormeggiare tra i corpi morti o i pali del marina avendo anche a che fare con bassi fondali o con correnti di marea e calme di vento occorre procedere a motore; infatti la barca è dotata di motore ausiliario.
Avete mai pensato a cosa può capitare se il motore vi pianta in asso in mezzo alla darsena o proprio quando state percorrendo lo stretto canale di accesso contro la corrente di marea ?
E’ quindi una paura più che giustificata; senz’ altro molto maggiore di quella finire il GPL nella bombola a metà della cottura della pastasciutta.


Un po' di disordine ? Guai in vista !

Ebbene, mi permetto di dare un consiglio nauticamente utile: se sulla vostra barca il motore ausiliario è un diesel (difficile che sia diversamente) una volta che esso è andato in moto c’è una sola causa che lo può far fermare oltre alla sua rarissima fusione: è la mancanza di arrivo di gasolio alla pompa di iniezione.
Le cause di questo inconveniente possono essere in successione le seguenti:

  1. il gasolio è finito;
  2. si è otturato il tubo di alimentazione dal serbatoio al filtro;
  3. si è intasato il filtro.

Ordine e pulizia ? Non è detto che i guai scappino via !

1. Il gasolio è finito

Questa evenienza (chiamiamola così, via !) può accadere se siete stati così pirla da uscire in mare senza aver controllato la quantità di gasolio nel serbatoio in relazione alla navigazione che avete fatto.
E' un’ evenienza molto rara (i pirla in mare per fortuna sono molto meno che in terra, tuttavia esistono) ma evitabile se sarete stati così previdenti da avere a bordo una tanica con una decina di litri di riserva, proprio per casi come questo.
Sapere qual è il consumo orario del vostro motore e conoscere – dal livello nel serbatoio - i litri in esso contenuti è cosa che fa parte del bagaglio culturale dello skipper. 

DIGRESSIONCINA PICCINA, COSI’ TANTO PPE’ FA’ QUARCHE COSA (come diceva Petrolini).
Conoscere la capacità del serbatoio in funzione del livello del liquido contenuto NON vuol dire sapere leggere l’ indicatore di livello….Questi strumenti hanno una sensibilità ridicola.
Quel che bisogna aver fatto è di aver “cubato” (cioè misurato le dimensioni del serbatoio) e aver stabilito la relazione tra il livello e il relativo volume contenuto attraverso una tabellina o un grafico.
Non è difficile, occorre solo un po’ di pazienza.

Non tutti gli armatori che conosco sanno stimare i consumi del proprio motore, soprattutto quando hanno appena comperato la barca.
Eccovi una formuletta pratica pratica, valida per imbarcazioni a vela da diporto con motore funzionante a ¾ del suo massimo regime (che è quel che succede in genere):
Potenza max. (in CV)  x 7 / 100  =  Consumo in litri / ora motore.
Un motore da 20 CV consuma circa 1,4 l/h.
Un motore da 50 CV consuma circa 3,5 l/h. 

2. Si è otturato il tubo di alimentazione dal serbatoio al filtro

Quest' altra evenienza può accadere se la barca è molto vecchia e il fondo del serbatoio è molto sporco; il tubo di alimentazione è in genere di rame e ha un diametro molto stretto e non è difficile che si intasi, dato che pesca quasi in fondo al serbatoio stesso.
Gli skipper più puntigliosi smontano e puliscono il serbatoio ogni tre o quattro anni; è una bella lavorata e per di più difficilmente è un intervento che riesce a pulire bene tutto l’ interno.
Credo che se la vostra barca soffre di questo inconveniente sia meglio cambiare il serbatoio.
Nel caso comunque l' intasamento si verifichi in navigazione, non resta altro da fare che tirar via il raccordo immediatamente a monte del primo (e talvolta unico) filtro e soffiare dentro al tubo il più forte possibile, così da rispedire l’ intasamento dentro al serbatoio. 
Occorre essere dotati di buoni polmoni (oppure di un bel siringone di plastica) tuttavia è un intervento che può riuscire. 

3. Si è intasato il filtro

Questo è forse il caso più frequente.
Il filtro fa appunto la sua funzione (che è quella di intrappolare le impurità) ma quando non ne può più diventa come una valvola chiusa e il gasolio non passa.
Al che si pone il fatale dilemma: ogni quanto tempo occorre cambiare il filtro del gasolio ?
Domanda senza risposta, in quanto nessuno conosce a priori lo stato della sporcizia in fondo al  serbatoio, nessuno conosce a priori lo stato della sporcizia nelle cisterne dei distributori di carburante, nessuno conosce a priori per quanto tempo la barca navighi con mare mosso e il serbatoio quasi vuoto.
Al che qualcuno può dire: “io lo cambio ogni anno”.
Giusto.
Senonchè io ho imparato (naturalmente a mie spese) un metodo molto semplice per sapere quando è il momento di operare la sostituzione.
La mia barca ha un motore molto vecchio (25 anni) che però è sempre partito al primo colpo.
Soltanto nella stagione invernale ha bisogno di qualche giro di motorino di avviamento in più perchè, 
ovviamente, fa molto freddo.
Durante l’ estate appena trascorsa però ha cominciato a “ritardare” un po’ l’ avviamento: io ho lasciato correre, perché pensavo soffrisse di mancanza di preriscaldamento delle candelette o di mancanza di compressione, vista la sua età alquanto avanzata.
Invece, in settembre, dopo essere uscito in mare per un giretto mi è capitato che si è spento e non ne ha voluto più sapere di ripartire.
Ho naturalmente cambiato il filtro (avevo il ricambio a bordo) con un po’ di ansietà, perché non c’ era un alito di vento ed ero molto vicino alla costa, ed il motore è subito ripartito.
Conclusione: se il vostro diesel è sempre partito regolarmente e un bel giorno fa fatica ad avviarsi a temperature normali, cambiate il filtro del gasolio. 


Pronto...  Ciao, il motore si è spento, che faccio ?

Prima di salutarci è doveroso porre in evidenza un fatto : qualsiasi sia stata la causa che ha fatto spegnere il vostro diesel, rimossa questa causa, molto probabilmente esso non ne vorrà sapere di ripartire subito; il motivo è semplice: è entrata aria nel circuito di alimentazione e, se è vero che l' aria contiene l' ossigeno per far bruciare il gasolio, è anche vero che l' aria a contatto con altra aria non può bruciare.
Quindi occorre toglierla dai tubi o dal filtro, cioè bisogna "spurgare il diesel".
Per fare questa operazione non occorre un meccanico, però dovete essere in grado di farla voi.
Tutti i libretti di uso e manutenzione dei motori riportano le istruzioni per farla, comunque i "punti" dove intervenire sono due: il dado posto sulla sommità del copri-filtro del gasolio, e la leva (o lo stantuffo) manuale posto vicino (o sopra) la pompa aspirante-premente del circuito di alimentazione.
Ciò che bisogna fare è semplice: si svita il dado (così che l' aria possa uscire dal filtro), lo si riavvita e quindi si agisce manualmente sulla pompa per un bel po' (occorre sentire una bella riesistenza alla fine); si risvita il dado (con cautela) finchè non esce un po' di gasolio (attrezzatevi con un foglio di carta assorbente da cucina); riserrate il dado e ripompate ancora per un bel po'.
Fatto.
Ora date gas e accendete il motore.

Concludo questo incontro mensile con voi con una meravigliosa lettera che mi ha scritto Italo Masotti.
Ciò che mi ha colpito delle parole di Italo è non solo la filosofia che esprimono (e che condivido pienamente), quanto la loro grande e autentica freschezza: paiono scritte da un ventenne !
Mi sono permesso di sottolineare la parti che anch’ io ho già consigliato negli articoli di questo sito….quando si dice “affinità elettive” !  

Gent.mo Ing. Scarpa,

Mi permetta innanzi tutto di farle i complimenti per il suo sito che ho scoperto solo da alcuni mesi. Un'autentica ventata d'aria fresca che attendo ansiosamente ogni mese. Non potendo fare di più le dico GRAZIE. E' un peccato che non frequenti le acque a ponente della nostra penisola. Sono certo che in breve tempo sarebbe in grado di indicarci gli ancoraggi  più interessanti o scoprire le rotte meno battute, come fa con la costa ex jugoslava. Mi presento: sono un pensionato, classe 1938 (classe di ferro, naturalmente. Macchè, c'erano le "inique sanzioni" e l'autarchia!). Nasco subacqueo e riesco ad avvicinarmi alla vela solo nel '65 ( toh! anche lei), Club Med di Caprera con Eric Pascoli come istruttore ( sì proprio lui, quello del Rondetto). Impegni di lavoro mi impediscono di "staccare" anche parzialmente, ma cerco di tenermi al corrente e stare nell'ambiente. Scuola di Caprera nel '72 e '73, navigazione astronomica nel '75 con la LNI di Milano. Nel '76 sono a Plymouth, alla partenza dell'Ostar, a cui partecipava un mio caro amico. Segue la patente, ma è solo nel 1984 che finalmente "mi faccio la barca":  un fantastico Grand Soleil 34, barca ottima con la quale inizio a fare delle brevi crociere estive. Il GS 34 aveva due inconvenienti: per andare in cuccetta a prua il mio equipaggio, cioè mia moglie, doveva arrampicarsi e la lunghezza al galleggiamento era troppo corta per cui la barca , con mare formato e soprattutto di bolina, assumeva un andatura che gli Inglesi chiamano "corky", cioè andava su e giù anzichè andare avanti. Per cui, nel '86 prendo un Grand Soleil 41 con pozzetto centrale, probabilmente la miglior barca che abbia mai costruito il Cantiere del Pardo, se non altro i termini di solidità e di engineering. Con il FREEDOM (così si chiama) oltre alle solite crociere nel Tirreno, mi sono spinto fino alle Cicladi (non ci tornerei), in Tunisia (60 giorni fantastici) e quest'anno fino in Portogallo sempre con il miglior equipaggio possibile: mia moglie. Andata e ritorno da Lavagna: 2500 miglia in 90 giorni senza una rottura o un incidente. Avrà capito che ce la pigliamo comoda, siamo dei turisti in crociera non dei regatanti. Non siamo ricchi, ma siamo dei signori perchè abbiamo ciò che manca alla maggior parte dei crocieristi: il tempo (che insieme alla salute è l'unica consolazione dei pensionati).
Aggiungo che un anno fa sono riuscito a togliermi una soddisfazione: la traversata dell'Atlantico (Canarie-Martinique) con un Franchini di 63 piedi. Un esperienza filosofico/spirituale piuttosto che velica. Quattro cambi di mura in 19 giorni, grandi letture e pantagrueliche mangiate di pesce fresco.
Se è riuscito ad arrivare fino a qui senza cadere fra le braccia di Morfeo si domanderà perchè mi sono permesso di rubarle del tempo.
Ebbene vorrei lanciare un appello a tutti i velisti con i capelli (se li hanno ancora) bianchi: non abbiate paura dell'età o della salute. In mare non ci si ammala. Mai. E in più passano i dolori. Basta non andare in luglio/agosto (quest'anno sono partito il 16 Aprile e fino alla fine di giugno non ho incontrato nessun italiano) e fare il passo secondo la gamba. Oggi il meteo via Internet è molto attendibile. Io guardo e trascrivo ogni giorno UGRIB, ma anche Windfinder ed altri. E' facile attrezzare la barca perchè diventi una barca "geriatrica". La chiamo così e non ci trovo nulla di male. Non esco mai dal pozzetto  per far manovre. Anche l'amantiglio e la drizza della randa, che ho parancato, sono rinviati in pozzetto. Prendo una mano con una sola borosa e il lazy bag è la più grande invenzione dopo la mouse-trap. Ho installato uno strallo fisso con girafiocco per la trinchetta e quando il vento rinforza avvolgo il genoa e voilà, dimezzo i metri quadri a prua. Due timoni automatici sempre in presa a cui do corrente a piacere senza uscire dal pozzetto. Radar con antenna basculante sempre acceso, 520 Ah, due plotter, due frigo, 300 litri di gasolio con un autonomia teorica di 400 miglia, wisker pole (*) telescopico sull'albero. Insomma ce la si può cavare da soli senza problemi. Chiudo citando un mio amico fraterno, cittadino inglese, grandissimo crocierista, famosissimo autore  con oltre 200.000 miglia sotto la chiglia: "L'importante è non trovarsi mai nel posto sbagliato, nel momento sbagliato".
Tanti auguri per le prossime feste, per l'anno nuovo e per la sua attività professionale.

 Italo Masotti
s/v Freedom

 (*) Wisker pole: è il tangone  (NdE: nota dell’ editore, che sarei io)

 

        Dato che è imminente la data del 12 giugno,                             
           permettetemi di ricordarvi            
                                               tre cose :                  

SE QUESTA OLIGARCHIA TRAVESTITA DA DEMOCRAZIA CE LO CONCEDERA'
ANDIAMO A VOTARE PENSANDO AL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI,
PER LE ENERGIE ALTERNATIVE, PER LA POPOLARITA' DELL' ACQUA  
E PER UNA GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI.

       Solo chi ha interessi personali vuole il nucleare,                        
 solo chi ha interessi personali vuole governare l' acqua,
                                     solo chi delinque teme la giustizia.               

I CITTADINI ONESTI HANNO FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA, 
PERCHE' DA QUESTA NULLA HANNO DA TEMERE

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