ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
 GIUGNO 2012

 
LE STRANE PROPOSTE DEL 
CANTIERE WURSTELSAIL

 Gen.mo ing. Scarpa,
approfitto della sua disponibilità e competenza per porle alcuni quesiti. 
-Famiglia di 4 persone(2 adulti e 2 bambini di 11 e 3 anni ), utilizzo barca prevalentemente come mini 2°casa mare e brevi crociere mediterraneo, quali caratteristiche sono più importanti? 
-Visitato salone Genova, molto interessante B****** 40 cruiser. Incomprensibile (non abbiamo nessuna esperienza) mercato dell'usato. Esempio del B****** 40: prezzo di listino 108.000 Euro iva esclusa con equipaggiamento standard, domandato all'addetto che cosa comprendesse l'equipaggiamento standard? risposta: pronta per navigazione(vele standard, elettronica ecc.) ancora l'addetto aggiunge che in caso di non ritiro usato sconto del 12% circa. Dunque costo finale circa 120.000 Euro. Tale valutazione è presente anche su riviste specializzate ed è qui l'incomprensibilità poiché l'usato di 2-3 anni in media costa 130.000 Euro senza particolari costosi optional (esempio riscaldamento, aria condizionata, carbonio, ecc.). Possibile che solo il mercato della nautica da diporto proponga lo stesso oggetto usato ad un costo superiore al nuovo? Dove si nasconde il trucco?
Mi complimento per il suo sito che dà la sensazione piacevolissima di comunicare con vecchi amici.
Certo di un suo cortese riscontro, La raggiungo con cordialissimi saluti.
Ago Clemente

Questa e-mail mi è arrivata qualche mese fa puntualmente corredata dell’ indirizzo del mittente
e del suo numero di telefono.

Il dottor Clemente (perché dai dati che qui ho omesso emerge che si tratta di un medico) pone due interrogativi non da poco: il primo - cui è relativamente facile rispondere - riguarda le dimensioni e le caratteristiche di una barca adatta alla sua famiglia; il secondo - cui è difficilissimo rispondere - riguarda ahimé il tema che più e più volte ho cercato di trattare in questo mio sito: come mai il cantiere Wurstelsail commercializza un Wurstelsail40 cruiser nuovo ad un prezzo inferiore all’ usato di due o tre anni prima ?

Non è che alla prima domanda sia proprio facile dare una risposta (nel senso che io non posso conoscere i gusti e le abitudini della famiglia del dottor Clemente) tuttavia, ritenendo che una famiglia media composta da padre, madre e due giovani figli voglia andare a spasso per il mare durante le ferie estive e durante qualche fine settimana e immaginando che voglia farlo in sicurezza e con relativo comfort (e che quindi non sia composta da fanatici o da supermen), credo che una barca a vela dai 35 ai 40 piedi - magari usata anche da diversi anni - sia un buon consiglio.
Usata da diversi anni (e non nuova) per i motivi che vado brevemente a descrivere.
- Innanzitutto è una barca che ha già subìto il massimo della sua svalutazione e quindi, nell’ eventualità che alla famiglia dell’ armatore non piacesse più navigare, questi potrà sempre rivenderla senza perdere gran parte di quello che perderebbe se la comprasse nuova.
- Nelle barche di una ventina (e più) di anni fa gli armi erano in testa d’ albero con le rande piccole, i genoa grandi e gli stralletti per armare la trinchetta; ciò è fondamentale se si vuole navigare a vela con vento perché basta arrotolare il genoa e issare la trinchetta; invece oggi si trovano barche armate a 9/10 con genoa piccolo e randa grande: al momento del bisogno si arrotola il genoa e davanti non resta più niente e soprattutto si fa una gran fatica a gestire una randa grande, dato che occorre terzarolarla.
- A parità di lunghezza le linee d’ acqua degli scafi di una volta permettevano che con la risacca le barche fossero molto più confortevoli all’ ormeggio di quelli di oggi (di questo ci siamo già occupati pochi mesi fa).
- Infine comperare un usato di diversi anni è un investimento di capitale minore rispetto all’ acquisto del nuovo, anche nel caso in cui occorra eventualmente cambiare il motore.
Questo ultimo punto valeva (e vale) per qualsiasi barca, ma ultimamente per qualche cantiere non è più così...

…E veniamo allora alla seconda domanda, che riguarda una barca prodotta dal cantiere Wurstelsail.
Io non posso sapere perché un cantiere decida di mettere in vendita una barca nuova a un prezzo inferiore a quello dell’ usato di quella stessa barca; posso tirare a indovinare sulla base di una serie di considerazioni riassumibili nei seguenti punti:
1.      il cantiere ha deciso di fare una “offerta speciale”;
2.      i clienti che hanno comperato quella barca e dopo una o due stagioni l’ hanno messa in vendita hanno incrementato il valore della barca riempiendola di dotazioni che all’ atto dell’ acquisto non avevano ritenuto utili o indispensabili;
3.      i clienti che hanno comperato quella barca e dopo una o due stagioni l’ hanno messa in vendita hanno avuto diverse spese per ovviare a inconvenienti dati dalla scarsa qualità della costruzione;
4.      il cantiere attua la politica di produrre e vendere seguendo i grandi numeri;
5.      il cantiere riesce ogni anno a risparmiare sulla quantità o sulla qualità dei i materiali;
6.      il cantiere riesce ogni anno a risparmiare sulla quantità o sulla qualità della manodopera;
7.      il cantiere si accontenta di guadagnare ogni anno sempre meno.

Vediamo questi punti uno alla volta.

1.      Come capita nei supermercati di imbattersi nella “settimana del pomodoro” e di trovare sugli scaffali i “pelati sottocosto”, così nulla vieta al cantiere Wurstelsail di offrire il proprio Wurstelsail40 cruiser ad un prezzaccio in occasione del “12° Mediterranauticshow”; naturalmente si tratta di una offerta momentanea che dovrebbe riguardare un numero esiguo di imbarcazioni (esattamente quelle che durante il salone nautico sono state prenotate dai clienti-visitatori).
2.      
Chi ha comperato il Wurstelsail40 cruiser due anni prima si è accorto, andandoci per mare, che occorrevano altri 2 winch, stralletto e trinchetta, gommone, rollafiocco più robusto e due maniglie di rispetto perchè quella in dotazione è finita subito in mare; insomma ha tirato fuori 7000 Euro in più che ora, mettendo in vendita la barca perché la moglie non ne vuole più sapere, vuole cercare di recuperare.
3.      
Chi ha comperato il Wurstelsail40 cruiser due anni prima si è accorto che, già dopo la prima stagione, la deriva e il bulbo erano tutti ricoperti dalla ruggine, la cromatura dei candelieri stava cedendo il passo all’ opacità e alla ruggine, gli spigoli degli arredamenti avevano i bordi con l’ impiallacciatura che si scollava e – inspiegabilmente - c’ era sempre un po’ d’ acqua in sentina (dolce ma che pareva salata, salata ma che pareva dolce); insomma ha tirato fuori 15000 Euro per trattare la deriva e il bulbo con l’ epossidica, far tirare i prigionieri e risiliconare il tutto e per far incollare i riccioli di impiallacciatura. 
Adesso che i figli preferiscono giocare a calcio con gli amici, mette in vendita la barca e vuole cercare di recuperare i 15000 Euro spesi.
4.      
Produrre e vendere seguendo i grandi numeri è ciò che in campo automobilistico ha cercato da sempre di fare la FIAT:  vendere molto guadagnando poco, piuttosto che vendere poco guadagnando molto. E’ questa una buona politica anche se applicata alle imbarcazioni da diporto ?  Non lo so, non sono in grado di giudicare; non sono né il commercialista né tantomeno un manager del cantiere Wurstelsail.
5.      
Risparmiare sulla quantità o sulla qualità dei materiali è una pessima faccenda, ma proprio pessima, anche perché chi compera lo viene a scoprire solo dopo aver acquistato; insomma è proprio paragonabile a una “bella fregatura”, senza contare poi che sussiste anche la pericolosità dal punto di vista della sicurezza (argomento abbondantemente trattato nei mesi di Giugno 2009, Luglio 2009, Agosto 2009 e Gennaio 2010)….Perdere la chiglia non è roba da poco !
6.      
Risparmiare sulla quantità della manodopera è cosa che tutti i produttori di un qualcosa puntano a fare, risparmiare invece sulla qualità della manodopera può comportare guai seri: silent-block non serrati, cuffie premistoppa o tubolature non strette, strati di mat non impregnati di resina, incollaggi di lamelle di mogano a macchia di leopardo, insomma chi più ne ha più ne metta.
7.      
Guadagnare ogni anno sempre meno è quello che sta accadendo anche a noi, in questi anni di recessione economica, quindi non è fatto di cui meravigliarsi.

Orbene, è naturalmente possibile che esistano altre ragioni ancora che io non posso né conoscere né tantomeno immaginare, però tengo a dire che la mia barca (che è un 40 piedi made in Italy che quest’ anno compie la bellezza di 26 anni) ha le sartie in spiroidale del diametro di 11 mm, le lande in fazzolettature di acciaio dello spessore di 5 mm, i paglioli dello spessore di 18 mm, la chiglia di deriva in piombo, l’ asse inox del timone del diametro di 90 mm e in totale pesa 10 tonnellate.
Tutto ‘sto materiale che è all’ aperto da 26 anni e che non ha né ruggine né osmosi avrà una ragione di esistere o no ?
Chi l’  ha lavorato e assemblato l’ avrà  fatto per una qualche ragione o no ?
Ma la cosa più bella (che ai più superficiali può parere un miracolo di San Gennaro) è che naviga a vela più forte di un Wurstelsail40 cruiser fabbricato oggi.
Ma allora per quale motivo per progettare la mia barca Vallicelli ai primi degli anni ’80 si è dato da fare a creare linee, forme, piani velici, distribuzioni di pesi, proporzioni così fatte e per quale motivo il cantiere Comar gli è andato dietro e ci ha messo tutto il meglio che poteva esprimere con la sua dirigenza e le sue maestranze ?
Perchè ?

No, io sto sbagliando a porre il quesito in questo modo !

Dovrei farmi consigliare dal nostro-omo Scarpacič che, da buon dalmato navigato, mi sta suggerendo con molta vivacità :

“Ma ti zè tuto mato !  No ti ga da scrivar he ‘na volta i gièra tuti sempi a far le robe noma che bèn. Ti ga da scrivar ch i sempi i zè desso che i le fa mal !
Ti ga da far come che ga fato quela volta a Fiume el comandante Colemàncich.
Ti te ricordi no, del comandante Colemàncich, quel che col vapòr el partiva un minuto de anticipo da ogni scalo par podèr muciàr tuti ‘sti anticipi e poder parmèterse de ‘ndàr in tèra quando ch’ el vapòr gièra ligado a Unìe; parchè là ghe piazèva intardigarse lungomarina a bèvar qualcossa cò la Mirèla a l’ ombra del fighèr….Chissà si zè ancora quel fighèr !
Ben, el comandante Colemàncich quela volta che i lo ga mandado al cantièr a Fiume a vèdar de le niove lance de salvatagio par el vapòr, subito el ghe ga fato oservaziòn al cantièr che l’ asse del timòn no gaveva calcagnòlo.
“Come volessi che mi ve ciòga ‘ste sialùpe, che e gà el timòn senzi el calcagnòlo !” el ghe ga dito al carpentièr.
“Cossa volè farvene del calcagnòlo” ghe ga risposto ‘st’ altro “che par farghe el calcagnòlo me andassi via na mèza giornàda de lavoro in tre che semo. Cossa gavìo da ‘ndàr a scòi coi timoni de le sialùpe ?”.
“Ah, cussì el calcagnòlo servi solo si se va a scòi co le sialùpe eh ?” ghe ga ribatudo el comandante tuto imborezàdo “Arè qua, toco de musso !” el ga ciapà el timòn de la sialùpa cò le so man che le iera grande come do remi de ‘na iole, el se gà pontà sui piè e co i bràzi el gà storto l’ asse del timòn.
“Arè qua, toco de musso !  Si el vostro timòn no zè bon par i mè brazzi, figurevese s’ el pol èsser bon pài scòi !”

(Ma sei tutto matto! Non devi scrivere che una volta erano tutti scemi a fabbricare le cose molto bene. Devi scrivere che sono scemi adesso che le fanno male !
Devi fare come ha fatto quella volta a Fiume il comandante Kolemàncič.
Ti ricordi no, del comandante Kolemàncič, quello che partiva con il traghetto un minuto di anticipo da ogni scalo per poter cumulare tutti questi anticipi e poter permettersi di andare a terra quando il traghetto era ormeggiato a Unije; perché là a lui piaceva intrattenersi sul lungomare a bere qualcosa con la Mirella all’ ombra del fico….Chissà se c’è ancora quel fico !
Bene, il comandante Kolemaàncič quella volta che l’ hanno mandato al cantiere a Fiume a vedere delle nuove lance di salvataggio per il traghetto, subito ha fatto notare al cantiere che l’ asse del timone non aveva il calcagnolo.
“Come volete che io prenda queste scialuppe, che hanno il timone senza calcagnolo !” ha detto al carpentiere.
“Cosa volete farvene del calcagnolo” gli ha risposto questi “che per fabbricare e montare il calcagnolo mi occorre una mezza giornata di lavoro pur essendo in tre persone. Dovete forse andare a scogli con i timoni delle scialuppe ?”
“Ah così il calcagnolo serve solo se si va scogli con le scialuppe, eh ?” gli ha ribattuto il comandante tutto rosso in viso “Guardate qui, pezzo di asino !” ha preso il timone della scialuppa con le sue mani che erano grandi come i due remi di una barca da canottaggio, si è puntato sui piedi e con le braccia ha piegato l’asse del timone.
“Guardate qui, pezzo di asino ! Se il vostro timone non va bene per le mie braccia, figuriamoci se può andar bene per gli scogli !”)

Già, il comandante Kolemàncič aveva un modo tutto suo di intendere la Marcatura CE !
E’ meglio allora che io ponga il quesito in questo modo : per quale motivo oggi un 40 piedi da crociera (quindi fatto per andare a spasso in sicurezza e per durare) ha le sartie da 9 mm (invece che da 11), l’ asse del timone da 75 mm (invece che da 90) e pesa 7 tonnellate e mezzo (invece che 10) ?
E per quale motivo a vela va più piano di una barca fabbricata 26 anni prima ?
Ma allora per quale motivo il cantiere Wurstelsail lo produce ?
La risposta è semplicissima : perchè qualcuno lo compra.


Anche le barche vecchie che io decanto tanto talvolta vanno incontro a inconvenienti. 
Le stesse cose però capitano anche a quelle nuove (e assai più spesso di quanto si creda).

Il mese prossimo mi permetterò di analizzare una "barca vecchia": il mio favoloso Comet 12

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