E’ un po’ come il mestiere di mia
moglie che lavora in sala operatoria e mantiene in vita i pazienti con la
circolazione extra-corporea mentre il cardiochirurgo taglia e cuce cuore,
aorta, sostituisce valvole e lucida condotti...
Quando infatti qualcuno mi chiede : “Cosa fa tua moglie ?”, io rispondo :
“Meglio che tu non lo sappia e che non ci pensi !”
Quello
delle zattere è infatti un argomento che, giralo come vuoi,
puzza di naufragio; a noi naviganti per diporto piacciono le immagini
del sole scintillante,
della brezza che spinge lo scafo, delle onde brevi che accarezzano la
chiglia,
della trattoria dalla quale vediamo dondolare la barca al tramonto
(vedi articolo del mese scorso), ma non
certo quelle di una falla così grande da dover abbandonare tutto
in fretta.
Comunque
una cosa che mi ha sempre incuriosito è conoscere il contenuto delle zattere di
salvataggio e sapere cosa succede quando si aziona il loro dispositivo di
gonfiaggio.
Così,
approfittando della revisione della mia zattera e dopo aver preso un appuntamento,
lo scorso gennaio sono andato a Montaletto di Cervia presso l’ ARIMAR, non
prima di essermi accertato di avere con me la macchina fotografica e
soprattutto - data la stagione - di controllare il funzionamento dei fari
antinebbia della mia auto….
Ma è andata
bene, tolta la zona di Comacchio e dell’ abbazia di Pomposa della quale ho ammirato
solo la linea bianca di mezzeria della carreggiata, sono arrivato a Cervia col
sole.
Non è qui
mia intenzione fare pubblicità all’ Arimar e quindi non
parlerò dello
stabilimento e della sua produzione, però ci tengo a dire che
sono stato
accolto dal sorriso del signor Mattia Toschi e del personale
dell’ azienda, che - in pochi istanti – dopo aver
registrato la mia zattera mi ha fatto gentilmente
visitare il reparto di produzione e di revisione.
Poiché
negli uffici non ho visto appesi calendari di belle ragazze poco vestite ma
grandi foto della squadra del Cesena, ho capito che qui ci sono
molti tifosi di calcio.
La mia
zattera appartiene alla serie denominata “Neptune” e ha una capacità di carico
di 8 persone; l’ Arimar produce anche una serie denominata “Oceanis” che si
differenzia dalla Neptune per avere in più una dotazione di viveri, i razzi di
segnalazione e una luce sulla sommità della tenda.
Per norma tutte
le zattere hanno una vita che viene scandita dalle revisioni: esse (le
revisioni, non le zattere) si diversificano in ordinaria, straordinaria e
speciale.
La
revisione ordinaria (ogni 2 anni) prevede il gonfiaggio e la prova di tenuta
per 2 ore nonché la verifica delle dotazioni di bordo; la revisione
straordinaria prevede inoltre la revisione della bombola.
La
revisione speciale (ogni 6 anni) prevede oltre alla prova di tenuta per 20 ore
anche il sollevamento e la sospensione
della zattera una volta caricata con un sovraccarico pari al numero di persone
per le quali risulta omologata : si tratta quindi di una simulazione di
condizioni estreme al fine di collaudare la tenuta del tessuto e delle
saldature.
Per non
fare torti a nessuno relativamente alle precedenze sulle prenotazioni di
revisione, il personale dell’ Arimar invece che “aprire” la mia zattera ne ha
“aperta” un’ altra della stessa serie e caratteristiche, che ovviamente era
“arrivata prima”.
Ora vi
racconto quel che ho visto.
Innanzitutto
dall’ involucro di contenimento escono diversi metri di cinghia di azionamento
prima che avvenga il gonfiaggio, metri che sono ampiamente sufficienti a tenere discosta la
zattera dall’ imbarcazione; dopodiché - dallo strappo che aziona la bombola al
gonfiaggio completo della zattera - non passano più di 9 -10 secondi.
La zattera
è composta da una serie di ciambelle unite che costituiscono i fianchi, da un doppio
telo sottostante che fa da scafo, da un salsicciotto superiore ad arco che è la
struttura di copertura (tutti elementi di color nero) e infine dal telo che fa
da tetto (color arancio).
Sul telo
superiore sono previste due aperture di accesso all’ interno della zattera,
corredate ciascuna da una scaletta di corda.
C’è poi una
cima sottostante che, insieme a 4 zavorre riempibili di acqua, permette il
ribaltamento della zattera nel caso si gonfiasse capovolta.
Per evitare
che la zattera si gonfi capovolta è bene, prima del gonfiaggio, che l’
involucro venga gettato a mare possibilmente orientato col guscio da dove
fuoriesce la cima di azionamento posto in basso, cosa ben visibile nelle foto precedenti.
Nella
zattera sono contenuti: un paio di pagaie, una borsa di pronto soccorso, una
pompa, una cima con galleggiante, riserve di acqua, un’ ancora galleggiante.
Le riserve
d’ acqua sono imbustate e, ovviamente, dipendono dal numero di persone per le
quali è omologata la zattera.
Nel caso della mia zattera (8 persone), se non ho contato male,
ci sono 4 buste contenenti ciascuna 8 razioni.
Un
commento
Innanzitutto
pare impossibile che una zattera così grande riesca a stare in un contenitore
rigido così piccolo.
Non so a
cosa servano le pagaie, considerando che la zattera offre una notevole
superficie esposta al vento e che secondo me è impensabile riuscire a navigare
con tale propulsione; probabilmente servono solo per poter dirigere la zattera
verso un dispositivo di risalita una volta che questo sia stato gettato da una
qualsiasi “unità soccorritrice” giunta nei pressi.
Non ho
visionato il contenuto della borsa di pronto soccorso.
In questa
serie di zattere (Neptune) non sono contenuti i razzi di segnalazione, pertanto
è indispensabile che in caso di abbandono vengano portati quelli in dotazione
all’ imbarcazione. Sarebbe opportuno avere anche il VHF portatile (se
ce l’ avete a bordo della vostra barca), viveri, coperte e indumenti asciutti.
Questo
però significa avere le seguenti avvertenze.
Prima di ogni navigazione il
comandante DEVE assegnare i compiti ai membri dell’ equipaggio: dovrà
nominare chi lo aiuta a gettare a mare la zattera (il peso è notevole),
chi prende con sé i razzi di segnalazione e il VHF portatile, chi prende
con sé coperte e abiti asciutti, chi prende con sé i viveri.
Gli indumenti e le coperte è
opportuno siano contenuti in un sacco impermeabile.
Anche portare
con sé una bella spugna è buon cosa, per tenere il più asciutto possibile il
fondo della zattera.
Detto
questo e dopo aver visto ciò che sta dentro l’ involucro bianco che contiene la
zattera sgonfia, ho capito perché il tutto sia così pesante.
Nonostante
il peso sia elevato e quindi la movimentazione ne sia largamente impedita, penso
che se questo “aggeggio di salvataggio” pesasse ancora di più per il fatto che
venisse caricato con ancor più razioni di acqua la cosa non mi dispiacerebbe
affatto.
Per quel
che concerne il vestiario poi (sarà perché sto invecchiando e sono ossessionato
dagli inverni della pianura Padano-Veneta dove purtroppo sono nato e cresciuto)
la sola idea di buttarmi in acqua e di passare una notte bagnato a bordo di una
zattera mi fa venire i brividi….
Sono
convinto quindi che insieme ai viveri non sia male portare con sé anche una
bottiglia di grappa e un bel po’ di cioccolato.
Credo che
in certi momenti essere sovrappeso (o addirittura obesi) non possa fare altro che
bene : io sono piuttosto magro quindi soffro il freddo e so che la mia
resistenza in vita in mare sarebbe molto, molto limitata.
Ah, non mi
risulta che a bordo della zattera ci sia un coltello per tagliare la cima che
la unisce alla barca, quindi è opportuno pensare anche a questo… E poi un coltello
in caso di bisogno può sempre essere utile : magari se per caso vi siete
sognati di portare in crociera con voi anche un deputato, può venirvi voglia di
farlo fuori e mangiarvelo; potete così sempre dimostrare che avete beneficiato
di un servizio pubblico.
Non vi
piace questo finale di fanta-politica cannibalista, vero ?
Nemmeno a
me.
Allora comunque
portatevi a bordo (della zattera) un coltello, perché può venirvi voglia di squamare la Corifena (pesce che ama stazionare all' ombra sotto le zattere) che avrete pescato sotto la
zattera con le mani …
Anche se penso sia più facile portarsi in crociera un
deputato pronto ad essere cannibalizzato piuttosto che trovare una Corifena così imbecille da farsi pescare sotto
la zattera dalle vostre mani !
Termino questo appuntamento mensile con un aneddoto che nulla ha che vedere con le zattere di salvataggio, ma
che - come direbbe Guareschi - "rende la vicenda vieppiù
varia ed interessante".
Un
giorno mio figlio Alessandro (che non è appassionato di calcio)
andò allo stadio di Udine a vedere una partita di seria A
dell’ Udinese; non ricordo quale fosse la squadra avversaria.
Sta di
fatto che quando tornò a casa alla domanda “come è andata ?” rispose:
“Mi ha
fatto da ridere un tifoso dell’ Udinese, un tipo molto
distinto che sedeva vicino a me e che, non sapendo più quale
insulto tributare all’ arbitro, gli ha gridato
contro più volte “Deputato !”
Sic transit gloria Rei publicae.
SULLA MANUTENZIONE DEI WINCH