ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
GIUGNO 2013



Poche cose, ma sentite, sulle ZATTERE DI SALVATAGGIO....

Eh lo so, questo è un argomento di cui sarebbe meglio non parlare.

E’ un po’ come il mestiere di mia moglie che lavora in sala operatoria e mantiene in vita i pazienti con la circolazione extra-corporea mentre il cardiochirurgo taglia e cuce cuore, aorta, sostituisce valvole e lucida condotti...
Quando infatti qualcuno mi chiede : “Cosa fa tua moglie ?”, io rispondo : “Meglio che tu non lo sappia e che non ci pensi !”

Quello delle zattere è infatti un argomento che, giralo come vuoi, puzza di naufragio; a noi naviganti per diporto piacciono le immagini del sole scintillante, della brezza che spinge lo scafo, delle onde brevi che accarezzano la chiglia, della trattoria dalla quale vediamo dondolare la barca al tramonto (vedi articolo del mese scorso), ma non certo quelle di una falla così grande da dover abbandonare tutto in fretta.
Comunque una cosa che mi ha sempre incuriosito è conoscere il contenuto delle zattere di salvataggio e sapere cosa succede quando si aziona il loro dispositivo di gonfiaggio.
Così, approfittando della revisione della mia zattera e dopo aver preso un appuntamento, lo scorso gennaio sono andato a Montaletto di Cervia presso l’ ARIMAR, non prima di essermi accertato di avere con me la macchina fotografica e soprattutto - data la stagione - di controllare il funzionamento dei fari antinebbia della mia auto….
Ma è andata bene, tolta la zona di Comacchio e dell’ abbazia di Pomposa della quale ho ammirato solo la linea bianca di mezzeria della carreggiata, sono arrivato a Cervia col sole.
Non è qui mia intenzione fare pubblicità all’ Arimar e quindi non parlerò dello stabilimento e della sua produzione, però ci tengo a dire che sono stato accolto dal sorriso del signor Mattia Toschi e del personale dell’ azienda, che - in pochi istanti – dopo aver registrato la mia zattera mi ha fatto gentilmente visitare il reparto di produzione e di revisione.
Poiché negli uffici non ho visto appesi calendari di belle ragazze poco vestite ma grandi foto della squadra del Cesena, ho capito che qui ci sono molti  tifosi di calcio.
La mia zattera appartiene alla serie denominata “Neptune” e ha una capacità di carico di 8 persone; l’ Arimar produce anche una serie denominata “Oceanis” che si differenzia dalla Neptune per avere in più una dotazione di viveri, i razzi di segnalazione e una luce sulla sommità della tenda.
Per norma tutte le zattere hanno una vita che viene scandita dalle revisioni: esse (le revisioni, non le zattere) si diversificano in ordinaria, straordinaria e speciale.
La revisione ordinaria (ogni 2 anni) prevede il gonfiaggio e la prova di tenuta per 2 ore nonché la verifica delle dotazioni di bordo; la revisione straordinaria prevede inoltre la revisione della bombola.
La revisione speciale (ogni 6 anni) prevede oltre alla prova di tenuta per 20 ore anche  il sollevamento e la sospensione della zattera una volta caricata con un sovraccarico pari al numero di persone per le quali risulta omologata : si tratta quindi di una simulazione di condizioni estreme al fine di collaudare la tenuta del tessuto e delle saldature.
Per non fare torti a nessuno relativamente alle precedenze sulle prenotazioni di revisione, il personale dell’ Arimar invece che “aprire” la mia zattera ne ha “aperta” un’ altra della stessa serie e caratteristiche, che ovviamente era “arrivata prima”.
Ora vi racconto quel che ho visto.

 
   

Innanzitutto dall’ involucro di contenimento escono diversi metri di cinghia di azionamento prima che avvenga il gonfiaggio, metri che sono ampiamente sufficienti a tenere discosta la zattera dall’ imbarcazione; dopodiché - dallo strappo che aziona la bombola al gonfiaggio completo della zattera - non passano più di 9 -10 secondi.
La zattera è composta da una serie di ciambelle unite che costituiscono i fianchi, da un doppio telo sottostante che fa da scafo, da un salsicciotto superiore ad arco che è la struttura di copertura (tutti elementi di color nero) e infine dal telo che fa da tetto (color arancio).

Sul telo superiore sono previste due aperture di accesso all’ interno della zattera, corredate ciascuna da una scaletta di corda.
C’è poi una cima sottostante che, insieme a 4 zavorre riempibili di acqua, permette il ribaltamento della zattera nel caso si gonfiasse capovolta.

Per evitare che la zattera si gonfi capovolta è bene, prima del gonfiaggio, che l’ involucro venga gettato a mare possibilmente orientato col guscio da dove fuoriesce la cima di azionamento posto in basso, cosa ben visibile nelle foto precedenti.
Nella zattera sono contenuti: un paio di pagaie, una borsa di pronto soccorso, una pompa, una cima con galleggiante, riserve di acqua, un’ ancora galleggiante.
Le riserve d’ acqua sono imbustate e, ovviamente, dipendono dal numero di persone per le quali è omologata la zattera. 
Nel caso della mia zattera (8 persone), se non ho contato male, ci sono 4 buste contenenti ciascuna 8 razioni.


Un commento
Innanzitutto pare impossibile che una zattera così grande riesca a stare in un contenitore rigido così piccolo.
Non so a cosa servano le pagaie, considerando che la zattera offre una notevole superficie esposta al vento e che secondo me è impensabile riuscire a navigare con tale propulsione; probabilmente servono solo per poter dirigere la zattera verso un dispositivo di risalita una volta che questo sia stato gettato da una qualsiasi “unità soccorritrice” giunta nei pressi.
Non ho visionato il contenuto della borsa di pronto soccorso.
In questa serie di zattere (Neptune) non sono contenuti i razzi di segnalazione, pertanto è indispensabile che in caso di abbandono vengano portati quelli in dotazione all’ imbarcazione. Sarebbe opportuno avere anche il VHF portatile (se ce l’ avete a bordo della vostra barca), viveri, coperte e indumenti asciutti.
Questo però significa avere le seguenti avvertenze.
Prima di ogni navigazione il comandante DEVE assegnare i compiti ai membri dell’ equipaggio: dovrà nominare chi lo aiuta a gettare a mare la zattera (il peso è notevole), chi prende con sé i razzi di segnalazione e il VHF portatile, chi prende con sé coperte e abiti asciutti, chi prende con sé i viveri.
Gli indumenti e le coperte è opportuno siano contenuti in un sacco impermeabile.
Anche portare con sé una bella spugna è buon cosa, per tenere il più asciutto possibile il fondo della zattera.

Detto questo e dopo aver visto ciò che sta dentro l’ involucro bianco che contiene la zattera sgonfia, ho capito perché il tutto sia così pesante.
Nonostante il peso sia elevato e quindi la movimentazione ne sia largamente impedita, penso che se questo “aggeggio di salvataggio” pesasse ancora di più per il fatto che venisse caricato con ancor più razioni di acqua la cosa non mi dispiacerebbe affatto.
Per quel che concerne il vestiario poi (sarà perché sto invecchiando e sono ossessionato dagli inverni della pianura Padano-Veneta dove purtroppo sono nato e cresciuto) la sola idea di buttarmi in acqua e di passare una notte bagnato a bordo di una zattera mi fa venire i brividi….
Sono convinto quindi che insieme ai viveri non sia male portare con sé anche una bottiglia di grappa e un bel po’ di cioccolato.
Credo che in certi momenti essere sovrappeso (o addirittura obesi) non possa fare altro che bene : io sono piuttosto magro quindi soffro il freddo e so che la mia resistenza in vita in mare sarebbe molto, molto limitata.
Ah, non mi risulta che a bordo della zattera ci sia un coltello per tagliare la cima che la unisce alla barca, quindi è opportuno pensare anche a questo… E poi un coltello in caso di bisogno può sempre essere utile : magari se per caso vi siete sognati di portare in crociera con voi anche un deputato, può venirvi voglia di farlo fuori e mangiarvelo; potete così sempre dimostrare che avete beneficiato di un servizio pubblico.
Non vi piace questo finale di fanta-politica cannibalista, vero ?
Nemmeno a me.
Allora comunque portatevi a bordo (della zattera) un coltello, perché può venirvi voglia di  squamare la Corifena (pesce che ama stazionare all' ombra sotto le zattere) che avrete pescato sotto la zattera con le mani …
Anche se penso sia più facile portarsi in crociera un deputato pronto ad essere cannibalizzato piuttosto che trovare una Corifena così imbecille da farsi pescare sotto la zattera dalle vostre mani !

Termino questo appuntamento mensile con un aneddoto che nulla ha che vedere con le zattere di salvataggio, ma che - come direbbe Guareschi - "rende la vicenda vieppiù varia ed interessante".
Un giorno mio figlio Alessandro (che non è appassionato di calcio) andò allo stadio di Udine a vedere una partita di seria A dell’ Udinese; non ricordo quale fosse la squadra avversaria.
Sta di fatto che quando tornò a casa alla domanda “come è andata ?” rispose:
“Mi ha fatto da ridere un tifoso dell’ Udinese, un tipo molto distinto che sedeva vicino a me e che, non sapendo più quale insulto tributare all’ arbitro, gli ha gridato contro più volte “Deputato !”

Sic transit gloria Rei publicae.
 

Vi aspetto il mese prossimo in cui, muniti di tuta e guanti,  leggerete qualcosa
SULLA MANUTENZIONE DEI WINCH


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