ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
 GIUGNO 2015


PORTANZA VECCHIA E PORTANZA NUOVA
(con un vorticoso asterisco finale)

Forse due mesi fa vi ho un po’ stancato con la storiella antisismica tra il Conte e Tòdero, ma badate bene che ciò che ho riportato non è frutto della mia fantasia ma è la triste realtà.
Fa tutto parte del nostro vivere italico.
La causa però non dipende solo dal nostro essere e vivere in modo complicato (sinonimo secondo me di mancanza di intelligenza), quanto dalla pedissequa applicazione della stupidità comunitaria (mi riferisco a quella europea) che ha preso a braccetto le iniziative strutturali statunitensi e giapponesi.
Laddove infatti i sismi ci sono e i grattacieli in acciaio pure, come in America e in Giappone, lì han pensato bene di coinvolgere l’ elasticità strutturale per dissipare l’ energia sismica, ma la CE è stata così coinvolgente (e l’ Italia di oggi manco a dirlo c’è andata dietro) da voler a tutti i costi applicare quelle iniziative di studio alle casette di due piani in muratura, ai palazzetti medioevali dei nostri comuni, ai casali appenninici circondati da cipressi, alle strutture industriali dei primi del ‘900, ai masi alpini e alle chiese longobarde e ai monumenti romani che ci sono rimasti dopo le  invasioni barbariche e le demolizioni dei Barberini !
Edifici con una storia e una personalità così diversa uno dall’ altro da rifiutare la rigidità di una normativa nata per tutt’ altri scopi e di fatto inapplicabile (che infatti è stata poi ampiamente rimaneggiata. e complicata ulteriormente nel caso degli edifici esistenti).

  Così si perde ognòr e risulta ahimé afflitto
il buon senso comun, che se ne va sconfitto 
e restan allocchi che tra lor si fan scacco

e guardonsi in viso, ognun co’ pive nel sacco.
Chi riuscirà in tal tenzon senza ferire
a sturàr le menti e l' intelletto aprire ?

                                                                                       

No, ‘un è Dante che l’ ha scritto, l’ ho scritto io !

Perché alfine dobbiamo chiedercelo, una buona volta: chi riuscirà a farci nuovamente ragionare con un minimo di buon senso ?
Poiché in questo sito si vorrebbe ogni tanto dissertar di nautica, vi fò un esempio pratico. Nautico, naturalmente. 
(Mannaggia, scusate, or m’è presa codesta smania di parlar toscano !)
Dopo la titanica impresa della revisione del motore sulla mì barca, m’ era rimasto da cambiare una candeletta di pre-accensione al diesel.
'Un ho capito perché si sia bruciata dopo la revisione, ma comunque gli è bel che successo !
Naturalmente poiché le candelette son 4 come i cilindri e son tra loro collegate in serie, bruciata che se n’è una nessun’ altra si pre-riscalda, così l’ accensione a freddo diventa quas’ impossibile.
Mi sono dato da fare e, in un magazzino di ricambi d’ auto della FIAMM qui a Treviso, le ho trovate; uso il plurale perché 4 ne ho comperate, così da esser a posto per quel po’ di futuro che mi resta da vivere.
Così in uno splendido mattino di sabato, mentre la mì signora si riposava prendendo il sole in coperta, me ne sono stato a pancia in giù sopra il motore a sostituire la candeletta, a serrarla per benino, a riposizionare i collegamenti elettrici, la vaschetta del rabbocco del liquido di raffreddamento e il filtro dell’ aria che davano entrambi fastidio e che quindi avevo in precedenza smontato.
Orbene, tutt’ è andato a buon fine cosicché, dopo una frugale merenda con la moglie, ce ne siamo usciti in mare a fare un provino generale…(della barca, non di noi. Che avevate capito, grulli !)
Bella giornata, dicevo, con brezzolina sugli 8 – 10 nodi e tanto sole.

Abbiamo issato la randa, aperto il genoa e abbiamo lasciato correre Siddharta in un lasco un po’ stretto con mure a dritta di 6 M verso Caorle (velocità intorno ai 6.8 Kn) e poi l’ abbiamo inclinato un po’ per il ritorno di bolina con mure a sinistra verso Eraclea (velocità circa 7.3 Kn).

E’ successo che alla fine del lasco e prima della bolina, quando virai davanti a Caorle (virai da solo, non perché avevo buttato a mare la mì signora, ma perch’ ella s’ era limitata a spostare il materassino per evitar di stare distesa all’ ombra delle vele…Ma sta bene così, perché gli è giusto che si riposasse !) ebbene un po’ sottovento avvistai una bella barca moderna, un po’ più grande di Siddharta, sui 13-14 m con lo scafo scuro, le vele belle nuove, la prua quasi senza slanci e che stava risalendo anch’ essa il vento con mure a sinistra.
Era una barca di un cantiere non identificato, data la distanza, comunque senza dubbio molto recente…una cosuccia a occhio e croce stimata almeno sulle 300 mila euro.
Per un miglio circa se ne rimase lì a seguirci, poi la brezza ruotò verso W di una decina di gradi (come fa sempre a pomeriggio inoltrato) e l’ angolo di bolina si fece un po’ più stretto.
Mi limitai a dare un giro di manovella al winch del genoa e uno strattone alla scotta della randa, per poi riprendere la mia posizione godendomi la visione in controluce dei fiocchetti segnavento all’ inferitura della vela di prua.
Ah, che meraviglia !
Gli è successo però che la barca moderna 'un c’è riuscita e allora cominciò a scadere, a scadere, a scadere, ma così tanto che dopo un altro miglio virò di nuovo per non finire in spiaggia.
Quando Siddharta (la mì barca) ci ha portati con un unico bordo esattamente davanti alle briccole del canale di ingresso alla darsena, la vela dell’ altra barca era quasi invisibile.

Orbene, oggi Siddharta forse non vale nemmeno più 50 mila euro perché ha 30 anni.
La barca non è marcata CE, perché 28 anni fa non si sapeva nemmeno cosa volesse dire.
Allora mi chiedo: dove è finito tutto il progresso tecnologico della nautica in questi ultimi 30 anni ?
In quali misteriose doti della barca più moderna si è estrinsecata la sommatoria delle norme burocratiche della marcatura CE ?
Ma in che cosa consiste il plus-valore che ha quella barca di fronte a Siddharta ?
Siamo proprio sicuri di aver normato bene, sia noi in Italia che la Comunità Europea in Europa ?
Cosa ha di diverso un osteriggio con la marcatura CE da uno che non ce l’ ha e che comunque da 30 anni è esposto alle intemperie e fa ancora il suo dovere ?
E la prua a piombo - che allunga il galleggiamento - siamo sicuri che sia proprio così efficace navigando a vela con le brezze che comunque più di tanti Watt di potenza non riescono a creare ?
E tutto ‘sto spectra e carbonio disseminato dentro le cime o dentro le vele o le ruote dei timoni è proprio vero che aumenta le prestazioni ?
A tal proposito ricordo un periodo storico (mi riferisco ai magnifici anni ’60 – ’70, cioè prima della crisi petrolifera) durante il quale i giovani neo-patentati al volante di una Fiat 500 o 600 ne decoravano le carrozzerie con vistose strisce longitudinali e ne modificavano le marmitte di scarico per ottenere un rombo più forte e rotondo.
Ma quelle Fiat 500 e 600 non è che corressero più veloci delle altre loro sorelline non modificate.
Qualcuno ne smontava il motore e lo elaborava, così una quindicina di Km/h veniva guadagnata a scapito naturalmente di un surriscaldamento del motore e di un consumo maggiore di carburante (ma tanto la crisi dell’ estrazione dei barili di greggio dal golfo d’ Arabia doveva ancora arrivare).
Allora, nel nostro nautico caso, che utilità può avere montare una ruota del timone in carbonio se le linee dello scafo sono più adatte a navigare a motore piuttosto che a vela ?
Che utilità può avere issare le vele in spectra se l’ estremità della chiglia è uno scarpone da montagna che crea un vortice mostruoso di bolina e che dissipa tutta l’ energia che quelle vele rigide con tanta fatica hanno cercato di costruire ? (*)
Considerazioni…sì, sono solo considerazioni.
Se ne possono fare altre, come quella del serbatoio CE delle acque nere che ancora non ho capito a che serva dato che le piazzole di scarico nelle darsene non ci sono e che in mare i pesci comunque mangiano la cacca (vedi articolo di agosto 2013).
Ripeto:
Chi riuscirà in tal tenzon senza ferire
A sturàr le menti e l’ intelletto aprire?
Chiaro che non ho io questa pretesa, ma se nessuno lo farà dobbiamo armarci noi di Santa Buona Volontà e darci una mossa.
Solo la nostra Santa Buona Volontà ci può offrire dei corsi di aggiornamento che servano a qualcosa: sono gratuiti e a domicilio, basta dedicarcisi facendo lavorare quel dono meraviglioso che è il nostro cervello.
Per farmi comprendere ancor meglio, leggete per benino l’ asterisco che segue, e poi datevi una risposta.

(*) Scusate per l’ asterisco, ma è che alle volte non va bene sottintendere troppo le cose.
Vi riporto la frase sopra scritta: “uno scarpone da montagna che crea un vortice mostruoso di bolina e che dissipa tutta l’ energia che quelle vele rigide con tanta fatica hanno cercato di costruire”.
Prendo lo spunto dall’ articolo di luglio 2010 per tornare sull’ argomento “vortici” e farvi vedere qualche immagine divertente e istruttiva.
Ricordate la chiglia di Australia II (e poi di Stars and Stripes), quella con le alette ? 

 E’ l’ idea che madre Natura ha avuto per le ali degli uccelli rapaci.    
Li ha dotati di “anula”, una pennetta all’ estremità che riduce il vortice dell’ ala.
   Idea che noi abbiamo copiato collocandola anche alle estremità delle ali degli aerei.    
 Non di tutti, però...
 Solo di quelli di linea che devono economizzare carburante.        
Perché il carburante costa e inquina.

Anche l’ energia degli uccelli rapaci costa a loro molta fatica, soprattutto quando sono riusciti a trovare una preda e, caricatala a bordo con gli artigli, la debbono sollevare fino al loro nido.  Invece l’ energia dei gabbiani e degli albatri costa a loro meno fatica, perché vivono nel vento.  Infatti l’ estremità delle loro ali non è dotata di anula.  

  Anche l’ energia prodotta dal vento nelle vele è bene sia utilizzata al meglio riducendo gli sprechi.

Ciò considerato, andiamo a guardare le estremità delle chiglie delle nostra barche.

1 - Finiscono a punta, più o meno arrotondata, come le ali dei gabbiani e degli albatri ?  Bene, creano un po’ di vortice di bolina, ma al lasco e in poppa (quando non hanno bisogno di “costruire portanza” nell’ acqua) vanno che è una meraviglia !

2 - Hanno le alette, come le anule dell’ aquila e del condor?  Bene, di bolina - dove c’è bisogno del massimo di portanza - sono il meglio che si possa avere per sfruttare tutta l’ energia data dalle vele che, in questa andatura, vista la scomposizione vettoriale che voi tutti conoscete è piuttosto scarsa nella direzione dell’ avanzamento della barca.
Però al lasco e in poppa offrono più attrito dell’ ala di gabbiano senza anula, quindi rallentano !

 

3 - Oppure hanno attaccato sotto un vero e proprio “scarpone da montagna” che sembra fatto apposta per creare vortici inutili sia di bolina, che al traverso, che al lasco, che in poppa ?
Mmm, meraviglia il fatto che quasi tutte le barche oggi abbiano chiglie del tipo 3, vero ?

Allora applichiamo la Santa Buona Volontà e costruiamoci col nostro cervello un corso di aggiornamento personalizzato, che non si lasci infinocchiare dai depliants e dalle sparate dei laboratori delle università (che magari fanno anche per bene il loro lavoro, ma che poi si ritrovano con i loro risultati manipolati dall’ agenzia di marketing che ha curato il lancio pubblicitario della barca).
Vanno proprio bene gli “scarponi da montagna” attaccati sotto alle chiglie ?
Quando infatti leggiamo i risultati nei diagrammi o negli articoli con riportate un bel po’ di percentuali di guadagno dobbiamo sempre chiederci. “Sì, ma rispetto a che cosa ?”
Anche a me piace sapere che ho ottenuto un miglioramento idrodinamico del 3 %, ma rispetto a cosa ?
E quando leggo che c’è stato un miglioramento prestazionale di tutto rispetto ?
Oppure quando trovo scritto che le prove in vasca hanno dato ragione al nuovo design ?
Ma cosa significa ?
Mah.
Tanto vale dire che “la Fiat 500 del 1964 elaborata con due strisce adesive una bianca e una rossa ha superato i test più severi e si propone al mercato con un guadagno di 18 Km/h” cosa che magari il mio amico Rino il meccanico, quello che ha revisionato il motore, riusciva a ottenere davvero e molto più semplicemente con appena dù giri di vite alla valvola a farfalla del carburatore ! 


 Le foto in "travestimento dantesco" sono state scattate in occasione di una rappresentazione teatrale

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