PORTANZA VECCHIA E PORTANZA NUOVA
(con un vorticoso asterisco finale)
Così
si perde ognòr e risulta ahimé afflitto
il
buon senso comun, che se ne va sconfitto
e restan allocchi che tra lor si fan scacco
e
guardonsi in viso, ognun co’ pive nel sacco.
Chi riuscirà in tal tenzon senza ferire
a sturàr le menti e l' intelletto aprire ?
Perché
alfine dobbiamo chiedercelo, una buona volta: chi riuscirà a farci nuovamente
ragionare con un minimo di buon senso ?
Poiché
in questo sito si vorrebbe ogni tanto dissertar di nautica, vi fò un esempio
pratico. Nautico, naturalmente.
(Mannaggia, scusate, or m’è presa codesta
smania di parlar toscano !)
Dopo
la titanica impresa della revisione del motore sulla mì barca, m’ era rimasto
da cambiare una candeletta di pre-accensione al diesel.
'Un
ho capito perché si sia bruciata dopo la revisione, ma comunque gli è bel che successo
!
Naturalmente
poiché le candelette son 4 come i cilindri e son tra loro collegate in serie,
bruciata che se n’è una nessun’ altra si pre-riscalda, così l’ accensione a
freddo diventa quas’ impossibile.
Mi
sono dato da fare e, in un magazzino di ricambi d’ auto della FIAMM qui a
Treviso, le ho trovate; uso il plurale perché 4 ne ho comperate, così da esser
a posto per quel po’ di futuro che mi resta da vivere.
Così
in uno splendido mattino di sabato, mentre la mì signora si riposava prendendo
il sole in coperta, me ne sono stato a pancia in giù sopra il motore a
sostituire la candeletta, a serrarla per benino, a riposizionare i collegamenti
elettrici, la vaschetta del rabbocco del liquido di raffreddamento e il filtro
dell’ aria che davano entrambi fastidio e che quindi avevo in precedenza smontato.
Orbene,
tutt’ è andato a buon fine cosicché, dopo una frugale merenda con la moglie, ce
ne siamo usciti in mare a fare un provino generale…(della barca, non di noi.
Che avevate capito, grulli !)
Bella
giornata, dicevo, con brezzolina sugli 8 – 10 nodi e tanto sole.
Abbiamo issato la randa, aperto il genoa e abbiamo lasciato correre Siddharta in un lasco un po’ stretto con mure a dritta di 6 M verso Caorle (velocità intorno ai 6.8 Kn) e poi l’ abbiamo inclinato un po’ per il ritorno di bolina con mure a sinistra verso Eraclea (velocità circa 7.3 Kn).
E’
successo che alla fine del lasco e prima della bolina, quando virai davanti a
Caorle (virai
da solo, non perché avevo buttato a mare la mì signora, ma perch’ ella s’ era
limitata a spostare il materassino per evitar di stare distesa all’ ombra delle
vele…Ma sta bene così, perché gli è giusto che si riposasse !) ebbene un po’
sottovento avvistai una bella barca moderna, un po’ più grande di Siddharta,
sui 13-14 m con lo scafo scuro, le vele belle nuove, la prua quasi senza slanci e che
stava risalendo anch’ essa il vento con mure a sinistra.
Era
una barca di un cantiere non identificato, data la distanza, comunque senza
dubbio molto recente…una cosuccia a occhio e croce stimata almeno sulle 300
mila euro.
Per
un miglio circa se ne rimase lì a seguirci, poi la brezza ruotò verso W di una
decina di gradi (come fa sempre a pomeriggio inoltrato) e l’ angolo di bolina
si fece un po’ più stretto.
Mi
limitai a dare un giro di manovella al winch del genoa e uno strattone alla scotta
della randa, per poi riprendere la mia posizione godendomi la visione in
controluce dei fiocchetti segnavento all’ inferitura della vela di prua.
Ah,
che meraviglia !
Gli
è successo però che la barca moderna 'un c’è riuscita e allora cominciò a scadere, a scadere,
a scadere, ma così tanto che dopo un altro miglio virò di nuovo per non finire
in spiaggia.
Quando
Siddharta (la mì barca) ci ha portati con un unico bordo esattamente davanti
alle briccole del canale di ingresso alla darsena, la vela dell’ altra barca
era quasi invisibile.
La
barca non è marcata CE, perché 28 anni fa non si sapeva nemmeno cosa volesse
dire.
Allora
mi chiedo: dove è finito tutto il progresso tecnologico della nautica in questi
ultimi 30 anni ?
In
quali misteriose doti della barca più moderna si è estrinsecata la sommatoria
delle norme burocratiche della marcatura CE ?
Ma
in che cosa consiste il plus-valore che ha quella barca di fronte a Siddharta ?
Siamo
proprio sicuri di aver normato bene, sia noi in Italia che la Comunità Europea
in Europa ?
Cosa
ha di diverso un osteriggio con la marcatura CE da uno che non ce l’ ha e che
comunque da 30 anni è esposto alle intemperie e fa ancora il suo dovere ?
E
la prua a piombo - che allunga il galleggiamento - siamo sicuri che sia proprio
così efficace navigando a vela con le brezze che comunque più di tanti Watt di
potenza non riescono a creare ?
E
tutto ‘sto spectra e carbonio disseminato dentro le cime o dentro le vele o le
ruote dei timoni è proprio vero che aumenta le prestazioni ?
A
tal proposito ricordo un periodo storico (mi riferisco ai magnifici anni ’60 –
’70, cioè prima della crisi petrolifera) durante il quale i giovani
neo-patentati al volante di una Fiat 500 o 600 ne decoravano le carrozzerie con
vistose strisce longitudinali e ne modificavano le marmitte di scarico per
ottenere un rombo più forte e rotondo.
Ma
quelle Fiat 500 e 600 non è che corressero più veloci delle altre loro
sorelline non modificate.
Qualcuno
ne smontava il motore e lo elaborava, così una quindicina di Km/h veniva
guadagnata a scapito naturalmente di un surriscaldamento del motore e di un
consumo maggiore di carburante (ma tanto la crisi dell’ estrazione dei barili
di greggio dal golfo d’ Arabia doveva ancora arrivare).
Allora,
nel nostro nautico caso, che utilità può avere montare una ruota del timone in
carbonio se le linee dello scafo sono più adatte a navigare a motore piuttosto
che a vela ?
Che
utilità può avere issare le vele in spectra se l’ estremità della chiglia è uno
scarpone da montagna che crea un vortice mostruoso di bolina e che dissipa
tutta l’ energia che quelle vele rigide con tanta fatica hanno cercato di
costruire ? (*)
Considerazioni…sì,
sono solo considerazioni.
Se
ne possono fare altre, come quella del serbatoio CE delle acque nere che ancora
non ho capito a che serva dato che le piazzole di scarico nelle darsene non ci
sono e che in mare i pesci comunque mangiano la cacca (vedi articolo di agosto
2013).
Ripeto:
Chi
riuscirà in tal tenzon senza ferire
A
sturàr le menti e l’ intelletto aprire?
Chiaro
che non ho io questa pretesa, ma se nessuno lo farà dobbiamo armarci noi di
Santa Buona Volontà e darci una mossa.
Solo
la nostra Santa Buona Volontà ci può offrire dei corsi di aggiornamento che
servano a qualcosa: sono gratuiti e a domicilio, basta dedicarcisi facendo
lavorare quel dono meraviglioso che è il nostro cervello.
Per
farmi comprendere ancor meglio, leggete per benino l’ asterisco che segue, e poi datevi
una risposta.
(*)
Scusate per l’ asterisco, ma è che alle volte non va bene sottintendere troppo
le cose.
Vi
riporto la frase sopra scritta: “uno scarpone da montagna che crea un vortice
mostruoso di bolina e che dissipa tutta l’ energia che quelle vele rigide con tanta
fatica hanno cercato di costruire”.
Prendo
lo spunto dall’ articolo di luglio 2010 per tornare sull’ argomento “vortici” e
farvi vedere qualche immagine divertente e istruttiva.
Ricordate
la chiglia di Australia II (e poi di Stars and Stripes), quella con le alette ?
E’
l’ idea che madre Natura ha avuto per le ali degli uccelli rapaci.
Li
ha dotati di “anula”, una pennetta all’ estremità che riduce il vortice dell’
ala. Idea
che noi abbiamo copiato collocandola anche alle estremità delle ali degli
aerei.
Non
di tutti, però...
Solo
di quelli di linea che devono economizzare carburante.
Perché
il carburante costa e inquina.
Anche l’ energia degli uccelli rapaci costa a loro molta fatica, soprattutto quando sono riusciti a trovare una preda e, caricatala a bordo con gli artigli, la debbono sollevare fino al loro nido. Invece l’ energia dei gabbiani e degli albatri costa a loro meno fatica, perché vivono nel vento. Infatti l’ estremità delle loro ali non è dotata di anula.
Anche l’ energia prodotta dal vento nelle vele è bene sia utilizzata al meglio riducendo gli sprechi.
Però
al lasco e in poppa offrono più attrito dell’ ala di gabbiano senza anula,
quindi rallentano !
Mmm,
meraviglia il fatto che quasi tutte le barche oggi abbiano chiglie del tipo 3,
vero ?
Allora
applichiamo la Santa Buona Volontà e costruiamoci col nostro cervello un corso
di aggiornamento personalizzato, che non si lasci infinocchiare dai depliants e
dalle sparate dei laboratori delle università (che magari fanno anche per bene
il loro lavoro, ma che poi si ritrovano con i loro risultati manipolati dall’
agenzia di marketing che ha curato il lancio pubblicitario della barca).
Vanno
proprio bene gli “scarponi da montagna” attaccati sotto alle chiglie ?
Quando
infatti leggiamo i risultati nei diagrammi o negli articoli con riportate un bel
po’ di percentuali di guadagno dobbiamo sempre chiederci. “Sì, ma rispetto a
che cosa ?”
Anche
a me piace sapere che ho ottenuto un miglioramento idrodinamico del 3 %, ma
rispetto a cosa ?
E
quando leggo che c’è stato un miglioramento prestazionale di tutto rispetto ?
Oppure
quando trovo scritto che le prove in vasca hanno dato ragione al nuovo design ?
Ma
cosa significa ?
Mah.
Tanto
vale dire che “la Fiat 500 del 1964 elaborata con due strisce adesive una
bianca e una rossa ha superato i test più severi e si propone al mercato con un
guadagno di 18 Km/h” cosa che magari il mio amico Rino il meccanico, quello che
ha revisionato il motore, riusciva a ottenere davvero e molto più semplicemente
con appena dù giri di vite alla valvola a farfalla del carburatore !
Le foto in "travestimento dantesco" sono state scattate in occasione di una rappresentazione teatrale