ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
GIUGNO 2019

Carissimi lettori, non so voi ma io sono un po' triste perchè ho la netta impressione
che stiamo cercando di nascondere la polvere sotto il tappeto per non voler scoparla via...
Ogni giorno siamo bombardati da notizie raccapriccianti che vanno dagli scandali della corruzione più diffusa,
ai crolli,
ai femminicidi, agli infanticidi, ai suicidi-omicidi in ambito familiare.
Ma il male in tutto ciò è che invece che guardarci allo specchio ed interrogarci sulle nostre colpe
 di essere complici di una società cristiana senza più coscienza né Dio,
attribuiamo la responsabilità di tutto ciò ai migranti di cui non vogliamo più sentir nemmeno parlare.
E' solo una mia impressione che non vogliamo togliere la polvere ma solo nasconderla sotto il tappeto?

 CORSI DI PERFEZIONAMENTO POST PATENTE NAUTICA
Come annunciato lo scorso mese di marzo, le date in cui potrò effettuare anche
per quest' anno i corsi di perfezionamento dopo la patente nautica sono:
        
- da venerdì 2  a  domenica 4      agosto
      - da venerdì 23 a domenica 25    agosto
Per ulteriori informazioni chiamate la segreteria del
Circolo velico Mariclea 0421 66261
o il sottoscritto al 349 3628975



ANCHE NOI SIAMO COMPLESSI 2…

ovvero i contenziosi nelle compravendite delle imbarcazioni

 

Faccio seguito a quanto scritto lo scorso mese sui contenziosi nelle compravendite delle imbarcazioni perché forse sono stato un po’ troppo sbrigativo sulla definizione di occultamento dei vizi.
Fermo restando quanto stabilito dall’ art. 1490 c.c. comma 1 che prevede “il riconoscimento del vizio occulto da parte del venditore nel caso il bene acquistato non possa essere usufruito da chi lo ha acquistato”, al fine di non ingenerare ulteriori equivoci trovo giusto chiarire la differenza tra vizio occulto e vizio occultato.
Un vizio occulto è quello di cui non è a conoscenza né chi compra né chi vende.
Un vizio occultato è quello di cui è a conoscenza chi vende ma non chi compra.
E’ palese il fatto che nel vizio occulto c’è la buona fede del venditore, nel vizio occultato c’è invece mala fede da parte del venditore.
Ora si potrebbero scrivere fiumi di parole e di esempi tuttavia sarebbe tempo sprecato perché il riconoscimento del vizio, cioè il fatto che chi vende se ne assuma l’ onere per le riparazioni, dipende unicamente dal fatto che esso sia pregiudizievole o meno per la navigazione e non dal fatto che chi vende sia o non sia in buona fede.
Facciamo ancora qualche esempio. 

Vizio occulto.
Massimo è un armatore occasionale che usa il proprio motoscafo solo per uscire dalla darsena e fare il bagno al largo con la famiglia; non tira mai il motore al massimo e naviga talmente poco che esso non ha modo di surriscaldarsi mai.
Mette in vendita la barca.
Quando vende la barca ad Adriano non si è ancora reso conto che lo scambiatore di calore del circuito di raffreddamento è quasi del tutto intasato.
Durante la prova di navigazione tutto va bene e il termometro non sale più di tanto.
Adriano compra la barca ma la usa per andarci a pesca e in ferie.
Alla prima navigazione oltre i 15 minuti il termometro si alza e l’ allarme si fa sentire.
Adriano deve fermarsi, aspettare che il motore si raffreddi e rientrare a velocità ridotta e facendo una ulteriore sosta in mare.
Il meccanico deve smontare lo scambiatore, ripulirlo e rimontarlo ma non lo fa subito perché ha tanto lavoro e Adriano non può usare il motoscafo per due mesi. 

Vizio occultato.
Massimo è un armatore che usa abitualmente il proprio motoscafo e sa che il motore scalda molto.
Il suo meccanico gli ha già detto che si dovrà smontare e pulire lo scambiatore, ma Massimo preferisce vendere la barca in modo tale che ci penserà chi la comprerà.
Mette in vendita la barca e stacca i fili del termometro.
Durante la prova di navigazione Adriano nota che il termometro non segna e Massimo si giustifica dicendo “E’ sempre andato.. sarà un filo staccato” badando bene di non tirare a lungo il motore.
Adriano compra la barca, fa sistemare il termometro e alla prima navigazione oltre i 15 minuti il termometro si alza e l’ allarme si fa sentire.
Avviene poi la stessa cosa del caso precedente. 

La conclusione della storia è in tutti e due i casi la stessa: nel primo caso si tratta di un vizio occulto pregiudizievole per la navigazione, nel secondo di un vizio occultato pregiudizievole per la navigazione, ma in entrambi i casi Massimo deve riconoscere il vizio e assumersene l’ onere per la riparazione.
Moralmente Massimo può essere un galantuomo o un brigante, ma di fatto deve comunque rispondere del vizio.
Moralmente Adriano può ritenere di aver avuto a che fare con una persona per bene o con un delinquente, ma di fatto deve essere risarcito.
A questo punto spero anche sia chiaro che, come talvolta chi vende si può comportare da brigante, lo stresso atteggiamento può averlo chi compra.
Perché non è detto che la vittima sia sempre colui che acquista.
Può infatti capitare (e capita) che chi compra, una volta fatta una prova superficiale ante-acquisto, alla prima navigazione voglia addossare a chi ha venduto qualsiasi difetto riscontrato: boccole degli assi lasche, corrosioni sui collettori di scarico, infiltrazioni dalle guarnizioni degli oblò..
Sia che questi vizi fossero occulti o occultati, essi non sono pregiudizievoli per la navigazione e sono dovuti unicamente a normale usura.
Quindi chi compera una barca usata sa che è usata e non può far riconoscere a chi l’ ha venduta vizi dovuti ad usura che non compromettano la navigazione.
Insomma, vale il vecchio proverbio che “Chi troppo vuole nulla stringe !”

CHI TROPPO VUOLE...

Faccio un altro esempio, più concreto dei precedenti, che è capitato a me quando comprai la barca che ho ora.
Quando acquistai Siddharta (il Comet 12) aveva già 16 anni.
Il proprietario si lamentava del fatto che il motore scaldava un po’.
Durante la prova di navigazione notai un po’ di difficoltà nell’ inserimento della macchina avanti-indietro all’ invertitore.
Comprai ugualmente la barca, così come stava.
Alla prima crociera mi successe, stavo indietreggiando in porto a Mali Losinj, che la macchina avanti non ingranò e che toccai con lo specchio di poppa un’ altra imbarcazione.
Non feci danni, ma rientrato dovetti sostituire l’ invertitore che era ormai irrecuperabile.
L’ anno seguente mi ritrovai a Iz con il termometro dell’ acqua oltre i 110 °C.
Individuai il problema nella valvola termostatica del circuito di raffreddamento, che praticamente non si apriva.
Tolta la valvola e non avendo il ricambio, tornai a casa senza col motore che andava a 55 °C (75-80 °C sarebbe la temperatura corretta di funzionamento), poi la sostituii.
Da allora tutto funzionò per il meglio.

Ebbene, in entrambi i casi si trattava di vizi occulti, dovuti ad usura, pregiudizievoli per la navigazione, tuttavia non intrapresi alcun contenzioso con chi mi aveva venduto la barca: la sostituzione dell’ invertitore mi costò 1300 Euro, quella della valvola termostatica circa 40 Euro.
Forse avrei potuto “sondare” chi me l’ aveva venduta con una telefonata, ma se costui avesse recalcitrato e se quindi mi fossi rivolto all’ avvocato e alle carte da bollo quanto mi sarebbe venuto a costare ?
Infinitamente di più.
Anche perché in genere, non potendo gli avvocati sapere tutto di tutto (infatti molti di essi malauguratamente si mettono a fare politica), quando si mettono nei loro documenti a disquisire di faccende tecniche relative alla nautica scrivono cose incomprensibili con termini equivoci, cosicché il giudice fa ancor più fatica a comprendere il motivo del contendere.
Per un avvocato è normale confondere opera viva con opera morta e spesso non ha alcuna nozione di cosa sia un passascafo e una corrente galvanica…eppure ci disquisisce sopra tranquillamente (come appunto fanno i politici la cui base culturale è rappresentata solo dall’ abilità di interpretare i desideri degli elettori e non da quella di risolvere i loro problemi).
Ricordo che in una perizia nella quale ero coinvolto come CTU (quindi a servizio del giudice) nell’ atto di citazione era riportato “un tale Tiziano Laterza” che peraltro non figurava in nessuna altra parte della documentazione…
In realtà quel contenzioso era stato aperto a causa di un grosso problema riscontrato su una imbarcazione che si chiamava “Tiziana III”; insomma quell’ avvocato aveva confuso il nome di una barca, che esisteva, col nome di una persona, che non esisteva.
Si può immaginare il resto !
Ora sembrerà paradossale quello che ho ricordato, ma succede più spesso di quel che si creda.
Occorre tenere presente infatti che spessissimo le barche si trovano in una darsena mentre coloro che comprano e vendono abitano in città e paesi anche lontani tra loro e da quella darsena; ciò comporta che quando si arriva ad una causa in tribunale l’ avvocato di una parte deleghi un suo collega che abita più vicino di lui alla sede del tribunale.
E ovviamente il “passa parola” genera facilmente equivoci o errori che vanno inevitabilmente a creare rallentamenti e ulteriori spese per entrambe le parti.
V’ è poi una ulteriore caratteristica dei procedimenti giudiziari civili che occorre sfatare: chi fa causa (il cosiddetto attore) è sempre convinto di aver ragione ed anche, nel caso il giudice gliela darà vinta, che tutte le spese saranno a carico del condannato (il cosiddetto convenuto).
Questo ritornello l’ ho sentito ripetere molte e molte volte, talché gli avvocati lo scrivono sempre alla fine dei loro atti “con rivalsa di spese ecc…”
Ebbene, innanzitutto è assai improbabile che il giudice dia completamente ragione a una parte e completamente torto all’ altra; inoltre egli deciderà sempre di ripartire le spese tra le due parti, magari con percentuali diverse, ma comunque di ripartirle.
Quindi l’ attore, sia esso compratore o venditore, farebbe sempre bene a fare un po’ di conti prima di intentare la causa anche se, come spesso avviene, il suo avvocato si dimostrasse sicuro del successo.
Tornando al mio caso pratico (invertitore e valvola termostatica costo globale 1340 Euro), se avessi voluto fare causa a chi mi aveva venduto la barca e se il giudice mi avesse dato ragione riconoscendo un danno di 1500 Euro, quantomeno avrebbe disposto che ognuna delle due parti si sarebbe accollata le spese del proprio avvocato e del proprio CTP, forse attribuendo in toto le spese processuali e del CTU al convenuto (il venditore).
Ebbene, alla fine avrei incassato la differenza tra 1500 e 1350 Euro, ma avrei dovuto pagare la parcella del mio CTP (facciamo 2000 Euro?) e del mio avvocato (facciamo 3000 Euro?), continuando a navigare con la barca per due o tre anni col patema d’ animo di come sarebbero andate le cose, dato che una causa civile veloce ha questa tempistica….per non parlare di quelle lente!
Invece sistemando a mie spese invertitore e valvola ci ho guadagnato in portafoglio e soprattutto in salute.

 

 

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