Per la verità finora non
mi è mai successo, tuttavia - ragionandoci sopra - trovo opportuno integrare la
frase di Italo in questo modo:
“L’ importante è non
trovarsi mai nel posto sbagliato, nel momento sbagliato e con le persone
sbagliate”.
Già lo scorso mese di maggio mi
sono permesso uno sfogo nei confronti di coloro che consciamente se ne
infischiano dei diritti degli altri: sono persone che ci fanno vivere tutti malamente,
tuttavia non sono così pericolosi come coloro che lo fanno inconsciamente….Questi ultimi infatti
appartengono alla categoria degli stupidi alla quale - ahimè - almeno una volta
nella vita abbiamo appartenuto tutti.
Alzi la mano chi non ha
fatto una stupidata nella vita !
Bene.
Lo scrittore Carlo Maria
Cipolla (di cui vi consiglio vivamente il libro “Allegro ma non troppo”) a
proposito della stupidità umana propone di disegnare un piano cartesiano
(quello con l’ asse delle X e l’ asse delle Y, per intenderci) e di porre lungo
le ascisse (asse X) la capacità che hanno le persone di produrre con la loro
attività del tornaconto solo per gli altri; dice poi di porre lungo le ordinate
(asse Y) la capacità che hanno le persone di produrre con la loro attività del
tornaconto solo per se stessi.
Ebbene, se una persona (per
esempio tu, o solerte lettore) col suo lavoro è in grado di produrre vantaggio sia
per sé che per gli altri essa si trova nel 1° quadrante (valori positivi sia
di X che di Y) e risulta esser quindi un INTELLIGENTE.
Se una persona invece
lavora senza produrre vantaggio né per sé né per gli altri essa si trova nel
3° quadrante (valori negativi sia di X che di Y) e quindi è uno STUPIDO.
Nel 2° quadrante
collocheremo la categoria degli SPROVVEDUTI (lavorano solo a beneficio degli
altri rovinando sé stessi) e - dulcis in fundo - nel 4° quadrante collocheremo la
categoria dei DELINQUENTI (lavorano solo a beneficio di sé stessi rovinando gli
altri).
Afferma Cipolla che non
abbiamo assolutamente idea di quante persone ricadano nel 3° quadrante, cioè di
quanti stupidi ci siano a questo mondo !
Affermazione che purtroppo è di una
verità eclatante e che non ha alcuna relazione con il livello
culturale delle persone: stupido può essere anche un
professore universitario
Orbene, gli eventi
meteorologici o casuali hanno senza dubbio una grande responsabilità quando
avviene qualche disgrazia ma è bene sottolineare che essi fanno parte della
natura.
Una fortissima pioggia
(e la conseguente inondazione delle rive del rio delle Amazzoni) può trascinare
con sé interi villaggi, anche se la natura non si è mai sognata di consigliare
la costruzione di insediamenti lungo le rive del fiume.
Così le modeste
inondazioni che periodicamente affliggono sia le regioni meridionali che quelle
settentrionali del nostro Bel Paese (e che talvolta portano via qualche casa,
qualche ponte, qualche stalla e purtroppo anche qualche persona) sono sempre
causate dall’ azzardo di aver voluto costruire dove non bisognava farlo o di
aver urbanizzato aree dove le acque da sempre trovavano sfogo.
Insomma a ben guardare
le disgrazie hanno sempre una corresponsabilità umana dovuta a una iniziativa
che non ha brillato per intelligenza.
Si potrebbe definire l’
intelligenza come la capacità di vivere senza andare contro natura…ma il
discorso si farebbe lungo e troppo tortuoso.
Che dire ora di questo
argomento applicato alla nautica ?
Mi viene in mente un fatto accaduto la scorsa estate in Croazia.
Il porto di Olib e, in alto a destra, la stupenda baia di Uvala Slatinica
Voi cosa avreste fatto al
posto di quegli skipper ?
Mi è già arrivata la vostra
risposta…ve ne sareste andati come avrei fatto anch’ io.
Invece quei tre skipper
se ne sono rimasti là, in attesa degli eventi.
Quando poi la “sventolata”
è arrivata, quello ormeggiato più esternamente (pare assecondando il desiderio -
o l’ ordine - della moglie) ha pensato bene di accendere il motore e andarsene.
Il risultato è stato di ormeggi
di prua divelti e di tre barche affondate nel giro di poche decine di secondi
dato che tutti e tre gli specchi di poppa sono andati a infrangersi contro il
molo di pietra di Olib.
Ignorare i bollettini
meteo avendo a disposizione altre possibilità di ridosso e di ormeggio è da
intelligenti ?
Rimanere ormeggiati
sapendo che ci si troverà sopravvento ad una costa che si trova a un metro
dalla barca è da intelligenti ?
Mollare gli ormeggi e
andarsene a motore con una cinquantina di nodi di vento e con le cime tirate
come corde di violino è da intelligenti ?
Ecco in questo caso non
si è trattato di “prevedere l’ imprevedibile” perchè qui tutto era nelle
condizioni di poter essere previsto, credo proprio piuttosto che questo sia uno
di quei casi in cui si possa parlare di un posto sbagliato, di un momento sbagliato
e di persone sbagliate.
Al che mi vien da
chiedere se esistano posti sbagliati, momenti sbagliati e persone giuste !
Cioè esiste la
possibilità che una persona riesca a risolvere situazioni che in un dato
momento la natura va a orientare verso una situazione di pericolo ?
Domanda troppo
difficile: la casistica è talmente varia che è impossibile catalogarla.
Ecco perché l’ unico
terreno dove la nostra intelligenza (se esiste) è in grado di esprimersi è
la pre-visione, cioè il ricorrere alla immaginazione
che ci fa “vedere prima” ciò che potrebbe accadere.
Per molti individui tale
immaginazione è stimolata dall’ esperienza di fatti già accaduti (a se stessi o
ad altri), per altri invece è stimolata dalla pura fantasia.
Comunque sia lo sforzo
di “veder prima” è essenziale quando si va per mare.
Zio Pino mi dava il
seguente insegnamento.
“Ti piacerebbe andare
per mare con la tua barca ?
Bene, allora prenditi
del tempo.
Compera un giornale di
nautica e leggitelo tutto, poi iscriviti ad un circolo nautico e frequenta le
persone che troverai, poi chiacchiera con loro e fai molte domande e non ti
vergognare di non sapere, poi assisti alle proiezioni dei filmati di chi è
andato per mare, leggi tutti i libri di chi ha fatto il giro del mondo,
informati su quel che può accadere nelle Cicladi, nel Mare del Nord, sui tifoni
in Cina, sulle perturbazioni sulla Tasmania, guarda i film e leggi le
descrizioni degli uragani nel Mar dei Carabi, informati sulle tecnologie e sui
materiali che adottano le barche della Coppa America, passa le ore a leggere le
sciocchezze che scrivono nei siti internet, rispondi e partecipa attivamente ai
forum, confronta i pareri sui materiali, sugli approdi, sulle scuole vela,
sulle scuole di patenti nautiche, sulle velerie, sui cantieri, sull’ usato e
sul nuovo, poi prendi l’ auto e osserva dalla costa il frangersi delle onde,
guarda come si arricciano, da che parte arrivano, come aggirano le scogliere e
i moli, poi sali in alto sulla montagna e guarda le nubi, quelle orizzontali,
quelle verticali, osserva come cambiano, fai attenzione a come si spostano e
come sanno muoversi su direzioni diverse a seconda della loro altezza, poi
aspetta un temporale e scopri quel che succede, da che parte viene il vento,
quanto forte soffia, vedi se poi cambia ancora direzione e se soffia più forte
o più piano, prendi nota dei fulmini, se vanno in su o in giù, se ci sono più
saette o più lampi, scopri se i temporali arrivano sempre da lì oppure no,
stabilisci da dove vengono quelli più “cattivi”, parla con i pescatori e senti
che cosa hanno da raccontarti, leggi gli ex- voto nelle chiese costruite lungo
le coste, prendi nota dei “Per Grazia Ricevuta” che troverai appesi nelle
cappelle, partecipa alle processioni dei paesi sul mare, informati sulle
tradizioni e sui santi del posto, siediti su un molo con una corda in mano e
esercitati a copiare i nodi che vedi sulle barche ormeggiate, vai in un’
officina meccanica e osserva come è fatto dentro un motore, smonta la pompa
della lavatrice di tua moglie, metti vicino due bulloni uno zincato e uno inox
e scoprine le differenze, datti da fare a segare una treccia in acciaio inox,
prendi nota del tempo che impieghi in relazione al diametro che ha, poi fatti
prestare una rivettatrice e impratichisciti a unire due pezzi di lamiera di
alluminio, comprati un tester e usalo, scopri quali pile in casa sono cariche e
non, comprati un manuale di elettronica e studialo, vedi di capire la
differenza tra potenziale e intensità di corrente, tra c.c. e c.a., capisci a
che serve un diodo e un transistor, che cosa comporta collegare due batterie in
serie o in parallelo e come si fa, informati sulle trasmissioni radio, passa in
rassegna le varie frequenze e vedi le enormi differenze che ci sono tra gli
Hertz delle trasmissioni e quelli delle onde del mare, prendi l’ auto e fai
guidare tua moglie lungo i 48 tornanti del passo dello Stelvio e tu stattene
seduto a fianco a leggere un trattato medico sul mal d’ auto, poi rifai la
stessa discesa più volte finchè non vomiti più, pulisci un cesso intasato con
guanti in lattice e senza, abituati ad assaggiare con la punta della lingua
acque putride per sentire se sono salate o dolci.
A questo punto, se
ritieni di essere pronto per andare per mare, recati ad un concessionario, comprati una bella moto e al mare non
pensarci più !
Avrai fatto una cosa
molto saggia."
Resta il fatto che per
quanto conosciamo, per quanto sappiam fare e per quanto studiamo, l’
imprevedibile prima o poi ci troverà comunque impreparati.
Ecco perché l’
immaginazione ci può aiutare ed ecco perché, consapevoli di trovarci prima o
poi impreparati, dobbiamo cercare per quanto possibile che nel momento in cui
la natura tenterà di “fregarci” le conseguenze non diventino catastrofiche.
...Se
mi ormeggio lì è meglio o peggio ?...Sposto il parabordo
a poppa o no ?....Quel materassino sopra coperta può volare in
mare o no ?....Ho abbastanza acqua nei serbatoi o è meglio che
ci fermiamo ?....Se mando mio figlio a prua è affidabile o
può farsi male ?...Tutti a bordo sanno bene come accendere il
gas ?...Mi fido del bollettino o ne ascolto un altro ?....Ho verificato
bene la chiusura dei grilli delle drizze e dell' amantiglio?....Cosa mi
può succedere se quel motoscafo sopravvento si mette ad
arare?....
Questa è la regola che, come vale per i progettisti di barche, a maggior ragione deve valere per chi sulle barche ci naviga.
Insomma a bordo possiamo
anche non avere la zattera di salvataggio, ma un conto è uscire in mare
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