ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
LUGLIO 2018

BUONA EDUCAZIONE E OSMOSI

Ovvero come la cattiva educazione può produrre un PIL catastrofico, con alla fine un

ANNUNCIO PER I NEOPATENTATI

AVOLA (Siracusa) - Sta male il professore picchiato dai genitori dello studente rimproverato in classe. Ai colleghi che lo vanno a trovare per solidarietà nella sua casa di Avola non può celare i lividi in faccia, una mano sulla costola rotta, il dolore segnato nella sua espressione. «Ma è niente rispetto a quello che provo dentro di me per questa storia, per questo sistema sociale che non ci permette di andare avanti. Noi professori, ormai considerati un numero dall’amministrazione, non riusciamo più a governare ragazzi che, appena richiamati, rispondono con un “vaffa”, si alzano ed escono senza chiedere permesso, strafottenti davanti alle note sul registro...». Salvo Busà, 60 anni, una figlia di 35 anni. Pronto a ripetere in continuazione di non volere diventare un personaggio pubblico, di non volere rilasciare dichiarazioni. Ma poi portato a confidare amarezze probabilmente molto diffuse: «Una volta c’era il famoso “rapporto”. Adesso non esiste disciplina, autorità, governo. So solo che da tempo s’è rotta una sintonia fra noi docenti e le famiglie. Mio padre mi avrebbe dato uno schiaffo se mi fossi ribellato a un professore. A me è capitato di darne a mio figlio. Adesso si prendono a calci e pugni i docenti...».
Perché non è stato il professore a tirare un libro contro l’alunno che ha poi chiamato i genitori col cellulare. Mezz’ora dopo arrivano padre e madre. Due forsennati, stando ai testimoni. Lei, 33 anni, accorsa con il pigiama sotto un impermeabile. Lui, 47 anni, pronto a menare l’affronto dato per certo dopo la telefonata del figlio, senza nemmeno chiedere spiegazioni su quanto accaduto a ragazzi e professore. Appunto, assenza totale di dialogo tra famiglie e docenti. «Parlerei di totale assenza di civiltà», chiosa il professore. Certo che bisognerebbe cambiare registro: «Si tratta di riprendere le buone maniere, la buona educazione, ma non solo in classe perché è in casa che occorre cominciare. Ho visto invece ragazzini prendere a legnate il padre davanti alla scuola, buttarsi a terra e litigare. E stiamo parlando di ragazzini di 12 anni. Con genitori inadeguati. È una deriva. E le risposte a questo dramma non posso darle io, professore di periferia ancora convinto di dover chiedere a padre e madri di aiutarci a educare i loro figli».
Saranno adesso i carabinieri a proseguire le indagini per un caso che è ormai una questione giudiziaria. Con i genitori del ragazzo denunciati per lesioni personali e interruzione di pubblico servizio. Rimbalza la voce di uno sconforto profondo del professore: «Sì, sono tentato di non tornare più a scuola, di mollare, di dichiarare finita la mia carriera, nonostante la mia preside, i miei colleghi e il ministro mi chiedano di tornare in classe».

 

Chiedo scusa per questa lunga premessa, ma è necessaria....Quando andai con moglie e figlio in un orfanatorfio in Etiopia a prendere l’ altro figlio che stavamo per adottare, tra le altre cose che vidi laggiù (e che ora non vi sto a raccontare) ricordo di essere entrato in una specie di capannone fatto di muri e lamiere dove ogni giorno veniva servito un pasto caldo ai bambini. Si trattava di una specie di asilo, finanziato dalla ONLUS che stava curando le pratiche per la nostra adozione, dove semplicemente veniva svolta la funzione di mensa: quell’ unico pasto giornaliero consisteva in un piatto di zuppa di verdure poggiato su lunghi tavoli davanti a un bambino: immaginate qualche centinaio di occhietti sui visetti scuri che attendono in perfetto silenzio (non volava una mosca) l’ ordine di poter iniziare a mangiare, mentre fuori dal cancello le loro mamme - vestite il più elegantemente possibile per la grande occasione loro riservata - attendevano che i loro figli avessero terminato di mangiare per riportarli nelle loro capanne (digiunando).
Questa scena che si ripeteva ogni giorno l’ho vista con i miei occhi.

Come qualche mese fa, passando per il centro di un piccolo paese in provincia di Treviso (e non dico qual' è per decenza), sono stato colpito da una insegna luminosa posta accanto al municipio che invitava la cittadinanza a presenziare a una serata sul tema "Come aiutare i nostri figli ad andare a scuola" tenuta da un qualche psicologo della zona; come se l' automobile, lo zainetto, i vestiti, il mangiare e la presenza dei genitori non fossero ancora sufficienti per farli studiare....

Nella mia storia di vita (ognuno di noi ne ha una) ho fatto anche l’ insegnante; insegnavo fisica negli istituti tecnici della mia città; dopo molti anni di precariato nelle scuole della provincia e dopo il concorso statale, per altri dieci anni coprii una cattedra in città come docente di ruolo; poi mi licenziai.
Lo confesso….ho mollato! 
Lo feci giusto in tempo per non essere io a menare qualche alunno e quindi probabilmente a finire in carcere: non mi ritrovavo più non già con la materia che insegnavo, quanto con il significato di buona e cattiva educazione e soprattutto col fatto che genitori sempre più numerosi tendevano a giustificare i comportamenti maleducati dei figli.
So che il concetto di buona o cattiva educazione non è una grandezza della fisica in quanto non è misurabile (non si possono definire i Kilogrammi di cattiva educazione), quindi ciò che per me poteva essere un atto di maleducazione agli occhi dei genitori (e anche della preside) poteva non esserlo.
Così, per non fare danni, preferii andarmene.

Ora però immaginiamo che per ogni classe delle nostre scuole vi sia un alunno come quello della scuola di Avola il quale abbia dei genitori picchiatori di insegnanti.
Probabilmente la stima è per difetto perché ce ne sono di più, ma limitiamoci ad un caso per classe; ebbene, quante classi ci sono nelle scuole italiane ?
Una ventina di regioni, per una decina di città, per cinque istituti, per sei sezioni, per cinque classi…fa circa trentamila classi.
Circa trentamila ragazzi protetti dai genitori per le loro malefatte.
Ritenendo ragionevolmente poi che quei ragazzini divenuti grandi (con dei genitori del genere è assolutamente improbabile che rinsaviscano socialmente da soli) potrebbero anche
non restare dei delinquenti emarginati ma potrebbero diventare assessori o sindaci (quindi amministratori di soldi pubblici) o onorevoli (quindi col potere legislativo in mano), cosa potremmo aspettarci nel futuro ?
E se poi tutti i trentamila insegnanti minacciati o menati non volessero più insegnare (come ho fatto io), che razza di scuola resterebbe per la nostra società ?
A questo punto qualcuno può chiedersi cosa c’ entrino tali discorsi col mondo della nautica.

Beh, immaginiamo che uno di quei trentamila ragazzini divenuto grande possa pennellare resina tra gli strati di lana di vetro in un cantiere, oppure saldare terminali di sartie, oppure fare il broker, oppure revisionare zattere di salvataggio, oppure certificare l’ idoneità di un tipo di cintura di salvataggio piuttosto che un altro, oppure legiferare sulle abilitazioni alla navigazione a una certa distanza dalla costa…..
Ritenete che sia improbabile ?
Sì posso essere d’ accordo, ma è possibile…Ed è pauroso !
Il potere lo si conquista pensando a sé prima che agli altri; la storia è questo che ci insegna da sempre; chi pensa prima agli altri e poi a se stesso può ambire alla considerazione, alla stima, alla santità, ma non al potere; quindi per un prepotente maleducato arrivare al potere è più probabile.
Orbene, se allora un ragazzo maleducato risponde con un “vaffa…” alla richiesta del’ insegnante di chiudere una finestra, non è forse anche ammissibile che se ne freghi di come resinare i fogli di mat su di uno stampo di uno scafo ?
E che ne sarà di quello scafo dopo qualche anno ?       Osmosi ?

Probabile.
Ormai è risaputo che l’ insorgere dell’ osmosi negli scafi in plastica rinforzata con fibra di vetro (PRFV) è dovuta alla permeabilità del guscio: l’ acqua che entra riesce a portare in soluzione le impurità presenti negli strati e i residui di resina non bene catalizzata, dando origine dentro agli strati ad una soluzione liquida che ha densità maggiore dell’ acqua esterna allo scafo.
E allora come mai scafi prodotti quaranta anni fa, con i limiti dei materiali di allora, risultano ancora perfetti, mentre scafi di qualche anno fa, con la conoscenza sviluppata nel frattempo sui materiali, presentano fenomeni di osmosi più o meno localizzata ?
La risposta sta nell’ altra fase del lavoro che porta i materiali a diventare il prodotto finito: la manodopera.
Cioè quella somma di attività manuali e cerebrali che svolge il lavoro in un dato ambiente (controllo della temperatura e della umidità dell’ ambiente, preparazione della resina, dosaggio del catalizzatore, scrupolosità nello spalmare e rullare, rullare, rullare…), cosa che dipende unicamente dalle persone.
Trentamila ragazzini in Italia – circa - che quarant’ anni fa non esistevano perché se rispondevano maleducatamente all’ insegnante venivano subito rimproverati dai genitori e fatti vergognare di fronte a tutti.
Sul fatto della incapacità a provare vergogna ci sarebbero oggi da scrivere romanzi, soprattutto su chi detiene il potere…
Allora mi piace provocarti, caro lettore, illustrandoti questi tre grafici: il primo riporta l’ andamento della mala educazione nella scuola, il secondo quello della capacità di vergognarsi, il terzo i casi di osmosi negli scafi.

 
Il primo e il terzo sono sorprendentemente coincidenti !

Questa è’ una provocazione naturalmente, un gioco che mi sono permesso di fare su queste pagine....In realtà credo purtroppo che non ci sia nessuno che abbia raccolto simili dati (che il ministero dell’ istruzione per primo farebbe bene a cominciare a raccogliere); tuttavia con tutte le percentuali di errore che possono essere contenute in ciò che ho scritto una certa dose di verità c’è.
Ci deve essere !

Quindi, mio affezionato lettore, ti lascio con questa domanda da inoltrare -  se vuoi -  in qualche consiglio di classe dei tuoi figli: la maleducazione può rovinare la nautica di una nazione ? Espandendo il concetto, la maleducazione può contribuire a produrre un PIL catastrofico ?

ANNUNCIO  PER  I  NEOPATENTATI


Lo scorso mese di marzo avevo scritto un articolo sui "perfezionamenti" per coloro che avessero conseguito la patente nautica
ma ancora non si sentissero pronti a intraprendere una crociera da comandanti di una unità da diporto.
Ebbene, l'idea è andata avanti e, per ragioni di correttezza e di assicurazione, insieme al Circolo Velico Mariclea
è nata l' iniziativa di proporvi un mini-corso "DALLA PATENTE ALLA CROCIERA" a bordo di Siddharta con le seguenti tre possibilità:
Imbarco a Eraclea Mare (VE) venerdì 3 agosto sera o sabato 4 agosto mattina - rientro domenica 5 agosto sera.
Imbarco a Eraclea Mare (VE) venerdì 10 agosto sera o sabato 11 agosto mattina - rientro domenica 12 agosto sera.
Imbarco a Eraclea Mare (VE) venerdì 24 agosto sera o sabato 25 agosto mattina - rientro domenica 26 agosto sera.
E' prevista la suddivisione delle spese vive (gasolio, ormeggio, cambusa) più un contributo per il circolo velico comprensivo di Tessera FIV.
Per saperne di più telefonatemi al 349 3628975.

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