ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
MAGGIO 2007
Carissimi amici diportisti, se talvolta vi capitasse di sentirvi un po' giù di corda
piuttosto di guardare i siti ultraspendaccioni delle regate della Louis Vitton Cup date un' occhiata al sito www.justmen.it
Leggete con attenzione il progetto di Pierluigi e sarete travolti da un' ondata di entusiasmo e di fiducia
in voi stessi...
perchè l' amore, si sa, è contagioso e supera qualsiasi barriera.

Buon Maggio a voi !
Questo mese non pubblico un articolo tecnico e per di più vi confido che sono anche in ritardo perchè, visto il contenuto e le finalità, avrei dovuto scriverlo e pubblicarlo già lo scorso mese di gennaio.
Chiedo scusa ma, un po' per novità e un po' per ispirazione, ho pensato di trattare un argomento sempre attinente alla nautica da diporto con la speranza che desti comunque sufficiente interesse.
Volutamente l’ articolo non ha titolo perché, quando ci ho pensato, le possibilità che mi sono venute in mente sono state diverse, ma nessuna mi ha convinto: alcune di queste avrebbero potuto essere “Paradiso o Inferno”, oppure “La barca è sua o mia?”, oppure ancora “La barca è donna” e via di questo passo.
Resta il fatto che questo mese scriverò qualche considerazione
sull’ unione tra l’ uomo e donna quando di mezzo ci si mette la barca.
(Tema per trattare il quale forse non basterebbe uno scaffale di libri).


 SENZA TITOLO

Una volta mi capitò un cliente che mi interpellò perun consiglio sulla scelta della barca (a vela) ancor prima di effettuarne la perizia.
Telefonicamente mi descrisse le due barche su cui aveva messo gli occhi (ma sarebbe stato più corretto da parte sua dire che “avevano” messo gli occhi, intendendo lui e la moglie): si trattava di una bella e veloce barca italiana (che chiamerò Piadina 40) e di una meno bella ma più efficiente barca tedesca (che chiamerò Krupp 38); me ne elencò le caratteristiche, l’ età e gli accessori e soprattutto il prezzo richiesto dai rispettivi proprietari (che qui non riporto).
Al di là della visita peritale che avrebbe potuto mettere in evidenza chissà quali vizi, Piadina 40 rappresentava un vero e proprio affarone, mentre Krupp 38 lo era per chi vendeva ma non certo per chi comperava.
Così, espressa la mia opinione, ci salutammo con la convinzione da parte mia di avere consigliato bene il mio cliente.
Mi contattò ancora, dopo avere visitato le due barche anche con la moglie e, nel continuare a fornirmi particolari che facevano pendere la bilancia della scelta ancor di più verso Piadina 40, mi disse che la moglie era stata favorevolmente impressionata dagli interni della barca italiana.
Ci salutammo ancora una volta ed io quella sera  me ne andai a letto con la coscienza pulita e rilassata, certo che il mio cliente si sarebbe accinto a trattare Piadina 40 ben più conveniente di Krupp 38.
Qualche tempo più tardi mi ritelefonò per fissarmi una appuntamento al fine di peritare la barca:
naturalmente, con mia grande sorpresa, si trattava di Krupp 38.
Eseguii la visita e la perizia, cercando come al solito di essere il più scrupoloso possibile e senza sapere che da qualche parte c’ era anche una Piadina 40 che, anche col motore a pezzi e l’ osmosi, avrebbe rappresentato comunque un buon affare.
Alla fine Krupp 38 risultò essere in buono stato, fatto salvo le condizioni delle vele che stavano appese all’ albero come l’ asciugamano di mio figlio quando finisce la doccia dopo aver fatto la partita di calcio; scongiurai il mio cliente di considerare ancora l’ alternativa di Piadina 40, ma questi mi disse una cosa che mi fece ammutolire:
“Anche a mia moglie piace di più Piadina 40, ma mi ha detto che secondo lei Krupp 38 è una barca meno impegnativa da governare avendo il winch elettrico in mezzo al pozzetto”.
Pensai a ciò che aveva detto e in un lampo nella mia mente passarono le immagini di ciò che sarebbe potuto succedere in crociera tra quella coppia: sarebbe bastato un solo episodio in cui per esempio si fosse aperto uno strozzascotte o la randa in virata avesse sbatacchiato per più di dieci secondi e allora senz’ altro il risentimento della moglie per aver comperato Piadina 40 sarebbe esploso.
La crociera si sarebbe trasformata subito in un piccolo inferno, nel quale ogni cosa sarebbe diventata insopportabile e la cui colpa sarebbe stata attribuita inevitabilmente al maschio, reo di non avere ascoltato il parere della femmina al momento dell’ acquisto.
Perciò, assolutamente controvoglia dal punto di vista tecnico, dissi al mio cliente che stava bene così: Piadina 40 rappresentava indiscutibilmente un affare molto più buono rispetto a Krupp 38, ma le considerazioni della moglie andavano rispettate e onorate e pertanto la scelta per la barca tedesca era la scelta migliore.
Lo salutai, sentendomi in cuor mio come un politico che aveva tradito i suoi elettori per un “pugno di dollari” (il paragone col politico non è corretto perché costui è completamente privo di cuore, ma non importa).
Capii così che la tecnica si era scontrata con la psicologia; capii che le leggi del mercato avevano chinato la testa di fronte all’ armonia nel talamo nuziale; considerai che il mio cliente avrebbe pagato un bel po’ di più oggi per comprare la barca ma almeno avrebbe risparmiato un domani le spese per un psicoterapeuta di coppia o peggio un avvocato.
Naturalmente non ce l' ho con gli avvocati, semplicemente intendo dire che una separazione e un divorzio - oltre che essere dolorosi - sono anche dispendiosi.
Così, rammaricato ma nello stesso tempo a cuor leggero, salii in auto e ritornai a casa.

Episodi determinanti sul rapporto di coppia in barca ne ho visti molti altri.
Ci sono donne che nella promiscuità della vita in barca accettano solo la cabina con toilette privata e nella quale “non possono accedere gli uomini”, come se questi fossero esseri assolutamente impuri.
Talvolta poi - nel gruppo degli uomini - esse comprendono anche il marito il quale, dopo aver lavorato un anno e aver bramato alla pari della moglie le ferie in barca, si trova relegato a dormire con l’ amico in dinette o col figlio nella cabina di poppa.
Ci sono donne che pretendono che la barca non si inclini mai più di dieci gradi, vanificando così qualsiasi possibilità di navigazione a vela di bolina che - se necessaria - viene eseguita naturalmente a secco di vele e a motore.
Ci sono donne che nella scelta della barca guardano solo la disposizione della cucina, curano che nel cassetto delle posate non manchi alcun tipo di apriscatole e apribottiglie e che nell’ armadietto delle stoviglie siano presenti tre padelle di vari diametri, tre casseruole di varie altezze, due mestoli, una schiumarola, due passa-verdure, il trinciapolli, lo sbattiuova, il pestacarne, quattro o cinque contenitori tupper-ware (originali) per gli avanzi, ma che dopo la prima giornata di navigazione pretendono sempre che si vada al ristorante o tuttalpiù che il marito predisponga i panini la sera per il giorno dopo.
Ci sono donne dai capelli lunghissimi (sono la maggior parte) che non restano molto attaccati alla testa (anche questi sono la maggior parte), che amano fare la doccia all’ interno della barca invece che in pozzetto perché così “si possono togliere il costume” (anche queste sono la maggior parte), che fanno uso di molti tipi di sapone, bagni schiuma, shampoo, balsami, latti detergenti, strucca-tutto e il cui ruolo a bordo è in definitiva quello di contribuire ad intasare il filtro della pompa di sentina.
Ci sono donne poi - e sono le più pericolose - che contribuiscono in modo determinante a far saltare le coppie, creandone delle altre, nel breve volgere di qualche giorno.
A fronte di questo panorama alquanto realistico, ci sono uomini che preferiscono (a dir loro “sono costretti”) ad andare in barca solo con altri uomini.
Il mio amico Marcellino, sano di corpo di mente e di appetiti sessuali, ha battezzato questo tipo di crociera col nome di “frociera”…da non intendersi in alcun modo legata a qualsivoglia riferimento sessuale.
Infatti gli uomini che fanno questa scelta non vanno in barca per “fare sesso”, ma semplicemente per respirare l’ aria tra le vele, per lavarsi poco, per mangiare peggio, per prendere freddo e umido a piacimento, per rigodere della libertà che pensavano di avere da scapoli e anche per dare uno scopo a tutte le spese di posto barca e di mantenimento dell’ imbarcazione.

Possono i due sessi incontrarsi in barca senza scontrarsi ?
Possono le mogli e i mariti convivere pacificamente in questo ambiente così traballante e particolare?
E’ un interrogativo che da anni attanaglia sociologi, psicologi, giornalisti, commediografi, registi ed ora anche periti; già, perché oggi il perito è chiamato non solo a “valutare” ma anche a “consigliare”.

Ora, accollandomi un sacco di critiche da parte dei lettori, butterò giù un elenco di caratteristiche che dovrebbero avere “il lui” ideale e la “lei” ideale, per andare d’ accordo in barca.
Non c’è alcuna pretesa terapeutica in questo - tanto ognuno di noi resterà dopo esattamente quello che era prima - ma in cuor mio spero che ciò serva ad “aprire il varco del dialogo tra i coniugi croceristi”, cosa questa non facile ma molto auspicabile soprattutto prima dell’ acquisto dell’ amata imbarcazione.

IL LUI IDEALE IN BARCA.
Deve essere sportivo, ma non troppo. Deve essere in grado di gestire qualsiasi situazione, ma non deve mai cacciarcivisi dentro quando i familiari sono a bordo. Deve infondere sicurezza, ma non deve mai osare di uscire in mare con un vento superiore ai dodici nodi. Deve essere dolce coi bambini e macho con la moglie. Non deve fare il fesso con le vicine di barca a meno che queste non abbiano superato i settant’ anni. A bordo deve essere in grado, senza mai protestare, di risolvere qualsiasi inconveniente che le leggi della fisica abbiano studiato e applicato: pompe, motore, alternatore, serbatoi, filtri, saldature, cuciture, impiombature, accendigas, GPS, telefonino, tutto deve funzionare sempre e comunque in qualsiasi momento e/o deve essere riparato istantaneamente.
Deve farsi le notti di guardia al timone o all’ ormeggio se fa brutto, ma senza lamentarsi l’ indomani mattina, anzi è gradito che prepari la prima colazione per tutti. Non deve ammalarsi mai né farsi mai male, altrimenti viene inevitabilmente considerato un imbecille. Deve essere in grado di divertire e far divertire moglie e figli organizzando gli eventi meteorologici, il paesaggio e le ore del giorno in modo tale che:
la mattina sia tranquilla, prima di pranzo vi sia una baia solitaria ridossata e con l’ acqua limpida per il bagnetto e lo spuntino, nel pomeriggio ci sia tanto sole per abbronzarsi ma non faccia troppo caldo e si possa andare a vela così i figli si divertono mentre la mamma prende il sole, la sera ci sia un bel marina dall’ approdo sicuro e...
e che faccia trovare sempre un ristorante vicino che non sia caro e dove si trovi posto facilmente
e che non si metta mai a litigare per trovare un ormeggio libero
e che non faccia incontrare alla moglie in doccia qualcuno che puzzi di sudore
e che intanto vada a far le spese sapendo ciò che manca e non dimenticando nulla  
e che faccia in modo che lì vicino ci sia la discoteca per i figli ma che non sia così rumorosa da far sì che non si dorma per tutta la notte
e che faccia in modo che durante la notte non ci sia afa e che nessuna - ma proprio nessuna - delle barche vicine ospiti gente che torni troppo tardi la notte
e che poi non gli venga in mente di pretendere di far l’ amore, perché si sa che dopo la navigazione viene sempre il mal di testa.

LA LEI IDEALE IN BARCA.
Deve avere i capelli cortissimi, se è calva è meglio. Non deve mai avere problemi mestruali, né soffrire in alcun modo il mal di mare. Deve essere in grado di cucinare qualsiasi cosa in qualsiasi condizione di mare e vento col sorriso sulle labbra. Deve saper preparare un po’ di tutto a qualsiasi ora anche se la cambusa offre solo cipolle e biscotti. Non deve mai in alcun modo consumare acqua. Non deve essere in grado di percepire alcun odore fastidioso di sentina, di alghe, di pesce, di uova, di sudore. Deve essere sensibile solo all’ odore di bruciato se esso proviene dal motore, o di gas se esso proviene dalla cucina. Deve essere in grado di asciugare costumi e biancheria solo a barca ormeggiata e mai in navigazione. Non deve mai chiedere che tempo farà domani. Non deve permettersi mai di dare consigli o di fare previsioni. Deve essere in grado di dormire anche se la cuccetta è bagnata. Deve essere in grado di asciugarsi anche se l’ accappatoio è umido e sporco. Deve essere in grado di cucinare anche se la bombola del gas è finita. Deve rifornire il frigo di bibite man mano che gli uomini lo svuotano. Non deve mai chiedere se c’è pericolo. Deve essere in grado di menare il winch recuperando 8 metri di scotta in 12 secondi. Non deve incastrare la bottiglietta di liquido abbronzante tra i rinvii della scotta della randa. Non deve dimenticare l’ accappatoio disteso in coperta e, una volta finito in mare, non dove pretendere che venga recuperato entro i 6 secondi che gli sono sufficienti per andare a fondo. Deve capire che lo spinnaker è un optional (riservato alla regata) come lo è anche il ristorante. Deve essere in grado di risalire in barca dopo una nuotata senza aver bisogno di aiuto. Non deve lamentarsi per il freddo. Non deve lamentarsi per il caldo. Non deve lamentarsi per il vento. Non deve lamentarsi per il buio. Non deve lamentarsi per il cigolio della cima d’ ormeggio. Non deve lamentarsi per gli amici. Non deve lamentarsi per il tanga della vicina di barca. Non deve lamentarsi ….Non deve lamentarsi e basta.

Bene!
Ora che con i ritratti del LUI e della LEI ideali probabilmente mi sono fatto un sacco di nemici, concluderò queste righe invitando le coppie di lettori che ancora stanno continuando a leggere a perseguire la seguente strategia: parlatene, parlatene, parlatene.
Con le righe precedenti ritengo di aver fornito a voi maschietti e femminucce un elenco di situazioni e sentimenti che molto facilmente (direi addirittura puntualmente) si verificano a bordo.
Vi invito a parlare tra voi di queste cose e di farlo durante una serata di inverno, quando il fuoco scoppietta fra di voi e i bambini guardano la televisione.

Per questo avrei dovuto pubblicare questo articolo lo scorso gennaio!

Raccontatevi di come reagireste una volta a bordo della barca che avete intenzione di comperare. Raccontatevi di come vi comportereste in tutte le possibili situazioni che vi vengono in mente, e anche in quelle impossibili o inimmaginabili.
PERCHE' IN BARCA CAPITA VERAMENTE DI TUTTO.

La barca dei vostri sogni NON è quella che vedete illustrata nei depliants dei cantieri, sulle pagine delle riviste o lungo le banchine dei "marina": la barca dei vostri sogni siete voi due.

Come voi due rappresentate la famiglia ed è la famiglia che fa la casa, così voi due siete l’ equipaggio ed è l’ equipaggio che fa la barca.

Ricordatelo prima di attingere al vostro conto corrente per comperarvi la barca.

 

Il prossimo mese parleremo della necessità (o meno) 
di avere gli strumenti a bordo che funzionino.

 
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