ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
 
     MAGGIO 2011

Se ancora non avete fatto carena alla vostra barca e non l’ avete varata 
siete un po’ in ritardo, come lo sono io quest’ anno.

Maggio è un mese splendido che non andrebbe sprecato per levigare e dipingere. 
Piuttosto se siete pronti con la manutenzione della vostra barca e la state caricando per fare rotta su uno dei caselli della A 777 male non farà leggere ciò che mi hanno scritto alcuni di voi. 

Carissimo ing. Scarpa, ho scoperto il suo sito proprio stasera, non proprio casualmente visto che girovagavo su internet alla ricerca di una risposta ad un problema che mi angoscia da qualche giorno.
Le scrivo consapevole anche di non ricevere alcuna risposta...questo non è un forum lo so, ma magari utilizzi la mia mail come spunto ad un nuovo tema di discussione....se le va, gliene sarei grato!
Dunque da 4 anni ho un X362S del 2002. Sono il terzo armatore, curo moltissimo la mia barca, navigo quello che può navigare un diportista medio all'anno (massimo 6 settimane), non faccio regate. La barca è come nuova e, come detto, sottoposta ad una buona manutenzione annuale in cantiere, nonchè ad immediata riparazione di tutto quello che si può rompere durante l'anno, da un fusibile in su.
Pochi giorni fa però la sorpresa: casualmente ho saputo che la barca, con il primo armatore, quindi nel 2003, aveva urtato uno scoglio!!! Il secondo armatore, in virtù di questo fatto, prima dell'acquisto, aveva fatto fare una perizia, ora in mio possesso e negativa per delaminazioni; mentre io, all'oscuro di tutto e fidandomi del secondo armatore, "mio amico", non avevo fatto periziare la barca.
Ovviamente, al di là delle assicurazioni dell'amico che me l'ha venduta (incredibilmente forse per togliersi un peso dallo stomaco, è lui ad avermi messo dalla vendita al corrente del fattaccio, passati 4 anni dalla vendita!) sono abbastanza preoccupato e deciso a far riperiziare la barca. Ma ho mille dubbi, il primo dei quali, se affidarmi all'uso degli ultrasuoni o meno.
Non chiedo la sua consulenza sul campo perchè ho capito che la sua operatività si svolge solo nel nord-est e io sono sul Tirreno Centrale, ma un consiglio magari, una chiacchierata, spero di farla.
Grazie, con stima
Stefano

 Grazie per la stima, Stefano: oggigiorno godere della stima è un fatto importante e bellissimo.
Come lei sa ho già risposto subito alla sua richiesta, ma l’ argomento merita di essere trattato anche qui, a beneficio di chi leggerà queste note. Sia chiaro che io non svolgo la mia attività solo nel nord-est d' Italia, però non risulto essere competitivo se mi viene richesto di periziare una barca a Crotone... di periti in grado di fare ciò che faccio io ce ne sono molti altri un po' dappertutto.
Gli X hanno una struttura metallica formidabile, composta da profilati metallici saldati insieme, che fascia lo scafo, sorregge la chiglia, raccoglie e distribuisce il tiro delle sartie e funge da scarico della pressione dell' albero.
Non è detto che “andare a scogli” voglia significare automaticamente creare danni: se l’ urto è avvenuto a qualche nodo di velocità e senza moto ondoso significativo durante l’ incaglio, mi meraviglierei molto se il suo X avesse riportato danni.
Alle velocità usuali per le barche a vela di tali dimensioni (5 – 6 nodi), in genere i danni si verificano non con il colpo iniziale ma a barca incagliata, con il "saliscendi" dovuto a moto ondoso rilevante.

MINI DIGRESSIONE
Qualche anno fa ho assistito al naufragio di un Elan 40 insabbiatosi davanti all' entrata della darsena dove tengo la mia barca; l' Elan perse il bulbo (e quindi affondò istantaneamente) non a causa della botta derivante dall' insabbiamento (restò infatti qualche ora a sballonzolare sul posto) ma a causa del moto ondoso che trasformò la chiglia in un ariete.

Oltre a ciò se l' incidente è accaduto nel 2003 e lei naviga a tutt' oggi senza accusare il benché minimo trafilaggio di acqua (salata) in sentina, di che cosa si preoccupa ?
Piuttosto che eseguire delle verifiche con gli ultrasuoni - per essere più sicuro - faccia questo altro tipo di prova: scelga una giornata di mare formato e vento e navighi di bolina stretta prima su un bordo e poi sull' altro, lasciando il  timone a qualcun altro e standosene lei inginocchiato in dinette a "contemplare la sua sentina".
Se tra le giunture e le fazzolettature degli strati di vetroresina non appare acqua, stia tranquillo...non c'è alcuna delaminazione. 

Buongiorno,
l'ho incontrata ad un incontro organizzato presso il Treviso Sailing Club credo uno o due anni fa e ricordavo fosse ben informato sui problemi che possono avere gli scafi in vtr.
Le volevo porre il seguente quesito: una barca che ha accidentalmente caricato acqua di mare depositata per diversi mesi in una sentina difficilmente accessibile, può determinare fenomeni di osmosi dall'interno?
Si parla di qualche litro, ma pur sempre un velo che a barca ferma ristagna. Poi chiaramente col tempo evapora, ma rimane il sale depositato.
Ritengo che in quel luogo non vi sia gel coat, ma solo il laminato.
O tutto è legato alla pressione dell'acqua come quando uno scafo staziona in darsena?
Cordialmente,
Davide Beino

Salve Davide, che richiesta curiosa !
Io non sono né un Padreterno, né un premio Nobel; voglio dire che conosco poche cose di fisica e ancor meno cose di chimica, ma in esse credo come a una fede.
L' osmosi si forma per differenza di pressione tra due liquidi separati da una membrana che, negli scafi in vetroresina (anzi in PRFV, cioè in plastica rinforzata con fibre di vetro) è rappresentata dal gel coat.
Il gel coat, quando la densità del liquido contenuto tra gli strati di mat (la stuoia di fibre di vetro) supera quella dell' acqua esterna (di mare o ancor meglio di lago o di fiume), viene spinto verso l' esterno e si stacca dagli strati sottostanti di mat formando le bolle.
Perchè possa avvenire osmosi internamente allo scafo non basta quindi che esso contenga per lunghi periodi acqua, bensì occorre che lo stesso sia foderato di gel coat anche all' interno, cosa che però nessun cantiere fa.
E' da sottolineare che l' osmosi viene favorita dall' acqua dolce, perchè essa ha densità ancora minore dell' acqua salata; pertanto è in grado di innescare meglio la differenza di pressione osmotica.
Se ora lei mi chiede coma fa ad esserci del liquido all' interno degli strati di mat (dove dovrebbe esserci solo resina indurita) le rispondo che siamo in tanti a non conoscere la risposta.
Aggiungo piuttosto che il sale in sentina non fa bene perchè, essendo igroscopico, tende a mantenere la sentina bagnata perchè si "accoppia" facilmente con l' umidità dell' aria; se la sentina ha ospitato acqua di mare (caso non raro) è quindi buona cosa tenerla pulita sciacquandola con acqua dolce.

Ciao Marco , come stai ?
Trattandosi della mia prima partecipazione alla Barcolana sono partito Giovedì notte con un G.S. 38 di un amico da Ravenna; abbiamo fatto tappa ad Umago e il Sabato mattina presto, con 20 - 25 nodi di Bora dritti sul naso siamo arrivati a Trieste .
Devo dirti che mi è piaciuta molto sia l'aria di festa che si respirava in banchina che in giro per la città, credo proprio che l'anno prossimo ci tornerò con il mio Comet !
Non ci siamo fatti mancare nulla, nemmeno il brivido alle 5 di mattina di ritrovarci con l'ormeggio di poppa tranciato a causa del carico eccessivo esercitato dalle barche ormeggiate dopo la nostra.
A dire il vero io avevo predisposto una doppia cima da ormeggio da 20mm che dalla ns. bitta di poppa passava nel passacavo ed avevo dato volta alla bitta di prua della barca a cui eravamo appoggiati in 4 in andana così da avere un doppio tiro che smorzasse meglio i colpi e avevo suggerito al proprietario del G.S. di portare una cima a terra per sicurezza ( ma lui non l'ha ritenuta necessaria ); a prua eravamo ormeggiati a doppino sulla bitta di poppa dell'altra barca .
Quel "fenomeno dell'altro skipper", prima di andare a letto e mentre noi eravamo a cena a terra ci ha staccato a poppa assicurandoci con uno spezzone della solita scotta usurata , facendolo passare per di più in un foro della sua falchetta ed assicurandolo all'altra sua bitta di prua .
Peccato che nel pomeriggio a noi si erano ormeggiate altre 6 barche !
Quando il suo cavo, inevitabilmente, si è spezzato ( anche perchè di notte aveva iniziato a soffiare un po' di bora che al mattino è quasi del tutto sparita ) ci siamo svegliati di soprassalto perchè siamo andati a sbattere con il  nostro mascone di dritta contro la sua falchetta a poppa / giardinetto ed ovviamente tutte le altre barche dopo la nostra stavano toccando quelle sottovento "impacchettate" dopo di noi ........ immagina che casino , con il sottoscritto che saltava - in mutande - da una coperta all'altra per dare l'allarme bussando sui vari osteriggi ........
Sai qual'è stata la giustificazione del "fenomeno" : l'ho sostituita perchè la vostra cima cigolava ........ non ho avuto parole per replicare, credo di averlo guardato solo con un'aria di estremo compatimento . 
Ma tra gente appassionata di mare, come si fa a non avere un minimo di sopportazione per i vicini ? Mi chiedo, ma con quale spirito certa gente partecipa alla Barcolana ?
Alla fine, comunque, ce l'abbiamo fatta e, come diceva lo Zio Pino ( un'altro ! ) : tutto è bene quel che finisce bene, ci è servita da lezione !
Ciao, un caro saluto a te e famiglia . 
Luca Cesca

E’ bello per me sapere che altri stanno ripercorrendo le esperienze che in un modo o nell’ altro ho vissuto anch’ io: la Barcolana, le navigazioni un po’ forzate per giungere puntuali all’ appuntamento, le alzatacce in piena notte in mutande (talvolta anche senza), gli assembramenti all’ ormeggio e, dulcis in fundo, l’ inevitabile “incontro - scontro” con chi se ne frega dei diritti degli altri.
E’ questa la categoria più pericolosa che esiste in circolazione e che invade suo malgrado tutti gli ambienti, sia di lavoro che di svago.
Accanto infatti agli stronzi nel mondo del lavoro, esistono anche gli stronzi nel mondo della nautica e tali sono non tanto perché poco tolleranti ai cigolii notturni, quanto piuttosto perché operano di nascosto su accessori indispensabili per la sicurezza altrui.
Modificare l’ ormeggio di una barca a insaputa del suo equipaggio è come aprire la portiera di un’ auto altrui e mollarle il freno a mano.
Del resto qualsiasi mancanza di rispetto dei diritti degli altri sta purtroppo diventando un fatto normale.
L’ ultrasettantenne presidente del consiglio è stanco perché lavora dalle 6 di mattina alle 2 del mattino successivo e quindi ha bisogno di due o tre femmine per divertirsi (dalle 2 fino alle 6 evidentemente) ?
I parlamentari hanno diritto dopo 5 anni di “servizio” alla pensione, mentre a qualsiasi lavoratore ne occorrono 40 e si dimostrano favorevoli a questa mostruosità con  498 voti contro 22 ?
La spazzatura napoletana, non trovando più posto nelle discariche all’ interno dei parchi naturali, ha finalmente trovato stoccaggio stabile intorno ai monumenti più rilevanti del centro storico ?
I carabinieri sono costretti a scortare i pentiti di mafia e le prostitute destinate alle alte cariche dello stato, invece che proteggere i giudici ?
I militari vanno mandati nei paesi in guerra in “missione di pace” indossando mitraglie e bombe e poi non capiamo come mai vengano uccisi in un attentato ?
I lombardo-veneti si accaniscono razzisticamente nei confronti di un marocchino accusato di stupro e poi scoprono che gli stupratori invece sono i loro figli dalle tasche piene di euro, droga e inettitudine ?

La Chiesa di Roma distribuisce la comunione e consacra i funerali ai mafiosi, agli assassini, agli evasori fiscali, purché siano “fedeli pentiti” ?
Sono tutti fatti normali, perché noi li consideriamo tali… infatti li tolleriamo.
Anche tu hai tollerato quel che aveva combinato quel tizio, pur essendo manifestamente una mancanza di rispetto di vostri diritti.
Ripensandoci bene, credo che tu abbia fatto bene a non litigare (sarebbe servito unicamente a rovinarti la giornata di festa di aria e di sole) tuttavia due parole con le buone, così da impegnare quel cervello in una pur lieve attività cerebrale, avrebbero fatto bene.
Starsene zitti, pur stando dalla parte del giusto, viene preso da chi è stronzo come la accettazione del suo modo di non-ragionare (se poi lo stronzo è anche ricco, può arrivare anche a fare un vero e proprio colpo di stato).
Se noi siamo persone di buon senso non dobbiamo mai stancarci di dire la nostra. Mai.
Più cose di buon senso vengono dette e meno tempo resta perché vengano dette (e fatte) le stronzate.
E’ una lampante legge della natura: si chiama selezione naturale.
Poiché mi rendo conto che il concetto non sia chiaro, chiamo in causa Zio Pino quando mi parlava dei cacciatori: 

“La domenica mattina d’ autunno nelle campagne intorno ai paesi della pianura Padana i cacciatori scorazzano sui campi non loro, attraversano cortili non loro, lasciano entrare i cani nei giardini non loro, poi si appostano; tirano a due passeri e a una lepre immaginaria e ogni tanto colpiscono un contadino che stava beatamente sistemando i tralci delle viti: si possono considerare tali e quali a un manipolo di stupidi pericolosi in mezzo a un paese di gente di buon senso.
Ma se ogni domenica mattina d’ autunno io li rinchiudo in una riserva di caccia, essi scorazzano solo lì e, opportunamente mimetizzati tra i cespugli, si tirano addosso fucilandosi a vicenda: si possono allora considerare tali e quali a una massa di stupidi in via di estinzione e non più pericolosi per la gente di buon senso del paese.
Io non sono cinico ma pretendo il rispetto per la libertà altrui.
Io rispetto la tua idiozia ma tu nello stesso tempo devi rispettare il mio buon senso.
Io lascio che la tua stronzaggine possa fare del male a te stesso ma non devo fare in modo che essa faccia del male a me.
Se vuoi drogarti fallo, io non voglio e non posso salvarti se sei così idiota da non volerlo; però devo impedirti di metterti al volante e di ammazzare mio figlio che sta camminando sul marciapiede con un amico”.

Questa era la selezione naturale secondo zio Pino.

Ecco, io penso che qualcosa devo aver ereditato dal suo modo di pensare perchè a me piace immaginare un approdo con baie differenziate: in una ci sono gavitelli per gli stronzi, nell’ altra ci sono gavitelli riservati a chi ha rispetto per gli altri.
Nella prima è consentito dare fondo all’ ancora tra i gavitelli, ormeggiarsi a due legati uno dietro l’ altro, tenere acceso il gruppo elettrogeno tutta la notte, accendere lo stereo a manetta al tramonto, lasciare il gommone ai ragazzini perché scorazzino col fuoribordo tra le barche, stare tre ore a provare a far partire la moto d’ acqua,  usare mezzo flacone di Last al limone per lavare i piatti, lasciare sbattere le drizze perché tanto si sta al ristorante fino alle 3 di mattina, telefonare a voce alta col cellulare perché il resto dell’ equipaggio è in pozzetto col televisore acceso, organizzare a mezzanotte un bagno di gruppo con gli amici del motoscafo accanto.
Nella seconda ormeggiamo noi.
 

Qualcuno dirà che questo è razzismo, al che io sono pronto ad assumermi le responsabilità di ciò che ho appena scritto: sì, sono razzista: sono razzista non certo verso gli ebrei, né verso i terroni, né verso gli africani, né tantomeno verso i cinesi; io sono razzista verso coloro che non hanno rispetto per gli altri.
La mancanza di rispetto per gli altri null’ altro è che l’ incapacità di amare (che è ancor peggio dell’ essere una bestia, perché le bestie son capaci di amare).
Sono veramente stufo di dover subire (o addirittura assistere) chi non rispetta gli altri, infatti la mia avversione per la maggioranza della categoria dei politici (uomini o donne che siano) ha proprio questo fondamento.
Chi non ama il proprio prossimo, sia che sia europeo, americano, asiatico, africano, sia che sia napoletano o  lombardo-veneto, sia che sia di destra di sinistra o di centro, va rinchiuso in spazi adeguati in modo tale che si stermini da solo con i suoi simili e ci lasci finalmente vivere bene.

Forse a qualcuno potrà sembrare che tale modo di ragionare non sia “da buon cristiano”; allora cito testualmente una lettera di San Paolo Apostolo e alcuni tra i più splendidi brani del Vangelo di Matteo, ricordando che queste cose sono state scritte circa 1950 anni fa.

Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Romani 13   11-14

E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussuria e impurità, non in liti e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne.

Matteo     6   19 - 21     6   25 - 34

Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’ è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito ? Guardate gli uccelli nel cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro ? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare di poco la propria vita ? E per il vestito, perchè vi preoccupate ? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora, se Dio veste così l’ erba del campo, che oggi c’è e domani se getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede ? Non preoccupatevi quindi dicendo: “Che cosa mangeremo ? Che cosa berremo ? Che cosa indosseremo ? “ Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

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