ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
MAGGIO 2013

 

A Kravliaçica " DA  ANDRIJA "

Dopo gli articoli di questi ultimi mesi qualcuno potrà obiettare che come "tecnico" scrivo "poche cose tecniche".
E' vero e me ne dispiace, pertanto prometto che nei prossimi quattro mesi riprenderò a ricordarmi che sono un ingegnere.
Per adesso, o fedele e solerte lettore, ti chiedo ancora un po' di pazienza.

Mi trovo in questo momento seduto nel pozzetto della mia barca, diligentemente ormeggiata al suo posto abituale tra i pini di Eraclea Mare, e me ne sto col computer sulle ginocchia.
E’ sera ormai inoltrata di inizio agosto, è buio e sta soffiando un bel vento teso e caldo di scirocco; vibra qualche drizza qualche posto barca più in là, mentre il frangere delle onde si fa sentire parecchio; tuttavia la barca si muove poco, la darsena è molto ben ridossata e, tolta qualche oscillazione prodotta dallo spingere delle raffiche sull’ alberatura, lo schermo del computer se ne sta praticamente fermo.
Sono solo; per una qualche misteriosa convergenza astrale infatti moglie e figli non sono qui con me.
Con questa aria intorno ai venti nodi che soffia direttamente dal mare le zanzare non riescono a decollare e, se ci provano, finiscono alcuni chilometri nell’ entroterra: ciò rende la serata particolarmente rilassante…è proprio il momento ideale per scrivere.
Qualche anno fa dedicai un paio di articoli alle Kornati, mi pare nel gennaio e nel febbraio del 2009; magari qualcuno di voi se lo ricorderà e magari a qualcuno di voi qualche notizia sarà stata utile, chissà….
Ci sono tornato durante l’ estate del 2012 non perché il posto mi piaccia - considero infatti le Kornati un fenomeno naturale paragonabile a un lago salato: spettacolo curioso ma non bello - ma per il fatto che ho portato con me due miei parenti che non ci erano mai stati.
Questo fatto che porto qualcuno a vedere qualcosa che non ha mai visto è ricorrente; il problema è che io non sono un gran viaggiatore e pertanto non ho un vasto repertorio di posti dove portare qualcuno; nel caso in esame c’ era però anche un’ altra ragione che mi spingeva a tornarci.
Era un motivo più personale e con connotati sia venali (parlo di roba da mangiare) sia sentimentali (parlo di un bel posto con una bella persona e con dei bei ricordi); insomma per farla breve avevo voglia di scoprire se c’ erano ancora Andrija e la sua Konoba.
In quell’ articolo del febbraio 2009 parlai di Andrija a proposito della cucina e forse anche a proposito della baia di Kravliačica (pronuncia Cravliàciza) che è il posto più protetto dalla bora di tutto quel sorprendente arcipelago.

Ma non è qui mia intenzione tornare a parlare degli approdi di quelle isole (così aspre e strane) vorrei invece tornare a dire qualcosa sulla cucina  e sulla baia.
Quando mi trovo in banchina in giro per le darsene, spesso le mie orecchie catturano del tutto involontariamente voci tra i vari equipaggi che inneggiano ai ristoranti di Opat, Zakan e Lavsa: “Qui le aragoste migliori”…”Lì i dentici più grossi”…”Là gli scampi che meglio non si può”.
Può anche essere vero, a ognuno piace quel che piace, ma – lo ribadisco ancora – non ci sono barche da pesca alle Kornati eccetto quella di Andrija, mentre a Murter c’è una bella pescheria alla quale giungono i TIR dal nord Europa.
Questo non significa niente, nel senso che i ristoranti citati possono benissimo essere di buonissimo livello e saper cucinare il pesce in modo meraviglioso (per inciso, se vi ormeggiate al gavitello o al corpo morto in una delle baie citate, poi DOVETE andare al ristorante, e questo fatto non è del tutto piacevole dato che avete comunque DOVUTO sborsare la quota di ingresso al Parco Nazionale delle Kornati), ma la domanda sorge spontanea: sarà fresco quel pesce, o piuttosto sarà reduce da venti ore di navigazione nel Baltico, cinque ore di stivaggio al mercato ittico, tre ore di furgone fino ad Hamburg e infine quattordici ore di TIR fino a Murter ?
Quindi preferisco non pensarci e non andare a ormeggiare né a Opat, né a Zakan, né a Lavsa, ma dedicarmi alla migliore descrizione possibile di ciò che c’è a Kravliačica. 

Il locale di Andrija e di sua moglie Davorka Skraçic (con me nella foto) tel. 00385 22435432  00385 98485243 non si può definire un ristorante, né una Gostiona; il locale di Andrjia non ha le tende, né porte e finestre; tra il banco del bar e la cucina ci sono solo pochi metri di boschetto di pini, che alle Kornati sono già una bella rarità.
Il locale di Andrjia potrebbe quindi definirsi una Konoba o, più semplicemente e con termine schiettamente triveneto, una frasca dove si fa anche da mangiare.

L’ arredamento è fatto da panche e seggiole ombreggiate dai pochi rami dei pochi pini e giacciono pigramente adagiate una decina di metri dal moletto, rigorosamente in pietra, dove Andrija ormeggia il suo piccolo peschereccio.

Fanno da contorno all’ insieme quattro o cinque casette sparse (che in questi ultimi anni per la verità sono diventate sei o sette) e un paio di gavitelli.
A dire il vero di gavitello ce n’ è un terzo ma è invisibile : di esso esiste solo la cima “tenuta su” da un galleggiante nero semisommerso che staziona a circa un metro e mezzo di profondità; questo lo sapevo solo io fino a un momento fa, ora lo sapete anche voi.
Tutto intorno il panorama del Kornati Kanal, dell‘ isola Mana (quella con la famosa scogliera a strapiombo) e alle spalle quello dei declivi paglierini della cima principale dell’ isola Kornat.      
Se avrete la fortuna (e talvolta la caparbietà) di arrivare con la vostra barca fin qui e di sedervi a una delle quattro tavole in una bella serata d’ estate, potrete godervi la luce del tramonto che tinge di rosa le erbe giallastre delle Kornati ma non dovrete (né potrete) ordinare aragoste, né dentici, né scampi…Andrija infatti vi potrà cucinare e servire solo ciò che ha pescato.
Dopo una specie di antipasto a base di trigliette fritte (quelle croccanti impastate con una pastella di semi che ho già osannato qualche anno fa), potrete avere per esempio un pesce di San Pietro alla griglia con le patate e un po’ di verdura fresca (che alle Kornati è come trovare un ananas a Capo Nord).
Il pesce non sarà né bruciato, né crudo e il gusto sarà esattamente quello che avete immaginato e sognato durante tutto l’ inverno padano (forse con un po’ meno di aglio e un po’ più di olio ottimo).
Poi non vi resterà altro che salire sul gommone e andare presto a nanna in barca, perché lì non troverete alcuna forma di vita notturna (salvo udire qualche isolato belato di capra) né alcuna forma di illuminazione (salvo lo scintillante brulichìo della via lattea nel cielo).
Kravliačica è solo questo perché è proprio solo questo quello che vi aspettavate dalle Kornati.

Perché andare alle Kornati per trovarsi ormeggiati fianco a fianco con quelli che si raccontano le barzellette, quelli che suonano la chitarra e il flauto, quelli che hanno il gruppo elettrogeno tutta la notte, quelli che hanno il figlio con il gommone il cui motore non si grippa mai, quelli che hanno il moroso della figlia che con la moto d' acqua fa le impennate, quelli che scoppiano a ridere non si sa perché, il tutto con il sottofondo del tintinnare delle stoviglie e dei richiami dei camerieri con la cucina e con l’ angoscia di un conto finale astronomico non è certo “stile Kornati”.

E’ meglio Kravliačica, è meglio Andrija.

                

Devo sospendere, mi dispiace.
Lo scirocco si sta facendo sempre più entusiasmante e il coperchio della chiavetta USB mi è già caduto sul fondo del pozzetto un paio di volte; anche lo schermo del computer ha preso a vibrare e il sibilare delle sartie si è trasformato nel sordo muggito di sottofondo dei diversi alberi delle barche ormeggiate intorno a me.
Auguro a tutti una buona notte anche se sopra di me, qui a Eraclea Mare, complice l' illuminazione sfrenata di Jesolo Lido la via Lattea purtroppo è invisibile. 

 

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