ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
MAGGIO 2017

RIMINI
Quando succede una sciagura in mare e qualcuno ci lascia la pelle viene spontaneo chinare il capo e fermarsi.
Purtroppo accade quasi ogni giorno, contando le innumerevoli vittime dei naufragi nel canale di Sicilia; quando poi le vittime sono dei diportisti e il mare è quella pozza d' acqua che si chiama Adriatico pare quasi un fatto incredibile...
...Eppure succede, a dispetto dell' esperienza, delle strutture delle barche, delle dotazioni di sicurezza, dei bollettini meteo, dei materiali, delle tecnologie, dei messaggi pubblicitari, delle raccomandazioni, delle normative sulla sicurezza, tutte cose che certo ben poco hanno a che fare con le carrette e i gommoni dei "viaggi della speranza" dei migranti, ma che hanno a che fare con la nautica da diporto e la navigazione in genere.
Nonostante ciò faccio una sola considerazione - che poi è sempre la stessa - e che cioè è sempre la terra che fa del male alle barche...molto, ma molto più raramente lo fa il mare.
Uno dei tanti e più famosi romanzi di Patrick O'Brian che ha per protagonisti il comandante Aubrey e il dott. Maturin si intitola "Costa sottovento": in quel romanzo l' autore gioca sul doppio senso e presenta il pericolo per i due personaggi (con ironia) non come vicinanza della terra ma come vicinanza delle donne (associate alla terra).
In effetti però quando navigando si sente parlare di "costa sottovento" il riferimento corre istintivamente un pericolo molto più grosso e reale: il navigare con una costa sottovento comporta sempre la necessità di poter governare; nel momento in cui le condizioni meteo (o una avaria) non permettono più il governo dell' imbarcazione è già troppo tardi e si è spacciati.
Cosa che purtroppo è successa a Rimini.
Anche a me è capitato, in due occasioni.
Molti ma molti anni fa - allora ero molto giovane ed ero ingenuamente impegnato solo a far correre le barche -  in una regata a bordo di un Flying Dutchman con un bel vento di scirocco sui 20 nodi sotto spinnaker scuffiai; per due volte rimisi in piedi la barca ma essa scuffiò dall' altra parte e arrivai ben presto in spiaggia dove i frangenti fecero il resto (l' Alto Adriatico ha le coste esposte a scirocco).
Diversi anni fa a bordo di un Grand Soleil 43 stavamo uscendo dal Kornati Kanal verso SE con bora e avevo lasciato il timone al figlio del proprietario (in quell' occasione facevo lo skipper); vicina e sottovento c' era la riva rocciosa di Kurba Vela (Puttana Grande), l' ultima isola dell' arcipelago.
All' uscita del canale tra le isole il ragazzo invece di orzare verso sinistra lasciò correre verso dritta e quando uscii in pozzetto le rocce di Kurba Vela erano a pochi metri.
Riuscii a governare e ne uscimmo (i canali tra le isole Dalmate in caso di bora hanno sempre da una parte una costa sopravvento e dall' altra una sottovento).
Così le coste del mare Adriatico in Romagna sono totalmente esposte (e sottovento) a bora e, se questa è forte, bisogna essere certi al 100% di poter governare.
Non esistono ridossi a meno di non entrare in un porto la cui entrata si trova, ovvimente, sottovento e protetta da scogli e/o bassi fondali.
Dispiace veramente molto per quel che è successo: quando la costa è molto vicina, il vento soffia forte e le onde spingono non c'è mai abbastanza tempo per agire... significa che tutto deve funzionare bene e subito.
A volte persino un filtro del gasolio sporco, o una vela che non si vuol avvolgere (o che non si vuol aprire), o le mani intirizzite dell' equipaggio che non hanno più forza, possono provocare un naufragio in poche decine di secondi.
Una avaria più importante come la perdita della chiglia o della manovrabilità al timone non lascia scampo.
Insomma dobbiamo sempre immaginare il peggio: "che cosa mi occorre pronto e sottomano se succede A ?...E se succede B, o C ?"
"E se poi succedono tutte insieme e devo mollare la barca, ho messo l' equipaggio in condizioni di salvarsi ?"
Facile a dirsi a casa davanti a un libro o un computer...E' più difficile a bordo quando le condizioni sono già critiche, ma bisogna farlo.

Vi invito a una preghiera, per i diportisti e per tutte le altre vittime del mare, soprattutto per quelle del tutto incolpevoli e piene solo di speranze nel futuro.
 

COSA ANDARE A GUARDARE ?

 

Questo articolo, o gran parte di esso, è già stato pubblicato in http://ormeggionline.com/blog/ - sito cui vi consiglio di dare un' occhiata - dove Sira Sylla compone con grande passione un mosaico di soluzioni di ormeggio e di argomenti di mare.
Sira mi ha chiesto di scrivere qualcosa sulla scelta della barca e, dopo fatto, sono stato io a chiederle se potevo pubblicare in questo mio sito l’ articolo (e anche le chiacchiere) che seguono.
Il fatto è che quando andiamo a vedere una barca per valutare se ci piace o no, che cosa andiamo ad esaminare ?
Diciamocelo, noi Italiani (e non solo noi) abitiamo su una super-sismica penisola baciata da più mari in ogni angolino, ma quanto ad avventurarci tra le onde siamo alquanto cauti....
Esperti d’ arte, di buon gusto, di ottima cucina, di storia millenaria, di evasione fiscale, di vota-non-vota-che-tanto-è-lo-stesso, siamo tuttavia alquanto digiuni di navigazione; quando viaggiamo preferiamo di gran lunga avere sotto di noi quattro bei pneumatici che rotolano su nastri asfaltati, alla faccia delle pubblicità delle auto che ce le fanno sognare mollemente adagiate su scintillanti nuvole di ghiaccio, su mulattiere tra i boschi, su “tornantose” strade costiere, su infiniti rettilinei nei deserti, insomma in qualsiasi luogo fiabesco laddove il nostro istinto ci porti e dove comunque riusciamo immancabilmente a dominare tutto, anche la nostra stessa vita!  (Dal punto di vista della retorica e dell' inserimento di luci a led dappertutto le pubblicità delle case produttrici tedesche ultimamente fanno veramente rabbrividire !)
Quindi siamo avvezzi ad acquistare e vendere auto con molta più esperienza e/o disinvoltura di quanta ne abbiamo per fare la stessa cosa con le barche.
Forse è proprio per questo che, quando ci accingiamo a comperare una barca, insieme al desiderio ci coglie uno stato di ansietà dovuto a “tutto ciò che non sappiamo” sul mare e su tutto quello che sopra ci naviga.
E’ opportuno allora iniziare dall’ auto (campo molto più familiare) con la seguente domanda: esiste un’ auto che vada bene per farci qualsiasi cosa ?
No di certo.
Un conto è andarci al lavoro e trovare un parcheggio libero, un conto è spostarsi per le ferie con tutta la famiglia, un conto è caricarci la lavatrice rotta e/o la credenza della zia (di cui non vediamo l’ ora di sbarazzarci), un conto è fare il record da casello a casello (autovelox rischiando).
Persino i tanto venduti SUV denotano dei vistosi limiti, a seconda dell’ uso che se ne vuol fare.
Questo discorsetto per una barca è ancora più esasperato, nel senso che le dimensioni, le forme e le prestazioni di una barca possono essere veramente agli antipodi una rispetto all’ altra.
Ecco allora che l’ “esame di coscienza”, cioè lo studio attento di cosa ci si aspetta dalla barca, diventa essenziale per non fare un acquisto sbagliato.
Ora però, considerato il titolo di questo articolo e quindi il fatto che qui si vuol considerare il caso di chi abbia già fatto il suo esame di coscienza, che cosa andiamo a guardare per non fare un acquisto sbagliato ?
Potrei stilare una lunga lista di tutto ciò che è essenziale e/o opportuno controllare, ma se fosse così semplice e alla portata di tutti, allora tutti potremmo esser degli ottimi periti nautici e, forti della nostra esperienza, non avvertiremmo lo stato di ansietà di cui sopra.
Quindi per forza di cose è opportuno che mi limiti a sottolineare solo alcune cose essenziali che tutti, ma proprio tutti, possiamo verificare.

Diciamo insomma che la seguente piccola lista potrà esser di aiuto al potenziale acquirente di una barca in una fase preliminare, per guidarlo se trattare o se scartare quella barca prima di una eventuale perizia che definisca senza ombra di dubbio se la barca è buona o meno.
Ecco la piccola lista:
- trafilaggi acqua murate ?
- valvole prese a mare accessibili ?
- sentine asciutte o bagnate ?
- fumosità motore ?
- osteriggio o oblò sopra cucina ?
- frigo a pozzo oppure a sportello per madiere o per chiglia ?
Spiego....

TRAFILAGGI MURATE
Rappresentano la verifica o meno della bontà della giunzione tra coperta e scafo.
Con una torcia elettrica è immediato dare una occhiata lungo le murate (pareti interne dello scafo) soprattutto nella zona dei masconi (parte prodiera, dove il moto ondoso provoca più facilmente sollecitazioni e deformazioni); se vi sono delle tracce anche vecchie e ora asciutte di colature di acqua in genere risultano visibili; è bene considerare che la giunzione tra coperta e scafo è un punto delicato da sigillare e che il doverlo fare può risultare un intervento molto costoso, a meno che non si tratti semplicemente di una carenza di silicone in un bullone di sostegno di un candeliere o (peggio) di una bitta.

 

ACCESSIBILITA’ PRESE A MARE
In molte barche (ahimè anche nuovi progetti) l’ accessibilità delle valvole delle prese a mare è molto difficile…Non mi riferisco solo alla difficoltà nell’ introdurvi una mano per poterle chiudere o aprire, ma anche e soprattutto al fatto di potervi accedere con una chiave inglese o a pappagallo per poterle sostituire.
Se non v’è spazio a sufficienza per accedere e se non ce n’è intorno alla valvola, un lavoro di mezz’ ora per la sua sostituzione può trasformarsi in un lavoro di ore ed ore perché occorre smontare parte dell’ arredamento (casi frequenti sono gli armadietti o gli stipi sotto ai lavelli della cucina).
In questo caso, una volta acquistata la barca, se l’ armatore si trova a dovere pagare 500 Euro + IVA per la sostituzione di una valvola da 1 ½ pollice non può affermare che il cantiere è caro, piuttosto si penta nel non aver considerato bene la bontà del progetto prima di aver acquistato quella barca.


CONDIZIONE SENTINE
Sulle condizioni delle sentine ci sarebbe da parlare per un bel po’… forse troppo…pertanto invito a leggere l’ articolo di Novembre 2016 di questo sito interamente dedicato a questo argomento.
Tuttavia la presenza di acqua in sentina (dolce o salata che sia) denota trascuratezza da parte dell’ attuale armatore ed è già senza dubbio il segnale di una barca non ben manutentata o addirittura malvoluta.
Alle volte, poi, può essere peggio trovare in sentina acqua dolce che salata, ma per chiarire questo punto rimando al riferimento del link di cui sopra.

 

FUMOSITA’ MOTORE
Se è presente può rappresentare un niente come invece un grosso guaio.
La fumosità del motore va verificata nell’ avviamento a freddo, in navigazione a caldo a 2/3 circa del regime massimo, in navigazione a caldo sotto il massimo sforzo (cioè con acceleratore a fondo per qualche minuto).
Nell’ avviamento a freddo una certa fumosità nero-azzurra è accettabile, poi la fumosità accettabile può essere solo quella nero-grigiastra sotto il massimo sforzo; questo è infatti un difetto che si risolve in genere con un intervento di modifica dell’ elica (riducendone diametro o passo) o con la revisione della pompa di iniezione e/o la ritaratura degli iniettori.
Se la fumosità permane a svariati regimi ed è azzurra (o peggio ancora proprio bianca) occorre invece intervenire sul motore spendendo molti più soldi (sostituzione delle fasce elastiche e/o della guarnizione di testa);...addirittura dopo aver fatto un po' di conti può essere meglio rifiutare l’ acquisto.


AERAZIONE CUCINA
Ah ecco, questa è proprio una cosa non trascurabile... 
Avete mai cucinato in barca mentre fuori piove?  
Quando piove è indispensabile che si riesca a cucinare comunque e quindi che vi sia uno sfogo di aria accettabile verso l’ alto.
In alcune barche (ahimè anche nuovi progetti) pare che questo sia un particolare irrilevante; ma se in barca ci vivete, anche per il breve periodo delle ferie, posso assicurarvi che questo particolare da irrilevante diventa essenziale.
Già il clima psicologico a bordo con la pioggia non è dei migliori, se poi vi si aggiunge una atmosfera soffocante pima di pranzo ecco che la stessa scelta di passare le ferie in barca viene messa duramente in discussione, con conseguenti malumori o addirittura litigi.


POSIZIONE FRIGO
Se il frigo è a pozzo va benissimo…sarà un po’ scomodo perché quel che serve se ne va a finire sempre in fondo (sono specializzate in questo le mozzarelle avvolte nel loro scivoloso sacchettino di plastica), ma almeno la roba se ne sta lì al suo posto senza fuggire.
Se invece il frigo ha lo sportello, come quelli che abbiamo a casa, è bene verificare che il retro del frigo sia disposto per madiere (cioè lungo l’ asse trasversale della barca) e non per chiglia (cioè lungo l’ asse longitudinale della barca).
Le barche rollano (quelle a vela poi passano metà della loro vita navigante sbandate da una parte) e con il frigo orientato per chiglia può capitare che aprendo lo sportello tutto se ne esca fuori in un rumoroso macello (a me è capitato e per di più a bordo di una barca di notevoli dimensioni e di un cantiere molto ma molto illustre !)


Detto ciò ritengo ora inutile elencare la serie di verifiche più tecniche che riguardano l’ osmosi nel caso di scafi in vetroresina, gli incollaggi nel caso di scafi in legno, gli spessori nel caso di scafi in acciaio, i giochi degli assi del timone e degli alberi di trasmissione, l’ integrità dei passascafi ecc. ecc…..
Sono cose da periti.
Piuttosto mi risulta incomprensibile un fatto che succede più sovente di quel che si creda: perché quando facciamo installare un climatizzatore a casa nostra spendendo 2 mila euro pretendiamo giustamente la dichiarazione di conformità da parte dell’ installatore, mentre quando comperiamo una barca e spendiamo 80 mila euro ci fidiamo di un parere verbale magari da parte di un amico più “esperto” di noi ?
Come perito qualche volta mi è capitato di essere chiamato per un “parere verbale” senza cioè redazione di perizia timbrata e firmata; ma non ha alcun senso.
La dichiarazione sulla bontà o meno di un prodotto o di un manufatto deve essere certificata e ci deve essere la firma di chi l’ ha eseguita, altrimenti non ha alcun valore.
Tornando alle automobili mi pare proprio che le barche alla fine siano solo fonte di complicazioni, no ?
E’ molto più semplice andare dal concessionario e comperare una auto usata fidandosi ciecamente di quello che ci raccontano.
In effetti con le auto facciamo sempre così…. 
Il fatto è, però, che se l’ auto ci pianta siamo lungo una strada, se invece ci pianta la barca……

Per mare non sempre (quasi mai) ci troviamo nella condizione di avere un' area di servizio P7 a portata di mano !

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