ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
MARZO 2019


DOPO LA PATENTE NAUTICA

 

Vi prego, o gentili e assidui lettori, non collegate immediatamente l’ immagine del vessillo della Repubblica Serenissima
con la politica attuale; sono due cose completamente diverse.
Sarebbe come voler collegare la battaglia di Alamo col presidente Trump; si tratta di ambiti storici diversi e origini culturali completamente diverse.
L
’ impadronirsi di una immagine storica di una vera e propria civiltà per farne il simbolo di un partito politico o di un movimento popolare è per me di fatto addirittura intollerabile (e ritengo dovrebbe essere anche perseguito); infatti un qualsiasi Trump può scegliere liberamente una sua bandiera, ma deve rispettare e lasciar stare in pace nel ricordo del loro sacrificio le vittime di Alamo.
Ma non è questo comunque il tema odierno: oggi non ho alcuna intenzione di parlare né di bandiere né di partiti.
L’ immagine del vessillo in questa pagina sta semplicemente a significare che questo articolo parlerà nel bene e nel male di Venezia, tutto qui.
Forse ne parlerà un po’ più male che bene ma, considerate le mie origini prettamente veneziane (o meglio pellestrinotte), si tratterà in fondo solo di un po’ di autocritica.



Lo scorso mese di marzo, esattamente un anno fa, con un articolo intitolato “Perfezionamenti” mi ero permesso di dare delle risposte all’ imbarazzo posto da Alberto Locatelli e da tanti altri sul sentirsi “pronti” ad assumere il comando di una unità da diporto dopo aver conseguito la patente nautica.
Come già ho annunciato in luglio, durante lo scorso agosto ho messo in pratica la proposta e, in collaborazione col Circolo Velico Mariclea, ho organizzato tre fine settimana dedicati al “post-patente nautica”.
Non è tuttavia da credere che sia stata una serie di esperienze idilliache e riposanti, tutt’ altro!
Ho infatti cercato di impegnare i partecipanti il più possibile nell’ organizzazione della piccola crociera, sia discutendo sulle condizioni meteo che sull’ entità e sulla qualità dell’ equipaggio; ho cercato inoltre di impegnarli personalmente nel proporre e scegliere che cosa e quanto imbarcare in termini di vettovaglie, nell’ effettuare manovre per ormeggiare e partire a motore, nel navigare rigorosamente a vela (con le condizioni che il buon Dio avrebbe mandato), nel navigare a motore sul bacino di San Marco a Venezia, nel manovrare per prendere il gavitello o recuperare un uomo a mare sia a motore che a vela.
Cinque sono stati gli ospiti per il primo week end (famigliari e amici tra loro), due per il secondo (sconosciuti tra loro), tre per il terzo (amici tra loro); quest’ ultimo appuntamento però è stato rinviato per le cattive condizioni del tempo.
Si può dire quindi che l’ esperienza globale del corso sia stata piuttosto limitata, tuttavia le richieste per il 2019 e l’ entusiasmo dimostrato sono stati notevoli.
In particolare ai partecipanti hanno fatto molto piacere diverse cose che vado ad elencare di seguito.

 

Innanzitutto è piaciuta la formula di coniugare l’ esperienza di navigare per 20+20 miglia in un week end avendo come meta Venezia: con tutte le riserve e le critiche immaginabili, avere come meta quella città diventa una esperienza che può essere veramente unica.
E’ stato molto apprezzato inoltre il fatto di lasciare il timone e il comando a turno a tutti, senza coinvolgimenti o protagonismi del sottoscritto (se non nel proporre ragionamenti e consigli).
Molto gradito poi è stato l’ effettuare molte manovre, sia a vela che a motore, espressamente richieste dagli interessati, cosa mai realizzata nei tradizionali corsi di patente nautica.
Il fatto poi di navigare in mezzo all’ enorme quantità di traffico che c’è sul bacino di san Marco a Venezia è una esperienza che può anche incutere timore ma che, una volta effettuata, contribuisce senza dubbio a far sentire più sicuri i neo patentati...E' un po' come partecipare ad un rally automobilistico per uno che abbia appena conseguito la patente B per l’ auto, oppure come affrontare la rampa di un cavalcavia dopo aver scalato lo Stevio per un ciclista.

 



Personalmente, durante queste esperienze, mi sono reso conto che è accaduto ciò che avevo sperato si verificasse in partenza: che cioè ciascuno prendesse consapevolezza che il navigare per diporto non è una passeggiata....
Prender parte ad una crociera su una imbarcazione da diporto può essere un modo di fare vacanza che appassiona pienamente ma che può anche trasformarsi in un passatempo che è meglio dimenticare.
La frase molto concisa che ho appena scritto significa un mucchio di cose.
Da quanto mi è stato riferito da coloro che hanno partecipato, non solo i corsi per il conseguimento delle patente nautica portano ad una esperienza di navigazione limitatissima, ma anche non offrono alcun elemento per far capire che uno skipper (e/o la sua famiglia) siano adatti a intraprendere tale tipo di vacanza.
Ciò non solo per le capacità più o meno evidenti del neo-patentato, ma anche per la “predisposizione alla nautica” del resto della famiglia.
Passare le ferie in barca può essere incantevole, ma è anche faticoso e queste caratteristiche (anche in un solo week end a Venezia) sono emerse ogni volta.
Persino il passare una vita sedentaria o l’ essere un po’ sovrappeso denunciano tutto il loro “peso” in termini di stanchezza alla fine della giornata.
Così come trovare un po’ di onda al giardinetto può immediatamente rovinare la giornata a chi ne soffra ed anche contribuire a far preoccupare gli altri.
Oppure anche l’ essere convinti di saper tenere una andatura a vela dopo aver frequentato altri corsi di navigazione post-patente e scoprire invece che non si è così sensibili e attenti a mantenere la concentrazione sul vento e sulle vele.
O ancora scoprire che ci sono una miriade di ragionamenti da fare per prevedere e individuare dove passeranno le altre barche, così da saper come manovrare per tempo.
Tutte “sfumature” che sembrano tali, ma che invece risultano essere sostanziali per decidere di diventare comandanti di una unità da diporto.
Ho notato anche come la patente nautica fornisca alle volte delle informazioni inutili o irrealizzabili, come avviene per la presa di gavitello o per il recupero dell’ uomo a mare, tipico retaggio di ciò che scrivono i libri e che spesso è frutto solo di elucubrazioni teoriche.
Ciononostante non è da pensare che questi fine settimana siano stati una iniziativa triste e/o mortificante: al contrario alla fine ho visto solo visi sorridenti che hanno manifestato molte espressioni di gratitudine.

 

Direi che c’è stato un solo aspetto che alla fine si è rivelato poco gradito ed anche curioso (e così vengo alla critica su Venezia di cui sopra).
Si è trattato del modo in cui si sono comportate le bariste del Porto turistico de “La Certosa” di Venezia (aderente alla catena dei Marina Resort) le quali, nell’ unica occasione in cui l’ equipaggio si è avvicinato al bar facendo una ordinazione di un paio di radler, hanno goldonianamente (mi sia concesso questo avverbio) esordito dicendo:
“Ah, non ghe ne gavemo più !...però podarissimo darve ‘na bira co dentro ‘na Lemonsoda !.....Ah, no Tina, e zè finìe anca quee !.....E ora, cossa femo?.....Ah ben, alora ve demo ‘na bira co un fià de suco de limòn, e cò l’ aqua,… ve va ben ?”
P.S. Traduzione quasi simultanea del testo pseudo-goldoniano:
“Ah, non ne abbiamo più !...però possiamo darvi una birra con dentro una Lemonsoda !...Ah, no Tina, sono finite anche quelle !...E adesso come facciamo?...Ah bene, allora vi diamo una birra con dentro un po’ di succo di limone, e con dell’ acqua, vi va bene ?”
L’ equipaggio, stordito dalla gran calura del pomeriggio di agosto, rispondeva affermativamente, ma loro proseguivano in questi termini:
“E ti a vol cò l’ aqua mineràl gasàda o naturale?”
L’ equipaggio sceglieva l’ acqua gassata.
“GASADA ! …Ma ti schersi ?...Va ben, va ben, el cliente te si ti !...Ma varda Tina, me toca vèrzar ‘na botiglia de mineràl gasàda par do bire !”
P.S. Traduzione quasi simultanea del testo pseudo-goldoniano:
 “E la vuoi con dell’ acqua minerale gassata o naturale ?”
“GASSATA !... Ma stai scherzando ?...Va bene, va bene, il cliente sei tu !... Ma guarda Tina, mi tocca aprire una bottiglia di acqua minerale gassata per due birre !”
Ecco, al di là del fatto che questo teatrino si è svolto veramente e che per gli amanti del teatro goldoniano può anche essere stato piacevole, nondimeno è da sottolineare che eravamo ospiti di un marina facente parte della catena dei “Marina Resort” e che eravamo in quel di Venezia a 60 Euro a notte più 20 Euro di cauzione per la chiavetta magnetica per l’ energia elettrica.
Evidentemente, oltre all’ aver scritturato due bariste-attrici, la direzione del marina aveva pensato bene in pieno agosto di rimanere sprovvista sia di radler che di Lemonsoda (o limonata, che a dir si voglia) ed anche di far infuriare una diportista francese che da un giorno attendeva una cassa di acqua minerale per fare rifornimento alla propria barca...
La tristissima giustificazione che mi sono dato è che i turisti a Venezia non sono mai “accolti” ma sono semplicemente “sopportati”, perché ce ne sono sempre tanti, ma tanti, ma tanti…forse troppi.
E’ la legge della richiesta e dell’ offerta, che vale ahinoi anche per gli esseri umani.

   

A parte questa parentesi di teatrino dialettale veneto, considerato il gradimento dell’ iniziativa, ho deciso di riproporla per il 2019.
A chi interessasse chiedo di continuare a leggere queste pagine, così da essere informato nei prossimi mesi delle date e delle modalità di partecipazione.
Ho avuto anche qualche richiesta non già di un corso intensivo post-patente, ma di una semplice navigazione con i famigliari per sondare “la predisposizione alla nautica” di cui sopra.
Naturalmente si può fare; il mio numero telefonico è nella pagina ”Articoliechiacchiere” insieme all’ indirizzo mail.

Comunque, goldonianamente, “par no far massa fadìga a girar pagine e strucàr botòni, ve i riscrivo de novo… e sensa tradussiòn”:  

349 3628975             marcoscarpa1955@gmail.com

Le foto degli attori sono state gentilmente concesse dalla compagnia teatrale "I Visi & Goti" durante una delle rappresentazioni di
"Per qualche cucchiaino in più", spassosissima commedia dialettale veneta.


TORNA A ARTICOLI E CHIACCHIERE