ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
    NOVEMBRE 2008
 "Controluce in Bretagna" di Luciano Michielin

Come ogni mese ho già provveduto a scrivere le pagine per i nostri prossimi appuntamenti  definendone a mio arbitrio le priorità, ma la lettera che ho ricevuto da Luca (e che con il suo consenso pubblico integralmente), mi ha convinto a saltare la scaletta che avevo predisposto.

Carissimo Marco, ciao !
      Sono Luca Cesca , avrei molte cose da dirti e da chiederti , ma non vorrei tediarti come al solito con domande o richieste di suggerimenti troppo banali , anche se inevitabili, da parte di un neofita .
      Innanzi tutto dopo averti scritto (prima delle mie ferie) che quando saremmo stati all'altezza di Caorle ti avrei chiamato, volevo spiegarti  il motivo della mancata telefonata, scusandomi se non sono riuscito a
      disdire il " mezzo appuntamento " che avevamo : siamo andati a Sud ,  abbiamo avuto una piccola avaria al motore, si sono piantati gli  strumenti ( parzialmente ),  ci siamo incagliati , abbiamo terminato il
      gasolio ....................... insomma: Fantozzi !!!
      In ogni caso è stata una prima crocierina propedeutica , che ci ha insegnato molto e ci ha espresso le splendide potenzialità della barca ,  evidenziando nel contempo i nostri limiti di equipaggio .
      Per fortuna almeno il tempo è stato splendido e alla fine del giro le  ragazze ( apparentemente mai contente ) hanno esclamato : però l'anno  prossimo in Croazia, se venissero anche Riky e Davide, che bello
      sarebbe !
      In effetti il tuo articolo di Settembre giunge a proposito e ho provveduto subito a " girarlo " opportunamente a casa al fine di tenere ben desto  l'interesse;  se per caso avessi altri suggerimenti similari, con mete
      sicure e protette, magari distanti tra loro non più di 20  Mg................... te ne sarei infinitamente grato !
      Il mio vicino di banchina, a Ravenna, è sceso fino alle Incoronate, sempre a Giugno, ed è tornato entusiasta; ma lui è in pensione mentre io dovrei organizzare il lavoro in modo differente; vedremo se sarà  possibile .
      Come ti dicevo all'inizio, proprio alla partenza - subito dopo ferragosto - mi sono accorto che il motore surriscaldava fino a 120° solamente  percorrendo le due miglia scarse dell' avamporto, solamente restando
      intorno ai 1000-1500 giri la temperatura si manteneva sugli 80 ° , con una  velocità massima però di 4 nodi ;  in quella settimana è stato un miracolo trovare un motorista aperto e disponibile peccato che fosse a Cervia .
      Con una bella veleggiata ci siamo recati a Cervia, siamo riusciti ad entrare nonostante il pescaggio e alla fine ci hanno disincrostato lo scambiatore di calore smontandolo completamente, sentenziando però che il
      motore mangia olio, fuma azzurro, che potrebbe essere un problema di  pompa, o forse di iniettori, più probabilmente di tenuta delle fasce, che dopo 4.500 ore il motore andrebbe sbarcato e rifatto se non
      addirittura sostituito ................. preventivo minimo € 6.000, non c'è che dire !
      Dopo due giorni siamo ripartiti e, immancabilmente, ci siamo piantati su  un banco di sabbia a venti metri dagli scogli in testa al molo, per  fortuna il mare era calmo. Abbiamo dato spettacolo per tre ore con le
      banchine e la spiaggia gremite di turisti, dopo diversi tentativi per disincagliarci, due cime spezzate, la bitta dx divelta e la drizza randa sfilata il acqua, è salita la marea e uno di quei barconi per turisti è  riuscito a liberarci : adesso so che esistono i calendari di marea e che i  pescaggi dichiarati non sono mai reali !
      Alla fine ci siamo diretti verso Rimini, tranquillizzati anche dal cantiere, verificando che il motore rimaneva stabile sui 100° anche se  non saliva oltre i 2000 giri e questo è rimasto il suo regime di esercizio per tutta la crociera, ovviamente ho cercato di usarlo solo in manovra o, al ritorno, con  randa piena e non oltre i 1500 giri .
      Non voglio raccontarti tutto in dettaglio altrimenti mi cancelli dagli  indirizzi e-mail ..............
      Alla fine ho verificato che, tra l'altro, in soli 6 mesi (dalla data dell'alaggio per la perizia) la carena e le due appendici erano diventate un mezzo scoglio e che la toilette di prua improvvisamente aveva smesso di
      caricare acqua, pur continuando a scaricarla correttamente .
      Possono essere le conseguenze dei serpulidi ? Tu ogni quanto pulisci la tua carena e come, solo con delle spugne abrasive ?
      Come posso disostruire la presa a mare del carico dell'acqua del w.c.,  solo immergendomi immagino? C'è il rischio di rovinare la valvola dall'esterno ?
      Alla fine, come ti dicevo, i risvolti positivi sono comunque stati  preponderanti : abbiamo effettuato degli atterraggi notturni in porti per  noi sconosciuti, le ragazze hanno dormito in navigazione sia a vela che
      col motore acceso verificando che ciò non è "impossibile", Chiara, la  più piccolina di neanche 4 anni è stata la sola a provare un po' di nausea in due occasioni, ma ha stoicamente resistito per più di 15 ore di
      navigazione diurna, il log e lo strumento del vento erano completamente sballati e non più interfacciati, ma abbiamo rimendiato con il gps e capito che solo la bussola e il vhf sono veramente indispensabili,
      finalmente ho ripreso a carteggiare un po', a fare i punti nave e a  riconoscere gli allevamenti di cozze (che in Tirreno sono molto meno numerosi ), abbiamo raggiunto la meta che ci eravamo prefissi ( il Conero
      e Numana in particolare) e visitato città interessanti e ricche di storia: cosa potevo pretendere di più in soli 15 giorni ?
      Visto l' "incipit", scusa il tedio !
      Con "amicizia marinaresca", Luca
       
Magnifico, direi.
Conosco molte persone (sedicenti armatori) che al primo incaglio o addirittura al primo guaio della strumentazione, si scoraggiano e mettono in vendita la barca.
Luca e la sua famiglia sono l' esempio giusto: tutto ciò che succede serve unicamente per fare esperienza, non per rinunciare alla passione, sennò che passione è ?
Ho voluto pubblicare il testo della lettera di Luca anche per poter pubblicare le mie risposte, a beneficio di coloro che si sono (o si troveranno) ad aver a che fare con gli stessi problemi.
Con ciò non pretendo certo di "salvare la crociera" ad alcuno, ma parlare tra noi di questi accidenti penso sia una buona cosa soprattutto perchè le mie risposte sono il risultato di quegli stessi guai che anche a me sono capitati e che ho dovuto mio malgrado risolvere.

Di mete sicure e tra loro vicine in Dalmazia ce ne sono moltissime e non mi sento di proporre un itinerario: il bello della crociera sta proprio nella libertà di scegliere dove e quando andare e il suo fascino sta proprio in quel pizzico di ignoto e di imprevedibile che ogni meta riserva.
L' arcipelago delle Kornati forse merita una particolare attenzione, nel bene e nel male.
Pertanto ringrazio Luca per questo spunto e mi riprometto di dedicare uno o più dei prossimi appuntamenti alla navigazione su quelle isole (e magari, perchè no, anche sui loro dintorni).

Parliamo adesso un po' del motore.
Quello installato a bordo della barca di Luca è un vecchio diesel 4 cilindri Nanni-Mercedes da 40 CV tale e quale a quello installato a bordo della mia (possediamo entrambi due Comet 12).
Quando io comprai la barca ricordo che il precedente proprietario si lamentava del surriscaldamento dello stesso e, durante la mia prima crociera, la temperatura diventò così alta che dovetti percorrere al minimo un bel po' di miglia per arrivare a Iz Veli (Eso grande) dove sapevo esserci un marina.
Lì mi consigliarono di prender contatto con Mario, meccanico e propietario di una Konoba (trattoria) situata vicino alla chiesa.
La diagnosi la feci io memore della vecchia Fiat 1100 di mio padre (che aveva lo stesso problema) alla quale "in illo tempore" egli non fece altro che sostituire la valvola termostatica del condotto di raffreddamento del motore (quello dove circola il liquido antigelo) che era bloccata dalla vetustà.
A queste valvole con gli anni capita una specie di artrosi... come alle nostre articolazioni.
Una molla tiene chiusa la valvola (così il motore da freddo si riscalda prima), poi la dilatazione dei metalli spinge sulla molla e la valvola si apre (così il liquido comincia a scorrere e il motore si raffredda); con gli anni la dilatazione si indebolisce e la molla tiene sempre chiusa la valvola.
Mario smontò la vecchia valvola; ricordo che la provammo "riscaldandola a bagnomaria" in un pentolino sul fornello e verificammo proprio che essa se ne restava chiusa.
Tornai a casa senza valvola (con la temperatura del motore che non saliva mai sopra i 50°) perchè a IZ Veli Mario non aveva certo con sè il ricambio, ma nella mia città lo trovai presso un emporio di autoricambi.
Ora è tutto a posto: il vecchio Nanni-Mercedes sta sempre sui 75°, anche a manetta.
Sui consumi di carburante abbiamo dissertato abbondantemente lo scorso mese di ottobre; nel caso in questione sulla mia barca essi si attestano intorno ai 2,7 litri/ora, supponendo di fare vela e motore insieme, e quindi di fare uso di meno di una ventina di CV su 40 disponibili a massimo regime.
Poichè gli strumenti del livello del carburante in barca sono assolutamente inaffidabili, è sufficiente  tener conto delle ore di motore (annotate sul giornale di bordo) e di quanti litri si fanno ai rifornimenti e così non si rischia mai di restare a secco (provare per credere).
Sul fatto che un motore vecchio mangi olio non c'è da meravigliarsi: calcolando che nella sua vita un' automobile viaggia di media a 60 Km/h, avere un motore in barca che ha girato per 4500 ore corrisponde ad avere un' auto che ha percorso 270 mila Km; ci sono auto che mangiano olio anche solo dopo 70 mila Km !
Nel caso nautico è da valutare quanto olio venga bruciato, che è una cosa semplice: si rabbocca il livello, si fa la crociera (diciamo circa 80-100 ore di moto) e si va a rabboccare di nuovo.
Si valuta così quanto olio se ne è andato attraverso le fasce e lo scarico (a meno che non ci siano perdite in sentina attraverso le guarnizioni della coppa).
Il Nanni-Mercedes tiene 4 Kg di olio in coppa: rabboccare anche 1/2 Kg o 1 Kg all' anno ritengo che sia cosa ancora ragionevole.
Quanto poi alla fumosità di scarico ricordo di averne già parlato in un altro articolo:
in ordine di costo di intervento (dal meno costoso al più costoso) si ha:
fumo azzurro = olio bruciato;  fumo nero = taratura della pompa di iniezione e/o pulizia iniettori;  fumo bianco = guai in vista alla guarnizione di testa.
Il primo caso lo abbiamo appena trattato.
Al secondo si può talvolta ovviare con un paio di rifornimenti di gasolio additivato con solventi per la pulizia (STP o anloghi), sennò occorre ritarare e pulire pompa e iniettori; a tal proposito ricordo che tra i motori diesel i Volvo Penta sono quelli che normalmente fumano di più.
Nel terzo caso i guai sono grossi perchè occorre sbarcare il motore in quanto la fumosità bianca è segnale di ingresso del liquido di raffreddamento nelle camere di scoppio.
Allora quando si deve "buttare via" un motore ?
Mah, sinceramente credo solamente nel momento in cui non si trovino più i pezzi di ricambio.
Anche a me un cantiere aveva proposto l' installazione di un nuovo motore (9000 Euro), ma ho rifiutato e per ora non ne sono pentito.

Se a qualcuno di voi pare "disdicevole" che io accetti di navigare con un motore che ha lavorato per 3000 ore (equivalente a circa 180 mila Km di automobile), ritengo giusto proporre la seguente osservazione: il Nanni-Mercedes da 40 CV ha una cilindrata di 1750 cc; il motore diesel di un' auto d' oggi di 1750 cc è in grado di sviluppare oltre 120 CV.
Non vi pare ragionevole che il primo abbia una vita più lunga del secondo ?

Anche sui banchi di sabbia dell' alto Adriatico ho da dire qualcosa: la sabbia non rompe come lo scoglio, ma se c'è onda può far sì che la chiglia sfondi lo scafo e la barca affondi in pochi secondi (è un accidente che ho visto accadere ma non si trattava della mia barca).
E' facile "toccare" in alto Adraitico: durante le sigize (luna piena e scuro di luna) l' escursione di marea arriva facilmente a 1 metro, non solo ma le correnti spostano i banchi di sabbia continuamente quindi non c' è mai certezza tra batimetriche lette sulla carta e profondità reali.
Conosco solo due rimedi:
avere a bordo l' ecoscandaglio che funzioni bene e che sia tarato bene DA VOI STESSI, e andare molto piano.
La taratura  dell' ecoscandaglio è facile: con la barca ormeggiata si immerge una cordicella zavorrata nei pressi del sensore  (in genere ai masconi); si prendono le misure, si fa la media e, dopo aver letto le istruzioni per la procedura, si tara lo strumento.
In genere si sbaglia di qualche centimetro, il che è ampiamente sufficiente tenendo presente che la sensibilità degli ecoscandagli è di circa 10 centimetri (infatti segnano 2,4   2,3   2,3   2,2... ecc).
Quanto poi all' "andar piano" intendo dire che, se ci si trova in una zona a rischio, occorre procedere solo a motore e al minimo: se infatti "si tocca" dando retro con una buona dose di giri generalmente si riesce ad uscirne.
Altrimenti occorre provvedere a far inclinare un po' la barca, semprechè la chiglia non abbia le "alette"; inclinare la barca è cosa tutt' altro che facile se essa disloca una decina di tonnellate o più, però l' azione combinata dell' inclinazione e della retro può scaturire l' effetto voluto.
Non mi stancherò mai di dirlo: gli strumenti che DEBBONO FUNZIONARE a bordo sono solo tre: bussola, ecoscandaglio e VHF. Tutti gli altri non contano o contano poco.

Non conosco una vernice "antifouling" universale: ogni prodotto funziona bene nelle acque di una darsena e malissimo in quelle di un' altra; io stesso ho fatto diversi tentativi cambiando prodotto ogni anno (perchè io faccio carena ogni anno) finchè ho trovato quello giusto per il posto dove tengo la barca.
Credo che il metodo migliore sia quello di osservare le barche degli altri quando vengono alate dalla gru o dal travel-lift : quando se ne vede venir su una, dopo un anno, ricoperta solo da un leggero strato di limo è bene informarsi con quale vernice sia stata dipinta: quello è il prodotto giusto per quelle acque: le pubblicità non contano un fico secco e nemmeno i "grandi marchi".
Per eliminare le incrostazioni degli organismi marini che eventualemente avessero attecchito il metodo migliore che conosco è di aspettare che si secchino all' aria per bene, quindi procedere con un raschietto e con tanta pazienza: saltano via subito (il problema è che in genere sono tanti).


Parlare di wc mi entusiasma sempre perchè si tratta di un accessorio che collego con uno stato di buona salute; lo faccio quindi con una osservazione "alla Catalano": un wc marino che scarica ma non carica è molto meglio di un wc marino che carica ma non scarica !
Naturalmente mi è capitato anche questo, e non è stato bello.
Scherzi a parte, se il sistema di valvolette a membrana gommosa zavorrata contenuto nella parte superiore del pistone funziona bene ed è montato nel verso giusto, allora il guaio capitato al wc di  Luca può risiedere nel bloccaggio della valvola a sfera della presa a mare di carico (quella col diametro minore).
Nell' articolo del mese di novembre 2007 ne ho già parlato: talvolta girando la maniglia si crede di far ruotare anche la sfera ma non è così...occorre cambiare la valvola, cosa che è bene fare con la barca in secco.
Una volta ho provato a farlo con la barca in acqua (era un Polaris 33 dotato di un unico wc e mi seccava spendere i soldi della gru per l' alaggio); ci riuscii, tuffandomi con la maschera e tappando
il passascafo dall' esterno con un tronco di cono in dotazione e quindi smontando la valvola dall' interno della barca.
Le uniche difficoltà che trovai consistettero nel martellare sott' acqua per far aderire il tappo al passascafo e nell' immergermi nelle acque della darsena perchè era agosto e c' erano le meduse.

Quante parole questo mese!  Scusatemi.

Concludo subito con quel che
Luca ha scritto in fondo alla sua lettera:
...finalmente ho ripreso a carteggiare un po', a fare i punti nave e a  riconoscere gli allevamenti di cozze...
Già, queste sono le cose importanti, non la domotica o il GPS interfacciato con il computer.

Diventerai un ottimo comandante da diporto Luca, ne sono certo, come ti assicuro che ne è certo anche zio Pino. 
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