ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
 NOVEMBRE 2014

SCEGLIERE LA BARCA 2

SECONDA PUNTATA
(Dove si parla ancora della vostra forma fisica, delle vostre intenzioni e finalmente anche un po' dei soldi...)


Questo è il secondo appuntamento che ho voluto dedicare alla scelta della barca giusta che, come già detto il mese scorso, vorrebbe essere un metodo per aiutarci a conoscerci nauticamente meglio e quindi a poter fare una scelta migliore; continuiamo a seguire la traccia e veniamo ora ad un altro interrogativo.

3. Avete una certa età ma praticate ancora sport ?
Siete cioè dotati di un peso forma e lo mantenete ?
Avete quindi anche tenacia e forza ?
Se le risposte sono affermative, allora potete anche pensare di dedicarvi alla vela, se viceversa siete più paciocconi orientatevi ancora una volta verso il motoscafo (mi scuso per questa considerazione abbastanza ovvia... ma non è proprio del tutto ovvia perchè il fatto stesso di navigare obbliga tutti i nostri muscoli a stare continuamente in movimento per mantenere l' equilibrio e, pertanto, una certa attività continua c'è sempre, sia su una barca a vela che su una barca a motore).
Anzi, se proprio non potete fare a meno dello sport, potete senz’ altro optare per una ex-barca a vela da regata dai 10 m in su.
Questo tipo di barche, da non confondere con gli ibridi che la pubblicità dei cantieri spaccia per barche da regata-crociera, vanno veramente bene a vela e, dai 10 metri in su, sono dotate all’ interno di arredamenti e impianti sufficienti per andarci a spasso in crociera, anche se con rifiniture un po’ limitate.
Il loro difetto (o pregio dipende dai punti di vista) è che per farle andare bene a vela occorre lavorare pressoché in continuazione…
Il timoniere deve sempre stare concentrato.
Al triangolo di prua ci deve stare uno che sappia dove mettere le mani perché spesso occorre manovrare in modo impegnativo (gestire cambi di genoa e fiocchi o grandi vele per le andature portanti non è uno scherzo).
Alla randa può capitare di dover prendere e mollare i terzaroli durante le ore del giorno anche più volte.
Insomma c’è da lavorare parecchio e la sera si arriva giustamente alquanto stanchini.

Ho posseduto per una decina d’ anni una barca così, il Polaris 33 di Ron Holland: andava che era una meraviglia (guardate che onda faceva con appena una bava di vento), ma quale impegno portarla dai 15 nodi in su di vento !…Ma allora ero giovane, tenace e abbastanza forte.
Oggi riesco ancora a mantenere il peso forma, ma ho perso molto in forza e anche un po’ in tenacia così, dopo aver issato la randa e srotolato il genoa, mi scoccia un bel po’ dover prendere una mano alla randa…
Anche perché ultimamente la mattina, a colazione, prendo sempre artriti accompagnate da debolezza alla schiena con contorno di crampetti alle gambe. Menù impagabile !
Quindi in questi casi una barca nata per la crociera che inesorabilmente si farà superare da una da regata è senza dubbio più adatta.
A proposito di tenacia, qual è la vostra dose di pazienza ?
A bordo succede spesso di avere a che fare con persone esigenti; anche i vostri famigliari più cari si potranno trasformare in noiosi insoddisfatti quando vi chiederanno a ripetizione: “Uffa, quando si arriva ?”, oppure: “Che caldo oggi !”.
Non solo, ma vi capiterà (e succederà senz’ altro prima o poi) che vi troviate a dover risalire un vento e un mare capriccioso sotto gli spruzzi, al freddo e facendo un percorso quasi doppio rispetto a quello che avevate tracciato sulla carta (sempre che ancora usiate la carta).
Ebbene, siete in grado di sopportare a lungo condizioni scomode o avverse, infondendo fiducia e incoraggiando il vostro equipaggio ?
Anche qui, se la risposta è affermativa, potete permettervi una barca a vela anche di modesta lunghezza, sennò è meglio optare per un potente motoscafo.
C’è poi un altro aspetto che dovete assolutamente sondare dentro di voi e che è forse il più delicato: sapete comandare ?
Badate bene che non è una battuta, ma è invece una cosa molto importante.
Per “saper comandare” non intendo “saper dare un ordine”, cosa che anche un bambino sa fare benissimo.
Intendo invece “rappresentare il simbolo della massima fiducia a bordo”, essere cioè in grado di dire l ‘ultima parola quando si tratti di prendere una qualsiasi decisione ed essere consapevoli che tutto il resto dell’ equipaggio riconosca in voi e solo in voi tale prerogativa.
Come potete capire non è cosa da poco, né è una qualità che la semplice patente nautica sia in grado di costruire.

Poche sono le mogli (o morose) che affidano ai loro mariti (o morosi) il comando: magari agli amici dicono: “Ah, in barca pensa a tutto mio marito !” poi, invece, quando lui propone di proseguire fino a Vattelapesca sono loro a ordinare: “A Vattelapesca? Ma figurati, fermiamoci qui che oggi abbiamo preso sole abbastanza”.
Oppure quando lui sale la scaletta con le cinture di salvataggio in mano, dicono: “Ma cosa ti salta in mente adesso ? Non fare il cretino, ammaina tutto e rientriamo a motore !”.
Eppure saper comandare è indispensabile a bordo, perché può rimediare a situazioni scabrose, così come l’ assenza di comando può portare a creare drammi.
Discernere dentro di voi se sapete comandare o meno può senz’ altro aiutarvi a valutare se diventare armatori o no, indifferentemente di una barca a vela o a motore.

Ora è giunto il momento di chiedersi che cosa vogliamo farci con la barca e, dulcis in fundo, di quanti soldi disponiamo.

4. Quali sono le vostre intenzioni ?
Suddividiamo le risposte nel caso siate orientati all’ acquisto di una barca a motore o di una barca  a vela.

BARCA A MOTORE
Volete pescare, correre, andare in crociera o portarci le ragazze?
Nel primo caso evitate le barche plananti: una pilotina o un gozzo pontato andranno benissimo, viaggeranno a dislocamento e consumeranno poco e, se non pescherete nulla, non vi faranno rimpiangere i soldi di gasolio che avrete inutilmente bruciato; sono inoltre senz' altro più adatte di un day-cruiser planante a navigare con onda formata.
Se invece vi piace la velocità non pensate a barche lunghe e costose: l’ ebrezza della velocità è molto più apprezzabile se lo scafo è leggero e piccolo, oltre ad avere bisogno di meno cavalli per correre forte.
Certo il comfort sarà inferiore (ed anche le prestazioni se il mare non è perfettamente piatto), ma se vi piace correre vi interesserà ben poco sentire lo stomaco che arriva a sbattere sui polmoni…
Se invece volete andare in crociera si apre il dilemma di scegliere tra uno scafo dislocante e uno planante...Dal punto di vista del comfort a bordo siamo più o meno allo stesso livello.

Direi però che le dimensioni qui giocano un ruolo importante: intorno ai 10 m lo spazio all’ interno di una pilotina dislocante è maggiore di quello a disposizione in uno scafo planante perché in quest' ultimo caso la gran parte di esso serve per alloggiare la sala macchine, però è anche vero che viaggiare in regime di dislocamento con 10 m di lunghezza significa non superare i 6.5 - 7 nodi di velocità, mentre planando si può arrivare ai 30.
Per lunghezze maggiori (e quindi dislocamenti importanti) il discorso cambia un po' perché mentre gli scafi plananti hanno una velocità di crociera non superiore a 25 – 28 nodi, quelli a dislocamento aumentano la loro velocità con la radice della loro lunghezza la galleggiamento.
Significa che un motoscafo planante di 20 m continuerà ad avere una velocità di crociera di 25 nodi, mentre uno scafo dislocante di 20 m potrà viaggiare sui 10 nodi (con molto più comfort e risparmio).

DIGRESSIONE ISTANTANEA
All' argomento della navigazione a motore in regime di dislocamento dedicherò un articolo il prossimo anno, in risposta a una gentilissima e opportuna richiesta di Jacopo Cioni.
FINE DIGRESSIONE ISTANTANEA

Ora veniamo all’ ultimo caso, che non è uno scherzo.
Ho conosciuto alcuni armatori che la barca la tenevano unicamente come piéd-a-terre (non ho capito se per portarci le ragazze o i ragazzi, raccontando però che volevano portarci le prime); se le vostre intenzioni sono queste va benissimo un bel motor-yacht vecchio con le rifiniture di una volta e col motore in avaria.
Ne troverete alcuni anche dotati di carte da parati o di tappezzerie sulle pareti delle cabine e dei bagni. 
Per le movimentazioni della barca (col motore guasto) non preoccupatevi: tanto sarà il personale della darsena che ve lo sposterà con un tender fin sotto al travel-lift per fare manutenzione.
Tenete presente che non vi costerà nulla di carburante, ma che dovrete fare i conti col posto barca che rappresenterà una uscita che non ricupererete mai più…
In bocca la lupo!

BARCA  A VELA
Regate, veleggiatine domenicali o crociere ?
Mi pare ovvio che le categorie di barche a vela siano ben diversificate e abbiano poche possibilità di essere frammiste tra loro.
Un po’ come dire: “compero una auto da F.1, oppure una utilitaria, o una station wagon ?”
Già da questo improbabile paragone automobilistico appare ovvio che non esiste né esisterà mai la “barca tuttofare”, anche se la pubblicità dei cantieri fa di tutto per provarci.
Ma non è solo una questione di arredamento interno, di impianti o di superficie velica, le definizioni verso una categoria piuttosto che verso un’ altra sono proprio influenzate dalle linee dello scafo e dalla disposizione delle masse e delle zavorre.

DIGRESSIONE PICCOLA, MA CORPOSA
Al proposito ho dedicato molti articoli; se non li avete ancora letti vi suggerisco di andare alle pagine di Gennaio 2012, Febbraio 2012, Marzo 2012, Marzo 2008, Aprile 2008, Maggio 2008, e magari date un’ occhiata anche a quanto ho scritto nell’ Agosto 2010.
Che poi non mi si vanga a dire che non parlo di certe cose !
FINE DELLA DIGRESSIONE ecc….ecc…

Quel che mi sento di aggiungere è il seguente consiglio: se volete fare delle regate dovete disporre di molti soldi (le regate si disputano anche in luoghi molto lontani tra loro e le trasferte costano in termini sia di tempo, sia di impiego di risorse umane, sia di finanze).
Infatti tutti gli armatori che ho conosciuto che si sono dedicati alle regate dopo qualche anno hanno inevitabilmente smesso.
Quindi, se proprio lo volete fare, regatate con le barche piccole: un genoa nuovo di 14 mq non costa come uno di 65 !  (*)
Inoltre è molto più facile avere disponibile per tutta una serie di domeniche un equipaggio di tre persone piuttosto che uno di otto.

Se poi invece che dedicarvi alle crociere ritenete di essere comunque appagati uscendo durante le domeniche a fare una veleggiata di un paio di ore (cosa molto saggia, perché in crociera si naviga poco a vela e molto a motore), a maggior ragione comperatevi una barca piccola, magari solo parzialmente pontata.
Un cabinato non vi serve a nulla dato che la domenica porterete con voi solo qualche panino e una borsa termica, inoltre esso ha installati una serie di impianti che durante l’ escursione domenicale non adopererete mai e sui quali dovrete comunque fare manutenzione.

Nel caso invece vogliate solcare i mari durante le vostre ferie in crociera, beh, direi che ne abbiamo parlato abbastanza alla fine dell' articolo del mese scorso.
Ed ora veniamo all’ ultimo punto di questa traccia.

5. Di quanti soldi disponete ?
Per molti di voi questo sarà il principale fattore che determina la scelta della barca, ma non è vero.
Vi prego di credere che non sono né l’ erede di un qualche casato inglese pieno di castelli e manieri nel Devonshire, né l’ erede di un qualche avventuriero argentino gonfio di miniere e di flotte aero-navali (vedi al proposito l’ articolo di Dicembre 2013).
Pertanto io non ho una “visione deformata di come vanno le cose”, come invece ha quell' ex Presidente del Consiglio che per risolvere i problemi della disoccupazione femminile con assai poco buon gusto suggerì alle ragazze "di sposare suo figlio" (e c'è ancora incredibilmente gente che lo vota !)

Il fatto è che le barche non si suddividono per il loro costo, ma per le loro caratteristiche.
Mi spiego meglio e molto semplicemente.
Poniamo che, dopo aver seguito la traccia che vi ho proposto, siate giunti alla conclusione che la barca che fa per voi sia un cabinato a vela da crociera di 10 metri.
Ebbene, di cabinati a vela da crociera di 10 metri ne potete trovare da 10 a 150 mila euro.
E’ possibile che con pazienza ne riusciate a trovare anche qualcuno da 8 mila euro, forse perché si trova in un’ isola un po’ fuori mano, o perché ha diverse parti in legno, o perché l’ attuale proprietario è morto e la sua vedova se ne vuole assolutamente disfare (del 10 metri, non del morto !)
Chiaro che se pagate 10 mila euro una barca da 10 metri non potrà essere che vecchia e bisognosa di manutenzione, ma la differenza di impegno finanziario con quella nuova fiammante (e di un cantiere prestigioso) che pagate 150 mila euro è comunque formidabile.
Spendere nel rapporto di 1:15 per avere più o meno la stessa roba, non è male ! (**)
Riflettete comunque bene sul fatto che le darsene non guardano l’ età della barca, ma la sua lunghezza; quindi il posto-barca vi costerà uguale, sia che abbiate speso molto o pochissimo.

(**) Eh sì, devo metterci due asterischi, perché comincio da qui.
Scusate, ma è possibile che qualcuno di voi non sia d’ accordo con quanto ho asserito, perciò si impone una precisazione.
Per “stessa roba” non intendo lo stesso grado di rifiniture, pulizia, affidabilità; intendo piuttosto che la navigazione la si può fare lo stesso (più o meno mettendoci lo stesso tempo) e inoltre che il tramonto lo si può ammirare lo stesso, sia che si tratti di un 10 metri che è costato 10 mila euro sia che si tratti di un 10 metri che è costato 150 mila euro.
Anzi, ripensandoci, esprimerei qualche riserva anche sull’ affidabilità della barca più nuova…
Ne ho parlato abbondantemente in questi anni, perchè esistono delle barche costruite così bene che anche a distanza di quarant’ anni risultano ancora più affidabili di quelle nuove.

(*) Ah, a proposito della grandezza (e dei costi) dei genoa (non mi sono dimenticato di aver messo un asterisco un po’ più sopra) vi racconto un piccolo episodio.
Circa cinque o sei anni fa ero al gavitello a Kravliačica da Andrija, tanto per cambiare; c’ era una bella giornata di bora tesa e, come ho già più volte detto, quello è un bellissimo posto per starsene tranquilli.
Mezzo miglio più a SE c’ era un bellissimo X-yacht, molto lungo, scafo blu con bandierone svizzero sventolante a poppa.
Era una barca senza dubbio dai 50 ai 60 piedi del tutto intenzionata a mollare l’ ormeggio.
Infatti, tra le raffiche che scendevano dai declivi dell’ isola Kornat, issò tutta la randa rigorosamente steccata e in carbonio.
Avviatasi verso il canale di Kornat, diresse la prua verso ovest aprendo il genoa, anch’ esso rigorosamente in carbonio.
Nonostante la distanza, il rumore che faceva la vela sbattendo era nettamente distinguibile da Kravliačica; poi, improvvisamente, la barca diresse la prua a NW volendo risalire il canale; strinse la bolina cazzando il genoa, cominciò ad inclinarsi e accelerò vistosamente mentre il genoa continuava ad essere cazzato…
Poi avvenne come succede nei temporali: il lampo e subito dopo il tuono.
Il genoa si sventrò dalla penna fino alla base e un secco boato arrivò a Kravliačica.
Già, era successo: un centinaio di metri quadrati di vela in carbonio (diciamo 15 mila euro) ridotti in brandelli in un attimo….Perché ?

Bene, che aspettate ?
Vi ho convinto a comperare un motoscafo ?
Vi ho invece aiutato a scegliere una barca a vela ?
Vi ho fatto capire che la nautica non fa per voi e che uno zaino e un paio di scarponi sono meglio ?

Beh, in tutti i casi credo di non avervi fatto del male.
A risentirci presto...manca poco a Natale !

TORNA A ARTICOLI E CHIACCHIERE