SECONDA
PUNTATA
(Dove si parla ancora della vostra forma fisica, delle vostre intenzioni e finalmente anche un po' dei soldi...)
Questo è il secondo appuntamento che ho voluto dedicare
alla scelta della barca giusta che, come già detto il mese
scorso, vorrebbe essere
un metodo per aiutarci a conoscerci nauticamente meglio e
quindi a poter fare una scelta migliore; continuiamo a seguire la
traccia e veniamo ora ad un altro interrogativo.
3.
Avete una certa età ma praticate ancora sport ?
Siete
cioè dotati di un peso forma e lo mantenete ?
Avete
quindi anche tenacia e forza ?
Se
le risposte sono affermative, allora potete anche pensare di dedicarvi
alla
vela, se viceversa siete più paciocconi orientatevi ancora una
volta verso il
motoscafo (mi scuso per questa considerazione abbastanza ovvia... ma
non è proprio del tutto ovvia perchè il fatto stesso di
navigare obbliga tutti i nostri muscoli a stare continuamente in
movimento per mantenere l' equilibrio e, pertanto, una certa
attività continua c'è sempre, sia su una barca a vela che
su una barca a motore).
Anzi,
se proprio non potete fare a meno dello sport, potete senz’ altro optare per
una ex-barca a vela da regata dai 10 m in su.
Questo
tipo di barche, da non confondere con gli ibridi che la pubblicità dei cantieri
spaccia per barche da regata-crociera, vanno veramente bene a vela e, dai
Il loro difetto (o pregio dipende dai punti di vista) è
che per farle andare bene a vela occorre lavorare pressoché
in
continuazione…
Il
timoniere deve sempre stare concentrato.
Al
triangolo di prua ci deve stare uno che sappia dove mettere le mani
perché
spesso occorre manovrare in modo impegnativo (gestire cambi di genoa
e fiocchi o grandi vele per le andature portanti non è uno
scherzo).
Alla
randa può capitare di dover prendere e mollare i terzaroli durante le ore del
giorno anche più volte.
Insomma c’è da lavorare parecchio e la sera si arriva giustamente
alquanto stanchini.
Ho
posseduto per una decina d’ anni una barca così, il
Polaris 33 di Ron Holland: andava
che era una meraviglia (guardate che onda faceva con appena una bava di
vento), ma quale impegno portarla dai 15 nodi in su di vento
!…Ma allora ero giovane, tenace e abbastanza forte.
Oggi
riesco ancora a mantenere il peso forma, ma ho perso molto in forza e anche un
po’ in tenacia così, dopo aver issato la randa e srotolato il genoa, mi scoccia
un bel po’ dover prendere una mano alla randa…
Anche perché ultimamente la mattina, a colazione, prendo sempre artriti accompagnate
da debolezza alla schiena con contorno di crampetti alle gambe. Menù impagabile !
Quindi in questi casi
una barca nata per la crociera che inesorabilmente si farà superare da una da
regata è senza dubbio più adatta.
A
proposito di tenacia, qual è la vostra dose di pazienza ?
A
bordo succede spesso di avere a che fare con persone esigenti; anche i vostri
famigliari più cari si potranno trasformare in noiosi insoddisfatti quando vi
chiederanno a ripetizione: “Uffa, quando si arriva ?”, oppure: “Che caldo oggi
!”.
Non
solo, ma vi capiterà (e succederà senz’ altro prima o poi) che vi troviate a
dover risalire un vento e un mare capriccioso sotto gli spruzzi, al freddo e
facendo un percorso quasi doppio rispetto a quello che avevate tracciato sulla
carta (sempre che ancora usiate la carta).
Ebbene,
siete in grado di sopportare a lungo condizioni scomode o avverse, infondendo
fiducia e incoraggiando il vostro equipaggio ?
Anche
qui, se la risposta è affermativa, potete permettervi una barca a vela anche di
modesta lunghezza, sennò è meglio optare per un potente motoscafo.
C’è
poi un altro aspetto che dovete assolutamente sondare dentro di voi e che è
forse il più delicato: sapete comandare ?
Badate
bene che non è una battuta, ma è invece una cosa molto importante.
Per
“saper comandare” non intendo “saper dare un ordine”, cosa che anche un bambino
sa fare benissimo.
Intendo
invece “rappresentare il simbolo della massima fiducia a bordo”, essere
cioè in grado di dire l ‘ultima parola quando si tratti di prendere una
qualsiasi decisione ed essere consapevoli che tutto il resto dell’ equipaggio
riconosca in voi e solo in voi tale prerogativa.
Come
potete capire non è cosa da poco, né è una qualità che la semplice patente nautica sia
in grado di costruire.
Poche
sono le mogli (o morose) che affidano ai loro mariti (o morosi) il comando:
magari agli amici dicono: “Ah, in barca pensa a tutto mio marito !” poi,
invece, quando lui propone di proseguire fino a Vattelapesca sono loro a
ordinare: “A Vattelapesca? Ma figurati, fermiamoci qui che oggi abbiamo preso sole abbastanza”.
Oppure
quando lui sale la scaletta con le cinture di salvataggio in mano, dicono: “Ma
cosa ti salta in mente adesso ? Non fare il cretino, ammaina tutto e rientriamo
a motore !”.
Eppure
saper comandare è indispensabile a bordo, perché può rimediare a situazioni
scabrose, così come l’ assenza di comando può portare a creare drammi.
Discernere
dentro di voi se sapete comandare o meno può senz’ altro aiutarvi a valutare se diventare armatori o no, indifferentemente di una barca a vela o a motore.
Ora è giunto il momento di chiedersi che cosa vogliamo farci con la barca e, dulcis in fundo, di quanti soldi disponiamo.
4. Quali sono le vostre intenzioni ?
Suddividiamo
le risposte nel caso siate orientati all’ acquisto di una barca a motore o di
una barca a vela.
BARCA
A MOTORE
Volete pescare,
correre, andare in crociera o portarci le ragazze?
Nel
primo caso evitate le barche plananti: una pilotina o un gozzo pontato andranno
benissimo, viaggeranno a dislocamento e consumeranno poco e, se non pescherete
nulla, non vi faranno rimpiangere i soldi di gasolio che avrete inutilmente
bruciato; sono inoltre senz' altro più adatte di un day-cruiser planante a navigare con onda formata.
Se
invece vi piace la velocità non pensate a barche lunghe e costose: l’
ebrezza della velocità è molto più apprezzabile se lo scafo è leggero e
piccolo, oltre ad avere bisogno di meno cavalli per correre forte.
Certo
il comfort sarà inferiore (ed anche le prestazioni se il mare non è
perfettamente piatto), ma se vi piace correre vi interesserà ben poco sentire lo
stomaco che arriva a sbattere sui polmoni…
Se
invece volete andare in crociera si apre il dilemma di scegliere tra uno scafo
dislocante e uno planante...Dal punto di vista del comfort a bordo siamo più o meno allo stesso livello.
Direi
però che le dimensioni qui giocano un ruolo importante: intorno
ai 10 m lo spazio
all’ interno di una pilotina dislocante è maggiore di
quello a disposizione in
uno scafo planante perché in quest' ultimo caso la gran parte di
esso serve per alloggiare la sala macchine, però è
anche vero che viaggiare in regime di dislocamento con 10 m di
lunghezza
significa non superare i 6.5 - 7 nodi di velocità, mentre planando si può arrivare ai 30.
Per
lunghezze maggiori (e quindi dislocamenti importanti) il discorso cambia un po' perché mentre gli scafi plananti
hanno una velocità di crociera non superiore a 25 – 28 nodi, quelli a
dislocamento aumentano la loro velocità
con la radice della loro lunghezza la galleggiamento.
Significa
che un motoscafo planante di 20 m continuerà ad avere una velocità di crociera
di 25 nodi, mentre uno scafo dislocante di 20 m potrà viaggiare sui 10 nodi (con molto
più comfort e risparmio).
DIGRESSIONE ISTANTANEA
All' argomento della navigazione a motore in regime di dislocamento
dedicherò un articolo il prossimo anno, in risposta a una
gentilissima e opportuna richiesta di Jacopo Cioni.
FINE DIGRESSIONE ISTANTANEA
Ora
veniamo all’ ultimo caso, che non è uno scherzo.
Ho
conosciuto alcuni armatori che la barca la tenevano unicamente come
piéd-a-terre (non ho capito se per portarci le ragazze o i
ragazzi, raccontando però che volevano portarci le prime); se
le vostre intenzioni sono queste va benissimo un bel motor-yacht vecchio con
le rifiniture di una volta e col motore in avaria.
Ne troverete alcuni anche dotati di carte da parati o di tappezzerie sulle pareti delle cabine e dei bagni.
Per le movimentazioni della barca (col motore guasto) non preoccupatevi:
tanto sarà il personale della darsena che ve lo
sposterà con un
tender fin sotto al travel-lift per fare manutenzione.
Tenete
presente che non vi costerà nulla di carburante, ma che dovrete fare i conti
col posto barca che rappresenterà una uscita che non ricupererete mai più…
In
bocca la lupo!
BARCA A VELA
Regate,
veleggiatine domenicali o crociere ?
Mi
pare ovvio che le categorie di barche a vela siano ben diversificate e abbiano
poche possibilità di essere frammiste tra loro.
Un
po’ come dire: “compero una auto da F.1, oppure una utilitaria, o una station
wagon ?”
Già
da questo improbabile paragone automobilistico appare ovvio che non esiste né
esisterà mai la “barca tuttofare”, anche se la pubblicità dei cantieri fa di
tutto per provarci.
Ma
non è solo una questione di arredamento interno, di impianti o di superficie
velica, le definizioni verso una categoria piuttosto che verso un’ altra sono
proprio influenzate dalle linee dello scafo e dalla disposizione delle masse e
delle zavorre.
DIGRESSIONE
PICCOLA, MA CORPOSA
Al
proposito ho dedicato molti articoli; se non li avete ancora letti vi
suggerisco di andare alle pagine di Gennaio 2012, Febbraio 2012, Marzo 2012,
Marzo 2008, Aprile 2008, Maggio 2008, e magari date un’ occhiata anche a quanto
ho scritto nell’ Agosto 2010.
Che
poi non mi si vanga a dire che non parlo di certe cose !
FINE
DELLA DIGRESSIONE ecc….ecc…
Quel
che mi sento di aggiungere è il seguente consiglio: se volete fare delle regate
dovete disporre di molti soldi (le regate si disputano anche in luoghi molto
lontani tra loro e le trasferte costano in termini sia di tempo, sia di impiego
di risorse umane, sia di finanze).
Infatti
tutti gli armatori che ho conosciuto che si sono dedicati alle regate dopo
qualche anno hanno inevitabilmente smesso.
Quindi,
se proprio lo volete fare, regatate con le barche piccole: un genoa nuovo di 14
mq non costa come uno di 65 ! (*)
Inoltre
è molto più facile avere disponibile per tutta una serie di domeniche un
equipaggio di tre persone piuttosto che uno di otto.
Se
poi invece che dedicarvi alle crociere ritenete di essere comunque appagati
uscendo durante le domeniche a fare una veleggiata di un paio di ore (cosa
molto saggia, perché in crociera si naviga poco a vela e molto a motore), a
maggior ragione comperatevi una barca piccola, magari solo parzialmente
pontata.
Un
cabinato non vi serve a nulla dato che la domenica porterete con voi solo
qualche panino e una borsa termica, inoltre esso ha installati una serie di
impianti che durante l’ escursione domenicale non adopererete mai e sui quali dovrete
comunque fare manutenzione.
Nel
caso invece vogliate solcare i mari durante le vostre ferie in
crociera, beh, direi che ne abbiamo parlato abbastanza alla fine dell' articolo
del mese scorso.
Ed
ora veniamo all’ ultimo punto di questa traccia.
5. Di quanti soldi disponete ?
Per
molti di voi questo sarà il principale fattore che determina la scelta della
barca, ma non è vero.
Vi
prego di credere che non sono né l’ erede di un qualche casato inglese pieno di
castelli e manieri nel Devonshire, né l’ erede di un qualche avventuriero
argentino gonfio di miniere e di flotte aero-navali (vedi al proposito l’
articolo di Dicembre 2013).
Pertanto io non ho una “visione deformata di come
vanno le cose”, come invece ha quell' ex Presidente del Consiglio
che per risolvere i problemi della disoccupazione femminile con
assai poco buon gusto suggerì alle ragazze "di sposare suo
figlio" (e c'è
ancora incredibilmente gente che lo vota !)
Il
fatto è che le barche non si suddividono per il loro costo, ma per le loro
caratteristiche.
Mi
spiego meglio e molto semplicemente.
Poniamo
che, dopo aver seguito la traccia che vi ho proposto, siate giunti alla
conclusione che la barca che fa per voi sia un cabinato a vela da crociera di
Ebbene,
di cabinati a vela da
E’
possibile che con pazienza ne riusciate a trovare anche qualcuno da 8 mila
euro, forse perché si trova in un’ isola un po’ fuori mano, o perché ha diverse
parti in legno, o perché l’ attuale proprietario è morto e la sua vedova se ne vuole assolutamente
disfare (del 10 metri, non del morto !)
Chiaro
che se pagate 10 mila euro una barca da
Spendere
nel rapporto di 1:15 per avere più o meno la stessa roba, non è male ! (**)
Riflettete
comunque bene sul fatto che le darsene non guardano l’ età della barca, ma la
sua lunghezza; quindi il posto-barca vi costerà uguale, sia che abbiate speso
molto o pochissimo.
(**)
Eh sì, devo metterci due asterischi, perché comincio da qui.
Scusate,
ma è possibile che qualcuno di voi non sia d’ accordo con quanto ho asserito,
perciò si impone una precisazione.
Per
“stessa roba” non intendo lo stesso grado di rifiniture, pulizia, affidabilità;
intendo piuttosto che la navigazione la si può fare lo stesso (più o meno
mettendoci lo stesso tempo) e inoltre che il tramonto lo si può ammirare lo
stesso, sia che si tratti di un 10 metri che è costato 10 mila euro sia che si
tratti di un 10 metri che è costato 150 mila euro.
Anzi,
ripensandoci, esprimerei qualche riserva anche sull’ affidabilità della barca più nuova…
Ne
ho parlato abbondantemente in questi anni, perchè esistono delle barche costruite
così bene che anche a distanza di quarant’ anni risultano ancora più affidabili
di quelle nuove.
(*)
Ah, a proposito della grandezza (e dei costi) dei genoa (non mi sono dimenticato di aver
messo un asterisco un po’ più sopra) vi racconto un piccolo episodio.
Circa
cinque o sei anni fa ero al gavitello a Kravliačica da Andrija, tanto per
cambiare; c’ era una bella giornata di bora tesa e, come ho già più volte
detto, quello è un bellissimo posto per starsene tranquilli.
Mezzo
miglio più a SE c’ era un bellissimo X-yacht, molto lungo, scafo blu con
bandierone svizzero sventolante a poppa.
Era
una barca senza dubbio dai 50 ai
Infatti,
tra le raffiche che scendevano dai declivi dell’ isola Kornat, issò tutta la
randa rigorosamente steccata e in carbonio.
Avviatasi
verso il canale di Kornat, diresse la prua verso ovest aprendo il genoa, anch’
esso rigorosamente in carbonio.
Nonostante
la distanza, il rumore che faceva la vela sbattendo era nettamente distinguibile
da Kravliačica; poi, improvvisamente, la barca diresse la prua a NW volendo
risalire il canale; strinse la bolina cazzando il genoa, cominciò ad inclinarsi
e accelerò vistosamente mentre il genoa continuava ad essere cazzato…
Poi
avvenne come succede nei temporali: il lampo e subito dopo il tuono.
Il
genoa si sventrò dalla penna fino alla base e un secco boato arrivò a
Kravliačica.
Già,
era successo: un
centinaio di metri quadrati di vela in carbonio (diciamo 15 mila
euro) ridotti in brandelli in un attimo….Perché ?