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NOVEMBRE 2020

 I TIPI DI BARCHE

QUESTA E' UNA BARCA A VELA !

Forse parrà che l’ argomento di queto mese tratti di altro, ma invece lo scopo delle righe seguenti
è proprio 
ancora una volta quello di offrire delle indicazioni a chi si accinge a comperare una  barca usata.

Nel Settembre 2018 avevo scritto qualcosa relativamente al “diportista ideale”…Trattavasi di più o meno ironiche considerazioni sui diversi modi di comportarsi che hanno gli armatori nei confronti del “fare nautica da diporto”, cioè in definitiva su come “travestono” e trattano le proprie barche.
Quelle considerazioni mi sono venute in mente avendo conosciuto molti armatori, ma soprattutto avendo visitato per benino le loro barche.
Non ho alcuna intenzione qui, ora, di paragonare una barca all’ altra (come fanno per benino le riviste di nautica), né di stabilire graduatorie di prestazioni o di comodità, né di distinguere barche plananti da barche a dislocamento, o barche a vela da motorsailer…Vorrei solo considerare le barche per quello che gli armatori vogliono che esse siano, cioè dal punto di vista umano: questo è un fattore che condiziona moltissimo lo stato della barca e di cui dovrà prestare molta attenzione chi ne volesse comperare una, perchè tre sono i soggetti che decretano la validità di una barca o meno: il progettista che la ìdea, il cantiere che la costruisce, l' armatore che ne cura l' uso e la manutenzione.


LA BARCA PER LA FAMIGLIA (più o meno la barca ideale)
E’ forse il sogno di quasi tutti i diportisti (perlomeno la maggioranza) e cioè la barca da condividere con moglie e figli. 
La sua caratteristica principale è di aumentare di dimensioni mentre i figli crescono, fino a scoprire che è diventata troppo grande quando i figli cominciano ad andarsene dietro agli amici invece che passare le ferie coi genitori.
Ovviamente ciò avviene passando in una quindicina di anni da una barca all’ altra via via di dimensioni più importanti, quindi la barca non è più la stessa ma le sue caratteristiche sì. 
La barca per la famiglia è una barca particolarmente “vissuta”.
Essa deve avere un bel frigo e tanti gavoni, armadi e stipetti pieni di cose molto varie perché riflettono il carattere di ogni componente del nucleo familiare, comunque assolutamente inutili per la navigazione…Si va dai giocattoli, alle bocce, a svariati costumi da bagno e copricostume, a moltissime paia di ciabatte, sandali e scarpe, a zainetti multicolori e borse da spiaggia, a occhiali e telefonini, carica batterie per telefonini, talvolta anche a orsacchiotti di peluche e cuscini rigorosamente personali.
E’ una barca che non è mai in ordine, ma non è mai nemmeno in disordine, perché il concetto di ordine e disordine è diverso per ciascuna persona imbarcata e ciascuna ritiene a diritto che il suo concetto sia quello giusto.
E’ una barca dove il tavolo di carteggio contiene svariati “ricordi” di viaggi precedenti, come conchiglie, sassolini, alghette secche e che in fondo a qualche gavone ha anche un paio di pinne e una maschera incartapecorite e di taglia molto piccola, ormai inutilizzabili.
Tutto sommato è una bella barca, perché ha navigato e naviga…infatti non puzza.
Anche il motore è stato manutentato regolarmente, così come l’ impianto del (o dei) WC e quello della cucina… 
Le dotazioni di sicurezza ci sono tutte ed anche in ordine, così come i documenti di bordo che sono “a posto”.
Insomma è la barca ideale per essere comperata perché in genere si tratta di “un buon usato”.
Infatti se una barca naviga è in ordine e, una volta svuotata dagli effetti personali e dimenticate le storie e gli episodi di navigazione che l’ attuale proprietario e la moglie vi hanno snocciolato davanti ad un tavolino del bar del marina, può essere un buon acquisto.


LA BARCA PER PROPRIA SODDISFAZIONE (quella cioè che è una parte di se stessi)
Qui l’ argomento si fa un po’ più scabroso o, se vogliamo, più personale, perché la personale soddisfazione è indubbiamente un fattore soggettivo.
C’è chi si compra la barca per andare a pescare, chi per fare le regate, chi per fare il bagno al largo, ma sempre per personale soddisfazione; quindi le condizioni di quella barca potrebbero essere le più varie…
Per esempio colui che trova soddisfazione nell’ andare a pescare ha bisogno di un buon motore, di un ottimo ecoscandaglio, di pochissime carte nautiche, di nessuna pulizia nelle cuccette e tantomeno in sentina e di un buon frigo. Stop.
Frega nulla se il  WC non funziona, se le cuscinerie hanno la muffa, se le manovre correnti sono a pezzi.
Così chi fa le regate avrà sì una barca piena di vele e con le manovre in efficienza, ma potrebbe anche avere lo scarico del lavello intasato e probabilmente non avere nemmeno il WC perché “è tutto peso in più da portare a spasso”. 
A colui che invece usa la barca per fare il bagno al largo interessa solo che il motore parta, quindi tutto il resto può esserci ma è come se non esistesse.
Queste categorie di armatori mantengono quindi la propria barca con una visione molto limitata delle potenzialità che essa potrebbe esprimere.
La barca, se iscritta, sarà assai probabilmente intestata a chi ve la vende, che però farà un sacco di storie per venderla in quanto dovrà “privarsi di una parte di se’”.
Sarà una dura lotta (così vi dirà lui) tra il dover venderla e il non volere venderla, ma ciò si dimostrerà invece un bluff clamoroso.


IL PIED À TERRE (l’ alcova)
Qui ci troviamo di fronte a un altro pianeta: questa barca è un misto di immagine e comfort.
Può anche essere adatta alla navigazione, ma raramente; anzi proprio non è detto che lo sia. I suoi punti forti sono: l’ impianto stereo, quello di riscaldamento e il bar. Talvolta anche qualche murata foderata di specchi. 
La carena è perennemente sporca e può avere anche l’ osmosi.  La strumentazione elettronica spesso non funziona.
La parte meccanica (motore, fascette, tubi) è sempre sull’ orlo del collasso. In compenso la dispensa si chiama bar ed è sempre ben fornita di patatine fritte, arachidi, tortillas, Campari, Prosecco, Aperol, Whisky, Cognac, Bellini già pronto e Sambuca.
La barca è riconoscibilissima perché puzza: è un odore particolare, non piacevole, dato dalla combinazione di: gasolio, olio misto a liquido refrigerante e acqua salata in sentina, acqua dolce marcita nel WC, residui di cibo inoltratisi sotto la pattumiera e lì dimenticati, saponetta al Lime dei Caraibi usata una volta e poi lasciata seccare in toilette.
Questa puzza ha intriso ornai tutto in barca e solo con una opera titanica di pazienza può essere eliminata, ma con un tempo di almeno un anno. 
Il pagliolato (o la moquette) è cosparso di capelli lunghi.
In un angolo è presente un disperato “Arbre Magique” che da anni non ha più voce in capitolo.
L’ attuale armatore vi dirà senz’ altro che la vende perché ne ha già vista una più grande che fa al caso suo…
Le dotazioni di sicurezza sono senz’ altro scadute e carenti e la barca, se iscritta, può essere intestata alla moglie dell’ armatore, cioè alla vera e propria armatrice che in genere sarà ben contenta di venderla a meno che non voglia fare un dispetto al marito: in questo caso farete bene a prestare attenzione prima di firmare una qualsiasi promessa reciproca di compravendita (preliminare): esigete di poter contattare personalmente il (o la) proprietario (a).


LA BARCA PER GLI AFFARI (la business-boat)
E’ simile al pied à terre e talvolta ne fa le veci. La differenza sostanziale è che non puzza o, al limite, puzza solo di gasolio. 
La caratteristica principale è che il motore è come se non ci fosse (in taluni rari casi proprio non c’è), pertanto tutto quello che vi “satellita” intorno come strumentazione motore, strumentazione navigazione, luci di navigazione, invertitore (o invertitori), elica (o eliche), zinchi, tubi, serbatoi, raccordi, fascette, verricello sono da buttare o da revisionare.
Vi troverete anche qui un ottimo bar, una illuminazione di effetto di prim’ ordine, moquette che non lascia respirare le sentine un po’ dappertutto e più WC possibili, tenuti puliti occasionalmente da una addetta alle pulizie chiamata con Vaucer alla bisogna.
E’ una barca dotata di un buon ormeggio…anzi le cime di ormeggio costituiranno un esempio sia come diametro che come manutenzione.
Quasi sicuramente, se iscritta al RID, avrà il certificato di sicurezza scaduto.
Ovviamente le dotazioni di sicurezza non saranno presenti o, se lo sono, saranno scadute, ammuffite e relegate in fondo a qualche gavone.
Una volta fui chiamato da un tizio per periziare un vecchio motoscafo lungo una ventina di metri: le condizioni erano così così, ma la sala macchine era un vero e proprio disastro: mi sporcai all’ inverosimile solo per dare un’ occhiata alle varie parti meccaniche e idrauliche dei motori, mentre il mio cliente non volle nemmeno entrarvi. Alla fine gli dissi il mio parere, al che rispose: “Ah, ma dei motori non mi interessa: la farò prendere a rimorchio fino alla foce del Danubio… a noi serve solo per combinare affari!”
Quasi sicuramente essa sarà intestata non ad una persona fisica ma ad una società, pertanto non è detto che il passaggio di proprietà sia così immediato, anzi !
Può capitare che sia molto laborioso coinvolgendo anche Paesi e normative estere, magari con ragguagli o conguagli sul pagamento dell’ IVA. Prestare attenzione!


LA BARCA LABORATORIO (ovvero la contraddizione)
Questo è il caso più pietoso di tutti.
Il suo armatore non è giovane, anzi: la barca è in vendita probabilmente perché l’ armatore è morto, oppure perché non è più in grado di lavorarci sopra.
Al suo interno troverete cose incredibili, talvolta anche valide, ma nessuna delle quali sarà in quel momento funzionante: intendo dire che se anche lo fosse (ricordando che gli organi e accessori di bordo sono collegati tra loro e dipendono gli uni dagli altri) avrà “a monte” qualche altra cosa che ne bloccherà il funzionamento perché sarà oggetto di sperimentazione o manutenzione.
Per esempio il WC sarebbe in grado di funzionare, ma mancherà l’ impugnature dello stantuffo della pompa, oppure questo ci sarà ma la valvola di espulsione sarà bloccata.
La caratteristica psicologica dell’ armatore della barca-laboratorio è che non riesce a fare una lista di priorità: è incapace di definire quali siano gli organi essenziali per navigare o abitarci, pertanto fa manutenzioni o sperimentazioni a caso: per esempio tutta la strumentazione è a posto, il motore parte regolarmente, ma la timoneria ha i frenelli staccati. Quindi la barca non può navigare. Ma in quel momento lui si sta occupando della pulizia dei serbatoi dell’ acqua e sta provando un nuovo prodotto anti calcare.
Recentemente ho periziato una barca di un armatore che sosteneva orgogliosamente che la barca l’ adoperava lui, ma che in realtà era una barca ove lui faceva delle prove sui materiali e che pertanto tutte le spese inerenti il suo mantenimento ricadevano sulla società di cui lui era il presidente….Ma la schifezza reale, più che fiscale, era che si trattava non di una barca, ma di un vero e proprio rudere pessimamente mantenuto.
Le dotazioni di sicurezza non ci sono perché sono state tutte sbarcate (i gavoni devono essere vuoti per potere manutentare e sperimentare); in compenso i documenti sono in ordine (magari non sono a bordo ma l’ armatore li tiene a casa) perché la barca deve poter navigare per vedere se questo e quello funzionano!

Concludendo, io non posso sapere quale tipo di barca troverà sulla sua strada il lettore alla ricerca di una barca usata.
Probabilmente si troverà ad aver a che fare con una barca appartenente a una sola categoria o a un misto delle categorie che ho elencato.
Credo tuttavia che l’ averne individuato la categoria di appartenenza possa essere di qualche aiuto sia nella trattativa che nl tenere conto degli imprevisti e quindi dei lavori da effettuarsi.
Quel che è certo è che la barca usata migliore è quella che naviga molto; purtroppo se è in vendita in genere è di quelle che non navigano da un pezzo.

Infatti Siddharta, la mia barca, non è ancora in vendita...

DUE DITA, ANCHE NESSUNA

Al mese prossimo, in cui col Natale vi scriverò qualcosa che mi è capitato e che vi sarà (spero) molto utile per navigare in sicurezza.

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