ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
NOVEMBRE 2021

"FARE CARENA"

Che mondo!

"Fare carena" l' ho voluto scrivere tra virgolette non perchè sia il titolo di quel che ho scritto questo mese, ma per il fatto che nessuno di noi quando pulisce, leviga e rivernicia lo scafo della prorpia barca "fa" la carena, cioè la costruisce. E' un modo di dire, ovviamente, come tanti altri modi di dire con i quali veniamo bombardati tutti i giorni e che, a volte, vengono usati come dei veri e propri proclami.

Sto assistendo impotente a commenti sempre più farneticanti, sia da parte di persone normali che da parte delle istituzioni.
Ora si è arrivati ad attribuire la responsabilità del fatto che i malati di cancro non possono più essere curati a coloro che rifiutano di farsi inoculare i sieri sperimentali contro i virus influenzali; costoro infatti, contribuendo a spargere contagi, manterrebbero sature le terapie intensive e pertanto distoglierebbero risorse e attrezzature sanitarie per la cura degli altri pazienti cronici.
Aberrante!
Da che mondo è mondo le cure mediche cercano di salvare più vite possibile, compatibilmente con le possibilità, il personale e le attrezzature disponibili, ma è impossibile che riescano a salvare tutti, altrimenti non morirebbe più nessuno.
Talvolta infatti nei reparti ospedalieri ci si trova a fare delle scelte su chi salvare; è una faccenda spiacevole, complicata, etica, ma è successa tante volte e succederà ancora tante volte. Fa parte del gioco della vita e della morte, cioè di quante risorse uno stato vuole destinare alla salute, alla ricerca, alle persone....Tenendo sempre presente che prima o poi si deve comunque morire.
Ma ritenere responsabili di questo coloro che accettano i vaccini sperimentati (per esempio che si vaccinano per il tetano o la poliomielite) ma rifiutano i sieri sperimentali (per esempio anti Covid19) proprio è aberrante.
Sempre più spesso la realtà supera la fantasia costruita dall’ industria cinematografica: quante volte abbiamo assistito (e talvolta deriso) i films di James Bond o di Bud Spencer - Terence Hill, in cui i protagonisti difendevano l’ umanità dal potere di un riccone assetato di dominio assoluto e di violenza?
Beh, fantasia per fantasia si potrebbe ipotizzare (ma solo ipotizzare, per carità) che oggi un gruppetto di nababbi ricchissimi, invece che dedicarsi alle flotte di navi o ai barili di petrolio, comprassero azioni di qualche industria farmaceutica e progettasse di far aumentare le azioni farmaceutiche del 300% in due mesi.
Sul come sia possibile lascio al lettore un altro po’ di fantasia….
Ovviamente, nel film, ai cattivoni di turno frega nulla se ci scappa qualche migliaia di morti; loro mica hanno comprato azioni di industrie belliche…loro non vendono armi… hanno comprato azioni di case farmaceutiche…vendono salute: sono dei benefattori del mondo!
La fine, naturalmente, è la comparsa anche in questo film di James Bond o di Bud Spencer e Terence Hill che, grazie a inseguimenti e scazzottate, sconfiggono i cattivoni di turno.
Ma é solo un esercizio di fantasia....anche perchè quei nababbi ricchissimi dopo aver guadagnato con le azioni farmaceutiche possono pure aumentare i prezzi dei carburanti e dei combustibili, no?
Per ora nessuno mi ha mai scazzottato, ma non si sa mai; la violenza fa parte della natura umana.
Anche l’ ipocrisia: scusate ma mi viene in mente quanto ci indigniamo contro i Talebani Afgani che ricoprono le loro donne fino ai piedi negando loro numerosi diritti, e poi qui nel Veneto “Civile e Cristiano” assassiniamo come media una donna al mese….più o meno.

Tornando alla fantasia, è proprio ciò che ho applicato la scorsa primavera nel confronto tra le varie vernici anti-fouling.
Ricordo di averne anche scritto qualcosa nel marzo 2017, tirando in ballo addirittura le tartarughe.
Tuttavia io non ho la possibilità di comperare tutte le vernici sul mercato e di testarle sulla mia (o su altra) barca, come hanno potuto fare diverse riviste del settore.
La qual cosa peraltro sarebbe lavoro sprecato perché una vernice può funzionare bene in una darsena e molto meno bene in un’altra, anzi sullo stesso luogo (darsena o fiume) può addirittura funzionare bene un anno e, inspiegabilmente, funzionare molto peggio l’ anno dopo.
Sia le condizioni climatiche che l’ ennesima persecuzione delle attività umane sugli equilibri naturali fanno sì che le condizioni chimiche e fisiche delle acque non siano mai sempre le stesse, anche negli stessi luoghi.
Quel che ho pensato di fare allora è semplicemente questo: avendo comperato dell’ anti-fouling nuova ed avendone avanzata di vecchia di due tipi diversi, ho pensato di trattare l’ opera viva della mia barca in stile “andrà tutto bene”.. 

BREVISSIMA DIGRESSIONE: Non voglio essere irriverente con le paure che il contagio ha seminato da due inverni, ma ricordo insieme a voi le ingenue striscie di lenzuola con disegnato l' arcobaleno e la scritta: "andrà tutto bene".

Insomma non ho dipinto l' opera viva con un solo colore, bensì usufruendo di tutte e tre le vernici che avevo….non mescolandole tra loro, si intende.
Nel fare questo ho adottato un criterio “ragionato”.
Poiché, come è noto, gli organismi vegetali e animali attecchiscono in primo luogo lungo il galleggiamento dove c’è più luce e la temperatura dell’ acqua è più alta e poi lungo i bordi di entrata dei profili immersi (estrema prua, deriva e timone) laddove esiste più abrasione durante la navigazione, ho agito nel modo seguente.

Ho cominciato dall’ avanzo che avevo di anti-fouling a matrice dura per piedi poppieri; l’ ho messa ovviamente sull’ elica e sull’ asse di trasmissione (dopo aver ricoperto tutto col primer), ma anche sui bordi di entrata di deriva e timone e lungo il lato inferiore della deriva, soggetto talvolta a “strofinare” sul fango del fondo quando la marea è particolarmente bassa.
Poi ho applicato l’ anti-fouling blu che avevo avanzato dall’ anno scorso sulle appendici, vale ma dire sulla deriva e sulla pala del timone, facendo attenzione a raddoppiare la mano sui relativi bordi di entrata.
Quindi ho applicato l’ anti-fouling rossa più recente (che ho acquistato l’ inverno appena passato) su tutto lo scafo escluso le appendici, facendo anche qui attenzione a raddoppiare la mano lungo la fascia del galleggiamento.
Il risultato è una opera viva policroma, appunto, stile “andrà tutto bene”, come tanti lenzuoli arcobalenati ci hanno insegnato lo scorso anno per infondere ai passanti un po' di coraggio.

ALTRA MINIDIGRESSIONE: Sul coraggio e sulla paura avrei molto, ma molto da dire; ma non ora perchè più sopra sono già andato abbondantemente fuori tema.

Quel che conta è però il risultato non estetico ma sostanziale, per valutare il quale dovrò aspettare fino al prossimo alaggio della mia barca, quando potrò vedere l' effetto di tale scelta di tinteggiatura policroma sullo scafo.
Tuttavia posso già valutare che dopo 6 mesi la fascia del bagnasciuga al galleggiamento della mia barca è ancora priva di alghette e le velocità dello scafo sono ancore molto buone rispetto agli standard - che ormai conosco bene - dello scafo appena verniciato.
Quindi direi già che la cura della anti-fouling differenziate ha avuto successo.

Del resto, come ogni anno, noi “armatori” riteniamo di fare e di aver fatto tutto il possibile per mantenere in efficienza la nostra barca, pronta ad una nuova stagione di emozioni.
Puntualmente ciò viene smentito dai fatti, perché sempre durante una crociera estiva od anche durante una semplice veleggiata giornaliera capita che qualcosa vada in avaria, semplice o complessa che sia.
Questi “fattacci” se non provocano forti disagi, o peggio veri e propri incidenti, spesso sono anche fonte di situazioni umoristiche che lasciano il loro benevolo segno nella memoria per anni.
Quel periodo della mia vita crocieristica che ha avuto come equipaggio, oltre che la famiglia, i noti “amici frocieristi” è stato una continua vetrina di episodi più o meno divertenti che hanno lasciato un ricordo indelebile, come un bel tramonto o una burrasca superata.
Ve ne cito uno.
Immaginate per esempio di essere arrivati con gli amici a destinazione verso le tre del mattino, e quindi di essere andati tutti a nanna una volta ormeggiata la barca al gavitello.
Immaginate che la sveglia sia avvenuta comunque nelle prime ore del mattino e che una parte di amici radunati in dinette stia facendo colazione.
Immaginate quindi che dalla cabina di poppa dove hanno dormito altri due amici ne esca uno vestito di un asciugamano e con lo stantuffo della pompa del wc in mano.
Immaginate che dica: “El me zè restà in man” (mi è rimasto in mano)…”ma gò fato de grosso!” (però ho anche defecato!).
E immaginate che al suo seguito esca dalla cabina l’ altro amico, indossando una camicia gessata e con in mano una bottiglia di acqua di colonia dicendo: “Ho pensato di cambiare un po’ aria!”.
E ora immaginate l’ umore dell’ armatore nel sapere che quella prima mattina di crociera inizierà con lo smontaggio del wc ingombro…

Ecco, sono decisamente situazioni in cui vale più che mai il vecchio detto: "prevenire è meglio che curare"...E in questo caso particolare di "avaria", come si suol dire in gergo nautico, la prevenzione dovrebbe arrivare allo smontaggio periodico della pompa del wc, controllando lo stato della vite che manteine solidale il pistoncino all' asta: essendo una piccola vite che lavora costantemente al bagnato in soluzione salina, è facile che dopo un po' di anni "non ce la faccia più" e ceda di schianto.

Un po' come quando finisce la bombola sul più bello della cottura della pasta...cioè quando meno te l' aspetti.
Solo che in questa situazioine il disagio provocato è, secondo me, ben più considerevole.
 

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