Che mondo!
"Fare carena" l' ho voluto scrivere tra virgolette non perchè sia il titolo di quel che ho scritto questo mese, ma per il fatto che nessuno di noi quando pulisce, leviga e rivernicia lo scafo della prorpia barca "fa" la carena, cioè la costruisce. E' un modo di dire, ovviamente, come tanti altri modi di dire con i quali veniamo bombardati tutti i giorni e che, a volte, vengono usati come dei veri e propri proclami.
Sto assistendo impotente a commenti sempre
più farneticanti, sia da parte di persone normali che da parte delle
istituzioni.
Ora si è arrivati ad attribuire la
responsabilità del fatto che i malati di cancro non possono più essere curati a
coloro che rifiutano di farsi inoculare i sieri sperimentali contro i virus
influenzali; costoro infatti, contribuendo a spargere contagi, manterrebbero
sature le terapie intensive e pertanto distoglierebbero risorse e attrezzature
sanitarie per la cura degli altri pazienti cronici.
Aberrante!
Da che mondo è mondo le cure mediche
cercano di salvare più vite possibile, compatibilmente con le possibilità, il
personale e le attrezzature disponibili, ma è impossibile che riescano a
salvare tutti, altrimenti non morirebbe più nessuno.
Talvolta infatti nei reparti ospedalieri
ci si trova a fare delle scelte su chi salvare; è una faccenda spiacevole,
complicata, etica, ma è successa tante volte e succederà ancora tante volte. Fa
parte del gioco della vita e della morte, cioè di quante risorse uno stato
vuole destinare alla salute, alla ricerca, alle persone....Tenendo sempre presente che prima o poi si
deve comunque morire.
Ma ritenere responsabili di questo coloro
che accettano i vaccini sperimentati (per esempio che si vaccinano per il
tetano o la poliomielite) ma rifiutano i sieri sperimentali (per esempio anti
Covid19) proprio è aberrante.
Sempre più spesso la realtà supera
la fantasia costruita dall’ industria cinematografica: quante volte abbiamo
assistito (e talvolta deriso) i films di James Bond o di Bud Spencer - Terence
Hill, in cui i protagonisti difendevano l’ umanità dal potere di un riccone
assetato di dominio assoluto e di violenza?
Beh, fantasia per fantasia si potrebbe
ipotizzare (ma solo ipotizzare, per carità) che oggi un gruppetto di nababbi
ricchissimi, invece che dedicarsi alle flotte di navi o ai barili di petrolio,
comprassero azioni di qualche industria farmaceutica e progettasse di far
aumentare le azioni farmaceutiche del 300% in due mesi.
Sul come sia possibile lascio al lettore
un altro po’ di fantasia….
Ovviamente, nel film, ai cattivoni di
turno frega nulla se ci scappa qualche migliaia di morti; loro mica hanno
comprato azioni di industrie belliche…loro non vendono armi… hanno comprato
azioni di case farmaceutiche…vendono salute: sono dei benefattori del mondo!
La fine, naturalmente, è la comparsa anche
in questo film di James Bond o di Bud Spencer e Terence Hill che, grazie a inseguimenti
e scazzottate, sconfiggono i cattivoni di turno.
Ma é solo un esercizio di fantasia....anche perchè quei nababbi ricchissimi dopo
aver guadagnato con le azioni farmaceutiche possono pure aumentare i
prezzi dei carburanti e dei combustibili, no?
Per ora nessuno mi ha mai scazzottato, ma
non si sa mai; la violenza fa parte della natura umana.
Anche l’ ipocrisia: scusate ma mi viene in
mente quanto ci indigniamo contro i Talebani Afgani che ricoprono le loro donne
fino ai piedi negando loro numerosi diritti, e poi qui nel Veneto “Civile e
Cristiano” assassiniamo come media una donna al mese….più o meno.
Tornando alla fantasia, è proprio ciò che
ho applicato la scorsa primavera nel confronto tra le varie vernici
anti-fouling.
Ricordo di averne anche scritto qualcosa
nel marzo 2017, tirando in ballo addirittura le tartarughe.
Tuttavia io non ho la possibilità di
comperare tutte le vernici sul mercato e di testarle sulla mia (o su altra)
barca, come hanno potuto fare diverse riviste del settore.
La qual cosa peraltro sarebbe lavoro
sprecato perché una vernice può funzionare bene in una darsena e molto meno
bene in un’altra, anzi sullo stesso luogo (darsena o fiume) può addirittura funzionare
bene un anno e, inspiegabilmente, funzionare molto peggio l’ anno dopo.
Sia le condizioni climatiche che l’
ennesima persecuzione delle attività umane sugli equilibri naturali fanno sì
che le condizioni chimiche e fisiche delle acque non siano mai sempre le
stesse, anche negli stessi luoghi.
Quel che ho pensato di fare allora è
semplicemente questo: avendo comperato dell’ anti-fouling nuova ed avendone
avanzata di vecchia di due tipi diversi, ho pensato di trattare l’ opera viva
della mia barca in stile “andrà tutto bene”..
BREVISSIMA DIGRESSIONE: Non voglio essere irriverente con le paure che il contagio ha seminato da due inverni, ma ricordo insieme a voi le ingenue striscie di lenzuola con disegnato l' arcobaleno e la scritta: "andrà tutto bene".
Insomma non ho dipinto l' opera viva con un
solo colore, bensì usufruendo di tutte e tre le vernici che avevo….non
mescolandole tra loro, si intende.
Nel fare questo ho adottato un criterio
“ragionato”.
Poiché, come è noto, gli organismi
vegetali e animali attecchiscono in primo luogo lungo il galleggiamento dove
c’è più luce e la temperatura dell’ acqua è più alta e poi lungo i bordi di
entrata dei profili immersi (estrema prua, deriva e timone) laddove esiste più
abrasione durante la navigazione, ho agito nel modo seguente.
Ho cominciato dall’ avanzo che avevo di
anti-fouling a matrice dura per piedi poppieri; l’ ho messa ovviamente sull’
elica e sull’ asse di trasmissione (dopo aver ricoperto tutto col primer), ma
anche sui bordi di entrata di deriva e timone e lungo il lato inferiore della
deriva, soggetto talvolta a “strofinare” sul fango del fondo quando la marea è
particolarmente bassa.
Poi ho applicato l’ anti-fouling blu che
avevo avanzato dall’ anno scorso sulle appendici, vale ma dire sulla deriva e
sulla pala del timone, facendo attenzione a raddoppiare la mano sui relativi
bordi di entrata.
Quindi ho applicato l’ anti-fouling rossa
più recente (che ho acquistato l’ inverno appena passato) su tutto lo scafo
escluso le appendici, facendo anche qui attenzione a raddoppiare la mano lungo
la fascia del galleggiamento.
Il risultato è una opera viva policroma,
appunto, stile “andrà tutto bene”, come tanti
lenzuoli arcobalenati ci hanno insegnato lo scorso anno per infondere
ai passanti un po' di coraggio.
ALTRA MINIDIGRESSIONE: Sul coraggio e sulla paura avrei molto, ma molto da dire; ma non ora perchè più sopra sono già andato abbondantemente fuori tema.
Quel che conta è però il risultato non
estetico ma sostanziale, per valutare il quale dovrò aspettare fino al prossimo
alaggio della mia barca, quando potrò vedere l' effetto di tale scelta di tinteggiatura policroma sullo scafo.
Tuttavia posso già valutare che dopo 6
mesi la fascia del bagnasciuga al galleggiamento della mia barca è ancora priva
di alghette e le velocità dello scafo sono ancore molto buone rispetto agli
standard - che ormai conosco bene - dello scafo appena verniciato.
Quindi direi già che la cura della
anti-fouling differenziate ha avuto successo.
Del resto, come ogni anno, noi “armatori”
riteniamo di fare e di aver fatto tutto il possibile per mantenere in
efficienza la nostra barca, pronta ad una nuova stagione di emozioni.
Puntualmente ciò viene smentito dai fatti,
perché sempre durante una crociera estiva od anche durante una semplice veleggiata
giornaliera capita che qualcosa vada in avaria, semplice o complessa che sia.
Questi “fattacci” se non provocano forti
disagi, o peggio veri e propri incidenti, spesso sono anche fonte di
situazioni umoristiche che lasciano il loro benevolo segno nella memoria per
anni.
Quel periodo della mia vita crocieristica
che ha avuto come equipaggio, oltre che la famiglia, i noti “amici frocieristi”
è stato una continua vetrina di episodi più o meno divertenti che hanno
lasciato un ricordo indelebile, come un bel tramonto o una burrasca superata.
Ve ne cito uno.
Immaginate per esempio di essere arrivati
con gli amici a destinazione verso le tre del mattino, e quindi di essere
andati tutti a nanna una volta ormeggiata la barca al gavitello.
Immaginate che la sveglia sia avvenuta
comunque nelle prime ore del mattino e che una parte di amici radunati in
dinette stia facendo colazione.
Immaginate quindi che dalla cabina di
poppa dove hanno dormito altri due amici ne esca uno vestito di un asciugamano
e con lo stantuffo della pompa del wc in mano.
Immaginate che dica: “El me zè restà in
man” (mi è rimasto in mano)…”ma gò fato de grosso!” (però ho anche defecato!).
E immaginate che al suo seguito esca dalla
cabina l’ altro amico, indossando una camicia gessata e con in mano una bottiglia
di acqua di colonia dicendo: “Ho pensato di cambiare un po’ aria!”.
E ora immaginate l’ umore dell’ armatore
nel sapere che quella prima mattina di crociera inizierà con lo smontaggio del wc
ingombro…
Ecco, sono decisamente situazioni in cui vale più che mai il vecchio detto: "prevenire è meglio che curare"...E in questo caso particolare di "avaria", come si suol dire in gergo nautico, la prevenzione dovrebbe arrivare allo smontaggio periodico della pompa del wc, controllando lo stato della vite che manteine solidale il pistoncino all' asta: essendo una piccola vite che lavora costantemente al bagnato in soluzione salina, è facile che dopo un po' di anni "non ce la faccia più" e ceda di schianto.
Un po' come quando finisce la bombola sul più bello della cottura della pasta...cioè quando meno te l' aspetti.
Solo che in questa situazioine il disagio provocato è, secondo me, ben più considerevole.