ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI

 OTTOBRE 2007


Starsene ormeggiati vicini vicini assomiglia molto alla situazione dell' abitare in condominio...
...ma questo non è forse negarci proprio quella libertà che cerchiamo in crociera ?

Fare un buon ancoraggio è uno degli argomenti fondamentali per chi va per mare, ma è un’ arte  così difficile (soprattutto per le imbarcazioni da diporto nelle quali l’ ancora spesso pesa solo una decina di chili), che molti preferiscono attaccarsi ai moli dei “marina” rinunciando alla notte in baia.
Vero è che le notti nei “marina” offrono prese a 220 V e acqua a portata di manichetta, ma spesso regalano anche vicini di barca rumorosi, drizze che sbattono, discoteche che fracassano,  immancabili show improvvisati di diportisti-chitarristi-dilettanti (quelli dotati anche di armonica a bocca modello  Edoardo Bennato sono  tremendi !), coppie di tedeschi gonfie di Prosecco che si raccontano sommessamente barzellette segrete che improvvisamente sfociano in risate esplosive ecc...
Un’ alternativa altrettanto sicura per godersi la notte in baia è quindi quella di legarsi a un gavitello.
Forse non tutti sanno che, una volta "acchiappatone" uno è molto saggio ispezionarne la cima subacquea; a
nzi è altrettanto saggio dare un’ occhiata con la maschera anche al suo corpo morto (il blocco di cemento che c'è sotto, insomma) per vedere che non sia “ribaltato” e che non abbia in parte segato la cima.

DIGRESSIONE: Sul "come prendere il gavitello" ci sarebbe da dire parecchio, ma come al solito rischierei di andare "fuori tema" (come mi scrisse la professoressa Cutrufo nel lontano 1972) , e quindi può essere che ne riparli in un' altra occasione più o meno futura.                                                                                              

Talvolta il problema rappresentato dalla cima parzialmente segata dal calcestruzzo non c'è e non perché il corpo morto sia dritto, ma perché il terminale tra il blocco e la cima è di catena metallica e pertanto resistente allo sfregamento dello spigolo di calcestruzzo; comunque secondo me vale sempre la pena di fare un' ispezione.
I gavitelli sono anche piuttosto “ecologici”, in quanto salvaguardano il fondale dagli “assalti” delle ancore che arano e delle catene che falciano, ma hanno il difetto che quando si arriva in baia spesso sono tutti occupati.
Allora l’ alternativa rimane ancora una volta dare fondo all’ ancora.

Adesso vi racconto quello che mi è successo in svariate occasioni in cui ho dato fondo: forse sarà un po’ lungo perchè vorrei sviscerare il più possibile questo argomento (e quindi ne parleremo per alcuni mesi), ma spero proprio che ne varrà la pena.

 
Questa è senza dubbio la situazione ideale: essere soli al gavitello (qui in una baia delle Kornati). 
Per riuscirci, naturalmente, non bisogna navigare in luglio e agosto.

 

QUESTO MESE COMINCIAMO CON :

 LA NOTTE ALL’ ANCORA 
QUANDO LE CONDIZIONI DEL TEMPO SONO BUONE
 

 

Cosa significhi parlare di "buone condizioni del tempo", mi pare abbastanza ovvio: intendo dire che è presente un’ area anticiclonica stabile e livellata e che i venti sono a regime di brezza.

Praticamente è ciò che succede da anni con la politica italiana per la quale giornali e tv strombazzano continuamente chissà che sconvolgimenti, mentre la realtà è che non cambia mai nulla.

Passare la notte in questa situazione meteo sembrerebbe molto semplice, invece non è proprio così. Iniziamo, se così si può dire, col ricordarci tutti per bene ciò che  insegnano i corsi di patente nautica.

Dicono i "sacri testi": consultato il bollettino meteo e scelta la baia ridossata dove dar fondo, si perlustra la baia esaminando le caratteristiche del fondale (misura e consistenza), si sceglie l’ ancora (nel caso se ne disponga più di una), si predispongono grippia e grippiale adeguato al tirante d’ acqua, si sceglie un luogo con sufficiente raggio libero da altre imbarcazioni, ci si avvicina da sottovento alla poppa dell’ altra imbarcazione (se presente), ci si ferma, si fila tanta catena quanto è il fondale, si inizia a indietreggiare filando man mano catena, ci si ferma quando si è dato un calumo circa 3 volte il fondale, si fa una energica macchina indietro controllando i rilevamenti a terra per vedere se l’ ancora ha preso, si fila ancora calumo (pari a circa un’ altro tirante d’ acqua).

Ora io vi posso giurare che ciò che sempre più spesso vedo fare è: 
si dà fondo in fianco ad altre barche o tra due barche (o addirittura a proravia di un’ altra barca) "tuffando" l’ ancora e filando la catena alla massima velocità possibile (talvolta mentre lo scafo sta ancora andando avanti), e non si esegue alcuna prova di tenuta. 
Sul fatto poi di prendere dei rilevamenti, pare proprio che non sia più roba di moda..."tanto c'è l' allarme del GPS" no ?

Bene. Se il meteo è buono (leggi che la sera ci sono al massimo 8 nodi di vento, la notte c’è quiete e la mattina che ne sono al massimo altri 8) la catena non si tende nemmeno tutta, sicchè ha poca importanza che l’ ancora abbia preso o meno sia per chi ha dato fondo che per gli altri che stanno intorno; ma c’è comunque un altro problema: quasi sempre la brezza della sera non corrisponde per direzione alla brezza della mattina; per esempio in Croazia la sera spira da NW, la mattina da NE o da E (a seconda dell' orografia locale) con un salto di direzione di più di di 90°.

Dalle nostre parti (Alto Adriatico) la sera spira da SW, la notte da N e la mattina da NE con un salto di direzione di almeno di 180° !

Ciò significa che se si è dato fondo a fianco di un’ altra barca (invece che a poppavia), la mattina l’ ultimo arrivato può trovarsi ad avere l’ ancora esattamente sotto la barca del primo arrivato oppure è il primo arrivato che si trova ad avere l’ ancora sotto la barca dell’ ultimo, dipende dalla posizione mutua delle due barche; in entrambi i casi uno per andarsene deve aspettare che anche l’ altro se ne sia andato.

Ho assistito a molti battibecchi pronunciati in svariate lingue (italiano, tedesco, croato, inglese, francese e anche spagnolo) tra equipaggi, su chi aveva o meno il diritto di svegliare (o di essere svegliato) dall’ altro: la babele di lingue e di parolacce era in tutti i casi veramente notevole e, naturalmente, tutti tendevano  a confondere il singolo individuo navigante con tutta la popolazione della sua nazione di appartenenza...
Mai come quando si è arrabbiati infatti si tende stupidamente a generalizzare e a ritenere che tutti gli italiani siano "mafiosi", tutti i francesi siano "montati" ecc...
La giustificazione per arrabbiarsi era ovviamente rappresentata dal fatto che c' era chi “doveva” partire alle 6 perché “doveva” fare molta strada (probabilmente per raggiungere le Isole Distantissime), ma c’ era anche chi “doveva” svegliarsi tardi perché il giorno prima era appena tornato (dalle famigerate Isole Distantissime); insomma la babele dei diritti su chi aveva molte miglia da percorrere o su chi le aveva appena percorse faceva sì che alle 6 venissero loro malgrado svegliati tutti gli equipaggi della baia (sempre in nome delle stramaledette Isole Distantissime).

Alle volte - con assoluta calma di vento - può capitare che la sera si va dormire quando trenta metri a sinistra c’è una barca con a bordo una ragazza carina, alla quale la mattina successiva si potrebbe offrire un caffè semplicemente tendendo il braccio sulla dritta (stranamente ho notato che la cosa non fa mai piacere al suo compagno di navigazione).

Naturalmente non è detto che il contatto tra barche sia sempre cosa gradevole e gradita (in particolare se avviene con le stesse modalità degli autoscontri al luna-park) e inoltre non è detto che a bordo dell' altra barca ci sia sempre una ragazza carina; talvolta può capitare di fare conoscenza con un settantenne ingegnere tedesco pieno di artrosi (e quindi incazzatissimo) e che soprattutto non ama il caffè.

Sempre durante le "notti tranquille" ho notato abbastanza di frequente dei "gruppetti" di due o tre motoscafi appaiati, dei quali però uno solo aveva dato fondo; in questa pratica i Veneziani e gli Austriaci sono maestri.
I primi forse pensano che le baie in Croazia siano come il bacino di San Marco durante la notte del Redentore, i secondi che le sponde del Quarnaro siano equiparabili a quelle dei tanti laghetti che popolano la Carinzia (Ossiakersee, Faakersee, Milstattersee, ecc).
Non arrabbiatevi amici Veneziani e Austriaci: tra voi ci sarà senz' altro chi sa navigare per benino, ma ricordate che io riferisco unicamente ciò di cui sono stato testimone (e le bandiere a poppa che ho visto e i dialetti che ho ascoltato parlavano molto chiaro).
E’ superfluo sottolineare che ancorare in simili condizioni porta inevitabilmente ad arare, anche con poco vento.
Del resto la sezione frontale (cioè quella investita dal vento) di un paio di motoscafi da diporto lunghi 10 metri è di circa 25 mq; quella di una nave di medio tonnellaggio è circa il doppio.
Orbene, poichè l’ ancora e la catena di un motoscafo come sopra peserà in tutto 30 Kg, è come se in proporzione il comandante della nave di cui sopra avesse dato fondo affidando tutta la nave a soli 60 Kg di acciaio !
Se foste la società armatrice di quella nave la affidereste a un simile comandante ? 

C’ è un’ altra mala-abitudine che ho notato praticare durante le notti di bel tempo: è quel che succede in genere al diportista ritardatario che arriva in baia già al calar del buio, quando i gavitelli sono ormai esauriti (intendo dire che sono tutti occupati).
Poiché non gli resta altra soluzione che dar fondo all’ ancora andandosene in un posticino verso l’ esterno della baia con sufficiente acqua libera intorno, il nostro fine-pensatore-diportista invece pensa bene di affondare il suo ferro e la sua catena tra i gavitelli.
Ora, la distanza tra i gavitelli è fissata in modo tale che due barche non possano toccarsi; in effetti il diametro della “ruota” che può fare una barca intorno al gavitello è poco superiore a due volte la lunghezza della barca stessa.
Ma se in mezzo ci mettete un’ altra barca all’ ancora, il diametro della “ruota” di quest’ ultima è pari a due volte la sua lunghezza più quasi due volte la lunghezza del suo calumo.
E’ facile immaginare ciò che succede in questi casi, con conseguenti “abbordaggi” notturni.

Qualcuno di voi, attenti e solerti lettori, mi dirà che ciò che sto scrivendo sembra assolutamente cretino.

Si creda o no, si tratta di cose che ho visto realmente succedere e che vedo ripetersi ogni anno.
Perciò vien da concludere che la cretinaggine abiti spesso e volentieri in molti di noi: lo sappaimo tutti che guidare l' auto sotto l'effetto di alcool o droghe è come dare una pistola senza sicura in mano ad un pazzo, eppure succede. Eccome se succede !
Verrebbe da pensare che sia inutile allora fare le norme o inventare le regole, tanto ci sarà sempre qualche imbecille che non le rispetta: vero !
Aggiungo anche che è inutile scrivere e studiare i libri di storia (che insegnano con abbondanza di prove che qualsiasi forma di guerra è stupida), perchè tanto esisterà sempre qualche imbecille di politico che la guerra (o per i soldi, o per la religione o per un misto delle due) la dichiarerà comunque.
 

Non mi piace finire l' articolo di questo mese con tanto scetticismo: io non ce l' ho con la religione, e nemmeno con i soldi...dopotutto servono e aiutano entrambi, e anche molto. Sono i politici che....

C'è della gente che in nome della guerra incendierebbe tutto lì fuori pur di  "stanare" i nemici.  
Ce n'è dell' altra che lo farebbe perchè lì fuori don Ciccio Badachementi possa farci un affare immobiliare.
Capito mi hai ?

Ritengo più bello lasciarci anche questo mese con un' esperienza positiva

Ciò è tipicamente ITALIANO, perchè anche se mafia e tasse ci perseguitano da svariati lustri ci restano sempre 'o mandolino, o' sole, o' festival di San Remo e o' concorso di Miss Italia con cui consolarci.
(Intanto, mentre il resto d' Europa marcia con l' energia eolica, fotovoltaica e col biogas, IO PAGO!)

Una sera in Croazia mi capitò di vedere arrivare in baia una barca più piccola della mia con a bordo una coppia italiana; io ero ormeggiato al gavitello e non ce n' erano altri di liberi.
Invitai la barca ad avvicinarsi e a ormeggiare al mio fianco (le condizioni meteo erano molto buone), ottenendo da Dario e Anna (tutto il suo equipaggio) mille ringraziamenti e una bottiglia di non ricordo più cosa. 
Esattamente due anni dopo, in un' altra baia svariate miglia più a nord, fui io a giungere la sera con la mia barca e a trovare tutti i gavitelli occupati; rassegnato mi preparai a dar fondo tornandomene verso l' uscita della baia, quando vidi un tizio che si sbracciava da una barca che aveva trovato posto...
Era proprio Dario che ci aveva riconosciuti e per quella notte mi restituì il favore.

Da allora (sempre se le condizioni meteo lo consentono) continuo ad ospitare barche più piccole al mio fianco, perchè nella vita non si sa mai quel che ti può capitare, ma soprattutto perchè è solo dando che si riceve, sempre.

CIAO
VI ASPETTO IL PROSSIMO MESE PER RACCONTARVI ALTRE COSE
SUGLI  ANCORAGGI CON VENTO PIU' SOSTENUTO 


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