Credo di dover spezzare una lancia a favore dell’ elettronica, di cui ho già parlato abbastanza male e di cui non mi fido mai.
Se
esiste una qualche cosa che distingue l’ uomo dalla bestia e che considero quanto di
più meraviglioso la creatura umana possa creare, questa è la musica.
Non
ho dubbi in proposito: architettura, scultura, pittura, danza, letteratura,
nessuna altra forma artistica può eguagliare la musica.
Credo
che solo la musica riesca a entrare nei recessi più profondi dei
nostri sentimenti, a portare fuori quanto di più romantico,
incantevole, entusiasmante, creativo, amorevole abbiamo, a farci emozionare in modo a volte smisurato e soprattutto a riuscire
a farlo a qualsiasi età.
Così
diventa assai bello quando in barca si può gustare la musica.
Possibilità
che oggi è offerta da svariate soluzioni nelle quali l’ elettronica, con tutti
i suoi strumenti e riproduttori più vari, gioca un ruolo importante.
Quindi
ben vengano radio, CD, Iphone, riproduttori piccini e potenti, altoparlanti e amplificatori più o meno professionali.
Poiché queste pagine vorrebbero essere un sito di nautica (e per
di più utile),
probabilmente il lettore si aspetta che io ora disquisisca in merito al
confronto tra le varie marche di apparecchiature da riproduzione,
comparando
Sony con Kenwood e analizzando le distorsioni provocate dall’
amplificazione
tra le varie casse sistemate nelle cabine o nel pozzetto (o magari, con
atteggiamento nautico più responsabile, ad analizzare le
anomalie provocate sul campo magnetico di bordo dai magneti presenti
negli altoparlanti)...
...Niente
di più sbagliato!
Non ci penso nemmeno a fare confronti del genere: l' elettronica non
è il mio campo né considero un valore degno di
interesse preoccuparmi della qualità del suono quando nelle mie
orecchie di navigante giunge anche il sibilo o il ronzio del vento e lo sciabordio delle onde.
Ognuno
è infatti libero di installare a bordo della propria barca un impianto costosissimo per
godersi un concerto di Mozart o una interpretazione di Abbado, o per vibrare
insieme a Puccini sulla melodia di “Nessun dorma”, così come ognuno è libero di
non portare con sé nemmeno una radiolina (VHF a parte).
Così come ognuno è libero di godere in barca della
“musica dal vivo”: invitare a bordo della propria barca un
musicista (o più semplicemente un amico appassionato di musica)
può essere una bella proposta, a patto di saper sopportare le
melodie interpretate con un solo strumento (e sempre quello).
Navigando mi è capitato di trovarmi sottovento a una barca dove
a bordo c' era un unico trombonista (credo sio scriva così) e, pur
apprezzando tale strumento soprattutto nella musica jazz, devo dire che
dopo qualche minuto l' interesse per la musica era fortemente diminuito.
Occorre comunque anche sottolineare che la
musica dal vivo è molto coinvolgente… a volte anche troppo coinvolgente.
E’
successo anche a me, pressappoco nei termini che seguono.
In
genere tutto comincia prima della partenza per la crociera (che è un modo un
po’ snob per dire ferie in barca) quando un amico ti dice: “Sarà bellissimo,
pensa che viene anche il Giorgio con la chitarra !”, che vorrebbe essere il
preludio a quanto di meglio uno possa immaginare.
Cene
al lume di candela in barca, brezzolina tiepida di fine giornata, equipaggio
seduto in pozzetto con le ginocchia tra le mani, bicchierino contenente un
qualcosa di alcoolico sul tavolino......e naturalmente il Giorgio con il suo
strumento che delizia e affratella tutti i compagni di avventura.
La
cosa ricorda tanto la pubblicità delle bibite in cui tutti sono seduti per
terra con l’ accendino acceso in mano che fanno finta di essere un albero di
natale, ma il problema è un altro: in barca con uno dei tanti
“Giorgi chitarristi” la chitarra prende esattamente il posto di
una persona.
In
pozzetto Giorgio e la sua chitarra occupano il sedile per due, così Veronica
deve sedersi sulla rotaia delle vele di prua per tutto il concerto.
Se
Giorgio dorme in cuccetta, la sua chitarra viene stesa sulla cuccetta di un
altro (che naturalmente è costretto a farsi il turno al timone, o a cambiare
barca per dormire).
Se
Giorgio è sveglio, la sua cuccetta serve per far dormire la chitarra (sulla
quale naturalmente guai a sedersi).
Se
c’è mare, le preoccupazioni maggiori non vanno a Pietro o a Letizia che stanno
male di stomaco, ma alla chitarra di Giorgio che guai se cade a pagliolo
scivolando dalla cuccetta.
Se
Giorgio si mette a suonare in navigazione stai certo che non si può virare, non
si può strambare, non si può neppure cazzare un po’ la scotta, perché i raggi
di azione delle manovelle dei winch vanno senz’ altro ad interferire con il
raggio di azione del suonatore.
Infine
sta pur certo che prima di ogni esibizione ci vogliono dieci minuti buoni di
noiosissime pizzicature per “accordare lo strumento” perché i continui salti di
umidità e di temperatura tra notte e giorno compiono uno scempio sulla tesatura
delle corde.
Insomma, sarà perchè la barca non era grande o
perché la pazienza del resto dei presenti era ancor più
ridotta,
quella volta la crociera del Giorgio di turno e della sua maledetta
chitarra
finì dopo tre giorni in quanto fu rispedito a casa in traghetto
per decisione
unanime dell’ equipaggio.
A
volte può essere piacevole navigare con un buon sottofondo musicale, ma bisogna
essere padroni della situazione (e guai se sfugge di mano).
Se
non si è padroni della situazione (vale a dire se non si è padroni di
accendere / spegnere a piacimento la riproduzione o regolarne il volume) l’ effetto è ampiamente
visibile sulle facce di coloro che partecipano alle gite a pagamento sui
barconi per turisti; non importa che siano a Venezia, a Rovigno d’ Istria o a
Lerici.
L’
effetto è ugualmente devastante.
Questi partono
la mattina accompagnati da Sting e Bennato e con gli occhi pieni di entusiasmo.
Col
sole alto e con il folk delle Ande che fa tanto Titicaca hanno le palpebre che
inesorabilmente ma decisamente si portano a mezz’ asta.
Tornano
infine la sera sulle note del Danubio Blu di Strauss e con lo sguardo sbarrato all’
infinito in cerca di un po’ di silenzio.
E
poi guai se stai navigando sulla tua barchetta con lo spinnaker a riva mentre
passano i barconi delle gite turistiche !
Dopo
dieci minuti che ti hanno avvistato son tutti là che ti girano intorno a
quindici nodi come se giocassero a virare intorno alla tua barca che
considerano una boa, spostando una marea di onde che ti fanno sbatacchiare lo
spinnaker come una besciamella.
E mentre tu ti affretti a cercar di far
gonfiare di nuovo quella maledetta vela leggera di tanti colori, ecco che tutti si
sbracciano a salutarti col sottofondo musicale di “Funculì funicolà”....
...E si offendono pure se non rispondi con la tua manina al saluto.
Personalmente
quindi non amo molto la musica a bordo.
Quando
ho bisogno di emozioni in genere me ne vado a prua da solo.
Lì,
col profilo dello strallo e del genoa sopra di me, mi perdo nella musica dell’
onda di prua e nello sciabordio della schiuma ai masconi.
Se
chiudo gli occhi è come essere vicino ad una cascata il cui fragore gentile non
è mai monotono ma varia con il lieve beccheggio, diventando via via più intenso
o più sordo.
Più
acuto quando la prua si solleva sull’ onda.
Più
grave quando la prua si tuffa nel cavo.
Tuttavia
è sempre dolce.
Probabilmente
è ciò che sentivo nel ventre di mia madre quando camminava.
E’
un tornare alle origini della mia vita.
E’
la musica che schiude il mondo che non hai mai veduto ma di cui percepisci l’
esistenza.
E’
la musica che lascia immaginare l’ ignoto che nello stesso tempo temi e brami.
E’
la musica che riempie la vita di aspettative che non sai dove ti potranno
portare.
E’
una delle musiche della Natura.
E’
la musica della Natura.
Bello
!
ALZATE IL VOLUME: MUSICA A 8 NODI
E’
più bello di Sting e Bennato, di Concato e Chopin, di Rossini e Bach, di De
Gregori e Vivaldi.
A
me piace di più.
Anche
perché, in sottofondo, è presente l’ accompagnamento del vento che gioca a far
vibrare le curve delle orecchie e le balumine delle vele.
Con
questa atmosfera intorno a me non mi occorre più il sussidio dell’ elettronica,
né devo andare in cerca dell’ amico chitarrista.
Mi
basta solo un po’ di brezza per far scivolare la barca ed è fatta.
Il
concerto è servito e così dimentico anche i conflitti causati dalle infelicità di
cui è pieno il mondo.
Banale ? Scontato ? Ovvio ? Puerile ?
Forse sì e chiedo
scusa.
Questo
mese non ho scritto qualcosa di utile.
Dissertare
di piaceri o dispiaceri soggettivi non è nauticamente utile, ma ogni tanto
lasciatemi qualche piccolo sfogo.
Io sono
soprattutto una persona, non solo un ingegnere....e me ne vanto !
IL MESE PROSSIMO VI INVITO A SCOPRIRE L' IMPRONTA DIGITALE DELLE VOSTRA BARCA