ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
OTTOBRE 2016

Dopo aver pubblicato lo sfogo del mese scorso sulla marcatura CE e sulla Certifcazione della Qualità,
mi hanno scritto Alessandro Puntonave e un altro lettore che vuole restare anonimo.
Poichè entrambi hanno apprezzato il mio modo di vedere le cose aggiungendovi del proprio,
dedicherò prossimamente un altro articolo agli spunti di riflessione che mi hanno gentilmente fornito
...sulle cinture di salvataggio e sui sistemi antivegetativi a ultrasuoni.



 
Queste due figure fanno vedere molto bene come la zona tra Scilla e Cariddi sia uno dei posti a più alta probabilità sismica d' Italia.
Eppure quando un politicante sente che il consenso sta per calare ri- propone invariabilmente il progetto del Ponte sullo Stretto.
Pare quasi - ma pare soltanto - che tale "fame di voti" possa venire placata solo col consenso degli elettori di Sicilia e Calabria,
senza pensare per esempio a quanti posti di lavoro si creerebbero adeguando sismicamente l' edilizia scolastica in tutta la penisola.
Mah, io sono un ignorante, come tutti voi immagino: forse non è così...  Forse si tratta di un' altra musica.    
A proposito....


MUSICA A BORDO

Credo di dover spezzare una lancia a favore dell’ elettronica, di cui ho già parlato abbastanza male e di cui non mi fido mai.

Se esiste una qualche cosa che distingue l’ uomo dalla bestia e che considero quanto di più meraviglioso la creatura umana possa creare, questa è la musica.
Non ho dubbi in proposito: architettura, scultura, pittura, danza, letteratura, nessuna altra forma artistica può eguagliare la musica.
Credo che solo la musica riesca a entrare nei recessi più profondi dei nostri sentimenti, a portare fuori quanto di più romantico, incantevole, entusiasmante, creativo, amorevole abbiamo, a farci emozionare in modo a volte smisurato e soprattutto a riuscire a farlo a qualsiasi età.
Così diventa assai bello quando in barca si può gustare la musica.
Possibilità che oggi è offerta da svariate soluzioni nelle quali l’ elettronica, con tutti i suoi strumenti e riproduttori più vari, gioca un ruolo importante.
Quindi ben vengano radio, CD, Iphone, riproduttori piccini e potenti, altoparlanti e amplificatori più o meno professionali.
Poiché queste pagine vorrebbero essere un sito di nautica (e per di più utile), probabilmente il lettore si aspetta che io ora disquisisca in merito al confronto tra le varie marche di apparecchiature da riproduzione, comparando Sony con Kenwood e analizzando le distorsioni provocate dall’ amplificazione tra le varie casse sistemate nelle cabine o nel pozzetto (o magari, con atteggiamento nautico più responsabile, ad analizzare le anomalie provocate sul campo magnetico di bordo dai magneti presenti negli altoparlanti)...
...Niente di più sbagliato!
Non ci penso nemmeno a fare confronti del genere: l' elettronica non è il mio campo né considero un valore degno di interesse preoccuparmi della qualità del suono quando nelle mie orecchie di navigante giunge anche il sibilo o il ronzio del vento e lo sciabordio delle onde.
Ognuno è infatti libero di installare a bordo della propria barca un impianto costosissimo per godersi un concerto di Mozart o una interpretazione di Abbado, o per vibrare insieme a Puccini sulla melodia di “Nessun dorma”, così come ognuno è libero di non portare con sé nemmeno una radiolina (VHF a parte).
Così come ognuno è libero di godere in barca della “musica dal vivo”: invitare a bordo della propria barca un musicista (o più semplicemente un amico appassionato di musica) può essere una bella proposta, a patto di saper sopportare le melodie interpretate con un solo strumento (e sempre quello).
Navigando mi è capitato di trovarmi sottovento a una barca dove a bordo c' era un unico trombonista (credo sio scriva così) e, pur apprezzando tale strumento soprattutto nella musica jazz, devo dire che dopo qualche minuto l' interesse per la musica era fortemente diminuito.
Occorre comunque anche sottolineare che la musica dal vivo è molto coinvolgente… a volte anche troppo coinvolgente.
E’ successo anche a me, pressappoco nei termini che seguono.
In genere tutto comincia prima della partenza per la crociera (che è un modo un po’ snob per dire ferie in barca) quando un amico ti dice: “Sarà bellissimo, pensa che viene anche il Giorgio con la chitarra !”, che vorrebbe essere il preludio a quanto di meglio uno possa immaginare.
Cene al lume di candela in barca, brezzolina tiepida di fine giornata, equipaggio seduto in pozzetto con le ginocchia tra le mani, bicchierino contenente un qualcosa di alcoolico sul tavolino......e naturalmente il Giorgio con il suo strumento che delizia e affratella tutti i compagni di avventura.
La cosa ricorda tanto la pubblicità delle bibite in cui tutti sono seduti per terra con l’ accendino acceso in mano che fanno finta di essere un albero di natale, ma il problema è un altro: in barca con uno dei tanti “Giorgi chitarristi” la chitarra prende esattamente il posto di una persona.
In pozzetto Giorgio e la sua chitarra occupano il sedile per due, così Veronica deve sedersi sulla rotaia delle vele di prua per tutto il concerto.
Se Giorgio dorme in cuccetta, la sua chitarra viene stesa sulla cuccetta di un altro (che naturalmente è costretto a farsi il turno al timone, o a cambiare barca per dormire). 
Se Giorgio è sveglio, la sua cuccetta serve per far dormire la chitarra (sulla quale naturalmente guai a sedersi).
Se c’è mare, le preoccupazioni maggiori non vanno a Pietro o a Letizia che stanno male di stomaco, ma alla chitarra di Giorgio che guai se cade a pagliolo scivolando dalla cuccetta.
Se Giorgio si mette a suonare in navigazione stai certo che non si può virare, non si può strambare, non si può neppure cazzare un po’ la scotta, perché i raggi di azione delle manovelle dei winch vanno senz’ altro ad interferire con il raggio di azione del suonatore.
Infine sta pur certo che prima di ogni esibizione ci vogliono dieci minuti buoni di noiosissime pizzicature per “accordare lo strumento” perché i continui salti di umidità e di temperatura tra notte e giorno compiono uno scempio sulla tesatura delle corde.
Insomma, sarà perchè la barca non era grande o perché la pazienza del resto dei presenti era ancor più ridotta, quella volta la crociera del Giorgio di turno e della sua maledetta chitarra finì dopo tre giorni in quanto fu rispedito a casa in traghetto per decisione unanime dell’ equipaggio.
A volte può essere piacevole navigare con un buon sottofondo musicale, ma bisogna essere padroni della situazione (e guai se sfugge di mano).
Se non si è padroni della situazione (vale a dire se non si è padroni di accendere / spegnere a piacimento la riproduzione o regolarne il volume) l’ effetto è ampiamente visibile sulle facce di coloro che partecipano alle gite a pagamento sui barconi per turisti; non importa che siano a Venezia, a Rovigno d’ Istria o a Lerici.
L’ effetto è ugualmente devastante.
Questi partono la mattina accompagnati da Sting e Bennato e con gli occhi pieni di entusiasmo.
Col sole alto e con il folk delle Ande che fa tanto Titicaca hanno le palpebre che inesorabilmente ma decisamente si portano a mezz’ asta.
Tornano infine la sera sulle note del Danubio Blu di Strauss e con lo sguardo sbarrato all’ infinito in cerca di un po’ di silenzio.

E poi guai se stai navigando sulla tua barchetta con lo spinnaker a riva mentre passano i barconi delle gite turistiche ! 
Dopo dieci minuti che ti hanno avvistato son tutti là che ti girano intorno a quindici nodi come se giocassero a virare intorno alla tua barca che considerano una boa, spostando una marea di onde che ti fanno sbatacchiare lo spinnaker come una besciamella.
E mentre tu ti affretti a cercar di far gonfiare di nuovo quella maledetta vela leggera di tanti colori, ecco che tutti si sbracciano a salutarti col sottofondo musicale di “Funculì funicolà”....
...E si offendono pure se non rispondi con la tua manina al saluto.
Personalmente quindi non amo molto la musica a bordo.
Quando ho bisogno di emozioni in genere me ne vado a prua da solo.
Lì, col profilo dello strallo e del genoa sopra di me, mi perdo nella musica dell’ onda di prua e nello sciabordio della schiuma ai masconi.
Se chiudo gli occhi è come essere vicino ad una cascata il cui fragore gentile non è mai monotono ma varia con il lieve beccheggio, diventando via via più intenso o più sordo.
Più acuto quando la prua si solleva sull’ onda.
Più grave quando la prua si tuffa nel cavo.
Tuttavia è sempre dolce.
Probabilmente è ciò che sentivo nel ventre di mia madre quando camminava.
E’ un tornare alle origini della mia vita.
E’ la musica che schiude il mondo che non hai mai veduto ma di cui percepisci l’ esistenza.
E’ la musica che lascia immaginare l’ ignoto che nello stesso tempo temi e brami.
E’ la musica che riempie la vita di aspettative che non sai dove ti potranno portare.
E’ una delle musiche della Natura.
E’ la musica della Natura.
Bello !

ALZATE IL VOLUME: MUSICA A 8 NODI

E’ più bello di Sting e Bennato, di Concato e Chopin, di Rossini e Bach, di De Gregori e Vivaldi.
A me piace di più.
Anche perché, in sottofondo, è presente l’ accompagnamento del vento che gioca a far vibrare le curve delle orecchie e le balumine delle vele.
Con questa atmosfera intorno a me non mi occorre più il sussidio dell’ elettronica, né devo andare in cerca dell’ amico chitarrista.
Mi basta solo un po’ di brezza per far scivolare la barca ed è fatta.
Il concerto è servito e così dimentico anche i conflitti causati dalle infelicità di cui è pieno il mondo.
Banale ?  Scontato ?  Ovvio ?  Puerile ?

Forse sì e chiedo scusa.
Questo mese non ho scritto qualcosa di utile.
Dissertare di piaceri o dispiaceri soggettivi non è nauticamente utile, ma ogni tanto lasciatemi qualche piccolo sfogo.
Io sono soprattutto una persona, non solo un ingegnere....e me ne vanto !

 

IL MESE PROSSIMO VI INVITO A SCOPRIRE L' IMPRONTA DIGITALE DELLE VOSTRA BARCA

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