ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
OTTOBRE 2018

...ANCORA SULLA BARCA A VELA ECOLOGICA 
con una breve ma significativa conclusione turistica sulla Sicilia

 
Egadi, cimitero dell' isola di Levanzo

A proposito delle inutilità che ho scritto lo scorso mese di giugno (a proposito del fatto che la barca a vela sia ecologica o no) mi è venuta in mente una “cosa tecnologica” che avrebbe a che fare con l' argomento.
Parlare di energia è sempre più di moda, tant' è che sempre più il mondo della autotrazione sta evolvendo verso l’ energia elettrica: i motori a combustione interna, siano essi a benzina, gasolio, gpl o metano, stanno “ibridizzandosi” (che brutta parolaccia adatta alla pubblicità!)
Insomma, al di là del brutto termine usato, l’ accoppiata energetica tra combustione interna ed elettrotrazione sta piano piano portandoci verso una definitiva trazione elettrica (e basta), almeno così mi pare di intuire.
Estendendo tale visione alla barca a vela verrebbe da considerare che una imbarcazione a vela costituirebbe di per sé un ottimo veicolo da “ibridizzare”: se c’è vento infatti (ma solo se c’è) le vele fanno avanzare la barca ma nello stesso tempo potrebbero anche ricaricare le batterie di un propulsore ibrido o addirittura solo elettrico.
Questo è senza dubbio un bel discorso, ma che deve fare i conti non solo con le formule della fisica (buonanima !) ma anche con la pratica, come ormai ho abbondantemente imparato negli anni.
Così riprendendo in mano i dati che ho riportato qualche mese fa occupandomi dell’ ecologia delle barche a vela, potrei immaginare di dotare la mia barca di un sistema meccanico di ricarica delle batterie; in pratica potrebbe trattarsi di un mulinello (che potrebbe essere la stessa elica) accoppiabile non solo con l’ albero del motore diesel per la propulsione termodinamica ma, a scelta e in via alternativa, anche con una dinamo per la creazione di energia elettrica.
Una idea semplice tutto sommato, ma quantitativamente possibile?
Proviamo a fare un po’ di conti….
Come già determinato per navigare a 7 Kn a vela il mio Comet 12 richiede gli venga trasmessa dalle scotte una potenza di 8750 W (che sono 11.9 CV); alla stessa velocità, ma con propulsione solo meccanica, gli occorrerebbero 23.3 CV erogati dal motore, con una perdita quindi per attriti interni e dissipativi tra elica e acqua del 49%.

Abbiamo in quella sede appurato che un altro 40% di potenza se ne va via all’ interno del propulsore e nel suo impianto di raffreddamento per ovvi motivi di rendimenti termodinamici, ma questo ora non ci interessa.
Ebbene cosa succederebbe se in quelle stesse condizioni eoliche e continuando a navigare a vela io usassi l’ elica per ricaricare le batterie?
Risposta: senza dubbio la barca andrebbe più piano e la sua nuova velocità dipenderebbe da quanta potenza io volessi destinare alla ricarica elettrica.
Allora partiamo da qui: poniamo di voler destinare alla ricarica delle batterie di bordo una P di 500 W, che significherebbe per ogni ora di navigazione una energia di 0.5 KWh.
La dinamo ha un rendimento piuttosto alto: considerando anche i conduttori elettrici potrebbe essere valutato in un 85%; pertanto per produrre 0.5 KWh io dovrei fare arrivare all’ asse della dinamo una potenza di 500/0.85 = 588 W.
Gli organi di trasmissione (asse, elica e acqua) hanno un rendimento molto basso, come abbiamo visto, quantificabile in un 51% (100-49 = 51); all’ elica quindi devo fare arrivare una potenza di 588/0.51 = 1153 W.
Per fare avanzare lo scafo quindi dalle vele saranno prodotti 8750 W, ma di questi solo 8750 -1153 = 7597 W andranno a beneficio dell’ avanzamento nell’ acqua, dato che il resto verrebbe "mangiato" per la ricarica delle batterie.
Quindi la nuova velocità di avanzamento nell’ acqua sarà relativa a tale potenza motrice: dal diagramma riportato nel mese di giugno si evince che la velocità sarà di circa 6.6 Kn….
Il risultato non è male dopo tutto; teniamo presente che ci troviamo nelle condizioni di avere un vento reale di 12 Kn.
Come crocierista infatti mi andrebbe ancora bene se invece di viaggiare a 7 Kn andassi a 6.6 Kn, ma....

Ma ora facciamo ancora una volta i conti con la pratica ponendoci la seguente domanda: per quante ore durante la crociera delle nostre ferie estive abbiamo a disposizione un vento di 12 Kn più o meno proveniente dal traverso?
Risposta: quasi mai !
O ce n’ è troppo e allora stiamo all’ ormeggio.
O ce n’è poco e allora accendiamo il motore.
O è giusto, ma viene esattamente da prua oppure esattamente da poppa.
Le mie esperienze insegnano che in 15 gg di ferie all’ anno, con una media di 5 ore al giorno di navigazione, su un totale di 75 ore è già ottimistico valutare solo un 10% di condizioni ideali.
Quindi in un anno circa 7- 8 ore di vela pura che, avanzando a 6 nodi e mezzo invece che 7, mi fornirebbero 0.5 x 7.5 = 3.7 KWh di energia di ricarica (7.5 sarebbero il 10% di 75 ore).
Risultato che, pur apprezzabile in un discorso di eco-produzione, resta tuttavia di entità troppo esigua nella pratica....
Allora?
Non se ne fa niente?
Beh, quando le condizioni non sono ideali io trovo più saggio procedere a vela e a motore insieme; in questo modo si corre veloci e si alleggerisce il carico sul motore in termini di W (o CV) consumando meno.
Certo allora i puristi direbbero: “Se è così comperati un motor-sailer” e avrebbero ragione, ma mi si consenta di finire queste mie valutazioni altrimenti non avrebbe avuto alcun senso scrivere qualcosa su questo argomento…
Il fatto di navigare con vento debole (oppure con poca pressione sulle vele come nel caso di vento scarso portante) procedendo sia a vela che a motore consente di spostare il vento relativo più a prua e di aumentare la pressione sulle vele.
Per esempio una navigazione al lasco con un vento reale di 6 Kn (che comporterebbe sulle vele un vento apparente circa di 3.5 Kn) si trasforma facilmente in una andatura al traverso con un vento apparente di 5 Kn se la barca cammina 6 Kn; consultando le tabelle riportate del mese di giugno, con tale vento apparente al traverso (5 Kn = 2.6 m/s) essendo le vele in grado di produrre circa 662 W resterebbe al motore la necessità di produrre una potenza di appena 4547- 662 = 3885 W, cioè 5.3 CV contro i 12.1 CV che gli sarebbero necessari senza vele !
Insomma la mia barca naviga a 6 Kn nella direzione che voglio io con una potenza meccanica per combustione di soli 5.3 CV anziché 12.1.
Non è un risparmio ecologico da disprezzare !
Significa circa dimezzare i consumi di gasolio e di aria ed è un notevole guadagno per l' ambiente.
So che quanto ho appena scritto è difficile da seguire nelle tabelle e nel diagramma che ho allegato lo scorso mese di giugno, ma è effettivamente ciò che succede nella realtà.
A questo punto non ho intenzione di convincere nessuno che tale modo di intendere la navigazione sia quello più giusto; il fascino della navigazione da diporto sta anche nella sua libertà, quindi ciascuno è libero di pensarla come vuole.

Certo è che il meteo “è quello che è” per tutti e non è pensabile non tenerne conto; se affermo che una brezza dai 10 ai 15 Kn dalle parti del traverso è l’ ideale per navigare a vela ma che questa condizione si manifesta solo per circa il 10% della durata di una crociera non faccio altro che dichiarare la verità; pertanto per il rimanente 90% bisogna arrangiarsi il meglio possibile.
Che questo “meglio possibile” sia rappresentato dallo starsene fermi in porto, oppure dal navigare rigorosamente a vela a 2 Kn, oppure dal tirar bordi facendo tardi e sentendo freddo, è cosa comunque apprezzabile in nome della libertà di cui sopra.
Da un punto di vista di un confronto strettamente ecologico, mi pare comunque che durante una crociera estiva piuttosto di sfruttare le vele come produttrici di energia elettrica per 7-8 ore, sia meglio usarle insieme al motore riducendone i consumi per 68-67 ore.
Il dibattito è aperto, come è aperto anche sull' evasione fiscale effettiva o presunta.
A tal proposito sento il dovere morale di informarvi di qualcosa che mi rode dentro da un bel po'.


Tramonto sulle saline di Marsala con le Egadi sullo sfondo

Per merito degli amici frocieristi ho beneficiato insieme a mia moglie di una settimana nella Sicilia occidentale (Marsala), dove ci siamo immersi in una terra di un fascino incredibile.
Montagne che scendono in mare con promontori imponenti (San Vito lo Capo, Erice), isole dove le rive trasudano ancora le fatiche dei cavatori di roccia e dei pescatori di tonnara (Favignana, Levanzo e Marettimo), reperti storici incredibilmente estesi e conservati e ancora sepolti (Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Arabi), il tutto in mezzo a panorami mozzafiato, persone disponibili e genilissime ed una enogastronomia al di sopra di ogni aspettativa. 

 
Museo di Marsala, stele funeraria greca dedicata a un giovane Achille                                           Selinunte, grandioso porto della Magna Grecia: tempio sulla collina orientale

In ogni posto dove vi fermiate a mangiare, dal ristorante nel centro storico al chiosco in spiaggia, troverete dei vini stupendi (in particolare il Grillo che è uno degli ingredienti principali del Marsala) e del pesce che non ho mai mangiato così buono e fresco da nessuna parte (trancio di pescespada alla griglia, caponata di pesce con finocchietto selvatico, cous cous di pesce, granita di mandorle.... mmm, assolutamente incomparabili!)
L' unica cosa negativa assai è la diffusione dei rifiuti urbani sparsi lungo le strade e per le campagne, oltre a una scarsa attenzione per le strutture pubbliche in genere, strade, marciapiedi, arredo urbano, segnaletica....Fa eccezione Erice, dove pare di essere in Svizzera.
Ebbene, in ogni locale dove io mi sia recato, dall' albergo al bar all' angolo, dal fruttivendolo al chiosco in spiaggia, sempre, sempre, sempre prima che io mettessi mano al portafoglio mi sono trovato davanti lo scontrino fiscale già emesso.
La stessa cosa mi era successa due anni fa nel Salento in Puglia, dove ho trovato una cucina diversa ma la stessa cortesia e onestà....eccetto in un B&B gestito da un milanese, dove di ricevuta fiscale nemmeno l' ombra!

Ora ciascuno di voi può pensarla come vuole, ma quello che ho scritto è semplicemente il risultato della mia esperienza, così come faccio e descrivo sempre per la navigazione con la mia barca...
...e l' eseprienza conta, oh se conta !

Sorgemi ora però lo seguente dubbio: 
che Milano gli sia più ricca in quanto lì più si lavora, oppur che sia più ricca perché....  ?

  

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