ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
 SETTEMBRE 2007
Scusatemi se questo mese inizio parlando di me stesso, ma è successo un fatto che mi ha fatto rimanere piuttosto male: stavo periziando una barca a vela di 10 metri a Chioggia durante una afosissima giornata di luglio e nella manovra di ormeggo dal ritorno della prova di navigazione ho toccato il pontile con il pulpito di prua. Di fatto non ho combinato alcun danno (inoltre le condizioni e lo spazio di manovra non erano particolarmente agevoli) ma è la prima volta in assoluto che mi succede e per di più la barca non era la  mia.   
Mi sono sentito molto a disagio per la brutta figura e  voglio qui comunicarlo a chi legge...Tutti sbagliamo, nessuno è perfetto e l' imprevisto è costantemente dietro l' angolo: è bene ricordarcelo sempre !     
             
 

Bentornati a voi miei amici diportisti, ora finalmente dotati di corpi abbronzati e menti rigenerate !

Un’ altra crociera è terminata e un’ altra piccola borsa di esperienze si è aggiunta al baule che noi tutti custodiamo nella nostra soffitta.
Curiosamente però, anche se il baule di molti di noi risulta già bello pienotto, ho osservato durante le mie ferie in barca con sempre maggiore interesse che i malanni comunque capitano spesso e volentieri un po’ a tutti.
L’ accrescersi dell’ esperienza dovrebbe far sì che gli incidenti si verifichino con sempre minore frequenza, ma il fatto è che la crociera (che ai più in apparenza sembra un momento di rilassante rigenerazione psico-fisica) in realtà è un continuo braccio di ferro tra il diportista e il mare.
Intendo dire che durante quei pochi giorni dell’ anno dedicati alla navigazione e a fare e disfare ormeggi, esiste da parte dell’ uomo la continua attenzione a non farsi “fregare” dal mare e dai suoi degni compari (leggi vento, correnti e onde).
Riuscirà l’ uomo durante le sue ferie a “fregare” il mare in tutte le sue manifestazioni subdole e talvolta catastrofiche, o sarà invece il mare a “fregare” l’ uomo, anche solo con un colpetto di vento più forte che lo porterà a strisciare la barca ?
Durante ogni estate, in cui vado in crociera con la famiglia o con gli amici, resto sempre più colpito (e perplesso) dalle situazioni in cui vedo cacciarsi molti altri diportisti.
Resto colpito dalla frequenza di tali eventi e resto perplesso dalla loro invariabilità: le cause infatti sono sempre le stesse ma si ripetono nel tempo paradossalmente tramandandosi tra diportisti di generazione in generazione.
Sono situazioni talvolta molto scabrose dalle quali mi capita a volte di tirare fuori coloro che vi sono invischiati, spesso insieme ad alcuni altri volontari incontrati al momento; questo fatto di organizzare una “mini squadra spontanea di salvataggio” talvolta mi ha fatto fare nuove amicizie, talaltra invece mi ha lasciato la bocca amara, perché alla fine non viene rivolta alcuna forma di ringraziamento; sempre comunque mi ha insegnato qualcosa…
Dato poi che le situazioni scabrose di cui sopra riguardano sempre l’ ormeggio o l’ ancoraggio associato al brutto tempo, è mia intenzione dedicare gli articoli dei prossimi mesi a questo argomento, che è piuttosto vario perché tocca casistiche molto diverse.
Qualche anno fa già dedicai un articolo sulla rivista “Solo Vela” all’ ancoraggio sotto un temporale, ma ricordo che lo spazio a disposizione era piuttosto limitato e soprattutto che l’ editore fece alcune correzioni che tuttora non condivido.
La materia è ancora una volta molto vasta e complessa per le varie connessioni tra argomenti che poi danno luogo a una serie di situazioni che rasentano l’ imprevedibilità.
Pertanto cercherò - come al solito - di mettercela tutta per fare chiarezza, ricordando che le regola da osservare sono proprio quelle che vengono definite in un qualsiasi corso per patenti nautiche e che nella pratica vengono sistematicamente dimenticate.
Perciò, caro paziente e fedele lettore, nei prossimi mesi preparati a fare una indigestione di bollettini meteo, di ancore che arano, di parabordi dimenticati, di scogliere sottovento, di cavi sommersi, di grippali invisibili, di temporali scambiati per burrasche ecc.
Noioso ?
Spero proprio di no perché non ho intenzione di redigere un pessimistico bollettino di guerra ma semplicemente di scrivere ciò che ho visto in questi anni, aggiungendo tutto ciò che ogni volta la mia mente cerca di escogitare per evitare di andarmi a ficcare in certe situazioni, in altre parole per non farmi “fregare” dal mare.
Sarà una specie di cronaca di fatti realmente accaduti, commentata sempre dal sottoscritto (e quindi per questo molto limitata); se anzi ciò che scriverò potrà farti tornare alla mente altri episodi cui hai assistito, sarà molto gradita la tua partecipazione: l’ indirizzo è sempre lo stesso, testainscarpa@fastwebnet.it. 

Detto questo vorrei concludere con una piacevole considerazione,
piacevole com' è lo starsene spaparanzati in pozzetto come il tizio qui sotto 
(indovina un po' chi è?). 

I miei 15 giorni di ferie di quest’ anno dal punto di vista meteorologico sono state una bella schifezza: a una prima settimana di sole e bora quasi sempre sopra i 25 nodi (con punte previste dai bollettini sui 60 e stimate sui 50) e con temperature dell’ aria tali da scoraggiare i tuffi ma incoraggiare l' avvicinamento serale di super-alcoolici, è seguita una seconda settimana di assenza di vento in compagnia di continui temporali e piogge.
Insomma un meteo che mi ha permesso facilmente di paragonare il rivestimento in legno interno della mia barca a quello di certe baite che punteggiano le valli dolomitiche dove si digerisce sorseggiando grappini.
La prima settimana (quella della bora forte) mi ha fatto comprendere bene che colui che dice: “con 35 nodi si può ancora bolinare” a meno che non abbia un barcone lungo 100 piedi è un bugiardo oppure è un fesso.
La seconda settimana (quella delle bonacce e delle piogge) mi ha fatto capire che la crociera è fatta anche per il riposo e non solo per l’ azione.
Entrambe le settimane mi hanno fatto apprezzare enormemente quanto piacevole possa comunque essere la crociera se il clima tra l’ equipaggio è rilassato,e questo è un punto fondamentale al quale è facile tendere ma che non è facile raggiungere.


La pizzeria di bordo apre alle 19.30 - Soprattutto se piove 

Io credo che gli sforzi dello skipper non devono tendere verso l’ imposizione di “navigazioni forzate” per raggiungere mete dove alla fine si fa sempre lo stesso bagno e si prede sempre lo stesso sole (se c’è), quanto piuttosto verso la condivisione delle scelte con tutti i membri dell’ equipaggio: il non lamentarsi per il cattivo tempo e dimostrarsi comunque contenti, l' incoraggiare la cultura al di là dell’ attività balneare e lo scoprire una chiesa da visitare o un acquario da vedere sono tutti atteggiamenti e iniziative che portano l’ equipaggio a snobbare il meteo e a rilassarsi.
Persino fare la pizza impastando con le mani e cuocendo col forno di bordo può contribuire a ravvivare una serata piovosa (al di là del risultato prettamente culinario).
Mi viene da dire che quegli skipper che prima della partenza dicono: “Quest’ anno arriveremo fino alle Isole Distantissime”, non hanno capito nulla di cosa significa andare in crociera.
La crociera si distingue dalla navigazione commerciale (e militare) proprio perché non ammette alcuna meta da raggiungere né alcuna missione da compiere: essa è solo e soltanto il modo di vivere il mare per il solo piacere di navigarci, così come una barca da diporto è un aggeggio che serve solo per cercare il piacere nel navigare.
Pertanto il voler percorrere determinate tappe e raggiungere determinate mete al di fuori delle condizioni meteo non può che portare a dispiaceri e quindi va contro lo spirito stesso della crociera.   
Non mi stancherò mai di dirlo e scriverlo: navigare per diporto deve essere sinonimo di piacere e tutto deve essere orientato a questo.
Se lo skipper non vi riesce (e per skipper intendi ciascuno di noi), invariabilmente dopo pochissime stagioni si troverà solo e finirà per vendere la barca.
Badate che nessuno vi dirà “Che scarso che sei” se non avrete raggiunto le Isole Distantissime o non avrete attraversato il Quarnaro con la bora .
Se invece dopo due stagioni moglie e figli non vorranno più saperne di venire in barca e mestamente compilerete l’ annuncio per vendere la vostra barca, allora molti vi diranno alle spalle “Eh, credeva lui che fosse facile tenere una barca !”
Il mese prossimo conto che tu, paziente lettore, venga ancora a trovarmi per scoprire insieme a me come fanno gli altri a bolinare con 40 nodi di vento osservando la scena dal molo dove avremo provveduto a legare molto bene le nostre barche.

Diceva zio Pino:
“All’ ancora è bello percepire il più piccolo rumore che ti tien sveglio, ma se hai legato per bene la barca al molo ti risulterà più bello assai dormire sodo !” 

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