Ho notato, parlando sulle banchine
delle darsene e soprattutto all’ interno dei circoli nautici,
che molti non hanno chiara né la
funzione né il posizionamento degli zinchi, pertanto ho pensato di parlarne questo mese.
GLI ZINCHI
Io sono parecchio
ignorante di molto, ma mi accontento abbastanza di quello che so.
E’ come se
uno mi chiedesse di parlare dei neutrini e del loro ipotetico superamento della
velocità della luce (argomenti per i quali vi rimando all’ ex ministro Gelmini
e ai suoi “fantomatici tunnel”) piuttosto che della somma dei vettori; mentre
infatti vivo e navigo benissimo ugualmente ignorando i primi, non saprei come
spiegarmi la navigazione di bolina ignorando la seconda (intesa naturalmente come
somma di vettori e non come ex ministro Gelmini) !
Ciò
significa, appunto, accontentarsi di ciò che si sa.
Pertanto
nel parlare degli zinchi per me sarà sufficiente sapere le poche cose
fondamentali che vi dirò senza preoccuparmi dei potenziali di estrazione e delle
velocità e orbite degli elettroni, sempre che di “orbite” e non di “nubi elettroniche”
si possa parlare.
Il numero
degli elettroni, che sono caricati negativamente e sono molto più “leggeri”,
stanno all’ esterno del nucleo e possono invece variare di numero.
Prendiamo per
esempio un atomo di rame (Cu) che ha 29 protoni: in condizioni normali gli
elettroni sono tanti quanti i protoni (e quindi l’ atomo è elettricamente
neutro); se invece riesco a togliere un elettrone, l’ atomo prende il nome di
ione e risulta caricato positivamente (avendo perso una carica negativa non
vedo come possa essere diversamente) ma pur sempre rame resta perchè è il
numero di protoni che “battezza” l’ elemento chimico.
Insomma se
da una sbarra di rame io tolgo elettroni, questa si caricherà positivamente ma
resterà sempre la stessa sbarra di rame.
Orbene, le
parti metalliche immerse di una barca (che per non complicarci la vita
immaginiamo costruita in vetroresina) sono i passascafi delle prese a mare, gli
assi delle eliche, le eliche, le cerniere del timone se ci sono (agugliotti o femminelle)
e le pinne di deriva e le zavorre (nel caso di barche a vela).
In genere i
passascafi sono in bronzo, gli assi in acciao inox, le eliche in ottone, le
pinne in ghisa o piombo. Già qui si capisce bene che si tratta di un bel minestrone di metalli tutti
immersi in acqua salata !
DIGRESSIONE
OSCURATRICE CHE POI DIVENTERA’ ILLUMINANTE (Spero)
Il bronzo (bronzo marino) è una lega
composta dal 92% di rame (Cu), il 7% di Stagno (Sn) e lo 0,3% di piombo (Pb).
L’ acciaio inox è una lega di moltissimi
metalli (ferro, carbonio, cromo, nichel, manganese in percentuali molto
variabili tra loro).
L’ ottone è una lega composta da 66% di
rame (Cu), 29% di zinco (Zn), 0.12% di piombo (Pb), 0.21% di stagno (Sn), 0.12%
di ferro (Fe), 3.5% di nichel (Ni) e un po’ di alluminio (Al) e di manganese
(Mn).
La ghisa è una lega con molto più carbonio
rispetto all’ acciaio, con silice, manganese, fosforo e zolfo.
FINE DELLA DIGRESSIONE
OSCURATRICE CHE POI DIVENTERA’ ILLUMINANTE (Spero)
Ebbene, cosa
c’ entrano gli elettroni e i protoni con questo minestrone di metalli a bagno
in acqua salata ?
Quando
uniamo insieme due metalli diversi, uno tende a cedere all’ altro
spontaneamente alcuni elettroni, mentre l’ altro tende a
riceverli per equilibri diversi di forze tra le varie orbite
elettroniche (ragioni che solo il buon Dio ha creato): ovviamente
le due estremità opposte dei metalli collegati (cioè quelle libere) assumeranno
una carica elettrica e prenderanno quindi il nome di polo + e polo – ; questa tuttavia
non è una vera e propria pila perché così non è ancora in grado di produrre una
corrente elettrica (sfruttabile per esempio per accendere una lampadina); se
però le due estremità libere dei metalli sono a bagno in una soluzione di acqua
e sale (che è conduttrice), ecco che si instaura all’ interno della massa
liquida una corrente elettrica e il circuito si chiude attraverso l’ acqua.
E’ quel che
si dice una vera e propria pila, come illustrato dalla figura seguente, dove
lungo il filo di collegamento tra i due metalli (piastra grigia e piastra rossa)
corrono gli elettroni, mentre all’ interno della soluzione si spostano (in
controcorrente) gli ioni positivi.
Tutto
questo palinsesto (per dirla con linguaggio televisivo) è molto bello, ma
nasconde (e mica tanto) un problema: la corrente elettrica tra i due metalli è
data dallo spostamento di elettroni (negativi) e fin qui niente male, ma la
corrente elettrica attraverso l’ acqua salata è data dalla migrazione di ioni
(positivi) che praticamente sono atomi con qualche elettrone in meno…
Ciò è male,
molto male, perché significa che alcuni atomi se ne sono andati da uno dei due
metalli e si sono messi a migrare, appunto, all’ interno della soluzione: togliere
atomi da un metallo significa corroderlo e togliere atomi per esempio da un asse
inox vuol dire demolirlo a poco a poco.
Vale al
pena allora di accoppiare all’ asse e all’ elica un altro metallo che
tendenzialmente ceda più spontaneamente elettroni nello stare a contatto con
gli altri così sarebbe questo, e non più l’ asse dell’ elica, a rilasciare ioni
positivi nell’ acqua di mare per pareggiare i conti con le cariche elettriche.
Questo è proprio
quel che fa lo zinco.
Ora vi
invito a dare con me un’ occhiata alla seguente tabella dei potenziali di
Ossido-Riduzione dei metalli; non lasciatevi impressionare dalla denominazione:
è solo l’ ordine con il quale i metalli tendono spontaneamente a rilasciare
elettroni (o viceversa ad assorbirli).
Fatele in
oro (Au) !
Oppure volete
andare a fondo dopo nemmeno un mese ?
Fatele in
Magnesio (Mg) !
Restando
con i piedi per terra, ora vi apparirà più comprensibile la digressione di cui
sopra.
Lo Zn
infatti nella tabella risulta più generoso nel cedere elettroni
rispetto a Fe,
Cu, Pb, Ni (che sono i metalli costituenti assi, eliche, zavorre come
ci ha detto poco fa la digressione illuminante) e quindi più
propenso a cedere atomi (ioni positivi) in acqua di mare.
Ecco quindi
che lo zinco si corroderà preservando le altre parti metalliche immerse della
nostra barca, pertanto esso non deve essere verniciato con l’ anti-fouling.
Per inciso
pubblico una foto di una barca dotata di elica in alluminio…
...Andiamo a vedere
dove è posizionato l’ Al nella tabella dei potenziali di Ossido-Riduzione dei
metalli ! Credo che
ora capiremo molto di più.
C’ è ancora
un'altra faccenda che riguarda gli zinchi.
All’
interno del motore della nostra barca circola come sappiamo acqua salata che
serve per il suo raffreddamento (del motore, non dell’ acqua).
Le parti
che compongono il motore e il collettore di scarico, che convoglia sia i fumi
dopo la combustione sia l’ acqua di raffreddamento, sono metalliche e fatte di
metalli diversi.
In genere i
collettori sono di ghisa, perché vengono fusi nello stampo.
Ciò
significa che anche all’ interno del nostro motore esiste la migrazione di
elettroni e di ioni positivi di cui sopra; l’ ho
sperimentato a mie spese nel vecchio motore Bukh con cui era equipaggiato il
Polaris 33.
Infatti dopo
qualche anno si è forato il collettore di scarico, che era fatto
di ghisa appunto, così da scaricare l’ acqua di
raffreddamento aspirata dalla girante non all’ esterno della
barca
ma al suo interno: notevole esperienza !
A suo tempo cercai di
saldare il foro, ma sulla ghisa è pressoché impossibile fare una riparazione
che duri; pertanto non mi restò altro che far rifare il collettore, stavolta in acciaio
inox.
Tutto
ciò per dire che all’ interno dei nostri motori esistono in alcuni punti degli
zinchi che, ovviamente, vanno periodicamente sostituiti.
Nelle foto
seguenti si vede bene uno dei due zinchi di cui è dotato il motore della mia
attuale barca: tra la prima e la seconda fase sono passate circa 5 stagioni.
Ora immaginiamo che voi lettori siate in 100 (grazie al cielo siete di più , ma non
importa) e che io vi chieda: “Quanti di voi sostituiscono gli zinchi dello scafo ?”
Senza
dubbio 97 di voi alzerebbero la mano in senso affermativo e magari solo due o
tre risponderebbero che per questo si affidano al meccanico del cantiere che
cura la manutenzione della loro barca.
Ma se
vi chiedessi “Quanti tra voi sostituiscono anche gli zinchi del motore ?”
Probabilmente
alzereste la mano in 2 o 3.
A buon
intenditor, poche parole.
Ah,
dimenticavo.
Sulle
barche può capitare (e capita) che lo zinco messo a protezione dell’ asse dell’
elica sia piuttosto lontano dai passascafi di alcune prese a mare, per esempio
quelle sistemate nei pressi della prua.
Vi ricordo
che i passascafi (quelli seri) in genere sono in bronzo, mentre le valvole
interne hanno il corpo in ottone cromato, la valvola interna a sfera in acciaio inox e
la manetta di comando in alluminio.
Adesso
misuriamo la vostra attenzione : avete già capito quel che può succedere ?
Se per
qualche motivo dal passascafo viene rilasciato qualche ione positivo nell’
acqua di mare (mettiamo perché stiamo parlando della presa a mare del cesso di
prua che è lontana dallo zinco sistemato accanto all’ elica a poppa), tra tutti
questi metalli accoppiati quale sarà quello che verrà demolito ?
Ma certo, sarà l’ alluminio della leva di comando che infatti farà la funzione di “campanello di allarme” e - restandoci miseramente in mano quasi polverizzata – è come se ci dicesse :