ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
SETTEMBRE 202

NUOVO O USATO ?

Ogni tanto mi diverto a fare conti….Ché, data la mia professione, dovrebbe essere anche una cosa normale.

Così mi è venuto in mente di rispondere ad un quesito che mi pongo da anni: “ma quanto vale la pena di comperare una barca nuova?”, quesito che può essere posto anche in forma contraria: “ma quanto vale la pena di comperare una barca usata?”
Parrà strano, ma l' argomento mi è venuto in mente andando in bicicletta.
Amo molto andare in bici, soprattutto in collina e in montagna; vuoi perché mi piace fare un po' fatica, vuoi perché mi piace sentire l' aria sul corpo, vuoi perché la bici mi fa entusiasmare per il mutare continuo del panorama, ma non lo fa troppo in fretta così che posso agevolmente goderne, vuoi perché.. dopo le salite per tornare a casa ci sono anche le discese.
Insomma per dedicarmi a queste belle cose cerco di tenermi in salute e anni fa ho pensato bene di acquistare via internet una bici da corsa in alluminio di basso livello, del costo di 495 Euro e del peso di quasi 10 Kg.

Con questo mezzo ho sudato e goduto di innumerevoli emozioni: infinite pedalate tra le colline venete e friulane, svariate incursioni su passi dolomitici tipo Pordoi, Giau, Sella, Gardena, Duran, Campolongo, Fedaia, Staulanza, Tre Croci, Val Parola, Monte Croce Comelico, mitici assalti riusciti al passo dello Stelvio (vedi foto), alle Tre Cime di Lavaredo, allo Zoncolan...
Ho fatto anche la follia di partire dalla mia città (Treviso) e dopo 170 Km arrivare in Pusteria (Dobbiaco) percorrendo la mitica Strada Statale n° 51 di Alemagna.  
Insomma finora ne sono sempre tornato a casa, e anche bene, sulla mia umile bici di alluminio.
Racconto queste cose perché durante le pedalate mi è già capitato in più occasioni di essere ironicamente preso di mira da colleghi ciclisti (del tutto sconosciuti) sulle doti e/o sulla attualità della mia bici.
In più di una occasione addirittura mi avrebbero proposto di cambiarla per aggiornarla con una più moderna in fibre di carbonio, ovviamente del peso inferiore di 3 Kg e del costo superiore di 5 mila Euro.
Il bello (o brutto) della faccenda è che quei ciclisti non è che arrivassero prima di me, anzi!
Al che mi sono chiesto: “ma perché mi hanno preso in giro?” ...”chi è nel giusto, loro o io?”...
Ovviamente passare dalla bici alla barca mi è venuto spontaneo.
Così ora mi chiedo: “Cosa è più giusto: comperare una barca nuova o usata?”, dove per “giusto” deve intendersi la ricerca di un qualche criterio il più oggettivo possibile, senza lasciar spazio a sentimentalismi, preferenze, possibilità economiche.
Allora ho pensato di affrontare l' argomento in questo modo: se oggi comprassi un 37 piedi nuovo e nello stesso tempo anche uno usato di 10 anni e li tenessi entrambi per 5 anni andandoci a spasso e poi li rivendessi, quale sarebbe stato il risultato migliore?

NUOVO

Costo 120.000 x 1.22 =                       -145.000 Euro

Vari/alaggi e carena annuale 700 x 5 =   -3.500

Cambio olio e filtri                                       -250

Cambio girante                                           -150

Revisioni n° 2 zattera e dotaz. 750 x 2 = -1.500

Posto barca                         3.000 x 5 = -15.000

Ricavo finale con svalutaz. -5% annuo               90.000 Euro

       PERDITA            75.400 Euro = 15.080 Euro/anno

 

USATO

Costo                                                      -63.000 Euro

Vari/alaggi e carena annuale 700 x 5 =    -3.500

Sostituz. boccola asse                                -350

Cambi n° 2 olio, filtri e cinghie                    -600

Cambio girante                                           -150

Cambio banda U.V. Genoa                         -400

Sostituz. Drizze                                           -350

Sostituz. Batterie                                         -300

Revisioni n° 2 zattera e dotaz. 750 x 2 = -1.500

Rinnovo certif. Sic.                                      -400

Posto barca                         3.000 x 5 = -15.000

Ricavo finale con svalutaz. -5% annuo                 47.000 Euro

      PERDITA            38.550 Euro =   7.710 Euro/anno

Negli schemi precedenti il costo del posto barca è indicativo e, anche se con incidenza diversa sul totale, l’ ho conteggiato uguale per entrambi i casi.
Risulta evidente che optando per l' usato andrei incontro a una perdita annuale di 7.700 Euro contro una perdita annuale di 15.000 Euro optando per il nuovo…
Insomma con l’ usato spenderei circa la metà ogni anno. Al di là della scelta del modello (nei conteggi ho optato per un Jeanneau) è da rilevare che non corrisponde al vero che acquistando il nuovo si sia esentati da spese e acquistando l' usato ci si trovi invece ad aver a che fare con un colabrodo.
Con le barche ci si trova comunque a dover spendere continuamente per la loro manutenzione e il solo costo del posto barca incide comunque pesantemente.

Al che mi chiedo: “perché qualcuno continua a comperare barche nuove?”
Credo che la risposta sia la stessa anche se la domanda venisse posta nel seguente modo: “perché qualcuno compra una bici da corsa da 6 mila Euro invece che una da 500?”
Verificato che i passi dolomitici possono essere raggiunti e superati anche con una bici di alluminio da 500 Euro, perché averla in fibra di carbonio da 6 mila? Certo trascinare in salita 10 Kg al posto di 7 fa differenza, anche se (il Principio di conservazione dell' Energia meccanica insegna) quei 3 Kg di ostacolo poi te li ritrovi in discesa come guadagno...
Evidentemente tutto si traduce nel fatto che in cima al passo ci arriverai qualche minuto dopo.
Ma per una barca?
Le barche nuove sviluppano velocità superiori?
Le barche nuove sono più confortevoli?
Le barche nuove sono più affidabili?
Beh, a ciascuno di queste domande ho già abbondantemente risposto negativamente in gran parte degli articoli che ho scritto in questi anni.  

 

Il mare non è l' autodromo di Monza, dove la pista è sempre la stessa, i rettilinei anche, e le curve pure e dove si possono confrontare sui millesimi di secondo le prestazioni raggiunte col “progresso”; il mare cambia continuamente le carte in tavola; le navigazioni sono sempre le une diverse dalle altre anche se fatte sulla stessa rotta; così il mare alla fine premia non la barca più moderna ma quella progettata, costruita e manutentata meglio.
Vi prego, rileggete la frase precedente...
Progettata, costruita e manutentata meglio.
Vi pare che questa frase possa lasciare qualche ragionevole dubbio sull' attualità di un barca di oggi rispetto a una di ieri?
NELLA FRASE È RACCHIUSA UNA SINERGIA TRA PERSONE che magari non si conoscono neppure: il progettista, il carpentiere, l' armatore; eppure solo se tutte hanno lavorato e lavorano bene il loro prodotto (leggi barca) arriverà ad affrontare le onde venendo rispettato dal mare.
Certo se nessuno comprasse barche nuove la cantieristica chiuderebbe e così pure sarebbero costrette a fare le fabbriche di biciclette.
Quindi ben vengano quelli che comprano nuovo.
Sono i salvatori dell' economia.
Anche quelli che comprano usato, con l' indotto dei ricambi e la manodopera relativa, ma in misura decisamente inferiore.
Quindi chi compra nuovo ha un merito speciale: sostiene il PIL. Mantiene il grafico orientato verso l' alto. Fa contenti manager, sindacati e politici. E' un benefattore sociale.
E' tuttavia uno dei tanti casi di moderata sprovvedutezza: alla fine di ogni anno, pagando di più rispetto a chi compra usato, egli “fa un danno a se stesso, ma produce un beneficio per gli altri”. Forse potrei azzardare che chi compra usato è uno dei tanti casi di moderata intelligenza: egli infatti “fa un beneficio a se stesso producendolo anche per gli altri seppur in misura inferiore allo sprovveduto”.
Ma anche chi ruba una barca (o una bici) è degno di menzione: è un delinquente perché egli “fa un beneficio a se stesso, ma produce un danno agli altri”.
L' attento lettore avrà già previsto che esiste anche un ultimo tragico caso...

E' il caso più drammatico di tutti e purtroppo è tutt' altro che raro.
E' il caso di chi “fa un danno a se stesso riuscendo a produrre un danno anche agli altri”.(*) Si tratta inesorabilmente dello stupido.
Nel nostro caso lo si potrebbe descrivere come colui che quando vende la barca ne tiene nascosti i difetti, facendo così incazzare chi la compra e facendo lavorare periti, avvocati e giudici senza produrre nulla di positivo, anzi producendo solo un danno economico e morale sia per sé che per l’ altro.
Oppure come colui che al gavitello o (peggio) all’ ancora con la previsione di un temporale dorme beatamente mentre la sua barca, rotto l’ ormeggio o spedata l’ ancora, se ne va addosso alle altre causando appunto un danno a sé e agli altri.
Oppure come colui che alle prime avvisaglie di mal di mare da parte di qualche membro dell’ equipaggio si ostina inesorabile a proseguire la navigazione volendo dimostrare come “in mare bisogna essere duri” e ottenendone invece le maledizioni da parte del sofferente e la rovina del piacere dell’ uscita in barca per sé e per tutti gli altri. Insomma di casi ce n’è, eccome!
Sprovveduti, intelligenti, delinquenti e stupidi siamo tutti noi durante tutti i momenti della nostra vita..
Riusciamo a farlo anche quando costituiamo una collettività estesa, come potrebbe essere uno Stato.
Anche gli stati, o meglio le politiche di uno stato, riescono ad essere sprovvedute, intelligenti, delinquenti o stupide.
A mio modo di vedere percentualmente ricadono raramente in politiche intelligenti o sprovvedute…perlopiù si collocano nelle categorie di politiche delinquenziali o stupide.
Anche qui esempi ce ne sono in abbondanza; la storia (sia passata che recente) insegna.

(*) La casistica da me riportata non è frutto del mio sacco: è descritta per benino e con sottilissima ironia nel libro “Allegro ma non troppo” di Carlo M. Cipolla, edizioni Il Mulino. Lo consiglio.

      

TORNA A ARTICOLI E CHIACCHIERE